Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

I pompieri di Innsbruck Nell'era della "Convergenza,, tutto sembra possibile I pompieri Alto-Atesini vengono "addestrati,, m territorio straniero Alle cinque del mattino del 23 aprile scorso i cittadini di Sinigo, il piccolo borgo industriale a pochi chilometri da Bolzano, furono svegliati da una po– tentissima esplosione. Per la terza volta, nel volgere di pochi giorni, i terroristi alto-atesini facevano sentire la loro voce « al tritolo :.>, e solo per una provviden– ziale coincidenza questa volta non si è verificata una vera e propria ecatombe di vite umane. Per convincersi che que– sto era l'obiettivo a cui tendevano i dinamitardi sud-tirolesi, basta ricostrui– re per un momento la tecnica da essi usata. A Sinigo, esiste uno stabilimento della Montecatini per la produzione cli sostanze azotate e concimi chimici. La fabbrica è collegata da una fascia cli tu– bature con Marlengo, un piccolo paese dove si trova un deposito di idrogeno, ossigeno e altre materie gasose. Il si– stema di tubazioni serve, appunto, a rifornire lo stabilimento della Monte– catini della materia prima gasosa neces– saria per la sua produzione. E' da te– ner presente, inoltre, che il lavoro della fabbrica di Sinigo è a « ciclo continuo », sicché in qualsiasi ora del giorno e della notte vi é in essa la presenza di diver– se centinaia di operai intenti al loro la– voro, e che nelle immediate vicinanze della fabbrica stessa sorgono le case di abitazione degli operai e delle loro fa– miglie. Ebbenè, la carica di esplosivo, rilevantissima sfa per quantità che per qualità, venne posta proprio sotto le condutture delle sostanze gasose. Se queste al momento dell'esplosione, fos– sero state piene e non vuote, come per fortuna e per puro caso erano, il disa– stro sarebbe stato di proporzioni paurose. A questo punte non occorre davvero una eccessiva carica di pessimismo per prevedere che, un giorno o l'altro, qual– cosa di grosso dovrà pur accadere. Da un lato, infatti, la baldanza dei terro– risti alto-atesini aumenta di giorno in giorno e dall'altro il torpore dei nostri governanti non accenna a diminuire, non essendo essi capaci, a quanto pare, di discostarsi dall'uso dei « pannicelli 8 b uLecaginobianco caldi > per curare la piaga alto-atesina. Né ci illudiamo che l'attuale Gover– no possa esprimere un atteggiamento, se non di energia, almeno di fermezza. La artificiosità che caratterizza la sua stessa maggioranza è, invero, tale da costringerlo a eludere tutti i grossi im– pegni politici. Logico, quindi, che la sua connaturale ambiguità si manifesti anche per la questione alto-atesina, che, pure, riguardando la difesa di una parte del territorio nazionale, avrebbe richie– sto valutazioni e soluzioni superiori e distaccate da ogni impronta di ,parte. Le conseguenze sono quelle a tutti note. La minoranza sud-tirolese ha ca– pito che il momento è il più propizio per le sue mire pseudo irredentistiche. Gli attentati terroristici aumentano sem– pre più cli numero e di intensità. E pa– rallelamente la verbosità dei suoi espo– nenti comincia a raggiungere punte di intensità mai prima registrate. E così abbiamo potuto in questi giorni sentire il signor Silvius Magnago affermare mi– nacciosamente che ormai gli alto-atesini di lingua tedesca «sono stufi di essere oggetti di trattative e vogliono diventare soggetti, e che, se necessario, chiederan– no «l'arbitrato di uno Stato che fa parte dell'ONU, preferibilmente della Germa– nia Federale,, dove, ha aggiunto il Ma– gnago senza mezzi termini, esiste un vero e proprio « comitato di liberazio– ne ;,, denominato BAS (Befreiungs Ak– tion Sudtirol). Né meno esplicito e pro– vocatorio era stato precedentemente l'or– dine del giorno approvato dal recente congresso della SVP (il partito con cui la Democrazia Cristiana non disdegna di mercanteggiare in sede locale: e tal– volta anche nazionale per formare le viscide maggioranze care all'On. Moro). In esso si affermava testualmente che « la questione del Sud-Tirolo è sorta perché la parte meridionale del Tirolo abitata da popolazione di lingua tede– sca è stata staccata, con annessione allo Stato italiano, dal Tirolo austriaco > e che, < ove tutti gli sforzi sul piano na– zionale e internazionale dovessero nau- fragare in seguito all'atteggiamento del– ritalia, si creerebbe forzatamente una situazione nuova». Il Governo italiano, intanto, sonnec– chia e, quando riesce ad aprire un oc– chio, arriva tutt'al più a istituire un nuovo Commissariato in Alto Adige, de– stinato forse a compilare con maggiore rapidità di quanta non ve ne sia stata finora, rapporti a carico dei soliti ignoti terroristi sud-tirolesi. Per contro non si è lontanamente •pensato di scrutare a fondo nell'attivi– tJ dell'associazione degli Schutzen, che è costituita da compagnie che, con ca– ratteristiche prettamente paramilitari, raggruppano circa tremila iscritti e si ricollegano alla tradizione delle milizie territoriali tirolesi del sedicesimo secolo. Questa associazione, per dichiarazione del Sottosegretario dell'Interno, Senatore Disori, dovrebbe avere « finalità mera– mente folcloristiche », ma di fatto i suoi componenti « portano nelle cerimonie le medaglie di guerra e ogni altra deco– razione anche con la svastica ». Mal– grado tutto questo il Sottosegretario Bi– sori ha creduto di poter concludere un suo intervento al Senato, affermando disinvoltamente (e Dio solo sa in base a quali elementi) di non ritenere che « gli Schutzen costituiscono un'organiz– zazione atta anche all'impiego colletti– vo in azioni di violenza o di minaccia ». Questa, del resto, non era soltanto una sua opinione personale, ma era anche ovviamente l'opinione del Ministro Scelba, a nome e per incarico del quale il Senatore Bisori aveva preso la parola. Ma, come tutti sanno, gli umori dei re– sponsabili della nostra politica interna sono quanto mai mutevoli. E altrettanto lo sono le loro opinioni. Fatto sta che dopo pochi giorni il Ministero dell'Inter– no ha notificato ai dirigenti degli Schiit– zen il divieto di fare adunanze in di– visa. Evidentemente si è pensato che << le finalità meramente folcloristiche », sulle quali il Senatore Bisori aveva qua– si giurato, nascondano ben altre finali– tà; ma, se finalmente la perspicacia del Ministro Scelba e del Senatore Bisori è arrivata a tanto, come mai non si è spinta fino al punto di determinare provvedimenti doverosamente più radi– cali del divieto delle adunanze in di– visa? Tanto più che per l'attentato wn– tro la caserma della brigata della Guar-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=