Lo Stato - anno II - n. 19 - 10 luglio 1961

bi POLITICA ECONOMICA LA BILANCIA ·DEI P"AGA MENTI La bilancia dei pagamenti e la si– tuazione delle esportaztoni italia,:,,e comincia a destare delle gravi preoc– . cupazioni. Il continuo aumento delle importazioni nonché gli investimenti pubblici e privati all'estero hanno causato nei primi 4 mesi del corrente anno un passivo che è aumentato ri– spetto al precedente periodo dell'anno scorso del 22,2% passando da 225 a 274 miliardi di lire. A causa del con– tinuo a1tmento delle importazioni che ammontano ormai a 1081 miliardi annui contro 806,4 miliardi di espor– {azioni si può ritenere che il passivo di quest'anno nella bilancia dei pa,. gamenti raggiungerà un nuovo record. la espansione degli scambi verso i paesi del Mercato Comune, i quali hanno inviato il 27,9% dei- beni im– portati dal1'Italia ed hanno asser– bito il 30,7% delle esportazioni com– plessi-ve del nostro paese, si è dimo– strata notevole. Il saldo passivo a sfa– vore dell'Italia nei confronti dei pae– si del MEC è aumentato, rispetto allo anno scorso, da 29,4 a 53,6 miliardi di lire. Il saldo passivo dell'anno· scorso, per quanto riguarda i paesi dell'EFTA che si era chiuso con 7,4 miliardi di lire si è trasformato in un lieve saldo attivo di 7,8 miliardi essendo le espor_– tazioni passate a 165 miliardi contro i 161,7 di importazioni. • Un altro fatto notevole, che può 8 ecaginobianco avere conseguenze sul piano politico è che il saldo passivo italiano con i paesi dell'Europa Orientale è salito da 20,6 a 28 miliardi di lire .italiane per un volume di scambio di 104,8 miliardi di lire. Nei confronti della Unione Sovietica, poi, il saldo passi– vo si è raddoppiato passando da 9 a 18,9 miliardi di lire poiché mentre le esportazioni italiane sono dimi– nuite da 16,9 a 14,6 miliardi l'Unione Sovietica ha aumentato le sue espor– tazioni verso l'Italia da 25,9 a 33,5 miliardi. Tale deficit riguarda sopra– tutto la importazione di petrolio dalla Unione Sovietica e dimostra i grossi vantaggi che l'URSS ha tratto finora da questo commerciò. Nei confronti dei paesi trans-oceanici l'/ talia ha proseguito la sua . politica di libera~iz– zazione con. risultati; però, che lascia– no molto perplessi. Complessivamente, il volume degli scambi con i paesi d'oltremare è passato da 438 a 499,2 miliardi e le vendite italiàne sono sa– lite da 263 a 274,2 miliardi : pertan– to il saldo passivo a danno dell'Italia è cresciuw da 174,5 a 225 miliar-ii di lire. I maggiori aumenti nelle espor~ zioni italiane si sono avuti nel settore dei prodotti finiti ed iri particolare gli strumenti di precisione, dell'in– dustria chimica, dell'industria mec– canica e dell'industria dell'abbiglia– mento. D'altro_ lato però !'tlSportll2!ione di prodoui agricoli hanno subito una diminuzione del 35%, con una dii.mi– nuzione di valore ,del 15 %,. In tal modo perciò il deficit deUa bilancia dei pagamenti italiana è sa– liw nel primo trimestre del '61 a 59,8 milioni di dollari che rappresent,g un sostanziale peggioramento rispetto alla situazione dell'anno precedente. Per– ciò nonostante l'andament,o favorevole delle partite invisibili, specie per quanto riguarda il turismo e le ri– messe degli emigranti, l'Italia ha chiuso il primo trimestrè del '61 con una diminuzione di 144 milioni di dollari delle sue riserve che ·risultano così intaccate per la prima volta dopo il favorevole andamento degli ultimi anni. Dalla situazione brevemente rias– sunta in queste note possono trarsi alcuni istruttivi insegnamenti. • Innanzi tutto la situazione delle esportazioni dei prodotti agricoli è veramente gravissima e viene a col– pire uno dei settori più in crisi della nostra economia. Mentre la concor– renza degli altri paesi specie per quanto riguarda i prodotti di origine mediterranea si fa più forte l'assoluto abbandono in cui il governo ha la– sciato gli agricoltori, specie nel mezzo– giorno d'Italia, comincia a dare le sue gravi conseguenze. In secondo luogo appare evidente che nonostante le buone prestazioni della nostra in– dustria sul mercato internazionale oc– corre da parte del governo una poli– tica cauta • ed un'amministrazione se– ria che impedisca ogni benché mini– ma indulgenza alla demagogia sia nella politica economica interna che in quella internazionale. D'altro lato appare che occorre get– tare un po' d'acqua sul fuoco del pre– teso miracow· economico italiano. In realtà se il nostro paese ha avuto un · poderoso sviluppo del settore indu– striale dovuto principa1mente aid una attiva e dinamica classe. imprendiito– riale, laddove si richiedeva un'accor– ta politica da parte del governo, co– me nel settore agricolo, si è avuto in– vece il più completo assenteismo.

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