Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

bi spazio di responsabilità della società umana è tale che esso può essere sostenuto positivamen– te soltanto da un nuovo e più ricco contributo della Verità e della Grazia di Cristo; -- inoltre non si può purtroppo non rico– noscere che la conoscenza della Fede è profon– damente diminuita tra i popoli cristiani ed è spesso scarsa anche in persone di impegno pub– blico cristiano. Oggi dunque la sapienza della Chiesa nel– l'ordine civile è un· mezzo di apologetica forse determinante. La legge naturale è anch'essa << pedagoga » a Cristo: e il ricordo ed il richia– mo alla .legge naturale può essere non solo un richiamo a coloro che vivono praticamente sot– to il suo regime nei paesi cristiani in uno stato di ignoranza invincibile della Fede ma anche e soprattutto in coloro che vivono formalmente sotto il suo regime, cioè i popoli pagani chia– mati oggi a diventare parte a pieno ruolo della politica mondiale. La «Mater et Magistra», con l'ampiezza del suo intervento, il carattere di indicazione e di suggerimenti in vista dell'instaurazione effetti– va di un ordine civile giusto, il continuo rife– rimento ai problemi istituzionali di là delle e– nunciazioni strettamente limitate al campo dei principii morali, .l'amore per l'esatta descrizione dei problemi con gli stessi termini tecnici co– munemente usati, continua il magistero di Pio XII nella medesima linea, con il medesimo spi– rito. Fin da ora ci interessa così notare la conti– nuità assoluta dell'Enciclica con tutti i docu– menti pontifici che l'hanno preceduta. Le tesi e le offerte di soluzioni della Chiesa per rispet– to alla questione sociale moderna sono nel se– gno della perfetta identità e continuità con se stessa. La dottrina sociale cristiana Svolgeremo in questo primo articolo alcu– ne considerazioni sulla dottrina sociale cristia– na, sulla sua natura e sui suoi caratteri così co– me sul suo significato propriamente cristiano ed ecclesiastico, alla luce di quello che la << Ma– ter et Magistra » dice su questo argomento co– sì importante, che qualifica poi tutto il conte– nuto dell'Enciclica e della dottrina. In altri ar– ticoli esamineremo poi i singoli punti. La Chiesa è portatrice e banditrice di una concezione sempre attuale della convivenza, il 12 caginobianco Magistero della Chiesa ha enucleato, con la col– laborazione di sacerdoti e di laici illuminati, specialmente in questo ultimo secolo, una dot– trina sociale che indica con chiarezza le vie si– cure per ricomporre i rapporti della convivenza secondo criteri universali rispondenti alla na– tura e agli ambiti diversi dell'ordine temporale e ai caratteri della società contemporanea e per– ciò accettabili da tutti. « E' però indispensabile, oggi più che mai. che quella dottrina sia conosciuta, assimilata, tradotta nella realtà sociale in quella forma e in quei gradi che le varie situazioni .acconsen– tono o reclamano: compito arduo ma nobilis– simo, alla cui attuazione invitiamo con appello ardente non solo i Nostri Fratelli e figli sparsi in tutto il mondo, ma anche tutti gli uomini di buona volontà. Riaffermiamo anzitutto che la dottrina so– ciale cristiana è parte integrante della conce– zione cristiana della vita .... Ci preme esortare ad estendere l'insegnamento come forma sistema– tica e con corsi ordinari in tutti i Seminari e a tutte le scuole cattoliche di ogni grado. Va inol– tre inserita nei programmi di istruzione religio– sa delle parrocchie e delle associazioni di aposto– lato dei laici... ». In questo testo è chiaramente affermato il principio che « la dottrina sociale è parte tnte– grante della dottrina cristiana ». Questo indica con chiarezza che le Encicli– che fanno parte del magistero ordinario della Chiesa e hanno quindi titolo, secondo la natura delle affermazioni in esse contenute, all'assenso di fede o all'obbedienza dei cristiani. Il carattere di per sé naturale dell'oggetto di tali atti del magistero non pone la dottrina so– ciale su un piano diverso per rispetto ad altri settori della dottrina della Chiesa. In questa par– te della dottrina cristiana il giudizio sui fatti as– sume certamente un peso più rilevante che in altre parti di essa. Il J?lapa è ben conscio di que– sto quando afferma che la Chiesa « è portatri– ce di una concezione sempre attuale della convi– venza >>. E questa visione non si ferma ai prin– cipii, altrimenti non potrebbe essere sempre at– tualmente applicabile: mentre è proprio questo che il Papa intende dire. Tanto è vero che l'En– ciclica distingue tra i princip-ii della concezione e la concezione tanto è vero che essa si riferi– sce alla dottrina sociale cristiana come a qual– cosa che si è elaborato più specificatamente a partire dall'ultimo secolo. E si dice inoltre che essa << indica con chiarezza le vie sicure per ri-

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