Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

tesa di apparecchi_ e di ordini: non ricevettero né gli uni, né gli altri. 6) In vista della localìtà scelta per lo sbarco le installazioni militari e stradali nella regione fra l'Avana, Matanzas e Las Villas avrebbero do– vuto essere distrutte con atti di sa– botaggio prima dell'invasione. Nulla avvenne. 7) L'aviazione di Castro che si afferma va distrutta dai bombarda– ' menti del 15 aprile fu danneggiata in misura insignificante. 8) Gli ujfici,ali della "Central ln– tellige:nce Agency" che dovevano ser– vire di collegamento con i profughi cubani non sapevano nulla della si– tuazione nell'isola; molt.i di essi non erano mai stati a Cuba ed alcuni non parlavano neppure lo spagnolo. Tutto questo ci dice che solamente una intziativa, che tenga conto della realtà politica e militare del regime cubano - ohe ormai si dif– ferenzia sostanzialmente dalla clas– sica dittatura sud-americana - po– trà evitare in futuro che l' Amerioa e l'occidente debbano prendere atto di realtà e di fatti la cui portata po– trebbe ·essere, in negativo, incalcola– bile per la causa del mondo libero. Chiarezza di indirizzi Il quindicesimo Congresso della Confederazione Nazionale dei Colti– vatori Diretti ha riproposto i temi ormai consueti e i problemi della agricoltura italiana. Nulla che già non si sapesse, nulla di sostanm-almente nuovo dopo il gran parlare che s'è fatto, negl{ ul– timi tempi, dei problemi agricoli. Ma un elemento di particolare interesse c'era, in questo Congresso ed aprpar– teneva quasi essenzialmente alla sf e– ra dei rapporti sociali. Organizzazio– ne di coloro che conducono diretta– mente i loro campi, infatti, la Colti– ootori Diretti ha sempre postulato una larga diffusione della proprietà contadina, e, anche questa volta, preannunciando le sue proposte per la Conferenza nazionale sulla agri– coltura, essa l'ha riianciata, prean– nunciando un piano per il "supera– mento" delle attuali forme contrat– tuali (mezzadria, affitto, comparte– cipazione). Conoscendo i fini che l'organizza– zione presieduta dall'On. Bonomi si propone e che sono il graduale ri– scatto e la progressiva emancipazio– ne dei lavoratori della terra, disohiu– dendo loro con l'a,ccessoalla proprietà . un'esistenza più dignitosa e più si– cura, non abbiamo nulla da dire sul– le mete ultime di questa vasta ope– ra di rinnovamento sociale·. Non co– noscendo, d'altra parte, il piano preannunciato, neppure su di esso possiamo parlare fino al giorno in cui ci sarà dato conoscerlo. Qualche considerazione, tuttavia, ci sembra di poter fare al riguardo. Dato e non concesso che tutti i mal'i della nostra sooietà possano ri– solversi, non solo in agricoltura, con l'accesso graduale alla proprietà, ci sembra che, ad un certo momento, bisognerebbe su questo argomento disegnare indirizzi, punti d'arrivo e scadenze della massima chiarezza. Se i contratti di mezzadria, affit– to e compartecipazione debbono es– sere superati significa che col tempo 6 bibliotecaginobianco verrà a crearsi una nuova categoria di proprietari e scomparirà quella degli attuali che conducono le loro terre con quei tipi di contratto. Non sarebbe il t:aso, in quest-a oc– casione, di ch'iarire subito le dimen– sioni che il fenomeno assumerà nel tempo, in modo che per tempo si sappia chi dovrà rinunciare a cer– te forme di propr,ietà terriere e chi potrà sperare di acqusirle sotto altre ferme, comunque collegate alla con– duzione diretta? E' importante che ciò si dica ai fini di quel rinnovamento che si vuol perseguire sul piano tecnico ed eco– nomico e dal quale dovrebbe scaturi– re il risanamento dell'agricoltura italiana. E' ovvio che sarebbe inutile dare l'avvio a piani e programmi, stabili– re incentivi e aiuti per i proprietari di terre non fornendo contempora– neamernte loro la garanzi-a di con– servare la proprietà per la quale so– no chiamati ad effettuare spese di inv.estimento. Il disagio attuale del– l'agricoltura italiana, infatti, alt.re che da molte altre cause di o rdine tecnico ed economico, deriva (Jffl,Che dalla condizione dli incertezza nella quale moltissimi proprietari oggi si trovano. Il Piano verde oltre che stabilire provvid·enze d'i varia natura, stabili– sce per i proprietari cU terre anche impegni precisi e che sì estendono abbastanza lungamente nel tempo. Ora, con ,quale interesse gli agricol– tori che conducano le loro proprietà in base a contratti di mezzadria, d'i affitto o di compartecipazione do– vr-ebbero sobbarcarsi l'onere di co– raggiosi rinnovamenti e di costose operazioni, con la prospettiva che, prima o dopo, essi dovranno cedere l'azie11Jda,sia pure con tutti i ricono– scimenti morali e materiali, ad altri? Certamente, almeno vogliamo au– gurarcelo, il piano lo prevederà e avrà per questo una soluzion·e, che, se non l'avesse, il solo suo annuncio porterebbe già d'i per sé più scom– piglio che altro. E' nostra ·convinzione che, già per il passato, si sia fatto il rovescio di ciò che si doveva fare quando si è aptrontato il problema giuridico e sociale prima di quello tecnico ed economico. Si sostiene che fu gioco– forza comportarsi in quel modo per– ché esigenze urgenti di altro ordine incombevano e, sensibili a certe ne– cessità, non voglia'Ti,o minimamen– te rispolverare un'antica e poco uti– le polemica. Ora però ci si trova di fronte a conseguenze che si son rivelate dan– nose, prima fra tutte l'eccessivo fra– zionamento della proprietà. Si per– severerà in avvenire nello stesso er– rore? Qualsiasi cosa si voglia fare, md ogni modo, l'esigenza fondamentale è una sola: chiarezza. L'agricoltura italiana deve rina– scere: d'accordo. Occorre, per qu-e– sto un impegno solidale di tutti, pro– prietari e lavoratort; della terra, pure d'a-ccordo; occorrono piani di tra– sformazione a lurngo termine e con– temporaneamente provvidenze im– mediate per sorreggere la difficile congiuntura degli ultimi anni, ben vengano. Ma bisognerà pure dire quali prospettive di progresso per le proprie aziende e per le proprie con– dizioni esistano per coloro che sono chiamati a tanto sforzo innovatore. Se per il necessario allegg,erimento delle braccia e delle bocche che gra– vano sui' -campi anche alcune cate– gorie di piccoli e medi proprietari do– vranno abbandonare la terra e vol– gersi ad ,altro lo si dica subito, con spregiudicatezza, anche se dovesse costare, (come costerà) una grossa ondata di impopolarità. Se questo non dovesse farsi la cri– si, anziché superarsi, si aggravereb– be, L'incertezza degli agricoltori da sola annullerebbe tuttì i possibili vantaggi che potrebbero derivare da tutte le possibili provvidenze.

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