Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

nunciati, noi non sappiamo su che cosa sia fondato l'allarme dato che appare in– vece fuori della realtà. Vorremmo anzi aggiungere che i cedimenti che si deli– neano nel settore delle scuole materne, alle quali l'iniziativa dello Stato vuole sostituirsi a quella fin qui egregiamente svolta dagli enti e associazioni; in quel– le- delle borse di studio, negandole agli studenti delle scuole non statali; in quel– lo della scuola dell'obbligo, che non po– trà essere sovvenzionato dallo Stato se d'iniziativa non statale ed infine nel campo della scuola paritaria, dove dif– ficilmente si potrà ottenere un concorso di Sato per la spesa che il gestore non statale affronta, metteranno in serio pe– ricolo le istituzioni scolastiche cattoli– che. Tutto ciò frustrerà ancora una voi- ta l'ambizione che ha la scuola non sta– tale di poter vivere decorosamente, di poter pagare i suoi docenti che non svolgono un lavoro meno impegnativo e meno utile di quelli della scuola statale nell'interesse della collettività nazionale; di poter dare agli alunni anche di mo– deste condizioni la possibilità di fre– quentare la scuola stessa, ad evitare che essa diventi la scuola dei ricchi; la scuo– la di una classe sociale volendo essa es– sere accessibile a tutti. I nostri rilievi non debbono trarre in inganno. Noi non vediamo il problema della scuola in Italia sotto la prospetti– va limitata di una battaglia per acqui– sire alla scuola libera diritti superiori a quelli che competono in una ordi– nata visione della società nazionale, in- quadrata nella prospettiva di sintesi del– lo « Stato di diritto l>. La sottolineatura di certi aspetti del problema della scuo– la che stanno a cuore alla parte cattoli– ca, deriva dalla constatata incapacità di certi settori DC di combattere una baç– taglia aperta e decisa che prescinda dal– la piccola « politica delle cose », anche quando sono in gioco motivi stretta– mente legati alla più valida e perma– nente tradizione di lotta dei cattolici italiani. Dal che dobbiamo dedurre che se alla DC riesce difficile anche tale tipo di impegno, sul tema generale della «ri– forma della scuola» l'avvenire può ri– servare amare sorprese per il paese. Ma su questo tema torneremo in modo più approfondito ed organico al momento opportuno. LE TA1·TICHE DE "LA BASE,, Nicola Pistefli su « Politica » avverte gli on.li Moro e Fanfani eh.e la sinistra « di Base » è quasi giunta al limite di sopportazione della situazione che si è venuta a creare in seno alla « convergenza » per via dei ricatti di Mal.a– godi, e minaccia di mettere in agitazione le sue. schiere. Con quole obiettivo? Pistelli spiega che quando una o due della variopinta sinistra d.c. dovessero « diseppellire l'ascia di guerra », Moro e Fanfani potrebbero servirsi di tale gesto come alibi da presentare a Malagodì atto a giustificare i « necessarii » irrigidimenti avanti alle richieste liberali. Il discorso di Pistefli conferma il nostro giudizio di sempre sulla natura del governo « convergente ». Si tratta, cioè, di un governo inter-corrente della d.c., in seno al quale le varie correnti si considerano rappresentanti delle forze politiche che dall'esterno, in sede parlamentare, ne formano la maggioranza, e delle loro rispettive frazioni. Per cui, grosso modo, si può dire che Sullo rappresenta la Malfa; Scelba, Malagodi; Fanfani, Saragat; ecc. E poiché le stesse sono divise da contrasti non conciliabili di natura ideologica e programmatica, tali conttasti si ripecuotono all'interno del governo e ne paralizzano in tutto la vita. Dol che ne deriva la situazione assurda di un governo formato da esponenti di uno stesso partito, ma del tutto incapaci di esprimere una sua linea politica autonoma nella forma e nella sostanza. In un simile governo la pressione esterna delle correnti rappresentate non ha nessun senso, se no11 quello di un atto di slealtà. Attendiamo che l'on. Sullo dica chiaramente se concorda con il discorso di Ravenna dell'on. Fanfani. Lo STAto bibliotecaginobianco 13

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=