Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

b PALERMOINSEGNA LOGICA dello ''CONVERGENZA'' La soluzione data alla crisi siciliana non ci ha procurato nessuna sorpresa. Chi ha segui– to le note che « Lo Stato » ha dedicato ai casi politici dell'isola dal febbraio ad oggi, sa bene che per noi la soluzione di sinistra della crisi rientr'ava nell'ordine naturale delle cose, così come esso viene visto nei suoi sviluppi a Piaz– za del Gesù. Tale constatazione non ci esime, tuttavia, dal sottolineare alcuni elementi che hanno ca– ratterizzato il corso delle cose siciliane dal feb– braio al settembre del corrente anno. Il primo è dato dal comportall}ento della maggioranza del gruppo consiliare D.C. del-. l'ARS e della segreteria regionale di quel partito. Sarà bene ricordare che nel corso della lun– ga crisi la maggioranza del gruppo DC all'ARS e la segreteria regionale si erano dichiarate, at– traverso innumerevoli documenti e prese di po– sizioni ufficiali, decisamente contrarie ad ogni collusione c<;mil PSI per ragioni di principio e per acquisito convincimento della irrimediabile incompatibilità politica tra le posizioni di fon– do e tattiche dei due partiti. Ebbene, sono oggi gli stessi uomini della maggioranza del gruppo consiliare DC all'ARS e della segreteria regionale che hanno ratifica– to un documento in base al quale il PSI parte– cipa al governo della regione unitamente ad un comunista, camu;t!ato da << Ind~pendente », il cui voto è determinante per dare al governo DC– PSI una base di maggioranza all 'ARS. Dal che deriva che per giudicare il compor– tamento di tali uomini non è più valido un nor– male metro politico, ma è necessario fare ri– corso ad un metro morale; posto che i valori in 20 .,caginobianco gioco in Sicilia, per loro esplicite e reiterate af– fermazioni, toccavano questioni di principio e valutazioni politiche generali. Il secondo è dato dal comportamento di quei leaders nazionali della DC, i quali in passato avevano esplicitamente, ed in forma ufficiale, affermato che mai la soluzione della crisi sici– liana si sarebbe potuta incapsulare nella dimen– sione dei « fenomeni di portata locale »; per la quale ragione essi non avrebbero tollerato, sen– za dura reazione, eventuali soluzioni alla stessa non rispondenti ai loro convincimenti circa i modi di garantire i principii e della linea poli– tica ufficiale del partito. Nei confronti di tali uomini dobbiamo sino ad ora registrare che essi hanno permesso la soluzione a sinistra della crisi senza l'avallo uf– ficiale degli organi c'entrali del partito; e che mostrano chiaramente di voler u stare alla fi– nestra », forse in attesa di iniziative estranee ai loro gruppi, tali da permettere loro di assumere una posizione aperta solamente quando siano garantiti di poter operare una scelta che non comprometta le posizioni di potere che essi de– tengono a livello di partito e di governo. Vogliamo sperare che tale nostra conside– razione venga al più presto smentita dai fatti. Ma se così non fosse, saremo costretti an– che per essi, per ·giudicare il loro comportamen– to, a fare ricorso ad un metro morale anziché ad un metro politico. La terza è l'atteggiamento del PLI. Com– prendiamo le ragioni tattiche e strategiche che ancora .una volta sembrano spingere Malagodi sul terreno delle dilazioni e dei compromessi.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=