Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

t, LA MATER ET M GISTRA ~~ GIUSTIZIA SOt;IALE ed ISTITIJZIONI EfJONOMifJDE (Il) La Giustizia sociale è la virtù che indirizza gli atti esterni di tutte le virtù al bene comune. Nella concezione cristiana della società, co– me l'ha espressa in termini di valore universale S. Tommaso d'Aquino, l'uomo è così ordinato al vivere sociale che tutti gli atti buoni sono ordi– nabili e ordinati al bene comune e tutti gli atti contrari a virtù introducono una realtà di disor– dine nella vita civile. Il bene ed il male sono un fatto sociale. anche se compiuti nel segreto: lo uorrìo non è mai solo. Certo, la giustizia sociale è una virtù specifL ca ed ha t:n suo oggetto proprio: la giustizia so– ciale. virtù che ordina I 'uomo a dare il suo al bene comune è direttamente e propriamente in causa quando un cittadino viola le leggi, non paga le imposte. si sottrae a quei doveri di dedi– zione. di obbedienza e di sacrificio che la società necessariamente ed apertamente esige. Ma que– ste obbligazioni hanno un'ampiezza non deter– minabile. L'uomo è per natura orientato verso il Bene: ed il Bene gli si manifesta concreta– mente nella vita come bene comune. Perciò il mondo classico ha espresso come maggior pre– ~tto di giustizia e di virtù· il " dulce et decorum pro patria mori "· S. Caterina da Siena, che unisce sempre la più alta espressione spirituale ad un concreto insegnamento morale, sostiene che l'uomo è te- Lo STATO v ginobianco nuto a dare tutto a Dio, da cui tutto ha avuto: ma non potendo beneficare l'Autore di ogni be– ne, deve rivolgere al prossimo la stessa dedizione e prontezza al beneficare cui solo Dio ha rigo– roso diritto. E' il principio da cui dipende la virtù della giustizia sociale o, come la chiamava S. Tommaso, della giustizia generale: la virtù che ordina tutto l'uomo ed ogni sua azione al bene comune, sia direttamente per alcune mate– rie, sia indirettamente per ogni altra. La dottrina classica e cristiana della virtù, e quindi quella della giustizia sociale, si trovano su un piano diverso delle antitesi moderne dì li– beralesimo e di collettivismo: su un piano diver– so e non su un piano di mezzo. La dottrina so– ciale cristiana è spesso malservita da cattive presentazioni: e questa di esser presentata come una via di mezzo, la espone alla ripetutissima accusa di eclettismo e di « senno del poi ». Indi– vidualismo e collettivismo prescindono dalla li-– bertà umana: e nel loro materialismo, esplicito od implicito, riconosciuto o velato, esse partono dall'affermazione che l'azione umana è governa– ta da leggi necessarie come quelle fisiche: il tor– naconto individuale o la dialettica sono momen– ti oggettivi e necessari, in cui la libertà :vale so– lo come illusione della coscienza. La dottrina sociale cristiana rimane invece fedele all'affermazione della libertà umana: per-

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