Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

Naturalmente il compito di fare il coperchio al ribollente pentolone del di– battito sull'Unità è spettato - come bu– rocrate responsabile del settore - a Mario Alicata, il quale ha esordito in modo malinconico e scoraggiante: «Sul dibattito di cui mi si chiede ora di cer– care di trarre le fila, vorrei in primo luogo fare alcune considerazioni preli– minari che non mi sembrano super– fiue..... l> (fint~ stile obiettivo - se Ali– -cata vuole fare delle considerazioni, le faccia, senza giustificarsi pleonastica– mente - che tradisce l'imbarazzo di ,chi in realtà è l'accusato numero uno ed invece è costretto a far la parte del .solone). Nell'intervento del supervisore non è mancato il patetico invito ai compagni intellettuali a smetterla per sempre « con la tendenza a frantumarsi in grup– petti di gusto che pensino solo a spa– -ra1·sivicendevolmente a lupara l>. Ma -Ovviamente non bastava, occorreva con- trapporre idee a idee, tesi a tesi. Nelle -critiche dei contradditori si nascondeva un'insidia sottile quanto pericolosa; si tradisce la coerenza ideologica - essi -dicevano - se si elogiano i letterati e gli artisti decadenti solo perché sono re– spinti dagli oscurantisti e dai clericali: la tesi induce a supporre che in fondo anche i « clericali l> e gli « oscurantisti l> hanno le loro buone ragion\ nel ripu– diare certo marciume, e che quindi nelle loro scelte sono guidati da giusti e sani intendimenti. Manicheismo e falsa dialettica A questa insidia Alicata ha replicato grossolanamente ricorrendo al tipico manicheismo laico della falsa dialettica marxista: se gli oscurantisti ed i cle,i– cali si agitano tanto contro le opere di Pasolini, di Moravia, di Testori, signifi– ca che si tratta di merce utile per la ri– voluzione, quindi nausee e pudori sono fuori posto a meno che non si voglia diventa,re alleati della reazione. Ancora una volta, dunque, Alicata ha dimo– strato di quale lucida indipendenza di Lo STATO bibliotecaginobianco giudizio siano fornite l'intelligenza e la cultura comunista. Nel suo lungo intervento (diviso in due puntate) Aficata ha praticamente ripetuto innumerevoli volte lo schema dello stesso circoletto vizioso. I suoi contradditori si erano lamentati della invadenza della tematica sessuale, ed egli risponde: « occorre energicamente respingere il tentativo clericale di pre– sentare come indice di corruzione l'ac– quisizione da parte delle grandi mass! popolari italiane di una mentalità più libera da certi ipocriti e immorali tabù tmdizionali nei confronti di numerosi fatti di costume l>. A parte il fatto che non sappiamo quanto le opere di un Pasolini e di un Testori (i più criticati nel corso del dibattitto) interessino le « grandi masse pvpolari l>, e se non ab– biano invece l'effetto di acquisire ai ceti medi costumi volgari, risultano comun– que inconcludenti le banalità psicanali– tiche del linguaggio di Alicata: rimane solo l'assioma che un qualsiasi « tenta– tivo clericale l>, in quanto tale, va re– spinto. Tuttavia Alicata spiega più sotto che c'è differenza tra morale cattolica e morale marxista - la prima essendo « metastorica l>, cioè fissa nel tempo, e la seconda « storica l> ossia relativa - per cui è difficile intendersi. Evidente– mente secondo il burocrate del PCI chi aveva protestato contro la sesso-mania letteraria era affetto dalla perfida con– cezione etica dei cattolici, e non era ancora preparato al concetto di una mo– rale relativa che in verità può far molto comodo ai dirigenti politici, ma serve poco a chiarire le idee a chi vor:rebbe dedicarsi con entusiasmo ad una « cul– tura positiva l>. « Il conflitto tra posizioni progressive e posizioni reazionarie - conclude Ali– cata - più che mai si svolge all'interno stesso del tessuto tradizionale della cul– tura, e specie dell'arte, aprendo in esso crisi, provocando in esso rotture, svilup– pando in esso una serie pressocché infi– nita di contraddizioni. In questa situa– zione; per l'avanguardia pro.letaria di un Paese come il nostro, stare a predi– care la necessità del futuro avvento del– f arte nuova, e limitarsi nell'attesa alla mistica esaltazione dei pochi profeti che, in Italia e fuori d'Italia, hanno già pre– annunciato questo avvento, costituirebbe un caso tipico di massimalismo parolaio condannato al nullismo e all'impotenza. ln questa situazione, compito dell'avan– guardia proletaria è invece scegliere la strada, certo più difficile, di sporcarsi le mani, cioè di inserire la propria azione per il rinnovamento ideale nel vivo del tessuto tradizionale della cultura, e spe– cie dell'arte, compiendo all'interno di essa scelte molteplici, anche parziali, ma poste in modo tale che possano però fa– vorire, sempre e in più direzioni, lo svi– luppo di quelle crisi, di quelle contrad– dizioni, e possano suscitarsi, così, "ten– denze e correnti nuove e rinnovatrici >. Cultura corrotta e vittoria del partito Da questo aggrovigliato discorso non si capisce assolutamente quale nesso lo– gico e conseguenziale corra - da un punto di vista puramente artistico - fra le opere di certi scrittori decadenti con le quali è necessario « sporcarsi le mani> (ancora una volta gli utili idioti hanno quel che si meritano) e la possi– bilità di suscitare correnti sanamente rinnovatrici. I concetti di crisi, rottura e contraddizione diventano invece chia– ri se applicati a un discorso spregiudi– catamente politico: una cultura corrotta contribuisce allo smantellamento sociale che permetterà la vittoria del partito, il quale poi si affretterà ad « impcrre> burocraticamente il « rinnovamento >, come ha insegnato Krusciov con la sua recente, g:rottesca dichiarazione: « In una società socialista lo sviluppo della letteratura e dell'arte non avviene spon– taneamente ed in modo anarchico, ma è diretto con regolarità dal Partito >. Il senso rozzamente truccato delle pa– role di Alicata, insomma, si riferisce sempre a quello strumentalismo politico contro il quale erano insorti gli ingenui intellettuali intervenuti nel dibattito. Altrimenti, lo confessa lo stesso Alicata, vi è il nullismo e l'impotenza. La scelta non sembra attraente in nessun caso. FAUSTO GIAHFRAl-fCESC'HI 23

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