Nuova Repubblica - anno I - n. 5 - 5 marzo 1953

2 non .. io fii 1111c1toa"'·ieo. Dice che ;. ron11nu1ue prPferibile re! ta.re ori P DI, o ritornarvi, per e,·olger"i O})Crn 1noralizz..atrice, di ren1ora a più b'TUVÌ « inclinazioni »: resta– re, o peggio, ritornare per inive– tlirc ancora qualcosa non bene de– terminutn, nrn c11rnlcosa che potrà essere il peggio. Il peggio"/ Quale può essere, nel– la situuzione ituliuno, se non il rafforzn111e11to, con un artificio contrario nllu volontà dell'e]euo– rato e quindi del Paese, della De– rnocruzia cri.&tiano e il conseguen– le scempio delll\ liherlÙ costituzio– nali, che è dichiorulaune.nte nei pro1>0si1i della •tessa Democrazia ~risti una·~ La legge « polivalente », io leege anti-ociopero (così defìnila da Sa– ru:at), la legge li1nitntivu dcllu liberti, di olampa, delle quali il congresso di Genova, su proposh, di Surugnt, lrn chiesto il ritiro quu• le (•ondi7.ione tassativu, tra le ultre note, JlCr lu sti(}ulnzione del « pat– to u (JUuttro », sono state ricono• i,ciutc 11ef'CSS(lril' nel protocollo Gonellu, solloscrillo dai quallro 11nrtiti della couJizione. Unica clnusola ovvia, <ruclln dcllu reci• 1>r0(·a consultuzionc prin1a della presentazione ul Purlurnento. E ...vedrcruo cosu uvvcrrù (ma già lo possi11mo pre,·ctlere) c1uundo le leg– gi ,,crrunno in discussione, con quei bei rup1>orti di forzu. che scu– turirnnno dnlle elezioni di prirua• vera, quundo il "PSDI •i accori:erà di aver perduto, in conseguenza della sua avventnro!ft politica, una i1nporhu1~c aliquota dei consensi che avevano confortalo " Unità ,ocinlistn » nel 1948. E vedrcn,o quale atteggiamento ""umerà il PSDT nelln politica in– ternnzionnle, dopo che hu abhan– donuto anche le ultin1c riserve cri• tiche su gli uspelli più pericolosi e involuth 1 i del Patto atlantico per effello dell11 polilica americana, praticumentc dissociandosi, anche in qucslo, dni parlili dclln Tnter– nnzionule socialista. Leggete gli editoriali dc Ln Giustizia se ,•olete eJifacurvi. Se l'nlhu è l'uspello del giorno, "" vcd,·~mo ,!elle helle: e nllom i nostri nrnici, che si sono uttur• du1i in quel purlito nellu illusio– ne di 1>otcr svolgervi uncorn w1u r w1zione (ma forse per stanchez– za, per inerzia, per sfiducia iu una nzionc coruggiosu dei sociali– sti verun1cnte uutonon1i, in una inizioth•o disintc1·esss1a e audace, t" per ciò stesso virtualrnente vit• toriosu in J>Urtenza), <1uei nostri :.unici ~i uvvcdranno, ma troppo tur• di, di uvcrc avuto torto, di essersi vanaruente un,iliati uccettondo cor• res1>onsnbi1itù in un prin10 tempo con tanta energia respinte, e inchi• nundosi ulla ,,olontù di una cter• nu « nrnggiornnzu » che li schcr• niscc con un insultante f" finto o~· ,i.equio prov,risorio. lUcordatc la storia del 111onuco Pufnuzio'? Conosciuta in Alessan• <!rin )o helli"sinia cortigiunu Taide 4Ì propose di converlirla. Si accor· ~e tordi di essersene pcrdutan1en• te invaghito. Allorn fece issare nel deserto un uhisshno pulo, in e.inia al quulc, su un ristretto disco, ei inslullò n for penitenza, pregando 1>er sé e per Taide. Av,·crlili da un pos unte, ulcuni curio!Ì si aduna– rono <11lorno al palo II guardare in ttl'in. Lu ,•oce si 8pnrse, gra– ,lualmcnte grunde folla ol raccol– oe nel 11101:0. Gli 0111 e i mercanti ieaarono baracche, le cortiiiane accoraero. Al piedi del palo della e1piazlone 1i fecero affari d'oro, PIIBO ULlffl r UOVA REPUBBLICA I opg-10~1 E e;o~THASTI ] UNA ILLUSIONE Lettera di Ugo Guido Caro Codignola, s IN da quando, nel convegno tenuto a Bologna dalla sini– stra socialdemocratica ci sia– tà, veramente sgomentanti, che oc– corre superare per dare a questo le direttive di un sano e genuino so– cialismo democratico, noi riteniamo tuttavia che la via da voi seguita non sia la più adatta a raggiungere il fine che voi e noi ci proponiamo. Una organizzazione creata frettolo– samente alla vigilia di una difficile lotta elettorale non può avere la ned!ssaria efficienza per il compito che si propone. Essa corre rischio di raccogliere forze animate da im– pulsi sensibilmente diversi e di non riuscire ad armonizzarne l'azione per un fine ben d1iaro e preciso; è pertanto costretta a consumare nello sforzo organizzativo troppa parte della sua energia, la cui azio– ne dovrebbe d'altro lato produrre il suo effetto in uno spazio troppo breve di tempo. Ma soprattutto es– sa si estrania da quelle forze sopra cui dovrebbe più direttamente eser- Mondolfo citare la sua azione; perché, se è vero che nel PSDI ci sono segni di deviazione e di corruzione, non solo al vertice, ma anche alla base, è anche vero però che ci sono nu– clei nwnerosi di fohe sane, che, sorrette e chiamate ad una più chiara visione della via da seguire, possono domani divenire un po– tente mezzo di rinascita di questo partito, secondo le di retti vé che noi abbiamo affermate e st:guite. Se non ci sentissimo fortemen– te legati alla fortuna del socialismo democratico,. ci saremmo lasciati vincere dallo sconforto nel con– statare la deviazione del PSDI e ci saremmo ritratti a vita privata, invincibilmente dubitosi come sia– mo, per precedenti esperienze, sul– la possibilità di creare, nel campo socialdemocratico, nuovi organismi efficienti; ma siccome a rinunziare alla lotta per il nostro ideale non ' ci sentiamo disposti. abbiamo sccl lo quella posizione nella quale o par possibile fare opera più profi– cua; siamo cioè rimasti in quella linea d'azione che, anche dopo i deliberati del Congresso di Geno– va, avevamo con unanime accordo con voi dichiarato di. voler seguire e da cui nessuno mostrò r inten– zione di allontanarsi neppure q~n– do sopravvenne la deplorazione in– Aittaci dell'Esecutivo. Certo il vostro allontanamento accresce le difficoltà della battaglia che noi intendiamo di continuare a combattere. Ma poiché sostanzial– mente è uguale il fine d1e voi e noi perseguiamo, noi ci auguriamo e speriamo d1e voi vi asteniate da ogni atteggiamento che possa ac– crescere le difficoltà dell'opera no– stra; che cerchiate anzi di aiutarla <lai di fuori, in modo da renderci possibile di mutare gradualmente ma radicalmente !"atmosfera del PSDI, nel quale voi possiate un giorno riprendere il vostro posto accanto a noi per rendere semprt: più forte e più genuino lo spirito socialista e democratico, al quale vogliamo informata l'azione <leino– stro partito. Accogli i miei cordiali saluti UGO GUIDO MONDOLf41 Milano~ 26 /.,,braio 1953 mo posti su due posizioni di– verse, io ho "entito li desiderio di dichiarare pubblicamente che quella separazione non era avve– nuta per un dissidio ideologico o perché, di fronte allo svilup– po degli avvenimenti, si fosse aperto tra noi un dissenso sulla loro valutazione e sulla reazione che noi dovessimo opporre ad es– si. No. Salvo la diversità di tem– peramenti, chiara già pur nel co– mune atteggiamento che noi te– nemmo nel Congresso di Genova, niente di nuovo è sopravvenuto tra i nostri convegni di Firenze e di Roma e quello di Bologna che do– vesse determinare tra noi una di– , ersità di orientamento conseguen– te ad una diversità di pensiero. Sia– mo oggi come ieri tutti risoluta– mente fermi nella condanna della nuova legge· elettorale; deploria– mo tutti oggi come ieri l'atteggia– mento assunto dal PSDI, sia in quanto partecipò alla stipuluione del reciproco impegno dei quattro partiti per sostenere detta legge, e per giunta senza quelle condi– zioni che il Congresso di Genova aveva poste, sia per tutte le inizia– tive che assunse o a cui si associò per agevolare, anche in isfregio delle regole democratiche, la sua approvazione. E, uscendo in un ambito più largo, siamo tutti d'ac– cordo nel ritenere che, ove prose– gua per la via per cui ha proce– duto sin qui, il PSDI, privo di ogni autonomia, accodato ad una coalizione di partiti che hanno pro– gramma e indirizzo d'azione affatto diversi da quelli che esso dovrebbe seguire, finirà per porsi definitiva– mente fuori da ogni ispirazione so– cia!ista e democratica, alla quale potrà invece tornare solo con l'ac– cettazione dei principi che la no– stra corrente ha cercato di trarre dalla migliore tradizione socialista del nostro e degli altri paesi del– l'Europa occidentale. UNA PREVISIONE Sul modo migliore di consegui– re questo intento è nato il dissi– dio. Io non credo affatto che tu, come alcuni hanno detto, medi– tassi da tempo la scissione e cre– do di aver inteso rettamente il si– gnificato del discorso che tu te– nesti al convegno di Roma, nel quale, con senso di sconforto, pre– vedesti d1e la opacità della mag– gioranza del PSDI avrebbe finito per rendere impossibile la nostra permanenza in quel partito. Anzi and1e a Bologna io sentii la tua riluttanza a concludere d1e la scis– sione fosse ormai inevitabile. Cer– to è però che alla fine, anche per il desiderio di non staccarti da amici, da lungo tempo tuoi com– pagni di lotta, i quali avevano già preso la loro decisione, tu ti indu– cesti a concludere che solo la uscita dal PSDI e la creazione di una nuova organizzazione potessero permettere un efficiente risultato alla nostra azione. Io, Faravelli ed altri fummo e siamo di pensiero diverso. Pur concordi nel vostro giudizio sul- 1' indirizzo di pensiero e di azione della maggioranza di quel partito e nella constatazione delle difficol- Risposta di Tristano Codignola H o ritmuto dov,roso pubbli– car, questa l,ttera di Ugo Guido Mondolf o, perché essa esprime assai bene lo staio d'ani– mo di almni· compag11i,qua.sisgo– menti di fronte alla constatazione del vuoto .:heil PSDI ha contribui– to a creare,e dell'impegno ora ne– cessarioa riempirlo, che par quasi superare le forze e la volontà di ciascunodi noi. Non voglio soff er– marmi naluralmellle sui ca.sidi co– loro che, dietro codesto dramma– tizzato sgomento, 11asco11do110 i lo– ro piccoli interessi, u11a sco11cer– lallle viltà; ma di essi 11011 è ce_rto Mondolfo. C'è dunque qualcosa di pùì seri.o, 1111 errore di val111t1- zione, che è alla radice di 1111 al– teggiamenlo così sterile e co11trad– di1torio. La crisi che ha colpilo ora il PSDI (molto più grave di q11el che appaia ufficialmente) è tutt'al– tro che co111i11gente. Essa risale alla vittoria di Romita al congresso di Torino del PSU. F11in quel momento, 11011 oggi, che noi ci chiedemmo con ango– scia se fosse ancora possibile una· azione socialisla, per il rinnova– mento del paese. E .se allora de– cidemmo di continuare ugualmen– te, di 11011 disertare, ciò fu ad una condizione implicita, ma ferma– mente voluta e osservata: che in nessun ca.so avremmo sacri/icato i principi, le posizioni politiche alle q11al i ,,bbiamo cred11toe ae– diamo. Dalle vitende s11ccessive, che ab– biamo viss1110con vera passione (Mo11dolfo lo sa), noi abbiamo or– mai /rallo 1111 co11vi11ci111e1110 pre– ciso: che il PSDI, o il PSLI, o qualsiasi altro tipo di f or111azio11e del genere, è radicalmente ù1ct1- pace di costituire 1 111a posizione q11alsiasi,una azione q1 1alsia.si, e 11011 potrà mai rappresentare1111' al- 111rnativa degna di q11estonome. lucapac, di manten,r, vincoli ef– fe/Iivi, anche soltanto illumini– s1ici, di guida, con le classi po– veri, o alm,no con le élites operai,, n,lla impossibililà quindi di dar, un palsùui ront,nuto ali, for• m11le sociaJistiche della s11aelo– quenza di parata, è altrma1110in– capace di svil11ppare i fermenti migliori della borghesia liberale avanzata, che si riallacciaa tradi– zioni cavo11rianeo 111azzi11ia11e, o - pirì di recente - t1 lradizio11i resistmziali. lJ solo 1111a grigia po– sizi01,e di schiavi/lì spirituale, che si ammallla di vessilli del passalo e, sollo di essi, fa i moi pic– coli affari di bo11ega.Con cos/oro, 11naco11vive11za reale, di recipro– ca stima a11chenella diversilà del– le opi11ioni,11011 è staia in realtà mai possibile: 1111 accos1ame1110 f i– sico 11011 è i11f alti ancora ronvi- 11e11za politica. · Il problema del socialismo e della democrazia, e quindi della socialdemocrazia,è forse oggi, an– cor prima che un problema ideo– logico o programmalico o politico, 11r1 problema di costume, di serie– t,ì, Ji pulizia: una classe dirigmle priva d'idee, largamenle affarisli– ct1,abbrancalaallo Staio che le con– sente di 111a11giare l briciole del banche/lo, senza impedirle di a11- toproclamarfi socialis1t1, è nella ra– dicale impossibilità di dare 111111 battaglia co11trola realtà di wi essa slessa è parte. Reggerà o ca- . drà imieme con essa, inesorabil– mente lrascinata dalle forze eff el– tive che la determinano. Che cosa significa allora la po– sizfime di mi Mo11dolfo ci par– la? Se, insieme, è staio impossi– bile fare alc1111ché, 11011oslante il noJtro impegno, in 1111a si111azio11e 11011 ancoradel 111110 compromessa, e con la ragionevole prospet1ivad, poter cosliluire nel pariilo 1111' al- , lemativa indispemabile al suo go– verno; che cosa è possibile a Mo11- dolfo di sperare, da solo, da 1111 parlito che ha de/initivamente ac– ce/lato e riscosso il prezzo della servitù; che ha saldato il mo co11- 10 con la noslra esp11lsio111? Man– dolfo nprim, su di ,sso 1111 giu– dizio s1v1ro, non diverso dal 110- stro: ma tuttavia s,mbra conser– vare una illusione. Basata su che cosa? In politica non e' ì posto ptr I, illu1ioni 1 ma 1010 p,r I, prcvision.i : si può sperare che il socialismo come tale ritrovi il suo posto nel paese; ma 11011 si può ragionevolmente sperare che il PSDI, dominato ormai da specifici in/eressi costil11iliche vanno mol– to al di là dello stesso· Saragat, possa diventare domani 1111a forza di rim,ovame11/o.E allora? Man– dolfo dice che, 11onoslantei « se– gni(!) di deviazione e di corm– zione », esis/0110ancora alla base forze sane. M,1 q11a11te sor10que– sle forze rispeito a quelle che alle11dono11~1paese? e che cosa Mo11dolfogli propone? ha un pia- 110,111111 ballaglia, 1111a palifica da indicar loro? Egli cor1fesM che è la stessa 11ostrapolitica; ma è appunto quella che ha i11do110 la direzione del pt1rtilo,,d espellem, perché in radicale contraddizione coi suoi interessi. Se Mo11dolf o 11011 è stato espulso con r1oi, non è perché egli abbia pemalo o fal– ro qualcosadi divel'Joda noi (egl, ha per/i110 110/alo /,1 sfiducia al go11~mo !), 11u1 solo perché !t1 su11 ,1111ica 111ilizit1 socialis1a è la co– pertura che orcol"l"e, perché i filislei complelino indis111rb,1ti lo scem– pio del Tempio! Mi pennella d11nq11e Mondolfo di dirgli affettuosamente che /a sfi– d11cia, l'abba11do110, la ma11ca11z,... di proJpettiv,1 reale 110npossono albergare in 11111101110 politico. L'uomo politico è tale in quanlo è capace di offrire ad altri 111lin– dicazione v,,lida, 11na direzione, a11che1111·u1opia se si v11ole.Q11an– do i propri perso11ali problemi di- 11enlù10 così assorbenli da loglier– gli q11estasua funzione, egli vien meno al suo dovere d'istitulo. Leg– gt1 Mondolf o la lei/era ,·he gli hanno indirizzalo ,dc1111i compagni lombardi, e che è qui pubblicala; esc,1dal chiuso dei piccoli gruppi, dei piccoli uomini a cui i disposto 11 dt1re lroppa fid11cia:Ji guardi ùuomo. Solo cos) il moralismo di cui è mantra non si limiterà a selllimmtale ,ff 11sione,ma pr,n– d,rà corpo di azioni politicll, HIITilO CleDIG1'0W.

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