Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

d'Europa, fino alle ultime ore di guerra. E i « commandos ,, britannici, i « rangers " ameri– cani, gli « arditi " italiani? Dovunque, durante tutto il corso dell'ultima guerra, si è dimostrato che i fronti venivano effettivamente tenuti non da tutte le unità schierate, ma principalmente dai reparti speciali che occupavano i tratti stra– tegicamente più importanti, o accorre:vano a tamponare le brecce aperte dagli attacchi avver– sari (si ricordi, in particolare, la campagna di Russia). Altra considerazione. L'Italia entrava nella seconda guerra mondiale con 73 divisioni. Di queste, ne venivano impiegate 12 contro la Ju– goslavia e 24 contro la Grecia (una piccola parte di queste erano poi inviate in Russia) e mai più di 9 sul fronte libico--egiziano. Se si tiene conto che le campagne balcaniche termina:vano nello aprile •1941, si deve concludere che per tutto il resto della gue:ra (due anni), l'Italia non impe– gnava mai più di 12-18 divisioni contemporanea– mente su tutti i ~ronti di guerra. Essendo dun– que queste le nostre esigenze di allora, se in luo– go delle 73 divisioni male armate e qualitativa– mente scadenti, l'Italia avesse avuto un. esercito di mestiere di sole 25 divisioni - tipo paraca– dutisti - avrebbe saputo risolvere la guerra nel Mediterraneo in breve tempo, senza l'aiuto di Rommel e del suo ,, Deutsche Afrika Korps "· Oggi, un esercito moderno deve possedere un altissimo grado di tecnicizzazione. Non si richie– de più ai soldati di avanzare a passo di carica, spalla a spalla, fermarsi, sparare, riprendere il movimento, compatti, a baionetta innestata, ti– po falange macedone. Oggi il soldato deve agire d'iniziativa, talvolta isolato dagli altri combat– tenti; e deve anche conoscere alla perfezione il funzionamento di armi e di ordigni sempre più complicati. L'impiego e la manutenzione di mo– dernissime armi automatiche, automezzi, carri àrmati, apparecchi radio e radar, missili. non si possono apprendere nello stesso poco tempo che bastava, in passato, a soldati che dovevano semplicemente imparare l'uso di un fucile ad ago (oltre tutto, va ricordato che la ferma di al– lora ~ra molto più lunga di quella odierna). Poi, sempre a causa della tecnicizzazione avanzata, è necéssario accrescere, in proporzione alla trup– pa, il numero degli ufficiali e dei sottufficiali: perché sono cresciute, in confronto ai semplici reparti fucilieri, le unità munite di armi specia– li, che non possono essere co;rnandate da un gra– duato. 22 ecaginobianco Dunque, l'adozione di un esercito di mestie– re non porta con sè - come qualcuno forse po– trà pensare - una grossa falcidie nei quadri. Con l'esercito di mestiere viene ridotto il nume– ro degli uomini sotto le armi; :ridotta. per essere più chiari, la truppa; non necessariamente, in– vece, il numero degli ufficiali e dei sottufficiali. Anzi, le unità organiche lo vedranno crescere in proporzione; così come crescerà per il neces– sario perfezionamento dei diversi tipi di scuole di addestramento militare, che dovrà adeguarsi alla nuo:va esigenza, cioè curare la formazione di combattenti più preparati. Ma è tempo di concludere. Concludere let– teralmente, cioè 1, chiudere il cerchio », ritor– nando alla tesi d'inizio. Perché l'esercito di me– stiere? Perché è il solo modo, pe:r un paese dalle risorse limitate, di possedere un buon eserdto.

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