Nuova Repubblica - anno I - n. 9 - 5 maggio 1953

8 L' (<OPERAIO M. ZAGARI )) E' possibile che Zagari viva i pro• blemi « dall'interno della classe operaia» come egli dice e parte– cipi « di una profonda esperienza so– cialista materiata di un contenuto ideo– logico che ha la sua base nelle dot• trine della classe operaia », è possi• bile, perché nessuno può capire che cosa voglian dire queste parole. Za– gari non è operaio, non ha ..nessun con– tatto con nessun operaio. e tanto meno con la classe operaia. Zagari vi– vrebbe i problemi « dall'interno della classe operaia » senza essefe operaio e senza che gli operai ne sappiano nul• la, sarebbe una specie di operazione medianica o metapsichica. Essendo riuscito in questa opera– zione, trovandosi per così dire nelle viscere di un lavoratore del braccio (a proposito, ha mai consultato uno psicanalista, può essere che questo desiderio represso abbia un significato a lui nascosto, ma chiaro per un medi– co), non ha più dubbi sulla politica "da seguire. Questa posizione non è nuova. Uno scolaro di Gentile, il Cogni, an– dava dicendo che l'amore non era al• tro che antropofagia, mangiare e farsi mangiare, l'unico modo per porsi ve– ramente e stabilmente, «all'interno» di un altro. Zagari, non vi è dubbio, ama la classe operaia. d1e veramente ricordano certe autocri– tiche di staliniana memoria). E' logi• co tutto questo? Se erano per la pro• porzionale vuol dire che Credevano che il rischio di una lieve maggioran– za dei partiti cosi detti di centro, qua– le ci sarebbe sicuramente stata con il sistema proporzionale, sarebbe stato da preferire al rischio di una D. C. strapo• tente e perfettamente libera di allearsi con la destra. • E' vero che se liberali, democratici cristiani, repubblicani e socialdemocra– tici riuniti avessero avuto pressappo .. ,. co il 52% dei seggi ci sarebbero state delle difficoltà di governo, ma Mondolfo e Faravelli accettavano quel r[schio. Se ora una parte dell'elettora· to si rifiuta di votare per quella for. mazione che appare coine un grosso Fronte Antipopolare· (i Fronti non piacciono al popolo italiano) e code– sto Fronte Antipopolare non raggiun– ge il 50%, è evidente che, per arri– vare alla maggioranza ci mancherà poco. Se codesto Fronte non arriva al 50% arriverà al 48% o al 49%. Dove trovare la necessaria maggioran– za? E' chiaro, cercarla in quella parte dell'elettorato che è stato respinto dal Fronte, ma che non ha votato per i totalitari, fare insomma quello che vo– levano fare, o dicevano di voler fare, Mondolfo e Faravelli. SCOLASTICO DON ZENO NUOVA REPUBBLICA ---------------------- SPECCrJIO DEllA s~rANlPA Lo vlo o destro 11 problema del giorno è di prevedere come potrà essere formato il nuovo governo, dopo le elezioni e secondo i varii risultati che ne potranno scaturire. t un problema ur– gente, in quanto essenziale per l'orienta– mento di ogni elettore, sul quale soprattutto ha richiamato l'attenzione del Paese un articolo 1>ubblicato sul n. 17 del settima– nale La uia. Di tale ai·ticolo benché sia già stato da molti riferito, convien qui riportare alcuni passi essenziali: « Lo scio– glimento del Seriato .... ha aperto u11a crisi non facilmente controllabile: la crisi del quadripartito.... I termini della crisi sono /o,idati sulla co11traddi:io11e dei sistemi elettorali che i11euitabilmente delermi,uran– no trna disparità di rapprese11ta11:a politica 11ei due rami del Parlamento, per c11i estre– mamene difficile sarà il dosaggio delle forze ed ancora più comJ,lessa l'alchimia dei pro– grammi. Il dosaggio delle forze sarà dil/i– cile perché qua11d 1 a,icl,e il partito liberale riu.scisse ad avere a spese della destra demo– cristiana e monarchica u11a notevole alfer– ma:io,ie, difficilmente ri11Scirà ad accettare che il suo peso sia trasferito s11l 1,iallo della bilancia destinalo al q11adripartito .... I so– cialdemocratici dal ca11to loro difficilmente e11lreran110 irt un gioco di alchimia parla– me,rtare senza talune precisazioni program– matiche che almeno daua,lli all'opi11ione pub– blica salvino le appare11:e socialistiche del P.S.D.J .. Il partito reJ,ubblicano giocherà mt ruolo poco men che importante .... Que– sti tre partiti che si muouono in direzioni diversissime, se si pensi alla notevole immis- EL.A DE!IIOCR.AZIA sio11e di for:e di ce11tro-destra nella D.C., di/ficilme11te co,i la D.C. trouera,rno u11 Jnmlo • d'appoggio Juogrammatico, allo a eorreggue con ,ma chiara impostaziorie lo u 1 uilibrio delle for;:e e a co11solidare la stabilità democratica del sistema rappre– sentatiuo... J,,certo si presenta perta,ilo il deslhio del quadriparlito per il prossimo auuflnire ... ». Evidentemente il discorso, per chi voglia, intenderlo è molto chiaro, tenuto conto dell'affermazione in esso contenuta circa la <e notevole immissione di forze al centro– d?stra nella D.C. », e considerato che il suo autore - come poi si è saputo - è l'on. Ambrico, deputato democristiano di sini– stra, il quale, propdo per essere di sinistra, non è stato incluso nelle liste elettorali del. proprio partito. Del resto, questo 3'\'Verti– mento proveniente da membri del partito di maggioranza non fa se non attribuire maggi~re validità ad una previsione che lo scioglimento del Senato aveva già reso ine– vitabile: quella relativa alla probabile co– stituzione, dopo le elezioni, di un governo nel quale anche le destre, monarchiche o fasciste, saranno rappresentate. A tale pro– posito, perché non ci si accusi di prC.\'en– zioni, vogliamo anzi riportare alcune con– siderazioni relative al congegno elettorale del Senato, fatte eia un osservatore non certo sospetto, da Silvio Negro sul Cprriere della Sera del IO corr.: « Le caralteristi– che della legge senatoriale so110 state richia– mate anclle di rece,ite; qi,i basti dire che, per la larghissima dispersione· di resti che essa comporta, Sfl i grossi partili posso,w avere 1111 sc11atorfl co11 70.000 voti, ai pie- CRISTIANA coli partiti, che lia,1110 i loro sU/fragi di– spersi, 11e accorrono globalmente 170.000 e a,iclie più. Dei 237 /Josti eleUiui del Se- 11a_to1 <111a11tipotrà conqui~tarne l'i111esa democratica? Se la D.C. ritornerà, come spera, ai dieci milioni di uoti, ne potrà auere dai re,ito ai ce11todieci. Per questo grosso partito il conto è abbasta11:a _alfi– d'ante, ma per i Ire colletati, dato il gioco imprevedibile dei resti, tutti riconoscono che si tratta di un gioco del lotto. C'è chi spera in 25 posti e chi li riduce più della metà. Nel primo caso, la maggioranza al Senato è certa; nel secondo incertissima. Ira ogni caso, si tratterebbe di una mae– aioranza estremamente esigua» per cui « il Senato resta la grande incognita di queste ele:ioni, ed è reale il pericolo di 11110 di– sparità tale tra le due Camere da rendere impossibile tma stabilità di 1ouer110 ». Non è tutto. Di fronte all'allarme sutci– tato dall'articolo deU'on. Ambrico, la D.C. si è affrettata a smentire che esso fosse ispirato da alte personalità del partito, mentre analoga smentita ha dato anche il Quotidiano, organo dell'azione cattolica. Quest'ultima- smentita, però, è significativa, e merita cli essere integralmente riportata: « L'articolo in 11uestio11e, quello de "La via 11 - scdve il giornale - sostiene l'im– possibilità teorica e J,ratica di 1111astabile collabora:ionc tra la D.C. e i partili laici– sti sia pe,r ragioni di carattere intrinseco, sia per motiui di 11atura interna:io11ali. Ora, a parie tutte le co11sidera:ioni di merito che si possono fare, u11 rilieuo sembra ovuio: 11essu1tuomo politico responsabilfl scriuerebbe oggi un articolo il cui solo effelto è di o/frire argomenti alle due opposizioni di destra e di si,1istra ». Nel frattempo la p1·opaganda elettorale democristiana si è indirizzata in un senso ben preciso, di cui è esempio una frase dt• Il Popolo del 22 aprile: « A Bologna, come allrove, l'alten,atiua è a11cora e solta,ito questa: D.C. oppure P.C. ». Dopo di che le conclusioni sono facili. Essendosi dunque lo Zagari fattosi divorare dalla classe operaia, gli ap– par chiaro che Codignola, Calamandrei e Parri ( tacendo ben inteso di Pierac– cini, Zanardi, Greppi, Zanfagnini e qualcun altro) sono « espressioni di una cultura borghese a sfondo liberale». In altri termini essi - ed evidente– mente i loro compagni, fra cui per esempio Gaetano Pieraccini che proba– bilmente è il più antico socialista ita• liano - non sono stati mangiati da un lavoratore e quindi non sanno nulla della classe operaia. Qui viene il dubbio che Zagari non sappia quel che si dice. Che cosa è la cultura borghese? Significa non CO· noscere i testi del marxismo? No evidentemente, perché molti esponenti di quelli che Zagari chiamerebbe uo• mini di cultura borghese, li conosce• vano benissimo. Croce per esempio, non si può negare che un'occhiatina a Marx UN ARGINE SENZA CORRENTE Nonostante l'accordo elettorale, la D.C. farà la propria propaganda, J.?rescntandosi ancora al paese, come· il 18 aprile 1948, come l'unico valido baluardo contro il comunismo, nella spcran7.a di potersi as– sicurare, come allora 1 la maggioranza as– soluta, mercé il premio introdotto nelle elezioni per la Camera e quello già esi– stente in quelle per il Senato (il cui par– ticolare congegno, come si è visto, favo– risce i grossi partiti a scapito dei piccoli). In ogni caso, ~iogliendo il Senato, che nella sua attuale composizione non con– sentiva una maggioranza della D.C. con le destre, la D.C. stessa ha mirato a crear– si una maggioram..a di ricambio. l'avesse data. • Per i comunisti sono di cultura bor– ghese tutti coloro che non accettano la linea politica del partito e, fino a poco tempo fa, l'interpretazione stali– nista della storia, dei processi, delle impiccagioni. Zagari per i comunisti è il più borghese dei borghesi. Ci viene il sospetto che accusare qualcuno di cultura borghese, tanto per i comuni– sti che per Zagari, voglia dire sem– plicemente questo: siccome non mi dai ragione, sei uno sciocco. Non allearsi con la Democrazia Cri• stiana vuol dire secondo lui « essere di cultura borghese »; allearsi con la D. C. vuol dire essere di « cultura prole– taria». Ben inteso all'insaputa degli interessati, dei proletari. Tanto non im• porta, Zagari è « dentro » di loro, ci sta di casa, non ha bis•ogno di chie• dere il loro parere o di informarli. « Nessuno stupore, quindi >> scrive Zagari « coloro che sono la genuina espressione di un'avanguardia proleta• ria si muovono in un certo modo e coloro che sono l'espressione di una retroguardia borghese, si muovono nel modo diametralmente opposto». Ge• nuina espressione sono in questo caso Silone, Mondolfo e Faravelli perché accettano l'imparentamento, retroguar– dia noi che non l'accettiamo. Zagari omette di fare una distin– zione sostanziale. Silone è sempre sta• to favorevole all'imparentamento e al premio di maggioranza. Proprio per il pessimistico giudizio che dà sulla situazione italiana, compreso il pessimi– stico giudizio che ha sempre dato sul partito socia! democratico, su Saragat, Simonini, Romita e, temo, anc+ie Za– gari. Silane ritiene insomma che se non viene raggiunto il 50% dei voti la situazione italiana peggiorerà. La posizione di Mondolfo e di Fa– ravelli è ben diversa, specialmente quel– la di Mondolfo. Il loro ragionamento è questo: noi siamo stati e siamo per la proporzionale, però non vogliamo che le elezioni siano fatte con la pro• porzionale, e cioè che i parenti non ar– rivino al 50% (tralasciamo le giusÌifi. cazioni che dànno del loro operato e eca 1no I L tramonto del 18 aprile 1948 colonne interminabili di mac• chine con la radio a.perla, sta• vano in attesa sulle strade del §onfine svizzero : i pit, 1·icchi, se– duti in quelle macchine, seguivano i risultati delle elezioni. Ha vinto la D.C. Sono ritornati a casa. A mezzo sorriso sono poi andati a visitare le loro ville per qualche ora; poi per q11alchegiomo; e infine sono rimasti ad abitarle. Il Parroco è andato anche da loro, a far visita: chiede se pos– sono aiutarlo a sistemare qualche vetro rotto nella chiesa, 4 -vestire qualche bambino ,·ima.sto orfano. Conversano con il parroco Stt tristi ricordi, si parla di politica a l11nga scadenza; si g11arda110gli orizzonti ad oriente e ad occiden– te ... "Mah! che Dio ce la mandi b1io11a " ripetono insieme. E si sa• l11ta110. La D.C. insisteva che avrebbe fatto grandi 1·iforme sociali ma che 11011avrebbe intaccato il di– ritto di proprietà. Ai 1·icchi è ba– stato; tanto pùì che Srelba gart111• 1iva l'ordine p11bblicoanche a s11on di legnate. Giannini con "L'11omo q11al11n– q11e ", G11areschi con " Candido" ed altri simili, si insinuavano nei nostalgici del vecchio "ordine" e delle vecchie canzoni, solleticavano i cm·iosi tra le masse lavoratrici a disll'arsi. E, f alto straordinario, ogni destra aveva la s11asi11ist1·t1, melodiosa e affascinante. Una radicale soluzione del pro• blema sociale em, comè è sem– pre stata, mgente. Ma i politici, i pitì in vista, si sono divisi in due: borghesia capitalislira da 1111t1 parie e com1111ismodal/'(ll/ra. neo Di fallo, il popolo non vuole 11égli 1111i né gli altri; e lo dimo– str" anche il variopinto apparire di nmnerosi altri partiti. Si è come in a/lesa, quasi tutti oppressi da 1111aprof onda sensazione di lro– varsi in acq11eincerte e pericolose. Molto spesso accettando il diso- 1wra11tecompromesso con la legge del " mino,· male ", che - so– stanzialmente - non è 1111 bene, si vota per q11alc11110; si vola co11- lro q11almno; ma 11011 si vota per sé, per le proprie vere aspirazioni. La politica non incide nelle reali e vive esigenze di q11estò popolo rhe v11ole11naradicale ,·iforma SO· ciale, ma vuole anche salvare molli valori, senza dei quali sarebbe tri– ste e perdu!o. Primo fra tttlli, la libertà. La D.C. 11011ha corris{Joslo e 11011corrisponde ,1 ques1/ aspira• zioni. Non è staia né democratica né cris1ia11a; è stata, in belle e bmtte maniere, semplicemente all• toritaria: e, come la definiva 11n illustre sacerdote, predicando a Mi– lano: "1111argine senza co/'t"ente ". La peste manzo11ia11asparì dopo 1111 temporale. Non tutti lo vedono, 11u1 ormai siamo di 11110110 cinti da retico– la!i e da tol'l'ette, contro i q11ali e sotto le quali in molti ci siamo già batt11ti e siamo stati respinti. Siamo 1·ù1sci1i ad altra.versare 1111 fiume Sangro, 11na linet1 Gotica nell'imperversare della guerra; ma q11estt1n11ova linea di menzognera pace è serrata, direi diabolica– mente. Non si Passa, è tutta 1111 retico• l"to gucll'dato da sentinelle, tm lerreno accttratamenle minalo. Eppure bisogna sfondarla. Solo 1111t1 composta e serena ondata di popolo p11òfarlo sotto la s11avera bandiera: la sua prof onda e sana aspirazione di gi11stizia, di libertà e di bontà. A questa aspirazione 'apparten– gono gli italiani in misura del novanta per cento. Pià di cinque ricchi con altri cinque settari, per ogni cento ita• liani, sì o no ci sono. Una ondata! L'abbiamo tutti nel cuore. E i ricchi? Camminano in punta di piedi perché i morti respfrano ancora e guardano, m11ti. Quei cippi, " che /ormelllo ! " ne incontri dt1ppertutto. Ne incontri in mezzo ai campi, sperdtJti; ne inconiri s11llestrade com1111ali, s11l– le strade provinciali, peuino s11lle strade nazionali e sulle alllostra– de; ed, in ciascuno 1111mazzo di fiori, sempre fresco; ed 1111 l11mi– cino sempre acceso. Persino negli ameni luoghi di villeggiat11ra. E i ricchi sono rimasti ricchi, i poveri sono rimasti poveri. Meno male che la D.C. in q11e– sti giomi di campagna elettorale ha offerto ai s11oi11mili clienti 1111 nuovo gioco del/' oca, divertente assai. Giocate. Non l'avete visto? Cercatelo. Fort1111ato chi va al 1111- mero 60 "il moloscoole1· per /111/i i lavoratori", "T11tti avranno il motoscooter "! (Tutti q11ei pochi f ort11nati che l'avranno). Ma q11ei cippi ..... DONZE~O Dal volume « Non siamo d'accor• do» in corso di pubblicazione pres• so « la Nuova ftalia » di Firenze. Se poi al Senato non ~i avrà, co– me anche Negro considera possibile, unn maggioranza degli aJ>parentati, ecco che allora l'accordo con i monarchici-fascisti diverrà inevitabile, mentre il fatto che la D.C., conoscendo questa prospettiva, l'abbia egualmente voluta co1Tere, dimostra che per essa trattasi di prospettiva per niente ostica. Ne consegue che battersi perché gli apparentati non mggiungano, per la Ca– mera, il fatidico 50,01%, è condizione inderogabile per la salvezza della democra– zia: solo cosl infatti potrà evitarsi che la D.C. ricatti i partiti minori valendosi deUa sua eventuale alleanza con le destre (in cruanto ques1'ultime non le garantirebbero, in tal caso, la maggioranza al Parlamento). Ed allora a tutti i partiti, in una siffatta situazione, si porranno decisivi problemi di scelta: si vedrà chi. è pronto a schierarsi nel campo democratico e chi non, e da que– ste scehe successivamente potrà scaturire una non equivoca indicazione del parse, in eventuali nuove elezioni. I-'. R, NUOVA REPUBBLIC flVll\'DICII\'ALB PO.lilTICO Este il 5 • il 20 di OflÙ meseia otto pqÌlle Comitato Direuivo: P.CILEffl • T.COO\GNOLI • I. GREPPI • P.YITTORELLI Reda1ione1 Firenze, Piazza della Libertà 1S (S0.998) A.mmini,1ra1ione: Firenze. Piazza Indipendensa, 29 (22.058) e/e poetale S/6261 (La Nuova Italia) Firenze Ahbonam. annuo L. 800; EsteN> L. 1000; Sostenitore L. 5000; Sottoscrittore quota memUe di almeno L. 200 Una eopia L, 86 - Arra,ra,a L. 60 Autorlu. del Trib. dl Flrenie n. 878 del 80-12-1952 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: T,ù1a110 Codig110/a

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