Nuova Repubblica - anno I - n. 9 - 5 maggio 1953

2 (segue dalla I.a p"gina) avremmo ridato in mano al P.S.D. I. la chiave, eh' esso ha incautamen– te perduta. Tuttavia, anche questa soluzione potrebbe esser resa impossibile dal– la situazione senatoriale: per sca– valcare la quale senza un accor– do obbligato coi monarchici, po– trebbe esser necessario di affron– tare frontalmente il problema del P.S.I.. E' perfettamente inutile scandalizzarsi di questo. In sede internazionale, tutti gli uomini re– sponsabili auspicano, credo, che sia possibile raggiungere una qual– che intesa che consenta la ripre– sa del dialogo civile fra Oriente e Occidente. Giunti a questo punto, abbiamo il dovere, in sede interna, di por– re chiaramente sul tappeto il pro– blema del P.S.I.. E proprio per ·questa eventualità, noi siamo per– suasi che la presenza di un grup– po socialista autonomo, non appa– rentato, e su posizioni inequivoche nei riguardi dei comunisti, possa riuscire prezioso. Nessuno più di noi è persuaso delle responsabilità che gravano sulle spalle di Nenni. Ma non per questo il problema ha cessato di esis~ere. Le elezioni daranno pro– babilmente al P.S.I. un discreto successo; vi è indubbiamente qual– che velleità auto'nomistica in vari settori; vi è soprattutto il fatto che i candidati P.S.I. que~ta volta non saranno scelti dalle preferenze degli elettori comunisti e che al Senato i socialisti e i comunisti si presentano in concorrenza diret– ta. Nenni non ha più il fronte dietro di sé: egli se vuole ha una possibilità di scelta. Una politica di governo di concordia, di rico– ,truzione economica, di rigorosa tutela delle libertà pubbliche, d'ini– zio di riforme potrebbe essere con– cordata, tanto più se la distensio– ne internazionale si accentuasse e si dimostrasse seria. In tal caso, se De Gaspcri e Nenni sono uomi– ni responsabili, non dovrebbero la– sciarsi sfuggire l'occasione di un chiarimento, che potrebbe rovescia– re l'andamento involutivo della si– tuazione italiana, e rompere final– mente l'equivoco centrale che ci domina da cinque anni. Evidentemente, una via di que– sto genere richiederà, per essere percorsa, coraggio e perseveranza. Ma noi abbiamo il dovere d'indi– carla, se non altro per mettere Nenni e De Gasperi alla prova. Sarà l'ultima occasioné forse e il paese non mancherà di sottoli~ea– re le responsabilità di chi vorrà respingerla. Ad esclusione di questa via, non ne resterebbero che altre due : o estendere alla Camera l'accordo con elementi monarchici; o scio– gliere le Camere, e indire nuova– mente i comizi con la proporzio– nale: soluzione non delle peggiori, e comunque migliore del totali– tarismo clerjcale a cui il « pre– mio » aprirebbe certamente la strada. Non dunque per il re di Prus– sia, nero o rosso che sia, stiamo battendoci in questa battaglia di– sperata, ma solo per salvare ad ogni costo l'alternativa democra– tica : come piccolo nucleo che si prepara a raccogliere intorno a sé l'opposizione democratica di doma– ni, o come elemento essenziale per facilitare una svolta in senso rinnovatore della politica italiana. TRISTANO~ODIGXOLA NUOVA REPUBBLICA I OPINIO~I E (;O~TIIA.STI Neutralismo europeo 1 Con la posizione neutralista siamo gia nel campo della politica di una Europa costituita. Ma prima facciamo l'Europa e poi se ne parlerà. S OLO ora, per un disgraziato caso, prendo conoscenza della lettera di Fubini pubblicata nel n. 3 a commento di un mio precedente scritto sulla Federazione Europea. Mi pare che in buona parte !"atteg– giamento di Fubini di fronte al fede– ralismo poggi su un equivoco, che 'Ili sforzerò qui di chiarire. Non ho sott"occhi quel mio articolo incriminato, ma sono comunque certo che in esso non ho decantato le attua– li istituzioni europee. Ho infatti sempre detto corna di quelle che si basano sul principio del f1111ciio11al app,-oach e che non esco– no dall"ambito delle unioni confede– rali. Ho però salvato le cosiddette a11- Jori1à ,pecializzalt di recente istitu– zione in quanto - pur parendomi con– dannabili per riferirsi appunto a quel principio - implicano una tematica costituzionale dal cui sviluppo potrà nascere !"autorità sopranazionale che sta a cuore ai federalisti. Sono quindi d"accordo col Fubini nel ritenere, in termini assoluti, cioè astrat– ti, assu.rda In via che i sei governi han– no intrapresa. Ma questa è la realt:ì che noi ab– biamo di fronte, che è quella che con– ta, anche se non l'abbiamo scelta. li problema è di avvicinare sempre più questa realtà ai nostri ideali, ivi– luppando le possibilità che sono in essa contenute. Ogni altro atteggiamento, mi con– senta il Fubini, sarebbe sterile. Anche quindi il suo di rifarsi al neu– tralismo. . Gli esempi d,e egli dà di questa esperienza non mi sembrano probanti. Generalmente si riferiscono al più stret– to nazionalismo, sia esso di n3tura laburista o titina. Ma il neutralismo europeo, dice Fubini, avrà tutto un altro rilievo. Allora, rispondo io, siamo g·à nel campo di quello che potrà essere la politica dell'Europa una volta costi– tuita! In quel campo tutte le opinioni * La stampa governativa e filo, e ,pecialmente la stampa democristia– no-clericale, ha inten,ificato il bat– tage contro i e ribelli > dei partiti democratici, sferrando colpi ba11i ai loro maggiori esponenti rei di avere lasciate scoperte, agli o,chi del gro1- 10 pubblico, le vergogne del loro gioco, consistenti nell'invocare l'alibi logoro del pericolo comunista per giu– stificare fa mo1truo1ità della nuova legge elettorale, che dovrebbe prolun– gare all'infinito il prepotere demo– criito. Greppi, Calamandrei, Parri sono pre,entati come agenti delle Botteghe O,cure. Un giornale cleri– cale di Milano è arrivato al punto da insinuare che Parri, il quale in quel giorno tra a Venezia, aveva partecipato a Roma al consiglio na– zionale del P.C.1., ripetendo il mi– racolo di S. Antonio di Padova. Le insinuazioni sono idiote, e la grande maggioranza del pubblico le ritiene tali. Ma le figlie di Maria le accet– tano come materia di fede. E il gioco è fatto. • • Tale la mentalità e democrati– ca> dei dife,isori della democrazia– demucrazia-democrazia (cristiana). E i chierichetti della stampa e d'infor– mazione > fanno coro, con appena il pudore di qualche perifrasi. Chi ii distingue nel coro è la voce bianca di Enrico Mattei, l'Anialdo del gior– no. Come poteva mancare il mo in– sulto contro i migliori uomini della Ruiiten:a? possono essere buone e i federalisti non pretendono avere le migliori. Ma prima, in ogni caso, facciamo l'Eu– ropa, e poi se ae parlerà. Unicamente cl.i questo, infatti, si occupano i federalisti, i quali sono una lega di gente che, partendo da presupposti ideologici diversi - col solo comune denominatore della de– mocrazia, - si accorda oggi su questo unico punto, pronti a separarsi da buoni amici domani quando, l'unità europea una volta raggiunta, si farà attuale il problema delle forme istitu– zionali e del contenuto sociale da dare al nuovo Stato europeo. Non c"è quindi nessun rapporto di– retto, come pare cred~re Pubini, tra il volere !"unità dell'Europa oggi attraverso le sole forme consentite dal– la situazione reale - e il sostenere una determinata politica nell"Europa di domani. E certo spiacevole la confusione che molti fanno - aiutati in questo dalla propaganda nazionalista - tra politica federalista e politica atlantica. Eppure nessuno più dei federalisti ha sempre chiarito l"equivoco di questa ultima, che non può realizzare altro che accordi militari, mentre la pri– ma tende alla creazione <li un vero e proprio potere statale. Fubini, che è uomo d"impegno, non deve farci il torto di ignorare la do– cumentazione che esiste al riguardo. Anche i fa\<isti assimilavano al co– munismo !"opposizione che veniva fat– ta loro dai liberali, e i papalini del secolo scorso credevano addirittura che Garibaldi e Mazzini fossero sempli– ci incarnazioni dello spirito del male! Forse che questi avrebbero dovuto per– tanto infrenare la loro azione? Di fatto oggi gli U.S.A. stanno all"Europa come un formidabile ele– mento di propulsione, così come un altro formidabile fattore dell"unità eu– ropea sarà certamente In paura dei russi. Certo sarebbe preferibile che l"Euro– pa si facesse con elementi più endoge- lit MORDI * Anche il settimanale liberale Il Mondo (che pur difende la l~gge Scelba) si è preoccupato di un co- 1iffatto malcostume giornaliitico, scri– vendo nel Juo « taccuino > che esio è p,rfino peggiore del 1i1tema diffa– matorio usato dai fa,cisti. Resta da spiegare perchl gli amici de li Mon– do, pure illustrando egregiamente ma– lefatte e mentalità dei padronacci dell'ora, non vedano il pericolo di una loro dittatura parlamentare, che diuerrebbe inevitabile qualora la lo– ro legge, col volenteroJo aiuto degli « utili idioti > minori, trovass, ap– plicazione col raggiungimento del fa– tidico cinquanta e uno per cento. * Dicono: ma se il quorum non è raggiunto, la Democrazia cristiana si alleerà con l'utrema dutra, ed avre– mo un regime citrico-fascista. Delle due l'una: o la Democrazia cristiana è un partito veramente democratico, e in nessun caso cercherà alleanze con i monarchici e i fascisti,· o par– tito democratico non è, e la situa– zione italiana è pronta per una sua alleanza con l'estrema destra, e al– lora l'alleanza 1arà fatta, con buona pace dei tre partitini, anche se il quorum sarà raggiunto. E i .« mino- ni e positivi, ma anche questo fa par– te di quella differenza tra l"idcJle e il reale cui mi richiamavo più sopra. Sarebbe tuttavia imperdonabile erro– re, dal punto di vista della storia, ri– nunciare a realizzare un ideale per non fare leva sul materiale di scarto of– fertoci dalla realtà. La realtà ci presenta un"Europa 110- 111a11', la11d e senza capacità di risur– rezione autonoma, checché ne dicano i poeti. L'America non è e non sarà mai l'Europa, ma costituisce oggi l'unica forza capace di provvedere alle sue p/imordiali necessità e di garantirne la difesa. JI· dilemma è tra l'accettazione su• pina di tale situazione, con conse– guente progressivo asservimento dei piccoli satelliti europei all'America an– che sotto il profilo politico, e la crea– zione di una terza forza europea capa– ce di trattare con r America da pari a pari. ·Sono sicuro che anche Fubini, da buon raziocinante, sceglierà il se– condo corno, che è quanto dire la battaglia per il federalismo europeo. Infine per ciò che riguarda le mo– derne incarnazioni del naiionalsocia– lismo, può darsi che non vadano con– fuse con le forze più reazionarie e ron– servatrici, ma certo ne fanno il gioco, com'è apparso evidente, per esempio, in tante occasioni al Consiglio di Et1- ropa. Sulla estrema vacuità poi, di certo vecchio internazionalismo e pacifismo, neppure franca la spesa di una dimo– strazione, con lo spettacolo offerto al riguardo dal fallimento di tali ideali cui si sono ispirate le precedenti ge– nerazioni. Solo mi meraviglia che un giovane esperto come Fubini nutra ancora simili ideali.... Si convinca quindi Fubini che, sul piano dei fatti e non su quello delle parole, lerli11111 11011 da/11,-/ La batta– glia per l'Europa, non meno di quella per il socialismo, ha bisogno quindi anche di lui. Lll('IANO BOUS -~ ri » sara,rno buttati a mare, senza nemmeno aver salvato l'anima. * Noi - vedete il caso - abbiamo maggiore fiducia in una parte alme• no della Democrazia Criitiana, di quanta non ne abbiano i suoi al- ·· leati. Siamo certi, ciol, che se essa cercasse alleanze tra i monarco-fa– JCisti, il suo ,chieramento si ,falde– rebbe, svuotandosi di quella parte sinceramente democratica che inne– gabilmente in tJJa è contenuta. In tal ca10, la situazione politica ita– liana si « aprirebbe » con nuove pro– spettive, compresa quella, di enorm, importanza p,r la democrazia italia– na, dì un rinnovamento della classi dirigente e di po11ibilità maggiori di pacificazione sociale e pofitica. E sarebbe proprio l'ora. * Il punto principale del program– ma economico che sarà presentato agli elettori dal P.S.D.1. conterrà l'af– fermazione - secondo una agenzia di ispirazione socialdemocratica - che < uno stato moderno non può agire nel campo economico in base a nette alternative ideologiche (pianificazio– ne integrale o liberismo pieno), ma deve procedere prevalentemente con un ragionevole empirismo, tenendo presenti prima le realtà che le ideo– logie». Ma che Jtrano. Proprio tut– to il programma economico dei de– mocristiani, contenuto in poche ri– ghe. Salute, amico Tremelloni. PIO Hanno perduto la testa La prima e la seconda pa• gina del numero del 21 aprile di " Risorgimento Socialista " sono dedicate quasi per in– tero a una montagna di calun• nie, di diffamazioni e di insi– nuazioni sul Movimento di Autonomia Socialista e di al– cuni suoi dirigenti. La lunga permanenza, in qualità di alti funzionari, nelle 6Je del par• · lito comunista, dei maggiori esponenti del M. L. I. spiega con facilità la loro mentalità settaria e fanatica, e l'uso delle armi deteriori clella menzogna e della calunnia contro coloro che hanno il torto di pensare con la propria testa, di non subire ricatti e di tenere- più che ad ogni altra cosa - alla propria indipendenza morale. Molti compagni del M. L. I., molti compagni di Autonomia Socialista si saranno chiarite le idee - speriamo - sulle ragioni che hanno reso impos– sibile il nostro accordo con costoro: miglior documento certo non avrerruno potuto pubblicare di quello che essi, con le proprie mani, hanno preparato. Codesti nazional– comunisti, che s'impancano a maestri di socialismo clas– sico ( !) e di coerenza (come è noto a tutti, Magnani è sempre stato un socialistu democratico ed And.reoni un antiatlantico per la pelle!) non hanno neanche quel dono fondamentale di cui un so– cialista non può fare a meno: il dono della lealtà e della modestia. Essi hanno in mano la verità; sono contro tutto e contro tutti ; ora sono anche contro di noi! Natu– ralmente, chi non è con loro è contro di loro: è - per lo meno - VENDUTO A TOGLIATTI, come (final– mente l'abbiamo saputo) lo siamo noi! Il compagno Ciu– chi di Genova darà notizia quanto prima dell'ammontare della somma ricevuta, dopo il turpe telegramma di Codignola, È il caso di polemizzare ? è il caso di affermare che TUTTO quanto si dice su di noi in " Risorgimento So– cialista" (in generale e nei particolari) è falso, distorto, capovolto? Ma quale migliore smentita di quella che possono dare i nostri compagni che - in mezzo a difficoltà quasi invincibili - stanno dando la loro battaglia? Non è a caso che " Risor– gimento Socialista" dica oggi, di noi, le stesse cose che dice Simonini e l'" Azione Cat– tolica ". Ma, possiamo assi– curarglielo, non c'interessa. La verità finisce sempre per trionfare. E lddio toglie la mente a coloro che vuol per– dere: DEUS AMENTAT QUOS VULT PERDERE! N. R.

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