Nuova Repubblica - anno I - n. 2 - 20 gennaio 1953

2 P El!. la sua durata e per gli wi– luppi che esso prende, l'affa– re Ma.rt)'-Tillon si rivela co– me la manifestazione esterna della crisi profonda che il Partito Comu– nista traversa da più di un anno. Nella sua storia, l'anno l952 sarà guello delle grandi sconfitte. Ma prima di esaminare lo svol– gimento della crisi, bisogna sotto– lineare che, benché si associno sem– pre i loro due nomi, Marty e Tillon hanno delle caratteristiche perso_nali e delle carriere politiche molto differenti. Marty è uno dei rari superstiti dell'epoca eroica degli inizi del Partito; la sua po– polarità risale al 1920; egli era un personaggio importante della · direzione. Mentre Tillon non è ve– nuto che molto più tardi e non ha assunto importanza che attraver– so la parte da lui avuta nella resistenza. Si vede da ciò che se ;i fosse tentati di fare un ravvici– namento fra il caso Marty-Tillon e guello di Cucchi-Magnani, ci si sbaglierebbe in modo grossolano: gli uomini sono completamente diversi e si tratta qui non di di– missioni ma di esclusioni. · L'ommutlnoto del llor l'Wero Prima di essere messo in evi– denza dagli ammutinamenti che scoppiarono nella flotta che il go– verno francese aveva mandato nel mar Nero per appoggiare la contro– rivoluzione, Marty non aveva avu– to nessuna attività- pqlitica; era nato a Perpignano da una fami– glia di commercianti. Siccome egli era, in marina, meccanico col gra– do di ufficiale, apparve come il capo dell'ammutinamento; il Par– tito comunista gli diede il primo posto nella difesa degli uomini che erano stati, con lui, condan– nati; lo fece eleggere consigliere municipale, poi deputato di Parigi: era un mezzo per imporre la sua Iiberazione. La -prigione non fu per lui, come lo fu per altri ri– voluzionari, l'occasione di studiare i classici del socialismo e d'acqui– stare w1 solido bagaglio teorico. Se si vuole definirlo politicamente, si deve dire che è un individua– lista anarchizzante. Quando fu elet– to deputato per la prima volta, si presentò alla Camera con un ber– retto in testa e delle scarpe di spago ai piedi, credendo di affer– mare così, con questa specie. di demagogia operaistica, la sua in– transigenza comunista. Egli scrisse, sulla sua permanenza in prigione; una serie di articoli per l' H11111a- 11ilé e si irritava appena il suo ar– ticolo non veniva pubblicato al giorno stabilito, minacciando di mandarlo ad un giornale anarchi– co. Ciò che egli scriveva allora, e ciò che egli scrisse in seguito, non era d'altronde nulla di note– ,·ole. Infatti, il suo « rivoluziona– ri•smo» è prima di tutto l'espres– sione di un temperamento autori– tario, ed è certo che egli si adat– tava rm.le alla politica degli zig– zag staliniani, quando essi incli– navano verso la destra. Quando Mosca temeva che egli passasse all'opposizione e raggiun!(esse un gruppo dissirlente fuori del Partito, lo chiamavano in Russia dove egli fece dei soggiorni abbastanza lun– ghi; era, laggiù, « l"eroe del mar Nero». Lo si faceva eleggere al soviet di Mosca, delle officine por– tavano il suo nome, veniva col– m1lo di onori e di de.:oraziC'ni. Dur'.lnte la guerra civile di Spagna, , :cevette la direzione delle brigate {nternazionali d1e egli esercitò con NUOVA REPUBBLICA I La erlsi eomunisia in Franeia I verrebbe in mente a nessuno, qui, di pensare, neanche per un solo istante, che la politica del Partito dopo la I iberazione non sia -stata giusta». Il Partito avrebbe potuto prendere il potere nel 1944, affer– mava Marty. Ma era ciò che Stalin non voleva, e lo stesso Mauvais dice perché: « Un capolavoro di alleanze che realizzasse il. fronte delle potenze capitalistiche contro l'URSS sarebbe stato possibile». Per questa ragione, e per altre più imperiose, Stalin temeva lo scate– IL CASO MARTY-TILL I " ribelli " volevano fa conquista del potere ma Stalin temeva una rivoluzione socialista in nel 1944 Occidente u~ brutalità _tale da v.1lergli il nome~ di « ma:cc 1rro-d'1Jb11ceteì> - dal nome ddla città in cui egli aveva istallato il suo quartiere ge– nerale. In « Per chi suona la cam– pana », Herningway, simpatizzante staliniano quando partì per la Spa– gna, ne ha tracciato un ritratto fedele. L"irnportanza che Mosca della C.G .T. rispetto al Partito, tentano talora d'impedire, o di fre– nare, la politica stupida che priva i sindacati dei loro membri. Dopo aver tentato a. lungo di trattene,e Doriot, Stalin si rasse– gnò a fare di Thorez il segretario generale del Partito; poi, via via che il culto del, « capo » è diven- sioni », li avrebbe co,hetti...a star- narsi di una vera rivoluzione so– sene ormai tranquilli~ Màaccaad..,--=ualisla la cui sola esistenza avrebbe ciò che non s·era ·previsto; Mart)' smascherato la menzogna fonda- e Tillon rifiutarono di rappresen- mentale dell"Unione Sovietica; la tare la parte dell'autocritica, e, sua politica permanente, dopo la dato che la Francia non è una « de- pratica del fronte popolare, è la rnocrazia popolare », Duclos e i infiltrazione in tutti gli ingranaggi suoi dovettero risolversi a fare pub- della società dei paesi non ancora blicarnente un processo al quale sottomessi alla Russia - che Til– lon applicò a meraviglia guando occupò il ministero dell'aria -, politica che si propone di minare i regimi di quei paesi e di favo– rire la formazione e lo sviluppo delle quinte colonne, punti d"ap– poggio preziosi fino dal tempo di pace per la diplomazia russa. Si vede chiaramente ora perché Stalin decise di sacrificare Marty e di conservare Duclos. Proeesl!lo alla Rel!lll!ltemi:o André Marty (a destra) quando faceva parte della segreteria del P.C.F. con Duclos, Thorez e Cachin Con Tillon, il dibattito, che i: appena iniziato, verte essenzial– mente su certi aspetti della resi– stenza; i disaccordi si collegano coi rapporti fra il Partito e il movimento dei « Partigiani della pace » nel quale Tillon, rappre– sentante del Partito, si rifiutava al camuffamento destinato a ma– scherare la parte dominante rap– presentata dal Partito nella pro– paganda per la pace. Solo allora la resistenza è entrata in discus– sione. Per Tillon ci sono i re– sistenti attivi, quelli che hanno rischiato la vita durante la guer– ra e l'occupazione, e gli altri: quelli ·che sono fuggiti, fuori di Francia, e sono andati a metter– si prudentemente al sicuro a Londra o a Mosca. Ora, oggi, quelli cl1e assunsero i compiti dif– ficili e pericolosi ono eliminati. Queste affermazioni di Tillon so– no confermate da un antico di– rigente del Partito, appartenente ora ai · « Comunisti indipenden– ti » raggruppati intorno al gior– nale « La Lutte ». Secondo lui, « dopo la liberazione, Mauvais po– té· sostituire nei quadri del ~arti– to tutti gli antichi militanti con elementi nuovi, venuti al Partito nel 1945, 46, 47, unicamente nel– la speranza che questa adesione gli avrebbe dato un buon posticino e onori, al riparo dello stato bor– ghese del quale Thore~ era vice– presidente per grazia del genera- gli attribuiva faceva di lui, inevi– tabilmente, uno dei personaggi eminenti della direzione del Par– tito francese; era alla segreteria con Thorez e Duclos, e figurava con essi, in prima fila, in tutte le sfilate, e dimostrazioni. Tillon era, nella vita del Par– tito, un personaggio di ben mi– nore importanza. Aveva militato dapprima fra gli ·scaricatori del porto, ma i sindacalisti non aveva– no per lui nessuna simpatia né . considerazione. Egli raggiunse un · posto di dirigente nella resistenza, per la parte che rappresentò nel– l'azione clandestina. {;hl è Tlllo11 Thorez, nel 1945, al I 0° con– gresso del Partito, l'aveva consa– crato con questi termini : « Que– sta lotta piena di sacrifici era orga– nizzata e diretta dal nostro Par– tito e, personalmente, da Carlo Tillon ». E quando il Partito en– trò al governo, sotto De Gaulle, egli fece di TiJlon il ministro dell'aviazione; più tardi difese, con grande energia, la sua gestione quando, in un dibattito parlamen– tare, fu rivelato che essa era so– prattutto consistita nel porre ele– menti staliniani ai posti di co– mando e nello « sfruttare » le officine nell'interesse del Partito. Si vede che se, personalmen-te, questi due uomini non sono af– fatto simpatici, le posizioni che essi occuparono nel Partito erano di primo piano. Per quali ragioni è stato diretto l'attacco contro di loro? Dietro l'unanimità di fac– ciata della direzione, esistevano dei rlam, in lotta costante l'uno contro l'altro. Thorez e Duclos, al cen– tro, sembravano l'incarnazione del– la giusta linea; Billoux e Fajon erano i difensori della « dottrina »; Frachon e Monrnousseau, ritiratisi dall'ufficio politico per la·· forma e per far credere all'indipendenza tata un elemento essenziale del « marxismo-leninismo », egli ha fatto di Thorez il « capo » ad uso dei francesi. Poiché, da principio, era stato trot kysta, e aveva sot– toscritto l'edizione francese del « Nuovo Corso» di Trotsk)', Tho– rez è condannato ad una docilità a tutta prova .... Quanto a Duclos, è il « parlamentare » del Partito; è stato per anni vice-presidente della Carnera, funzione che gli ha dato un certo prestigio negli ambienti politici, prestigio che egli manteneva con un atteggiamento alternativamente conciliante e bru– tale. Prima della guerra, aveva pas– sato anni nella clandestinità, es– sendo implicato in un affare di spionaggio. Come ha potuto la– sciarsi prendere, una sera di mani– festazione comunista, col suo qua– derno di appunti sulle deliberazioni segrete dell'ufficio politico nella cartella' Proprio a causa della sua posizione parlamentare che, secon– do lui, gli avrebbe assicurato I~ impunità. La causa immediata dello scoppio della crisi si trova nel suo arre– sto e nella sua detenzione. In sua assenza, Marty divenne aggressivo, scatenò apertamente l'attacco : era icuro, questa volta, di tenere in pugno Duclos che aveva commesso un errore imperdonabile e non era più un uomo adatto alla direzione del Partito. Non fu però questo il parere di Mosca che pose tutto in moto per ottenere che Duclos fosse messo in libertà provvisoria, e trovò un giudice per dargli od– disfazione. La situazione si ritor– ceva; Marty essendosi scoperto di– ventava nùnerabile. L'avvenimento provava che Stalin teneva alla di– rezione Thorez-Duclos. Bisognava dunque abbattere Mart)'. Gli si aggiunse Tillon, con– tro il quale si muovevano altre la– gnanze. Un'autocritica in cui l'uno e l'altro si fossero accusati di ogni sorta di deviazioni e di « diver- gli accusati si sottraevano. Smontare Marty, tirarlo giù dalle altezze a cui per trent'anni lo si era inalzato, era un'operazione dif– ficile. Richiese lunghi mesi perché bisognava convincere la base, i mi– litanti per i quali Marty era sem– pre l'eroe del mar Nero. Ci si appigliò dapprima al suo cattivo carattere, al suo modo di compor– tarsi riguardo ai suoi compagni, alla sua grossolanità, alla sua in– solenza che non rispettava né Tho– rez né sua moglie Jeannette Ver– meersch -- tutte cose che non era– no, politicarnen'te, troppo gravi; provavano solo una natura irasci– bile. Tutto ciò per avviare la fa– mosa autocritica sempre annunciata e sempre rinviata. Quando fu ne– cessario rinunciarvi, la requisitoria cambiò tono; gli accusatori i da– vano il cambio, mentre l'H111na11ilé faceva le « confessioni » che Mart)' si rifiutava di fare, e rivelava fi. nalrnente che Mart)' era un poli– ziotte, responsabile dell'arresto di Duclos. Dagli articoli e dai rapporti pub– blicati dalla stampa staliniana, di– ventò facile scoprire le vere accuse: Marty si sarebbe ribellato contro la ottomissionc· cieca alle direttive mutevoli della diplomazia stali– niana; contro la partecipazione al governo del generale De Gaulle; contro tutta la politica seguita dalla direzione del Partito per tutto il tempo che egli aveva partecipato al governo coll parecchi dei suoi al ministero; contro la parola d'or– dine « produrre innanzi tutto! » per ricostituire l'economia capita– lista, con la conseguente condanna degli scioperi - « gli scioperi ser– vono ai fascisti » -'--; contro una politica di lotta per la pace ridotta ad una raccolta di firme. Ora quel– la politica era quella di Mosca. li principale accusatore, Mauvais - nella specie il portavoce di Mo– sca - dichiarava nel corso di una seduta del comitato centrale : « Non . le De Gaulle». Mauvais agiva co– sì da buon allieyo .di Stalin che preparò. in questa maniera il Slhl avvento al potere quando ricevé la carica di segretario generale dd Partito. Fra le accuse dirette contro Til– lon, si nota un'allusione al fat•o che egli rifiuterebbe di rendere dei fondi che il Partito ha iscrit– ti a suo conto. Ciò richiama l'at– tenzione su una delle attività spe– ciali del Partito comunista all"epo– ca della liberazione. A quell'epo– ca, esso organizzò metodicamente il saccheggio di banche, di abita– zioni private allora· accessibili, nel- 1' interregno che esisté fra il crollo del regime di Vichy e l'instaura– zione di un ordine nuovo, costi-

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