Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

LA "MATER ET M GISTR ~~ VALORE E SIGNIFICATO DELLA SOCIALE DOTTRINA CRISTIAN.A 1< Gli interventi della Chie::;anella nostra e– poca nel campo sociale e anche in quello poli– tico hanno preso una tale ampiezza che non so– no più sufficienti a giustificarli le due ragioni tradizionali: la sua autorità, in nome della mo– rale. su tutti gli atti personali dei cristiani, lo obbligo che essa ha di difendere i diritti di Dio conro i suoi avversari e contro le intrusioni del potere civile. Nei nostri giorni, la Chiesa cattolica riven– dica una vera competenza nell'edifl:care la co– munità umana: essa è persuasa che il suo ruo– lo non è soltanto di comandare ai suoi figli e di imporre loro dei divieti: essa crede di avere una funzione da svolgere nella trasformazione pro– fonda e rapida che l'umanità subisce su tutta la terra e che essa potrebbe essere un fattore di equilibrio, e di armonia. E' un insegnamento diventato corrente presso i papi moderni davanti allo spettacolo delle piaghe di cui soffre la società, che la Chie– sa, senza alcuna diminuzione della sua missione soprannaturale, ha un compito umano da com– piere, per la felicità diretta dell'umanità. Essi hanno la certezza che la Chiesa deve attendere questa grazia dì essere capace di estrarre, dalla legge naturale e dal diritto delle gen,tì, dei prin– cipii e delle regole di condotta per tutte le na– zioni, suscettibili di generare tra gli uomini il • regno della sicurezzà, della concordia e della pace>>. Così Mgr. Chappoulie, :vescovo d'Angers, in un sermone pasquale del '55. E questa riflessione nasce dalla semplice constatazione della natura del magistero socia– le dei Papi, a partire da Leone XIII e dal peso Lo STATO b ~inobianco (I) crescente che questa parte ha avuto in propor– zione ad altre nell'insegnamento pontificio. Si può dire che Pio XII rappresenti una fi– gura chiave in questa evoluzione. Il compianto Pontefice più di ogni altro volle sottolineare la capacità della Fede di giudicare ogni cosa in funzione di se stessa e mostrare come i principii cristiani fossero capaci di guidare, in ogni cam– po, al ritrovamento delle giuste soluzioni dei problemi civili. Alcuni teologi hanno introdotto un nuovo termine, in riferimento ai poteri del– la Chiesa e, tra la potestas directa sulle cose spi– rituali e la potestas indirecta su quelle tempo– rali, hanno parlato di una potestas directi:va. Mentre il termine di potere indiretto quali– fica immediatamente la potestà di giurisdizione e indica i modi e i casi in cui il potere eccle– siastico ha titolo per obbligare il potere civile, la potestas directiva sembra qualifi.care più di– rettamente il magistero e indicare piuttosto un riflesso permanente e ordinato della sapienza cristiana sull'ordine civile che non un atto di intervento giurisdizionale, creatore immediato di obblighi o annullatore di essi. E tale tipo di intervento della Chies.a nel– l'ordine civile appare oggi fondato su due ordini di fatti del nostro tempo: - da un lato, il fat– to che la società umana appare sempre più co– me opera dell'uomo, nel senso che l'incidenza della scienza e della tecnica hanno diminuito il peso della necessità puramente fisica sull'uo– mo e consentono un margine sempre più ampio di scelte nuove e di per se libere innanzi alla società umana. La società umana assume un peso nuovo nella :vita del singolo, sostituendo il tipo di condizionamento fornito dalla natura materiale nell'età pretecnica. L'aumento dello

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