Lo Stato - anno II - n. 19 - 10 luglio 1961

b LETTERATURAE POLITICA ••Il MENABO'•• AGONIZZA? Ogni tanto i comunisti sbagliano. Però_ appena si accorgono dell'erro– re vi pongono rapirlamente riparo (contrariame,n,te ad altri movimenti politici che, non <Il[Jlplican:do allo sohema d·ella loro organizzazione partitica il mezzo verifeoafore della autocritioo, nell'errore sono indotti a perseverare). E' accaduto così che nel giugno 1959 la Casa Editrice Einaudi, ohe della prese,nza rrvarrxi– sta nel mon'do della ·cultura è s.tata W1VO degli strurrne,n,ti più qualificati prima del fiorire delle recenti ini– z.i'at.ive editori:ali p 1 iù direttamente controllate d·al PCI (delle quali par– leremo in una apposita nota), ha a.tfid)ato alle cure dei due santoni i~tellettuali della. simistra, Vitt'orini e Calvino, la pubblicazione di una rivista e ,col1a1na1-et-t,erar-i.a 'dal sug– gestivo titolo di << Il menabò », titolo scelto, dicorno nel primo numero i dwe direttori; norn in base ad un valore embfematico ma perché si tratta di un nome leg,ato ad ·una idea di furuMonalità, e rapido e alle– gro di 'SUOl[l(),. A colla;barare, come gregario, alla opera dei due «grandi» venne chiarrnato il giovane Raffaele. Crovi U. qua.le , provenendo dalle file degli attuali dirigenti dei Grupp-i Giova– nili della D.C., aveva ottimo titolo per tanto incarico. Gli scopi della iniziatiùfJ, erano quelli della scoperta di nuove. ener– gre nlN. campo della letteratura, e naturalmente la loro acqui.sizione 28 ..,caginobi~r· co al.la sfera della cultura laica e quin– di marxista. Oggi, dopo la pubbli– cazione di soli tre volumi in un pe– riodo di venticique mesi, « Il m-ena– bò » sembra definitivamente morto. Dichamo sembra, perrché non vor– remmo c·he la penn,a fosse tradita dalla speranza. E' però e.erto che l'ìniztativa è praticamente falliva e che tale fallim,ento riveia e ùn er– rore di valutazione da p.arte del PCI e la sua capacità a rinuncvare a proseguire la vi!a sbagliata. Che la collana appa,rtenesse alla diretta sfera d'influenza comuni,sta risulta tra l'altro dall'apparire tra i collaboratori di Sereni, Fortini. e di qwel M'ichele Rago che fu pure d:e– gno aUitVlf'e di testi di giornali<Smo per le scuole del PCI, oltre che dal tipo di ietteratura • o,spitata nei tre voi!umi. Perchè « Il menabò », se norn è ,morto, agonizza? Credia,mo a causa della convergenza di dwe diversi motivi. Il primo è che •con ogni pro– babilità è mancato alla collana l'ali– mento principale, cioè la co•llabora– zione dii nuovi autori che accettas– sero l'impostazi•one data alla colla– na; ciò farebbe ben ,sperare per quei giovani che hanno da poco im])u– gnata la penna. Il secondo è che iÌ parttto comunilsta, dal '59 ard oggi, ha comrpriuto purtrO']J([Jograndi pro– gressi tra gli intellettuali, assumen– do e dando forma a tutti gli att,eg– giamenti di critica e di rivo:Ua che gerrrvogli,a,no tra di essi.i; pe1T'tanto il PCI norn ritiene p.iù neee'ssa1rioma.– sohe,ra:re gen-ericamente le pro,prie inizi1ative, in quanto preferisce anzi qualificarle con -chiarezza al fine di ac.cresce:re il proprio potenziale di spinta. E' peraltro logico che la po.litica cu.zturale del PCI abbia assunto questo indirizzo, .in un mo,meriito in cui la linea dem-0crati'ca accop– pia il più a;s,soluto disprezzo per le intelligenze al vuoto completo di idee e di contenuti in ogni momen– to del propri-o agire. Quando anche i cattolici accett.ano, come forma– ziorne po.Utica, lo storicismo, non può non rivelarsi fatalmente più forte, più capiace di suggestion,e e di at– trazione Za vision.e marxist,a del mondo che dà ad ogni uomo l-a pie– nezza della aprpartenenza. ad una storia che porta l'umanità alla fe– lkità terrena. Solo una dottrina può levarsi co:n1Jro l'errorre comuni– sta e proclamare la Verilà, ma bi– sognerebbe che i suoi portatori non fossero i politioi dell,a furbizia, della seduziooe, degli affari. Quando abbianno detto ohe 'Vl PCI aveva, con « Il menabò », com,messo un errore di valutazione, volevamo dire ohe esso non si aspettava di poter tanfo pre,sto assumere il ruolo primario che, rienvpiendo un vuoto preesisternte, hit; potuto cornseguire. Ci sembm però ohe ad esso abbia saputo facilmen-te e imco:ntrasta– tamente GJdeiguarsi. A'LESSA:NDRODI G<A:BRliE·LE

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