Noi Giovani - n. 6 - giugno 1917

NOI GIOVANI volevamo ; ·pochi !\anno capito quali germi di vita aveva in sè ·il giornale, che cosa aveva di nuovo. Tutti l'hanno c,eduto uno dei soliti gior– nalini fatti per soddisfare la ,:anità dei giovani- · scrittori e poeti. pieni di novelline e di poesie, vuote di pensiero e di idee. Ci siamo annegati nel diSinteresse generale. Le nòstre -idee sÒno-oggi ·quelle che erano al principiò dell'anno. Noi non siamo stati dei chiac– chieroni soltanto. Abbiamo avuto l'idea di fon– dare un giornale diverso da tutti· gli altri, lo ab– biamo voluto, e, in un momento· cosi poco favore– wle, attraverso difficoltà, non certo-gravissime, ma per noi ragazzi abbastanza scoraggianti, siamo riusciti a fondarlo. Ci siamo meSsi all'o– pera con energia ; volevano spingere una massa, inerie, ma non siamo riusciti a metterla in mo~o ; anzi a poco a ppco, quasi inconsciamente, anche a noi sta va per passafe la sua inerzia, e il nostro giornale stava avviandosi len,tamente a diventare uno dei soliti giornalini studenteschi. Non è certo la stupida ,inità di dirigere un .giornale, che ci ha indotti a fondarlo ! In ,1uesto momento non c'è tempo nè danaro da sprecare per dive~tirsi ; e se il giornale non serve a nulla·, esso non è altro che un divertimento e un giuoco. Noi 'JnOn Vogliamo questo : non I~ vogliam0 assolutamente ! Riconosciamo apertamente che fino ad> ora non siamo completamente riusciti, che il nostro programma era bello, ma che non l'abbiamo attuato ; non importa. Dobbiamo es– sere altrettanto forti quanto sinceri : dobbiamo voler riuscire e riusciremo. Forse· do'1Temo sc– guitaré a vegetare_ ancora per qualche tempo ; ma alla fine dovremo riuscire. Passeremo forse ancora quakhe mese di vita stentata e monotona, a causa delle condizioni sfavorevoli del momento, della guerra, dell'as– senza di tanti studenti, che si trovano sotto le -ai-mi. Sarà un~ questione di tempo, ma do– yremo riuscire. ·Ne siamo sicuri. Il nòstro giornale dovrà allora servire alla di– vulgazione delle n0stre idee, dei nostri pensieri, di~ tutto ciò che ~ nostro e soltanto nostro. Non vo– gliamo insJpide imitazioni. o copiature degli -ar– ticoli dei grandi giornali : non vogliamo che si legga nel nostro giornale quello che si può leggere in tutti gli altri, fatto molto meglio e con più arte : vogliamo un giornale· nostro. e soltanto per noi, che rispecchi la nostra vita e i no~tri pen– sieri ; non altro. Che tutti gli studenti ci aiutino a passare que– sto momento difficile, e sàrà' in gran parte merito loro se un giorno potreffio dire di aver attuato il nostro programma. Non sentite quanto è ~tu– pida, soprattutto in questo momento terri– ;bilc, la nostra vita intessuta di puerilità ridicole e di risate senza-ragione? Scuotetevi 1JJ\ po'; pen– sate, ·volete qualche cosa; mostrate se avete un po' di forza, un po' di sangue, voi che fra poco potete essere chiamati a difendere la Patria. Ormai non siamo più bambini, non dobbiamo -più essere· bambini. Questa deve essere la nostra età. di preparazione e di-lotta. interna ; non dob– biamo passarla inutilmennte, come un giorno di primavera tra i fiori. .)'Jl"opera dunque. • Se .qualcuno ci ha .capiti, se ha compresn che cosa vuole essere il nostro giornale , si m 1 isca a noi e sarà il benvenuto. ~ Tutti gli studenti, che sentono· l' importanza e la serietà di questo momento, che vedono la grette7.7,a della vita studentesc,t·. di oggi, passata fra la pasticceria e il cineITmtogr~fo. tra UJ\ frizzo insulso a una· risata stupida; ci aiutino a ridare un po' di vita a questo nostro giornale ; tutti ci offrano il loro consiglio e ·iJ loro aiuto. ' All'opera, amici! AB'opera, con fiducia e con forza! /. ·v. ·fpl/i. 7' ? ' La Direzione: .---t .------------- PER UNA BIBLIOTECA di NOI GIOVANI Non-riesco a capire perchè, generalmente, tutti abbiano la deplorevole abitudine di credere che ci siano due diversi modi di pensare e di operare ; uno buono in. teoria, quando si tratta di parlare e di fare c:teidiscorsi ; l'altro buono per la vita pratica. Tutti quelli che l'esperienza ha resi freddi e scettici, trattano i giovani da iU~si e sognatori, dicendo che in pratica, si sa, bisogna fare delle transazioni coli~ propria coscienza. Ma noi dobbiamo ribellarci a questo egoistico modo di pensare che ti""nchius" le anime, le rende aride e tristi; che toglie tutto ciò che è ideale dal mondo e abbassa tutto ciò che c'è di più no– bile nel fango. Non distinguiamo ideale e reale, ma fondiamoli, uniamoli intimamente insieme. E sopratutto .siamo sinceri; diciamo soltanto quello che pensiamo, e informiamo i nostri atti alle nostre parole. Se .parliamo di ideale, operiamo secopdo l' ideale, · Certamente non è sempre molto facile appil-

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