Nuova Repubblica - anno I - n. 1 - 5 gennaio 1953

L: 35 Spedizione in abbonamento postale (Gruppo II) 1U P. CJalamandrel Anno I - N. 1 QUINDICINALE POLITICO Firenze, 5 Gennaio 1953 Tirare le somme Q11eJ/ogiomale 11011 t1ppt1rl.'e- 11ellé a 1111 par/ilo né a 1111 gmppo polilit0 chit1Jo: es,o intende e,– Jere eJpreHione libert1 dellt1 J111i– Jtra demorratic<1 ilaliana, che Jù/1'1 la ,pinta degli e,,ellli, Ji avt'ia a prendere coJcienza di Je JleJJa e dell,1 J/la forza. L, ba/taglia ,-he la JÌIJÌJ/ra J:7· cial-democratica ha ingaggialo 1:el P.S.D.I. è gitmlt1-: nel par/ilo -– " 1111a JVolia, 111t1 eJJa co111i1111er.i con eg11t1le deciJione. Q11eJ/t1 ba1- 1aglit1 .<i è ace,'"', t1ppare11/eme11h, i111or1to allt1 legge ele11ort1le rii mo,1,11?JO p,emio di 111t1ggiora11:,1, ,he 1101 gi11dich1amo ""!idemocr(l{i– co e a11licoJl1t11zio1:ale: IJ/a /'ac– relldzio11edella legge e del p, .-. 111ioda parte delle ll1t1ggiord11u direzionali del P.S.D.l., del P.R.l., ,h! P L.l. 1/01: è rhe l'epùodio rivela/ore della criJi prof011Ja rhc inveJ/e l,1 cle1110Cl'azit1 italuma ne, p,mit, , he dot'l'ebbero mpprn",. t,11! ... Q1 1 ,i partili, pe.· 1m futa/e clj111_1Jle, fr; l'i,1jerio1111: <: -- 111 par-.... le - P· r 1/ pew d·i111ereJJi c0Jli- 111i1i, ·_-./1</ incap"ci di rico11q11iJ!cl– re I,, loro a11to11omia: JellZ(I la q11a– le. ceJSanodi eJJere Jtmmenti po– l11ici,,t1lidi. Né Jembra110render– Ji co11/oche comb"llere il com11- 11im10Jignifica creare a11zi111t10 1111 coJlmne rigorow di democrazi" i11ter1](1. P. giunto d1111q11e il 1110111e1110 di lir"re le Jo11m1e.Gli ideali demo• cr"tici e progreHivi del Jocial.'– Jmo, del liberaliJ1no,del t1](lzzi11ù1- 11eu1110, Ji JOIIOinaridili Jcinden– doJi rullo dall'altro e Jon rido/ti a coper/11r,1 di piccoli in/righi, di meJl'hini intere,fi, di v11olopoli– tico. Di fronte alla mint1rcioJ,1 t1va11z,1ta delle forze a11/orilm·ie. che in politica Ji chiamano fa– scismo, clericalismo, comunismo, ma che debordano ormai d<ill,1 vita politica per irretire t11/la la Jocietà def noJlro lempo e la m,: c1t!111ra, le forze democratiche -– che ll'ovallo il loro cenlro prop11i– Jore nei gmppi pit, avanzali. cioè nelle éliteJ operaie ed i11tellell11a– li - debbono riprendere pienu coJCienzadella loro f1111zio11e. Poi– ché per noi democrazia, nel 111011do modemo, è Joprat/111/0 111/0VO eq11i– librio di rapporli economici. cioè Jocitdim10, alla Inta della ripres,, 11011 poHono che po,·Ji forze JO· cialiJle. Ma g11aiad eJJe Je non Jt1prm1110 farJi interpreti del/'eJi– geuw di democrazia per tutti, ti i· libertà nella socialità, e torneran11,? a ri11chi11dersi nella torre d'avorie>. Per q11eJIO, il 110J/ro giornale ..:.... che è JocialiJla -, il 110Jlrogior– nale che intende comballere co- 1111111i,1110, clericaliJmo, faJcimzo ml/'1111ico terreno efficace, quello iella Jincerità e. della conoJcenza 11cmr<1ta dei falli e dei reciproci e a Gn rapporti, è aperio fin da ogbi ad ogni 1101110 di b11011a volonl,Ì che, anche da diveue provenienz;, ed origini ideologi<'he, concordi co11 noi i11 q11eJ/a com/a/azione eJJenzitde, che la criJi in c11ici diballiamo è do, 11/awlo in parie al ri11aJl'ere di movimenli lolalitari ma, nella Jlla 1·er,1eSJenza, lrae origine dalla c,ll'enza dei· 11101·i– me111idemocralici. dalla loro in– capacilà di 11JCire dalle /radizioni r/a11came11/e ripe1111e per lrovare /:1 voce e la via 1111ova, dalle, loro i11co111pre11Jio11e di 1111 f,mo fo11- da111e111,de: che democrazia 11011 ri identi/ ica in 1JIÌ/11li f JJi, in rap– po,ti immobili, ma è Jjorzo con- 1i11110 di adeg11arJi 11ell'intereJJn della liberlà di tulli, alla rea/là eco11om1co-wcialein c11i oper,1, t1lla « ml111ra » del /empo e del l11ogo. La 11110,•a piallaforma alla mi cre"zio11e i111e11dia1110 · conlrib11irc potrà idenlif ic,1ui anche - 11011 Jappiamo - con 1171 nuovo JChie- 1ame11/n poli,i<'?.T11llavù1, non ,1b– bù11110 f rei/a. nopo le rane « 1mi– ficazio11i ». d.1po le eJercitazioni di .111pe1fici,,lità e di lrmformi,mo polilico di ,11i .riamo Jlali leJ/i– moni 111 t;tieJtianni, J1a1110 [•erJ11r1- Ji rhe onnrre 1/0ll Jolt.11110 tempo ~ /N:z1d1:.::, 111, cn/>r. •/111/10. 1:11,. e.<lrema. ine,orabile· voloMtÌ di chiarezza. Politica: poiché ,olo de– lineando bene i noslri JCopi, po– /remo Jpert1re di JVegliare inle– reJJi reali, capaci di perug11irli. Ideologica: perché 1111a t•iJionedg– g10:·11ata dellt1lo/Id polilica e delle forze che la determinano è pre– meHa d, ogni azione d11ra111ra. Morale: perrhé ,mli" reJÌJ/e alla corroJione implacabile della corr11- zio11e.che inveJ/e gran p,ll'te del– la vita pubblica i1alit111t1. Siamo coJCienti della durezza della noJ/ra f11nzio11e.Ma 11011 diJarmeremo. Riaccendere la Jpe– ranza, riaprire il colloq11io con q11anlihanno credulo al/'amifarci– J/110e hanno fallo l,1 ReJiJlenza 11011 - per ricoJlmire il vecchio Jlalo ma per edificare la nuova repub– blica, riprendere l'i11izialivfldopo (//li/i di progreHiM involuzione a111ide111ocralica:Jo110 compili 1ro/1po a./ti perché poJSano t1rre– J/arci le diff icolià 11Mleriali,lo Jcord111e1110 di t1IC1111i, il parie/o opport1111iJ1110 dei pitì. :i/. lt. In questo numero : CALAMANDREI: Ragioni di un'op– posizione. CODIGNOLA T.: La ,inistra social– democratica. l\.toNDOLFO: Le esigenze dclJa scuola. Tr0En10: L'Ente Fucino. PAVOLJNI: Archeologia fa,scj~ta. T1SATO: Il compagno nascost~. CODICNOLA E.: AnLicleriealismo? RASSEGNE A CUHA DI: Garosci, Vittorclli, Luzzatto, Rapisardn, Zorzi, Favati, Ravà. LA SINISTRA -SOCIALDEM L A posizione pc,,itica che la si– nistra socia!, mocratica ha assunto in questi ult,mi mesi e le sue vicende hanno richiamato crescente interes<r· dell'opinio– ne : e poiché le responsabilità politiche che pes3no su di essa ne fanno oggi une, dei centri cli gravità nella vita del paese, cre– diamo sia necessario precisarne fin d'ora la naturr• e i limiti, la funzione che intende esercitare, k finalità che prospetta alla sua azione. La sinistra soc;alclcmocratica è nata al Congre,,o di Bologna del P .SII·, nel :~ennaio 1952. Anche il PSLI awva avuto ,ma sua sinistra; i! PSU occupò, per tutta la sua bi,'ve vita, po– sizioni politiche ,ne, genericz– mente, si possono definire an:i– loghe a quelle dc'l'attuali- sini– stra .;ocialdemo,·1.1jca. Ma solo da Bologna in poi. t confini rea– li di questo ~1uppo ·olitico hanno cominciato a pre, i.:,r<i intorno ~cl al.une ba •·••·'.Jl:or>ett>tf': e c'è , oluto un b,1'>1 :,nno pere!.~ la decantazione ,'clic fo11c s, compiesse nell'alv:. , della social– democra7ia italianP. A Bologna, la reccntiss11na formazione del p-.: tito, l'unifica– zione ti-stè compit,ta con crite– ri superficiali ed <tffrettati, che non avevano chiai-ito in alcun modo i• motivi di unità e quel– li di dissenso fra le formazioni « unificande » (takhé da quel– la unificazione non nacque per nulla quel nuovo vigore ciel so– cialismo democrati,o che i suoi autori si prefigge,iano), infine la confluenza in uni,·a organizza– zione di gruppi non amalgamati e di provenienza diversa) resero possibile solo una prima enuclea– zione di forze, le quali ebbero il merito cli porre, fin d'allora il problema della l<.>ggeelettora– le politica (che sembrava an– cora lontano) c0me un pro– blema centrale p,·r la soprav– vivenza della democrazia italia– na. Sul tema della proporzio– nale la sinistra riportò in quel– la sede il suo p1imo successo politico : successo cl)e doveva poi dimostrarsi in parte effime– ro poiché molte delle forze che vi contribuirono non avevano inteso il valore che quell'affer– mazione (ripetuta da molti col– la generica fiacchezza delle posi– zioni tradizionali) in realtà com– portava riella concreta situazio– ne politica. La crisi di chiari– mento seguì a breve scadenza, alle elezioni politiche romane, allorché Matteotti e Romita ab– bracciarono le tc,i saragattiane della « solidarietà democratica », apertamente conti addicenti nella loro sostanziale volontà di rinun- eia alla volontà autonom1st1ca e di ripresa ch'era implicita nel– l'affermazione proporzionistica di Bologna. · La crisi romana segnò l'ini– zio del nuovo schieramento in– terno, determinato dal crollo sempre più aperto delle posizio– ni artificiose ccl insincere di cen– ·tro-sinistra davanti alla pressio– ne cogente e massiccia della D. C., e, di contro, dalla con– vergenza di posizioni che ave– vano origini ideologiche diverse ma erano venute sempre piLt scoprendo la loro sostanziale ,identità: quelle di « Critica So– ciale » e quelle della più gio– vane generazione in parte ex– a7ionista. La coincidenza cli co– deste forze era tanto più felice. m quanto rappresentava quasi plasticamentr l.1 continuità idea– le della traclizioPc, nobile "' pu– ra, del riformismo twatiano, at– t1averso la pii1 rPCPnte esperien– za antifascista e rivolu,ionaria di Ros5.-l!i, di <-, L., e della Re– sisccnza. ~llf' to ~chier,m1ento si dimostrava perciò non tanto una alleanza contingente per la con– quista del potere nel partito (come, dopo Bologna, l'allean– za Romita-Matteotti-Codignola, raggiunta faticosamente e sen– za stabili basi per fronteggiare le posizioni· dichiarate di centro e di destra), quanto una unità fondamentale cli vedute ideolo– giche, di valutazioni politiche, di costume morale, resa anche più alcla dalla diversità delle ori~ini e delle esperienze. È questa la sinistra social-de– mocratica che a Genova ha po- I L problema della scuola è oggi posto in particolare evidenza, anzitutto dalle condizioni dolo– rose in cui 1 a scuola giace sotto molteplici aspetti; poi anche dal fatto che è davanti al Parlamento lo schema di riforma redatto ad opera dell'on. Gonella, nel periodo in cui egli sedeva al Min,istero della Pubblica Istruzione. Il disagio della scuola deriva anzitutto dalla insufficenza dei lo– cali scolastici. Si calcola che man– chino da 50 mila a 100 mila aule per poter accogliere tutte le classi, senza bisogno di sott9porle al dop– pio turno, che costringe molti alun– ni ad ascoltare le lezioni in ore quanto mai disadatte all'eflicacia dell'insegòamento. Se poi teniamo conto che sono ancora migliaia di Comuni e di frazioni che manca– no della quarta e quinta elementa- tuto per la prima volta presen– tarsi interamente con la sua fac– cia, davanti al partito e davan– ti al paese; e la cui crescente in– fluenza sui compagni le cons('n– tiva di raddoppiare i voti di Bo– logna, e di ottenere quasi il 40% su alcuni degli ordini del giorno di opposizione allora pre– sentati. Ed è essa che ha crea– to il fatto nuovo nello schiera– mento democratico italiano: di un gruppo, cioè, deciso a batter– si fino in fondei per !e sue idee, e per un nuovo costume di de– coro morale, di serietà e di cor– renza; sop~attutto, cli un grup– po determrnato a battersi per la democrazia, non sulla base di formule intanto, la democrazia tito. vuote, ma esigendo, difesa strenua ci<'lla all'interno del par- Non rifaremo <]Uila storia del– le ultime vicende: della leale ace< '.tazion,: fatta a GenO\·a dei dirit,_i della mag,;ioranza alla sola condizione del rigoroso ri– spetto delta democrazia i11ter11a · 'della disinvolta violazione com~ piuta subito dopo dalla direzione delle condizioni vincolanti da essa JteJsa /1oste all'accorcio elet– torale con la D. C.; della pro– gressiva, impressionante involu– zione della politica direzionale nelle settimane successive, fino al punto di assumersi la parte più impopolare nella difesa di qucll' ordine del giorno preclu– Jivo, ch'era un vero e proprio attentato al Parlamento e alla (segue a. 1Xl(J.2, colonna 2•'} re; che ci sono anche parecchie centinaia di frazioni, lontane dal capoluogo, che mancano di tutte le cinque classi elementari; d1e non è ancora compiuta con sufficiente vigilanza l'operazione della leva scolastica, che dovrebbe richiamare alh scuola tutti coloro che per leg– ge vi sono obbligati; se si tien conto il\fine che vi sono migliaia di Comuni in cui mancano le co– siddette scuole materne (o asili o giardini d'infanzia), o in cui le dette scuole sono allocate in locali disadatti e antigienici: allora evi– dentemente il fabbisogno di aule scolastiche apparirà molto superiore anche alla maggiore delle cifre so– praindicate. Naturalmente, con l'aumento delle aule scolastiche dovrà anche crescere il numero dei maestri e delle maestre, di cui certamente

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