Nuova Repubblica - anno I - n. 4 - 20 febbraio 1953

2 NUOVA REPUBBLICA OPINIONI E (;@NTRASTI P'ACIFISMO VERO E FALSO Stalin non consulta partigiani della pace per determinare la sua politica mo/ono: o lo internazionale. Non s, discute con un si ascolta fl,110 m ultimo o lo si /a gram– zittire I ·partigiani della pace - sotto qualsiasi nome tentino di nascon• dere la loro identità - sono in– feudati ad uno dei blocchi. Sosten– gono la politica russa pershé riten– gono sia lilla politica di pace. Anzi non si peritano di affermare che l'ar– mata rossa è la miglior garanzia di di– fesa della pace nel mondo come altri affermano che il Patto Atlantico sia l"unico efficace strumento contro la guerra. Son dell"avviso che un movimento pacifista degno di tal nome debba re– stare assolutamente indipendente dai due blocchi e non far della propa– ganda o~ per una parte né per l'altra. Alcuni mi diranno che bisogna trat– tare con Mosca e che una distensione deve passare nel canale obbligato di un accordo con il Cremlino. Mc ne rendo perfettamente conto ed ho sempre caldeggiato ogni propo– sta di trattative con la Russia. Ma non mi faccio illusioni che parlare con il comunista Affolter, con Hugo Cra– mer o con il professor Bonnard, con Joliot Curie o Pietro Nenni significhi parlare con Mosca. Ho imparato nel corso di una lunga e penosa esperien– za che Stalin non consulta né i co– munisti stranieri né i partigiani della . pace per determinare la sua politica. di JUl,ES-llUHBElt'f Dl OZ Presidenle d,IPartiloSorialista S1•izz~ro Non si discute con un grammofono : o lo si ascolta sino fo ultimo o lo si fa zittire. Gli organizzatori del Congresso svizzero per la difesa della pace che ha avuto luogo agli inizi di ottobre a Zurigo, si erano permessi, per allar• gare la partecipazione, di modificare. su domanda dei non-comunis_ti, lo slo– gan sacramentale di tutti questi in– contri di propaganda preconizzando « un impegno solenne preso da tutte le grandi potenze in vista di una rego– lamentazione pacifica di tutte le di– vergenze in corso ». Jl testo definitivo dell'appello al popolo svizzero, adottato dal Congres– so di Zurigo, è rientrato nel quadro dell'ortodossia comunista e parla deìla conclusione di un patto di pace delle cinque grandi potenze, estensibile :. tutte le nazioni. Ecco quanto non posso ammettere. Perché, direte voi? Perché non posso accettare che i rappresentanti di cinque grandi po– tenze - che non sono tali che per la VIENNA: la ruota delle illusioni loro momentanea potenza militare - esclusa l'Italia, l'India, la Germania, il Giappone, per non parlar d'altre, mettano mano ;lla carta del mondo, la rimaneggino e prendano delle deci– sioni concen.ienti la sorte delle altre nazioni, decisioni che le piccole na• zioni possono soltanto subire. Un tale metodo è di marca imperia– lista ed ha già fatto le sue prove. Ci ha già yalso due guerre mondiali ed è alle origini della instabile situazio– ne attuale. Lenin aveva proclamato il diritt~ all'auto-decisione dei popoli sino alla separazione ed il principio di• u11J pace senza annessioni e sanzioni. Stalin ha mutolo tutto ciò. Dopo aver annullato tutti i collaboratori di Lenin ed i rivoluzionari della prima ora, ha ucciso l'internazionalismo del– la rivoluzione russa per dar seguito alla ru,litica nazionalista ed imperia– lista degli zar ed ai metodi della de– mocrazia segreta e della ripartizione del mon'do in zone d'influenza con le grandi potenze imperialiste. Esaminiamo succintamente i fatti._ Mentre la Spagna repubblicana e le brigate internazionali lottavano armi alla mano contro il fascismo, Stalin intavolava delle trattative segrete con Hiùer in vista di un Patto di non aggressione. li 23 agosto 1939 il patto era firmato a Mosca da Ribben– trop. Allora cercai di difendere questo patto mostruoso credendo che fosse sta– to concluso per salvaguardare la pace alla frontiera occidentale dell'Unione Sovietica. Ignoravo che lo accompagnas– se un protocollo segreto con il quale Stalin ed Hitler si ripartivano frater– namente la Polonia e gli Stati baltici. Jl protocollo consta dei seguenti ac– cordi firmati da Ribbentrop e Molotov, senza consultazione degli Stati e dei popoli interessati. I. - Nel caso di un cambiamento politico-territonale nei territori appa ·– tenenti agli Sta•i del Baltico - Fin– landia, Estonia, Lettonia e Lituania - la frontiera nord della Lituania se– gnerà la linea di demarcazione delle sfere di int,eressi fra Germania ed Unione Sovietica. 2. • Nel caso cli un cambiamento politico territon•le nei territori ap– partenenti ol!J rolonia, le sfere di in– teressi fra Germania ed Unione So– vietica saranno delimitati approssima· tivamente secondo una linea seguente i fiumi Narew, Vistola e San. La que– stione a sapersi se è profittevole, nel– l'interesse delle parti, il mantenimen• to di uno Stato polacco indipendente e del come le frontiere di questo Stato debbano essere fissate non può essere risolta in modo definitivo che nel corso dei futuri sviluppi politici. In ogni caso i due governi definiranno questa questione con una intesa amichevole. 3. • Pw quel che coowuo l'.11~ rod-orienta.le , l'Unione Sovietica sot– tolinea i suoi interessi nei riguardi della Bessarabia. La Germania dichiara di non overe alcun interesse politico in questa regione. -l. - Questo protocollo sarà messo in vigore dalle due parti in maniera assolutamente segreta. N EL settembre 1939, dopo la di– sfatta della Polonia, Stalin pro– pose alla Germania una nuova ripartizione della Polonia barattando una parte della Polonia con la Li– tuania. « Considerava - scrive l'ambascia• tore tedesco a Mosca, von Schulenburg - come un errore di lasciare l'indi– pendenza ad un resto della Polonia ». Ed ecco la sua proposta: « Sul terri– torio posto al sud della linea di de– marcazione, saranno attribuite alla Germania tutta la circoscrizione di Lublino, una oarte di quella di Var– savia sino a Bug. Per contro la Ger– mania rinuncerà alla Lituania». La proposta di Stalin fu accettata da Hitler. .,talin ha appl.icato questa politica, di spartizione del bottino, prima con Hitler, poi con Churchill e Roosevelt. Nel I940, in occasione della sua visita a Berlino, Molotov discusse con Ribbentrop ed Hitler l'adesione della Russia al Patto antikomintern, formato allora dall'Italia fascista, dal– la Germania hitleriana e dal Giappo– ne militarista. Le zone d'influenza fu. rono delimitate in un progetto di ac– cordo. Quella riguardante l'Unione So– vietica si estendeva a sud del Cau– caso in direzione dell'ocenano Indiano e toccava la Persia e le Indie. Apertura P ttf tatdi, quando la Gerawùa bitlcriana attaccò la . RU5sia e quando gli Stati Uniti furono coinvolti nella guerra, Stalin riprese ·,. stessa politica di mercanteggiamento con i nuovi alleati. A Teheran, Yalta, Mosca e Potsdam i tre grandi d'allora si ripartirono le spoglie dei vinti e fis– sarono di comune accordo le recipro– che zone di influenza. La Romania, la Bulgaria, l'Ungheria e la Cecoslovacchia, la Polonia, la Ger– mania orientale, l'Albania e la Jugo– slavia cadevano nella zona d'influenza russa. In Estremo Oriente la Russia scambiava i mer.iti del suo intervento, all'ultimo momento, contro il Giappo– ne ristabilendo in Manciuria, nella Co– rea d'el Sud ed in altre zone il set– tore di influenza che i giapponesi ave– van tolto alla Russia zarista nel 1905 - dimenticando la promessa fonda– mentale di Lenrn, secondo cui l'Unione Sovietica rinunciava per sempre a dirit• ti speciali in Cina. In Corea il 38.mo parallelo è il frutto di uno degli accordi « di pace.» .fra le grandi potenze. Reclamando an naovo patto di pace fra le cinque gra.,~i potenze la Russia intende procedere a-i una nuova ripar– tizione del mondo gettando sulla bi– lancia diplomatica la più potente ar– mata mondiale. Poi i piccoli Stati sa– ranno chiamati a ratificare le decisio• ni prese dai grandi. Alla parola d'ordine dei « partigiani della pace », i veri pacifisti devono op– porre l'eguaglianza fra tutti gli St,ati, grandi e piccoli, il rispetto della loro indipendenza e la condanna di ogni aggressione, la collaborazione leale fra tutti, piccoli e grandi, alh ricostru– zione del mondo e per il disarmo totale. efettorale d i AUTONOMIA SOCIAL Domenica scorsa si è riunito a Roma il Con1itato aziona]e di Autonontia Socialista. Esso ha esu.m.inato anzitutto la situazio– ne orgunizza1iva 'del Movimento, ed ha constutnto l'uffiusso di forze provenienti non soltanto dul PSDI, mu unche dai prece– denti raggruppamenti socialisti, rhnaste da tempo inattive nel campo politico, Il Comitato auspica che questo processo di ricu• pero di energie a lungo disperse possa intensificarsi nell'im– n1ediuto avvenire, e lancia un appello a tutti i socialisti den10- critici che intendono riprendere In lotta, su una buse politica di autonomia e d.i iniziativa de1nocraticu, a raccogliersi intorno al Movimento. Il Con1itato ha successivamente esan1innto la situazione eletto• raie. Il Movimento di Autonomia Socialista prenderà l'inizintivu dei contatti necessari a dar vita in tutto .i) paese ad una lista di autOnomia socialista e democratica, la quale possa raccoglie• re - intorno al nucleo di Autonomia Socialista - non sohan• to tutti i sociulisti democratici decisi a riprendere la battaglia sulle posizioni che sono loro proprie, mu unche coloro che - pur non dichiarandosi cspl.icitan1ente socialisti - condi– vidono col Movimento i giudizi di fondo sulla situazione interna e su quella i.nternazionule, e sono disposti a sottosc.rh• ere un pro– granunu minin10 di riforme lJn1ncdiute per la prosshnu legislatu– ra, du portare ul giudizio dell'elettoruto. I primi eontalli con altri gruppi lasciano sperare che sia possibile dar vita a tale posizione elettorule, tale da consentire ai mohissi~i che non intendono appoggiare il blocco governativo né sono disposti a transazioni con lo schieramento cominformi– sta, di votare secondo coscien~a. Una commissione di compagni è stata incaricata frattanto di iniziare la preparazione del pro• sramma.

RkJQdWJsaXNoZXIy