Nuova Repubblica - anno I - n. 1 - 5 gennaio 1953

2 non c'è scarsità sul mercato, quan– tunque si debba riwnoscere che non tutti hanno una sufficiente pre– parazione, anche per le condizioni anormali in cui si è svolto anche per essi l'insegnamento in questo ultimo quindicennio. Inoltre biso– gnerà provvedere ad indire subito concorsi per tvitare che troppe classi, anche di scuole elementari, -così come delle altre scuole su– per'iori, siano affidate a supplenti, i quali non sono scelti con un criterio razionale, spesso non han– no dato alcuna prova della loro attitudine e preparazione, e non sono per giunta indotti ad affezio– narsi alla loro scuola, perché fa. cilmente vengono sballottati, di anno in anno, da uno ad altro luogo. Anche il materiale scolastico va in gran parte rinnovato, perché ri– sponda meglio alle regole dell ·igi_e– ne e contribuisca anch'esso, con l'agio materiale che può offrire, ad accrescere l'efficacia dell'insegna– mento. E più ancora occorre in tutte le scuole costituire un certo patrimonio di materiale scientifico, perché le scoperte che vanno con– tinuamente compiendosi e perfezio– nandosi debbono essere conosciute dagli alunni, i quali hanno occa– sione di sentirne parlare ogni gior– no e le considerano come parte in– tegrante della vita sociale a. cui essi partecipano. · Occorre che a queste e a molte altre esigenze relative a tutti i gra– di dell'insegnamento si possa prov– vedere prima che si possa parlare sei iamen te di riforma scolastica. La quale, per giunta, presuppo– ne anche altre condizioni. Come dissi recentemente alla Camera, parlando sul Bilancio della Pubbli– ca Istruzione, nessuna riforma può avere un effettivo valore se no\! sa ispirarsi ad un principio che animi la vita nazionale nel momento in cui essa è attuata. E non a qualsia– si principio, naturalmente; ma ad un principio che rappresenti e sap– pia soddisfare le esigenze di con– tinuo elevamento di cui ha bisogno la vita spirituale e la stessa vita 1mteriale di ogni paese. Evidente– ·mente noi non potremo sperare d: compiere una degna riforma del– la scuola finché nella nostra vita na– zionale, e specialmente in mezzo alla gioventù, fermentino nostalgie di t:n passato che è stato la nostra vergogna e la nostra rovina; fin– ché tanti spiriti, che pure si cre– dono liberi e ribelli, siano schiavi di un conformismo che toglie loro ogni fermento di pensiero; finché non si sia diffuso ncll' animo dei cittadini quel patrimonio di senti– menti puri e di nobili aspirazioni che animò gli eroismi e i sacrifici della Resistenza, qualunque fosse la categoria sociale e la convinzio– ne politica di coloro che vi parte– ciparono, non per sfogare istinti di violenza; ma per contribuire a dif– fondere il senso della nobiltà della vita, in cui sta il patrimonio più valido e più prezioso di un popolo. Oggi, da questa situazione sia– mo purtroppo lontani, quartunque nobili spiriti, di cui si è fatto eco recentemente a Milano Ferruccio Parri, alla presenza del Presidente · della Repubblica, lavorino con en– tusiasmo e ton tenacia per risusci- tare l'animo che ispirò quegli avveni1rn;nti, alla cui rievocazione ci sentiamo tutti commossi e orgo– gliosi. E finché questo non sia, non sarà ancora venuto il momento di Yoler tradurre in atto una riforma della scuola. UGO GUIDO MONDOLFO b o e o NUOVA REPUBBLICA LA SINISTRA SOCIALDEMOCRATICA (seoue da vao. 1) Costituzione. Ma ricorderemo come, di fronte a tutto questo, la sinistra socialdemocratica ab– bia mantenuto fermo il suo impegno davanti al Congresso, ed abbia dignitosamente difeso, senza iattanza, ma senza debo– lezza, l'insostituibile tradizione di democrazia interna, che è uno dei patrimoni intangibili del socialismo democratico. Forse proprio perché non p1u avvezza al costume della demo– crazia, al rispetto degli altri, alla coerenza morale, la Dire– zione del Partito ha creduto di immeschinire una lotta di altis– simo valore politico a una que– stione disciplinare. Non noi ne siamo rimasti colpiti, ma colo– ro soltanto che con questi atti hanno dimostrato la vacuità e la retorica delle loro ripetute di– chiarazioni di fede democratica, ·e l'intrinseca loro pochezza poli– tica. In una situazione in cui è evidente anche ai ciechi che la · ino-ordigia delle classi privile– giate e della gerarchia catto– lica rischia di portare il paese alla dittatura clerico-fascista o - per reazione non impossibi– le, anche se non imminente - a quella comunista, questi diri- .l LLA vigilia della tregua na– a talizia, due sentenze delta ma– gistratura romana hanno rimandato a casa col cuor tranquillo (am– messo che fosse stato agitato pri– ma) due illustri personalità fa– sciste. L'una è Edda Ciano, la figlia di Mussolini; che ha ottenuto dal pretore di Roma il sequestro del libro di Settimelli « Edd,, contro Beni/o », libro in cui la si accusava di non aver condiviso il delirio del padre e la sua follia della guerra. Per il pretore di Roma questo rientra nella cerchia degli affetti privati : la fede fascista o meno, la fede mussoliniana o me– no della vedova di Verona sembra invece a noi appartenga a tutti; e non c'è r.essuna ragione al mondo, se essa ha avuto debolezze dal punto di vista fascista, o momenti di senno e di umanità dal punto di vista comune, che lo si na– sconda alla nazione per mantener il mito nibelungico del fabbro di Romagna e dei suoi. L'altra sen– tenza, della corre d'Appello di Roma, concerne una materia ormai quasi standardizzata; è una assolu– zione, che riguarda Filippo An– fuso, dal reato di apologia del fascismo. Che cosa bisogna fare' si chie– -ie l'uomo della strada. Il governo afferma di essere disarmato di fronte alla tracotanza fascista, e richiede una nuova legge. La legge è fatta, la tracotanza fascista con– tinua più sfacciata di prima, e il Questo giornale ' . vzrra se Cl a iute rete 'I, genti socialisti non sono stati ca– paci di comprendere non tanto l'esigenza insostituibile dell'au– tonomia socialista, come noi la intendiamo, ma neppure la più modesta, ma preziosa, funzione di ricambio, all'interno del par– tito, di una sinistra seria, com– battiva, e cosciente del suo com– •pito. Se la sinistra avesse accet– tato di capitolare non sarebbe stata soltanto una questione di dignità personali colpite (che pur contano), ma la rinuncia ad un'azione politica che noi consi– deriamo oggi improcrastinabile, e che consensi crescenti c'induca– no a ritenere compresa e con– divisa dal paese. Noi non abbiamo fatto mai mistero che avremmo preferito condurre la nostra battaglia al– l'interno del PSDI; ma il prez– zo della nostra permanenza non poteva e non può essere l'isteri– limento della nostra azione. La nostra coscienza, e l'aspettativa del paese, non si possono tradi– re impunemente e a cuor leg– gero. Siamo certi di aver seguito la strada giusta, e non conser– viamo ·rancori, ma un o-iudizio ben preciso sulle forze reali che muovono la volontà politica del– la destra del PSDI. ITALÌA, oggi . governo si dic a.--impotente. Ha fatto il suo overe denunciando alla magistrat. ra. Ma la magistra– tura a sua v a, mentre è molto suscettibile vcr. chi volesse negare la sua indipen cnza in una singola fattispecie, si Lente poi tutt'altro che indipendente, tanto è vero eh<' reclama alla pròpoo testa un con– siglio superiore della magistratura, affatto indipendente dal ministro. Insomma, nessuno è indipendente, ma anche nessuno è responsabile; e di fronte a fatti che sono così ge– neralizzati da andare ben oltre il caso singolo, non si sa chi cri– ticare. Certo, ha detto Salvemini, è stata una bella trovata dei legislatori dei governi antifascisti (e e' è stato anche il guardasigilli Togliatti) di appendere tutta la catena delle leg– gi repressive e punitive del fasci– smo all'anello supremo di una Corte di Cassazione mai ep11rat,1 e naturalmente selezionata in molti anni di regime dittatoriale fasci– sta. Un po' come appendere alla volta celeste il cavo superiore d'una filovia, anziché ancorarlo a una sta– zione superiore. Ma certo, un po' più di saggezza e di raziocinio in quelle leggi che furono ridicole e si riuscì a far parere terribili ci risparmierebbe almeno adesso gli aspetti più spiacevoli di una situazione spiacevole. Ma non è tutto. I Tribunali, anche quando sia– no composti individualmente di magistrati reazionari, conservatori (il più sovente) o progressisti (il più raramente) non pronunziano le loro sentenze nel vuoto. Gioca– no, certo, i pregiudizi di classe e di casta ( in Italia, piuttosto della classe degli « uomini qualunque » fra cui si reclutano spesso i ma– gistrati, che della classe aristo– cratica quasi scomparsa). Ma il Ma, anche fuori del partito, continueremo ad essere la sinistra socialdemocratica. Nessuno può prevedere, oggi, che cosa si rac– coglierà intorno a questo nu– cleo, e in che forma, ma è il nucleo in se stesso che occorre anzitutto salvare, perché - nel naufragio dei valori politici e morali cui stiamo assistendo - questo isolotto, emerso dai ma– rosi, può diventare, ne siamo si– curi, la gra_nde isola di domàni. U !)a cosa è certa: non rinne– o-heremo per nessuna ragione, per nessun calcolo, per nessuna ambizione, noi stessi, che siamo e ci sentiamo socialisti e demo– cratici. Come tali, ci sforzeremo di estei;idere la nostra azione po– litica quanto più largamente possibile, facendo nostri gli in– teressi dei lavoratori e della po– vera gente, trovando un terreno d'intesa comune fra quanti in– tendono come noi la democra– zia. Non daremo tregua ai tota– litarismi, rossi o neri che siano. E offriremo con purezza d'inten– ti il nostro contributo alla ri– costruzione di una società, oggi troppo povera e diseguale per non essere largamente corrotta, secondo i principi e gli ideali che ci guidarono nella Resi– stenza. TKISTAl\'0 CODIG~OU magistrato si sforza spesso di su– perarli e di adeguarsi alla legge, alla legalità generale, quando c'è un'opinione che lo stimoli a que– sto, quando il clima politico è tale da fargli sentire la legalità nel suo aspetto vivente. Che vo– lete che il Magistrato italiano pro– nunci sentenze di difesa della le– galità repubblicana in un clima in cui i più accreditati predicatori, come padre Lombardi, deridono la democrazia, i giornali più diffusi celebrano i vanti del vecchio re– gime, il governo non manca una occasione per dichiarare di aver tutto dimenticato, di fronte a gente che si dichiara soltanto disposta a ricominciare? Se c'è un tribunale tradizional– mente indipendente dal potere ese– cutivo ( e tradizionalmente con– servatore), questo è la Corte Su– prema Americana, di cui si ricor– deranno ad esempio i contrasti con le decisioni di Roosvelt circa i codici industriali. Pure di questa corte indipendente dice un pro– verbio: « Come vanno le elezioni, così va la Corte ». Ciò non si deve intendere nel senso volgare che i tribunali abbiano a obbedire alle passioni e alle decisioni degli elettori, ma nel senso "che essi vivono nel clima da queste creato, e dai governi da esse usciti consen– tito, se non procurato. Ora, chi ha la preoccupazione dell'avvenire democratico dell'Ita– lia, no11 chiamerà certo in causa demagogicamente il governo per ogni sentenza di tribunale che gli dispiaccia o anche che- offenda il suo senso istintivo di giustizia; ma ha il diritto di dire che il clima stabilitosi in Italia dal 18 aprile in poi, e in cui opera la Giustizia, non è un clima di démocrazia. La democrazia consiste di molte belle cose, che noi non solo non di– sprezziamo, ma riteniamo essen– ziali alla vita civile: libertà di stampa, liberi partiti, soprattutto libertà legale di. dissentire e di opporsi. Ma tutte queste cose non sono forti quando non sono ri- DELLA INTOLLERAN L'odio e il sospetto sisten1atico per un gruppo umano, « razziale », settario, politico, denota un pro– fondo sceuicismo nelle qualità del– la natura umuna. Dal punto di vista della fede nelle possibilità dell'umana natura in possesso di qualità religiose, questa è una be– stemmia. Può cominciare coll'esser diretto verso un gruppo partico– lare e esser appoggiato con la giustificazione di motivi speciali per cui <[uel gruppo non è degno della fiducia, del rispello e di un onesto trattamento umano. Ma l'aneggiamento implicito è di fon– dutnentulc mancanza di fiducia nelJa natura umana. Da qui deri– va la mancanza di fiducia e l'odio per un gruppo particolare, finché esso arriva a minare la convin– zione che ogni gruppo di persone abbia un dil"itto intrinseco alla stinrn o al riconoscimento, e a so– stenere che quando tale ritonosci– ment.o viene dato lo è soltanto per 1notivi speciuli o esleriori, come il fatto di essere utile ai nostri interessi e alle noslre an1bizioni particoluri. Non vi è nessun acido che abbia il potere corrosivd' del– l'intolleranza diretta verso perso– ne soltanto perché appartengono a un gruppo che ha un certo no- 1ne. Il suo potere corrosivo au– tnenta grazie a ciò di cui si nu– trisce. Un atteggiamento antiun1a– nis1ico è l'essenza di tutte le forme di intolleranza. I movimenti che con1inciano col suscitare ostititù contro qualche gruppo finiscono per negurgli il riconoscimento di qualunque qualità un1ana. JOHN DEWt:Y spettate. Alla caduta della repub– blica di Weimar contribuirono non poco sentenze di assoluzione verso la polemica antirepubblicana dei nazisti, sentenze che permisero du– rante anni il vilipendio del regime democratico. Quando ci si dice ~he il paese è governato o sarà governato da una coalizione di centro demo– cratico ci si dice una verità ma una parte soltanto della verità. Al governo stanno o staranno uomi– ni, anche, sinceramente democra– tici; ma il paese è gran parte go– vernato da un'opinione ntidemo– cratica, da una burocrazia antide– mocratica, da una borghesia an– tidemocratica, la quale non rispetta fondamentalmente la democrazia che la rivoluzione antifascista im– pose e il governo mantiene nelle istituzioni supreme. S_arebbemolto meglio che tanti entusiasti della democrazia com'è, della democrazia non rispettata e non attiva, riflet– tessero qualche valta a questo fatto, e forse sarebbero un po' meno severi nel me_ttere fuori del regi– me quei democratici che non se ne contentano. Potrebbe venire il giar,no in cui questi soli fossero gli uomini preparati al peggio; e, comun9ue, fin d'ora, sono quelli che pensano che un regime non vive semplicemente con la durata materiale.

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