Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

dia di Finanza di Silandro risultano gravemente indiziati proprio (guarda caso!) due ufficiali degli Schi.itzen. Per carità di patria vorremmo aver finito; ma gli errori « piramidali », che questo Governo delle « convergenze pa– rallele » commette giorno per giorno ci costringono a continuare. Questa volta dobbiamo entrare in un atmosfera di autentica « beffa ». I no– stri lèttori sono pregati di leggere e giudicare. Non molto tempo fà, il Sig. von Breitemberg, Presidente dell'Ente del Turismo di Bolzano, ebbe l'idea, che dobbiamo riconoscere, molto abile, dì invitare i rappresentanti dei princi– pali giornali nord-americani a soggior– nare alcuni giorni in Alto Adige per ammirarne l'attrezzatura delle stazioni invernali, la bellezza del paesaggio e tutti i conforti turistici. Naturalmente il Ministero del Turismo e dello Spetta– colo diede la sua immediata ed entu– siastica adesione. Tutto si svolge rego– larmente, a spese, s'intende, dello Stato. Alla fine del loro soggiorno in Alto Adige, i giornalisti nord-americani, di passaggio da Roma, furono ricevuti uf- ficialmente al Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Al rientro della comitiva negli Stati L'niti, la verità dello scopo dell'inizia– tiva di von Breitemberg fu chiara a tutti. Il Governo italiano era stato let– teralmente « beffato ». I giornalisti nord– americani invitati erano, infatti, tutti di origine austriaca e la foro gita in Alto– Adige si era risolta in una massiccia campagna propagandistica, fatta col de– naro degli inconsapevoli italiani, in fa– vore dei sud-tirolesi austriacanti. E infine, « dulcis in fondo». Nelle provincie di Trento e di Bolzano vi è un corpo di « pompieri volontari », com– rosto di circa dodicimila unità tutte di origine austriaca. A parte il numero spropositato di « pompieri », il fatto più stupefacente è che ognuno di essi, pri– ma. di essere accolto nel Corpo, deve frequentare, per disposizione della locale autorità regionale, un corso di perfezio– namento a lnnsbruck. Sembra incredi– bile, ma è vero. E il Governo italiano? Sentiamo che cosa ne pensa attraverso la parola del Sottosegretario Bisori. Que– sti ha spiegato che « in base allo Statuto della Regione Trentino-Alto-Adige il serv1z10 anti-incendi è di competenza della Regione, che in tal materia ha po– testà primaria». Quanto alla circostanza che tutti i pompieri volontari, nessuno escluso, appartengono alla minoranza di lingua tedesca, lo stesso Sottosegretario ha spiegato che si tratta di una conse– guenza della « antica e fiorente tradi– zione pompieristica di quella popola– zione ». Tutto qui. Ma, per quanto ci risulta, nessuno degli statuti regionali, e tanto meno quello della Regione Tren– tino-Alto-Adige, prevede l'addestramento dei pompieri, volontari o non volontari, all'estero. Se per ipotesi i dirigenti di quella Regione decidessero di fare adde– strare « i loro pompieri » a Mosca, a Pechino, a Cuba, a Londra o a Parigi. i nostri governanti riterrebbero la cosa legittima? E allora come è possibile che sia consentito l'addestramento dei pom– pieri alto-atesini ad Innsbruck? Come mai il Governo non ha mai considerato che, dietro il pretesto dell'addestramen– to ai servizi ami-incendi, ai « pompieri di Innsbruck » possa venire impartito un addestramento ben diverso, cioé quel– lo di tradire lo Stato di cui sono vo– lontari cittadini? « Il Mondo » si è arrabbiato per il nostro articolo dedicato al « Diario romano » di Vitaliano Bran– cati. Non se l'è presa, però, per le critiche da noi mosse all'arté brancatiana né per le riserve mani– festate verso il « moralismo » dello scrittore siciliano. Bisogna dire, anzi, che il nostro giudizio sostan– zialmente negativo sull'autore del <t Bell' Antonio :» ha lasciato indifferenti i redattori del settimanale radicale. Quello, invece, che ha fatto perdere il controllo dei propri nervi a Mario Pannunzio ed ai suoi col– leghi di redazione è stata la nostra denuncia dell'intollerante monopolio che i radicali hanno stabilito nei vari campi della cultura italiana. In quel nostro articolo noi rilevavamo la vergognosa cappa di piombo che i radicali, in collaborazione con i marxisti e con la connivenza dei democristiani, hanno abbassato sulla cultura italiana, vittima ormai di una delle peggiori forme di dogmatismo e di setta– rismo che sia .possibile registrare nei tempi attuali. Un dogmatismo che poggia sulla presunzione che tutta l'intelligenza, la cultura, il buongusto, la sensibilità, il senso della storia e il civismo siano privi– legio dei circoli radicali. Queste nostre osservazioni, però, non sono piaciute a Pannunzio ed ai suoi amici. Essi si sono affrettati a risponderci che la situazione della cultura italiana è diversa da come noi l'avevamo pro– spettata e che essi - poverini! - costituiscono una minoranza senza eccessivo potere nella vita del Paese. Ma Pannunzio ed i suoi amici hanno commesso l'errore di non limitarsi alle affermazioni ge– neriche. Nella speranza di riuscire a convincere si sono adoperati a fornire esempi che avrebbero do– vuto costituire un valido sostegno alle loro argomentazioni. Ed in questo modo si sono. contraddetti e traditi. In modo addirittura infantile! Infatti, non neghiamo che possano esservi dei settori dove la pressione dei radicali non si faccia ancora sentire in modo massiccio, ma fra questi settori non rientra in alcun modo l'organo radiofonico e televisivo nazionale - la RAI-TV, cioè - dove i radicali fanno da padroni incontrastati senza nessun rispetto per le idee ed i sentimenti degli altri. Una prova? Non dobbiamo faticare molto ad offrirla. Proprio in questo periodo è in programma una serie di teletrasmis– sioni sugli uomini più rappresentativi del nostro Risorgimento. L'incarico di curare questo programma ,è stato affidato al radicale Enzo Forcella ,che ci ha presentato finora Mazzini e Garibaldi. U,n Maz– zini ed un Garibaldi ad uso e consumo dei radicali e dei loro amici marxisti. Soprattutto il Mazzini ci si è preoccupati di presentarlo stacéato dalla realtà spirituale e culturale nella quale, invece, egli si è mosso ed ha operato. Un Mazzini che sarebbe piaciuto a Carlo Marx ed, anzi, sarebbe diventato - se, per assurdo, fosse stato così - il miglior collaboratore del filosofo di Treviri. Ma per le «manipolazioni» storiche compiute dai radicali a danno del nostro Risorgimento nes– suno si è lamentato, nessuno ha protestato. I radicali - ahimè! - è gente influente e, purtroppo, non sono molti in Italia coloro che sono disposti a rischiare le proprie « posizioni professionali » per inter– venire in difesa della verità. Ma quello di Forcella e di « Patria nostra » è soltanto un caso, uno dei tanti della opprimente ege– monia stabilita dal radicalismo laicista in ·campo culturale. Lo STATO u1 11uLe(.;aginobianco 9

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