Nuova Repubblica - anno I - n. 5 - 5 marzo 1953

8 NUOVA REPUBBLICA Sulla corda del <<no>> ( Analisi di un manzfesto) « I L Partito socialista italiano ha ribadito nel suo recente con– gresso il patto di unità d'azione col Partito Comunista: il Partito socialista democratico ha stipulato un analogo patto d'unità d'azione con la Democrazia cristiana, accet– tandone la riforma elettorale, l'ap– parentamento, e J' impostazione po– litica. Perciò noi ci siamo costi– tuiti in sezioni e gruppi socialisti autonomi : e dalle sezioni e dai gruppi autonomi, formatisi spon– taneamente in tutta Italia è sorto il movimento di A111011omia Socia– lista». Così, nel più breve dei modi, ma con estrema chiarezza, il Mani– festo dell'Unione regionale pie– montese ha riassunto i motivi del nostro atteggiamento, delle deli– berazioni di Bologna e di Vicen– za e delle prime decisioni del nuo– vo direttivo nazionale. Nenni e a Morandi o a Saragat e a Romita: non ripete il solito ritornello; quelli non sono sociali– sti, ma comunisti, e questi non sono socialisti, ma democristiani. Dice semplicemente: « molti so– cialisti sono ancora iscritti nel P.S.I. e nel P.S.D.I.; ma il P.S.I. e il P.S.D.I. non hanno abbastan– za fede nel socialismo: si sono abi– tuati a crederlo un'eredità del pas– sato, ad amministrarlo come ere– dità del passato». Dicendo que– sto, va al fondo del problema: in– dica l'origine comune degli errori.– delle deviazioni, uguali ed oppo– ste, del P.S.I. e del P.S.D.I.: si rifiuta di scegliere fra l'avarizia del P.S.I. e la prodigalità del P.S.D.I. nell'amministrazione del patrimo– nio ereditato, e den1111cia i11 en– tram~i q11eslt1mentalità di eredi, questa incapacità di servirsi degli strumenti di lavoro e di studio ereditati, questa insensibilità all'ob– bligo di pensare con le proprie teste, e non soltanto con le teste dei morti, questo continuo misco- noscimento dell'esigenza di tra– sformare il socialismo di ieri nel socialismo di oggi. « Il programma, la politica, la dottrina di A1110110111ia soi:ialisl" sono invece il programma, la dot– trina e la politica del soàalismo, quale oggi si deli11ea, dopo un se– colo di studi, di lotte sindacali, di legislazioni sociali, e di espe– rienze rivoluzionarie », conclude il Manifesto, e risolve il problema dell'indipendenza nel problema dell'esistenza stessa, dell'esistenza attuale del socialismo. Io credo che bisognerà far su– bito nostra la conclusione del Ma– nifesto piemontese. Non è più pos– sibile continuare a suonare sulla corda del «no». Non è più pos– sibile contentarsi dell'antidemocri– stianismo del P.S.I., e dell'antico– munismo del P.S.D.I., o dell'anti– democristianismo e dell'anticomu– nismo del M.LI. Significherebbe contentarsi di essere stati socialisti, di definire il proprio socialismo con le teste dei morti, di volere che il socialismo rappresenti sol– tanto un rimorso o una nostalgia rispetto alle dottrine politiche at– tuali. Per impiegare la propria testa, per 11vere il dirillo-di definirsi so– cialisti non basta e non è necessa– rio dire un rabbioso e nostalgico « no » alle altre dottrine.: 11011 ba– sta e 11011 è necessario essere slflli socialisti; bisogna esserlo. Vorranno impiegare le loro te– ste gli amici del P.S.I. e del P.S.D.I., e del M.LI .? I quali ul– timi, troppo presi dalle polemiche interne del P.C.I. e del P.S.I. e del P.S.D.I., e partecipando essi stessi a queste polemiche, difen– dono finora più degli altri « il concetto tradizionale del sociali– smo », accorgendosi meno ·degli altri che alla tradizione che essi difendono manca un anello: quel'. lo che dovrebbe legarla al tem– po presente. E vorranno impiegare le loro teste gli amici democratici? Vor– ranno convincersi che ciò che di– stingue il loro socialismo di fallo dal nostro socialismo non è più neppure un'ideologia : giacché la ideologia che è implicita nel loro socialismo è la nostra stessa dot– trina di socialisti moderni? Implicita anch'essa, ma che in– cominciamo, come ognuno può constatare, a rendere esplicita .... GU.CO :tlO NO\'ENTA Questi motivi non sono, come qualcuno si ostina a credere, m-J– tivi odiosi: « noi non obbedia– mo », osservà giustamente il M~– nifesto, « a nessuna specie di an– ticattolicismo : e a nessuna specie di anticomunismo: né di origine reazionaria, né di origine comuni– sta». E continua: « A111011omi" .rocialisla è il primo nucleo di quel partito socialista, non pregiu– dizialmente ostile alla Democrazia cristiana e al comµnismo ma in– dipendente, del quale molti citta– dini italiani, anche non socialisti, affermano da tempo l'esigenza. So– lo un partito socialista simile può infatti dare solidità e stabilità ad un governo, che si proponga ve– ramente di salvare la democrazia, non uccidendola oggi per risu– scitarla domani, ma difendendo fin da oggi i principi democratici sanciti dalla Costituzione, proteg– gendo i diritti delle minoranze, religiose e politiche, e realizzando quella grande riforma della buro– crazia e del costume senza la qua– le rischiano di diventare inapplica– bili o inoperanti tutte le altre ri– forme». SPEC,Ci-110 DEllA STANlPA Troppo poco: esclamerà qualche n-iassimalista, leggendo il Manife– sto; e, certo, per chi è sicuro di vivere, difendere la propria vita è troppo poco. Ma 11oi11011 siamo sirnri di vivere. Voglio dire che noi non possia– mo essere sicuri che la democra– zia viva in Italia. Difendere la democrazia-è dun– que il nostro Compito più impor– tante ed urgfnte. E bene hanno fatto i compagni piemontesi a con– siderare innanzi tutto da questo punto di vista la necessità di un partito socialista indipendente. Li– mitandosi ad aggiungere all'affer– mazione che la salvezza della de– mocrazia é necessaria al socialismo l'affermazione che il socialismo è necessario alla. salvezza della de– mocrazia. Ma quale socialismo? E basterà parlare di un socialismo indipen– dente per distinguerlo da quello del P.S.I. e del P.S.D.I.? Anche qui il Manifesto piemon– tese si esprime con grande chia– rezza. Non cerca di spiegarsi la rinunciaall'autonomiadel P.S.I. e del P.S.D.I, con i soliti insulti a Clerl"aU e a11tlelerle.1ll Nello scorso numero di N. R. abbia-mo accennato ad alcu\nc posizioni assunte dai gruppi cattolici nei riguardi deUa situazio– ne J>olitica italiana e dcj rapporti fra i varii partiti del cosiddetto schieramento demo– cratico; ci sembra ·quindi ora interessante esaminare come questo problema sia con– siderato dalla stampa straniera e specifica~ mente dalla rivista Prtuves, la quale nel suo ultimo numero ha dedicato un lungo articolo di Gusta ve Mersu proprio al ·tema del « Clericalismo cd anticlericalismo nell'I– talia attuale». Abbiamo scelto tale rivista perché es.sa , non è in nessun modo passibile di accuse di simpatie, esplicite o nascoste, nei con– fronti della 1>ropagauda comunista 1 tant'è che nello stt.-sso articolo in questione viene ammesso « il liberalismo » di Dc Gasperi, non solo, ma in esso è detto a-nChe che « il cattolicesimo no,i r.ua oggi rhe mode– ralame11te delle • sue Jirerogative politiche /Jer imporre il suo indiri:::o olla vita cul– turale .... Le scuole confessio11ali sono molto me110 "umerose che ;,, Francia ... La libertà dei culti J garantita in modo generale, be,i– clii, talora, della 11uove sette protestanti i,ico11tri,ao qualche difficoltà da par-le delle autorità ... La libertà d'espussio11e J larga– ""m'te garantita». Ciò premesso, tuttavia, l'ar1ioolis1a )lro– :,cgue asserendo che « si avrtbbe u,1 immai gine inesatta dello situa~io11e italiana se non se 11e studiasse che l'aspetlo c11/turale. Il r.otlolicesimo politico si sfor:a soprat– tutto di co11q11istare dellt- posi::io11i sic1ur i11 se110 agli ol'ganismi dello Stato, dellr • a,,1111inistra..::io"i,dei com1111i 1 dei si11dacati e dei posti di comando dell'eco11omia. Si J,e,ua che metterà ulterionnenle a pro/ilio 1111a tale i,i/luen::.a per· reali::.:al'e i s-uoi diJeg11i religiosi. Ma /raltanlo gli imf,orta di più vedere il popolo andare alla ur,,e che al co11fessionale. Un non crede11te che voti. per il partito caUolico gli procu/'a più $Oddis/a::.io,1eche J'aJsid11ità di. ,,,, devo/o nlla messa. La tattica no,1 è se11::aanalo– gia co,i quella comu,iista. Il partito co– mu,1ista, per attiral'e gli « i,1/edeli », otte- 11ua i rigori della sua dotlrina e proticu l'arte del mascherarsi,· la politica cattolica ; e1ual111ente obbligata a fare appello, 11ellu sua propaeanda, a delle conr.e:ioni che di/– feriscono dalle sue proprie, a11che a prez:o di compromessi considerevoli. Essa vi è forzala perché lo Chiesa e le organiz::.a– zioni confessionoli non polrtbbero in/1-utn– :ar, piV di "" 111,10 d,l corpo el,ttoralt italiGno. S, il "'tlolicttimo politfro ,u- re,rti,asse il s1w aspetto co11/essiot1ale " rf,.. rirole, una gran parie d'-tli elettori si di• slaccherebb8 dalla D.C., Il metodo di adat– tarsi alle esige11:, del momento e a servire la causa con tutti i me::::.i possibili rap• presenta la tenden::n attuale del par-lito de• mocristiano . .. •· Proseguendo, I' A. dichiara che la D. C. • è lo strume11lo politico di una pote,1::a, la Chiesa romana, che ha degli scopi be11 piri vasti e per la quale il cattolicesimo liberale di De Gasperi nott è l'ultimo pa– rola della Prouvide11za », ed ammette de la stesso D. C. ha perdutu dal 1948 circa il 20% dei suoi eleltori, f,-a l'altro anche perché « l'alta borghesia italia11a si giudica ora abbaslat1:o forte per rendersi politi,a– menle autonoma • e J>Cl' « riprender, i,, mano il potere politico servendosi dell'or– ga"i:::o::.io11e monarchico e fascista ». Ed è in considerazione di ciò che vi è quindi da chiedersi « per quanto tempo ancoro il callo/icesimo politico stimerà suo interesse legare lo sua sorte a quella dello democra– :ia. Così tra i partiti di destra che tra quelli di si11istra molti v~do110 venire co11 timore (o speranza) il giorno i11 cui le auto– rità colloliche pre11deranno la decisiom, di ahbando11are il sistema democratico e isli• tuire un regime autoritario. Ciò è possi• bit, in due modi: l'apparato catlolico po- 1,-à incoraggiare le leriden:e monarchiche e neo-fasciste, oppure potrà realiz:are r.ott i suoi propri ntez:i il ' sala:ori.smo •. 1 pii, forniti di itttuito politico. credono di sapere rl,e questo processo è già in corso e rhr l'istit11:io,1e di un regime dittatoriale o sr• mi-dittatoriale ,ion è che q1uslio11, di tempo». A questo punto l'articolista, ammette cllt' in questo senso opera l'Azione Cattolica e: che « anche i copi pi,ì eminenti della D. C. sotto convi,lli che u110 riforma d"I sistema liberal, attuale s'impo,ae~ una sp11- cie di ro/forzome11to dei pri11cipi d'auto– rità all'i11ter-no del sistema democratico, del quale raf/or:amenlo sono 1111 si11tomo I,• leggi preparate dal governo per la prote– ::.io,ie dello Stato •; tuttavia aggiuogc di non credere egli personalme1rte che la D. C. voglia giungere a governare da sola (per• ché sarebbe troppo rischioso assumere e~ in pieno lutta la rtsponsabilità della con-,... dotta dello S1ato, « data la debolezza della sua strullura economica e sociale »), e nern– meno che voglia istituire un regime chia– ramente anti~democratico con monarchici e fascisti perch6 un fatto dd genere « cretreb– be 1m fossato fra l'llalio e le 11azioni de– mocratiche , lasur,bb, l'ltGlia stesso iso• lato. S1U piano dillo politica mondiol, ». Llbèrt~ del eultl Un solo p_unto ddl'articolo p1cced,·11tc 11011J>Ossiamo però far passare sotto silc11- zio1 e precisamente quello in cui si afferma che « la Ubertà dei culti è garantita ». Urrn tale affermazione, infatti, contro la quale sono già state addotte numerose prove dalla più varia stampa, è stata di recente smen– tita anche da un autorevole cattolico, il prof. Arturo Carlo J emolo, in una confo· rcnu da lui tenuta appunto sul tema della libertà religiosa. Di tale conferenza ci ha dato un ampio resoconto il Ri,inouame,rto d'Italia del 2:J febbraio, dal quale ripor– tiamo alcune significative a-ffermazioni del– lo Jemolo che abbiamo scelto fra le altre pea-ch6 riportate nelle parole testuali dd– l'oratoa-e: « L'idea che ci siamo auvicitiali ai paesi iberici e balca,iici i" materia di libertà, a,i:i di 110n libertà religiosa, mi rattrista. Mi mortifica il follo che ._la Ce– lere entri nelle abitazioni priuale a cacciai' fuori chi canta ;,,,.; evangelici ... ~ u,1 er– rore di diritto di estrema gravità qua,rdn si afferma che le riunioni relitiose ,ion hanno nemmeno parità di trattame11to ,.;. spello a quelle politiche. Oggi, sotto. (Jue– sto profilo, la situo:ione è assai peggiore rispetto a quella tutelala do/ fascismo. Certi fatti (leggi pure persecu::io11i) presenta,ao oggi una gravità ecce::.io11alee sono con– trari a tutta la tradizione della libertà l'e• ligiosa: persone arrestale e denunciate, di– vieli, controlli, che non avvenivano da/.. 1848, e neppur, nella Roma dei Papi, quando tratlauasi di discipli11al'e i miti degli stranieri ». Del resto di tale intolleranza abbianw avuto un recente esempio concreto: l'ordi– ne al 1>astore americano Caliandrn di la– sciare immediatamente l'Italia, e ciò sem– plicemente perch6 aveva promosso la co– stituzione di un Istituto per ospitare. aiu– tare e reimpiegare i sacerdoti colpiti di bando ecclesiastico o use.id dalla Chiesa (i quali, come è noto, non sono am· messi, in base ad un articolo del concor– dato, in nessun ufficio o impiego che pre– veda contatti col pubblico). Tale cµisodio ha provocato un a!i1>rOcoouuento di Luigi Salvatorelli su La Stampa del,19 [ebbraio; in esso è detto: « Il potere discre:io11ale di espulsione dei eittadini stranieri è u,i ava,1- :0. dei regimi di poli:ia assolutistici ... No,i c'è offesa a chicchessia, ,ié altra ill~alità, in c-i<) che rimane entro i limiti dello li– bertà religiosa, sole,rnemente, i11legralmerlle sancita dalla eostituzione, fino olla propa- 1ondo esplicitom,nt, compresa. E non ì neppnt possibil,, in qu,sto &OJo, oddurrt motil/1 1 o pr.t,st{ di ordine pubblico ». , .•. POST DELDIRETTORE Il 11o•tro rlnno.,anae11t1» Egregio Direttorr, ho letto con stupo1 e nell'ultimo numcrn di Nuova Re/>ubhlica una lettera- indirizzata all'on. Calamandrei dal sig. Vito ~fondini. Essa contiene un'interpretazione tutta per– sonale delle finalità del uostl'O Movimento. Possiamo essere d'accordo nel considerare che uomini e partiti di oggi hanno finito per camuffare sotto l'iui.cgna del Socialismo i pi\l disparati interessi; ma a mc sembra che l'intonazione di Nuoz,a Rep14bblica e il discorso del comp. on. Calamandrei espri– mano 1,roprio l'esigenza di un ritorno alla più pura tradizione socialista, volta nou all'imbonimento di vuoti motivi propagan– distici, ma all'impostazione di 1,oche e cou– crete riforme come primo passo verso l'a1- 1uazionc di un rinnovamento sociale, eco– nomico e strutturale della società, che io e i compagni fiorentini non possiamo clu· aus1>ic~trc in sen1;0 socialista. G1 USf.PPt: CANDIO • Viale A. Volta, -H Firenze Fro11te •>peralo Egregio Dil'eltore, dalla uisi della si11istm del P.S.1).1. a me pare possa nascere (JUalche cosu di 1111ovoe di migliore. JHt1 occorre est,-ema rautela, pe,. evita,·e u11 1111ouo ce11to,re ricco· ,li t1tJ11ivocie po.:ero di :-itolità: · orcorrr, prima di aderire, diballue i problemi /011- dame11tali del socialismo, e fuender, poJi• ::.io11ineUe al riguardo. Per me, u11 111ouime11lnsocialista 11011puù e/re essere l' tts/uusio11e della claJse lauo– ratrice ep/JuÒ i11 necessario co11trasto r.011 tutti gli altri f,artili della r./asse borghtu o, cosidelli, i11tur.lassisti. U11 tale parlit() potrà essere - e lo Sal'à S/1~sso •- in pn– si~io11ecritica verso gli altri partili di classr • operaia, ma 110n potrà co,isiderarsi - u non a costo di ri,111egarsi - e(Juidista11te/1a i partiti borghesi e 1111elliprolet(ll'i, l)i qui la inconsiste,1:a di posi~ioni tu:n– /or::.iste e lo vacuità della formula delle lottr su due fronti. All'i,1ten10 di ciascu11 schierame11to è lfl– gico che no,i debba esister, uniformità, 11111 i co11t1"osti,w11 devo,10 portal'e a lacera:.io11i tanto stride11ti da. sospi11gere mosse socio- liste ttella terra di nemrno. Occorre 1,erta11to che allo formula della lotta su due /1"011tisi sostituisca quella del– la adesio11e al /l"onte operaio pur sen:(1 appiattirsi 11el co11for111ismocomunista. Il fronte operaio in flolia attualmente ; controllato dallo apparato del P.C.l., né puè, sperarsi l"he di t,uo11l0 lo dire::io11esi ram• bi, h~tt'altro. Tale cambiamento, clte poi è il vecchio e set1i/ue att11ole problema dell'i11i:iatiu" socialista, /nesupporie u110 spostamento dei rapporti di forre che si produrrà nella 1,1i• 110·0 rrella (Jl4ale si co11du1"·rà1111apolitica radicolme11te <lassista ed una leale collobo– ra:iorre alla battaglia della opposizione ;,, difesa della demouo:ia e della libertà, con– tro il Patto Atla11tico, e per la difeso tt l'al· tua:io11e della Costitu:io11e. Sll (JUesta strada ritroveremo man mano 1"1111ità dei socialisti e la fiducia delle mas- se, t1 - opera11do · in tal senso - riusci- remo a sos1it11ire, sia /1ur le11tame11te, ali« i11i::.iativacomu11ista la 11ostra, rlie è ga– rn11:io di progr,sso e libertà. NUOVA" Avv, Pu!.TM.O MANCINI Via Orefici, 45 Campobasso REPUBBLIC f!VII\'Dlf!li.,'Al,B POl,ITICO Esce il 5 , il 20 di O(Di meseia otto pacia, Comitato Direltivo: P.CALfffl • 1. CODIGNOLA - A. GRIPPI • P.YIITORILLI Red°a•ion•: Firenze, Pìaaza della Libertà 15 (S0.998) Anamini•tro•ione: Firenze, Piaua J:ndipendeoH, 29 (22.0S8) e/e poat.a.le 5 /6261 (Lo Nuova Italia) Firense Abbonam. amauo L. 800; &Itero L. I000; Sottenitore L. 5000; Sottotorlttore quota memiJe di almeno L. 200 Un• eopia L. 36 • Àrrdroio L. 60 Aulotlu, tS•ITrib. di FlrtnH n. 878 lltl 80-12•1962 llablllmenU &lpoUIA>graffotValleoohl l'lreue, Viale del Mille, 80 'Rapo-bile: """- _oo,Hc,nole

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