Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

Il dramma della Francia La altalena degli avvenimenti m Al– geria ed in Francia sembra definitiva– mente arrestarsi nel ritorno alla « lega- lità repubblicana ». • . Il pericolo di scontri armati che po– tevano estendersi al punto da sfociare in una guerra civile, è ormai superato dalla piega che hanno preso gli eventi. Questo sul piano militare. Ma quali saranno gli sviluppi politici della ri– volta di Algeri? Non possiamo, ora, chiaramente intenderli. Ci sono, tutta– via, gli elementi nuovi da rilevare e da porre alla base di considerazioni che ci mostrino il vero volto della Francia dopo quasi tre anni da quel famoso 13 maggio che portò De Gaulle alla testa del paese. Deve farsi risalire a quella data la prima ferma presa di posizione dei generali francesi contro il potere di Parigi, incapace di una tesi sull'Al– geria che non contraddicesse decenni di presenza francese sulla sponda del nord-Africa. Allora l'impresa ebbe un successo cla– moroso rinverdendo il mito del gen. De Gaulle e mutando i termini sostanziali della struttura politica francese. Si sanzionò la sconfitta del democra– tismo parlamentare della IV repubblica. La Francia ritrovò la sua unità morale che si espresse nel consenso plebiscita– rio a De Gaulle atteso come artefice della nuova politica francese, solutore dei problemi che il regime parlamen– tare aveva esasperato con la sua opera inconcludente. Si salutò in De Gaulle l'uomo· che era in grado di comporre le forze divise della Francia ed avviàrlc sulla via del rinnovamento alla conqui– sta di una moderna « grandeur » in ar– monia con la tradizione civile francese. Unità morale dei Francesi, quindi, in attesa di quell'unità politica che sola– mente De Gaulle avrebbe potuto creare affidandosi alla sua capacità mediatrice ed alle sue visioni della politica nata da una formazione prettamente tradi– zionalista. Il compito che si presentava a De Gaulle era di quelli che suggel– lano una grande personalità storica, per– ché, per primo, egli si trovava a tentare un nuovo corso della politica al di bibliotecaginobianco fuori dei binari in cui la storia sembra aver costretto, senza possibilità di altra scelta, il ritmo evolutivo delle nazioni europee, reazione e rivoluzione. L'inizio della politica del generale sembrava es– sere pari alle attese. Il nuovo assettò politico dato alla Francia è di: quelli che garantiscono un passo veloce alle realiz– zazioni più urgenti e periodi di studio e di riflessione per quelle più complesse e più ardite. Forte dell'unità morale dei francesi, compreso della sua missione, di arbitro dei destini della Francia, De Gaulle dette il via alla politica della V repub– blica. Lo fecè all'insegna della « gradua– lità » cioè con ima oculata scelta dei « tempi » e dei « modi» per il conse– guimento dei fini che si era proposto. Questo comportamento fu accolto con soddisfazione per l'opportunità che dava c;liplacare gli animi ancora accesi, per la serietà di programmazione che garan– tiva, per la possibilità che offriva di evi– tare gli attriti più acuti. La tensione nella stessa Algeria subiva una pausa di allentamento; l'FLN riduceva al mi– nimo la serie degli atti terroristici at– tendendo le nuove indicazioni del ca– po dello Stato Francese. Ma le indi,ca– zioni che tutti attendevano tardavano a venire, la «gradualità» cominciava a diventare indecisione, cominciava a ri– velare il suo contenuto pressoché vuoto di tesi politiche. De Gaulle tentava di destreggiarsi· con il classico colpo al. cer– chio ed uno alla botte, ma ri.on ~iu5CÌ ac! evitare uha prima scossa: all'unità morale ·che attorno a lui si era costruita. Nel gennaio del 1960 un ;tto grave di sedizione da parte ·degli stessi" eh~ gli pr.epararono la strada ·del potere, fu il primo segno della rivolta a più ampiè proporzioni che fu tentata il 22 aprile. Allora il mito di De Gaulle vinse anco– ra. Si capì, però, che l'unità morale si andava logorando perché non riusciva a sostanziarsi in una salda unità poli– tica. Pochi mesi. dopo, e precisame~e nell'ottobre, all'atto di rivolta dei La– gaillard e degli Oniz fecero eco vivaci manifestazioni di piazza delle sinistre, il manifesto dei 121 intellettuali, 1 e di– chiarazioni a favore del FLN di Sar– tre, il ravvivarsi della presenza comu– nista. Già da allora poteva dirsi che De Gaulle aveva mancato la sua occasione storica. Il lato positivo della sua opera si fermava al superamento della IV re– pubblica, nell'aver consentito il passag– gio da una forma di parlamentarismo imbelle e degenere ad una più moderna forma di reggimento civile. Ma di fron– te alla necessità di trasferire la fiducia del popolo francese· dalla sua persona alla nuova politica della Francia, si mo– strò chiaramente la sua incapacità. Pro– prio perché non seppe inaugurare una. nuova politica; egli indirettamente le– gittimò il riaccendersi delle passioni at– torno alle inconciliabili tesi della de– stra e della sinistra francese. La sua posizione di impossibile conciliatore a lungo andare si è dimostrata al di fuo– ri della realtà politica. Perciò la ri– volta di Challe, di Salan non ci ha colti di sorpresa. Essa ha sferrato il colpo fatale al mito di De Gaulle. La reazione e la rivoluzione si sono trovate ancora una volta di fronte; entrambe incapaci di ·una prospettiva nuova· perché en– trambe cozzano contro il senso della storia. Curiosamente in De Gaulle si espri– me chiaramente la contraddizione più profonda dei tempi: giunto al potere sull'onda della reazione, è stato costretto a difenderlo armando gli uomini della rivoluzione. I termini del dilemma re– stano tali, sterili ed incapaci di susci– tare le condizioni su cui possa poggiare la edificazione di un nuovo ordine ci– vile. La reazione ridotta a sussulti irra– zionali, la rivoluzione che vuole sov– vt"rtire l'ordine tradizionale si ripresen– tano nella realtà francese in un mo– mento altamente drammatico. La condizione di un loro superamen– to si può trovare solo nella risposta che si è in grado di dare agli interrogativi che riguardano la ripresa in Europa di una dinamica politica di rinnovamento decisamente anticomunista. ODDO Buccr 7

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