Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

FRODI INTELLETTVALI E' noto come l'« intellighent– zia » nostrana stia alacremente rivedendo la storia dell'Italia moderna E> contemporanea al fi– ne di darne un'interpretazione conforme alle vedute e agli in– teressi del social-comunismo. Personaggi ed episodi vengono misurati sul letto di Procuste degli schemi marxisti e ridi– mensionati di conseguenza. Nessun movimento, nes5una manifestazione politica o cuitu– rale si salva dal vaglio di que– sta critica, condotta con una larghezza di mezzi di cui nes– suno studioso che non svolgesse un piano preordinato - come quello social-comunista potreb– be disporre. Tutto quanto con– trasta con la dimostrazione del– l'evo!versi della società italiana verso il social-comunisrr.(o, vie– ne liquidato come << anti-stori– co » e reazionario. Viceversa, ciò che può in qualsiasi modo servire a tale dimostrazione, lo si assume come un dato positi– vo, la cui validità è condiziona– ta, appunto, alla relativa capa– cità di contributo nei confronti della storiografia marxista. Una delle figure che i marxi– sti hanno preso in maggiore considerazione a questo riguar– do è quella di Piero Gobetti. E non da oggi. Sin dal 1948, in– fatti, Einaudi pubblicò la r.i– stampa de La rivoluzione libe– rale con una introduzione di Umberto Morra che sottolinea– va l'attualità e l'utilità della le– zione gobettiana, anche se nel– lo stesso tempo non mancava di Lo STATO b1bl1otecaginobianco notare. con accorta cautela. quelle che dal punto· di vista marxista erano (e sono) le sue insufficienze (« La storia dei vent'anni - scriveva fra l'altro il Morra - ha provato che l'in– terpretazione marxistica dei fe– nomeni politici era più valida di quanto allora Gobetti pen– sasse »). Nel 1951 seguì Coscien– za liberale e classe operaia, una antologia di articoli e saggi po– litici del Gobetti raccolti e pre– sentati da Paolo Spriana. Que– sti due lavori furono i primi di una lunga serie, avente lo sco– po preciso di mettere in eviden– za, attraverso l'opera di Gobet– ti, il rapporto di conseguenzia– lità, come tra due fasi successi– ve di un unico processo, tra il liberalismo radicale e il marxi– smo, e quindi di confermare implicitamente la validità di quest'ultimo in quanto fase più avanzata e « matura » di tale processo. Due recentissime iniziative di editori comunisti mirano ura a raccogliere i fili e a dare un senso unitario al lavoro degli anni trascorsi. Feltrinelli ha pubblicato Le riviste di Piero Gobetti, un denso volume an-– tologico che si avvale di una lunga introduzione divisa in due parti: l'una, storico-politi– ca, è dovuta al deputato socia– lista Lelio Basso; l'altra, lette– raria, è di Luigi Anderlini. L'in-– troduzione del Basso, tuttavia. è manifestamente la più ambi– ziosa. Egli cerca di inquadrare la figura di Gobetti nel clima politico e culturale dei suoi tempi, ma lo fa con troppo po– co equilibrio per non scoprire, suo malgrado, il giuoco. Il qua– le consiste nel voler dimostrare che Gobetti avrebbe rotto ogni legame col mondo. della politi ca e della cultura liberale e sa– rebbe sboccato in una posizio– ne apertamente marxista, se la morte, che io colse nel 1926 ap– pena venticinquenne, non glie– lo avesse impedito. Il Basso e– salta la genuinità del sentimen– to rivoluzionario di Gobetti e ne addita la riprova nel distac– co di lui e delle sue riviste da Prezzolini e dalla « Voce »: e non si accorge che tale distac– co, semmai, dimostra proprio il contrario. Valida e coerente, in– fatti, fu la posizione di Prezzo– lini, il quale comprese che non era possibile una vera rivolta ideale se non facendo tabula rasa di tutta la paccottiglia progressista lasciata in eredità dal secolo passato; laddove Go– betti finì invece col farsene pa– ladino strenuo e convinto. Lo intento apologetico del Basso è palese: egli registra, è vero, con diligenza, quelli che considera i limiti del contributo di Go– betti alla causa marxista; ma entro tali limiti, mira ad avva .. lorare al massimo la sua «aper– tura ,, al mondo social-comun1- sta mediante l'esaltazione più smaccata della sua opera. Ma la perorazione bassiana non convince, perché false sono le premesse su cui si fonda. Non diversa deve essere la conclusione di chi valuti con eguale assenza di pregiudizi la altra iniziativa editoriale cui abbiamo accennato: gli Scritti politici, pubblicati, a cura di Paolo Spriana, da Einaudi, che •ha intrapreso con questo volu– me la pubblicazione dell'Opera omnia di Gobetti. Nella lunga (e prolissa) introduzione dello 29

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