Lo Stato - anno II - n. 19 - 10 luglio 1961

bi Hesise si potrebbe definire, in questi tempi malsani e tempesto– si, come l'espressione del perfet– to contrario dell'utile idiota. Non è .facile tTasformare in un « fian– cheg;giatore » un uomo che scri– ve queste parole: « Secondo la mia e$perienza, il nemico peg– gio;re e più rovinoso per gli uo– mini è l'impulso verso il collet-· tivismo, fondato sulla ipi,griziadi .pensare e sul bisogno di tran– quillità». H destino dell'uomo è quello di Josef Knecht, il prota– gonista del « Gioco delle perle di v,etro », ehe ce:ma la isua via per Castalia, il luogo della pace spi– rituale, disdegnando le « riiforme di ma:ssa » di cui, invece, si oc– cupa Designori, il demagogo, •senza alcun costrutto. Onde ,la « faticosa .e insioora posizione sociologica e morale dell'autore moderno nei confronti della so– cietà, la quale poi quasi non esi– ste più da che la nostra umani– tà è degenerata, o dn Uilla ma;ssa uniforme e senza volto, o in mi– lioni di sinigoli individui acco– munati soltanto dall'angoscia o dal desiderio ». ,Scetticismo, dunque, nene isti– tuz.ioni e nei popoli; fede nei singoli individui. « Un destino umano pienamente ·vis·suto non è qualcosa di meno, ma qualco– sa di più che un qualunque de– stino di massa. Se da un aero– plano di Hitler mille persone vengono contemporaneamente mitra,gliate, arse o uccise .con il gas, è orribHe, ma sen2'!asenso, è come un terremoto, una ma– reg,giata o una carestia, è un de– stino di massa meccanico, e non può avere né per il nostro cuoTe né peT il nostro spirito, l'impor– tanza che ha il destino di un uomo solo, unico e pienamente vi<ssuto». E ancora : « Io credo che ,il nostro occidente sia nella quarta età e che Shiva ,già dan– zi sopra di noi; credo che quasi tutto crollerà. Ma credo anche che ricominc&à da principio, e gli uomini si rimetteranno pre– sto ad accendere i fuochi sacri– ficali e ad erigere santuari». La filosofia. di Hiesse ha ori,gi– ni orientaM, dell'Oriente ancora tradizionale di Gandhi e di Ra– makrishna; egli stesso si con- fessa spiritualmente più leg·ato all'India che alla Germania. Lo apologo dell'EU!ròpeoche, salvato dal nuovo diluvio universale suecediuto all'ennesima guerra, rimane però senza compagna, e sarà quindi costretto, per propa– g,arsi, ad immergersi nel mondo della g,ente di colore, spiega la posi~ione di Hesse a questo ri– guardo. Ma oggi, anche quell'Oriente è scomparso, ingoiato dal collet– tivismo. Per questo la problema– tica di un grande isolato come Hiermann Hesse può coincidere, attualmente, con la problemati– ca di tutto il mondo libero. Chi di noi non si sentirebbe di sotto– scrivere le parole che forse co– s1:Iituiranno il testamento ,spiri– tuale di Hesse: « Le mie opere son tutte senza intenzioni, sen– za « tendenze ». Mà se ripensan– doci vi c&co un stgnifrca to co– mune, vi trovo ipropr,io questo ... esse possono venire i:ntese come una difesa (e a volte anche co– me un'invocaZlione di soccor– so) della ;pernonalità, dell'indi– vidlllo?». GIOV.AlNNI ,D'A·LOE I lettori chè intendono sottoscrivere l'abbonamento alla rivista potranno intestare Assegni o Vaglia a « LO STATO» -via Rasella, 6 - Roma Lo STATO nobianco 27

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