Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

LE NOTE Elezioni • I Il Sicilia! La votazione tenutasi all' .ARS "la sera del 26 aprile ha dissolto nel ri– d.icolo la formula della "convergen– za-assimilanti:!'' E' caduto così l'ul– timo paravento di carta dietro il quale il segretano della DC aveva tentato di mascherare l'ombra del vicolo cieco nel r,uale la sua politica ha avviato il part1to. Mentre scriviamò non s,appiamo ancora quali saranno gli sviluppi ul– teriori della crisi siciliana, ma sin d'ora riteniamo si possa affermare che auesta ha C()n~eguito già un ri– sultato assolutamente positivo: quel– lo di aver costretto l'on. Moro a far conoscere al giudizio del partito e del popolo italiano la vera sostanza e i veri obbiettivi del suo impegno politico. A ai11dicare, infatti, dall'articolo di fondo apparso su "Il Popolo" in data 27 avrile, a commento dei fatti di Sicilia. risulta chiaro: che l'on' Moro ha qettato la Sicilia in uno stato di crisi che si aggrava di più ogni giorno che passa. La nostra non è prosa truculenta. E' la sintesi pura e sem– plice di quanto egli ha scritto, o fat– to scrivere, sul quotidiano ufficiale del partito. Ecco, in breve, i punti salienti dell'articolo a cui abbiamo fatto riferimento. a) A Palermo si è costituito un "gruppo omoaeneo" di forze che po– ne la candidatura alla guida della politica reqionale. Ma tale gruppo non raE!'g'ung,ela maggioranza asso– luta dei voti in as;;emblea. b) A tale gruppo si oppone una coalizione di forze non omoqenee nelle finalità e nei programmi, ma unite nella volontà dl piegare la DC ad una sce 1 ta politka. e) Di fronte a tale situazione la DC non i'Yl+ende pieoarsi ai ricaf:ti (che sarebbero poi le scel+e politi– che) e resta fed-e1e· alle posizioni as– sunte ed ai prognm.ml . d) Ciò si gnifica - s econdo il se– gre+orfo DC - che non vi sono che due vie di uscita p,er la crisi in at+o: o le ·forz.e•rhe rontra~tano la DC trovano ll modo di esprimere una ma~ioranza di goviemo. OU1'.>'1re si d~;dono a uermet+ere alla DC e so– ci di governar·e. "Una terza via non c'è. se non la paralisi della As– semblea". Sar 0 b1rn facile replicare al7a prosa de "ll Popolo" facendo avvello sola– mente al senso comune. Ma ci preme sottolineare alcuni spunti politici che l'articolo ha posto, sia pure indiret– tamente, e che conferma no la vali- 4 bibl1otecaginobianco dità delle tesi da noi sempre soste– nute su questa rivista. Diremo, come prima cosa, che la situazione venutasi a determinare in seno all' ARS è la conseguenza diret– ta del "proporzionalismo" e del "par- titismo", principii sui quali si fonda– no, a tutti i livelli, le istituzioni del nostro paese. Principii difesi a spada tratta dal"la DC e segnatamente dal– l'on. Moro. Il proporzionalismo ha portato al polverizzarsi delle rap– presentanze politiche nelle assem– blee. Il partitismo ha determinato la politicizzazione di ogni atto possibile nelle assemblee rappresentative a tutti i livelli. Dal che ne discende che non è lecito, neppure alla DC, accet– tare e difendere alcune premesse e non accettarne poi le conseguenze. Il proporzionalismo comporta, in– ! atti, la difficoltà di formare mag– gioranze numeri-che assolute nelle assemblee, che tuttavta sono le sole maggioranze possibili, 'I}ernorma co– stituziCJ111al,e e per precisa norma del– lo statuto siciliano, atte a rendere operativo un governo. Il partitismo comporta, inevitabil– mente, l'accettazione della discrimi– nante politica per ogni atto possibi- 1,e alle •assemblee. Detto ciò appare del tutto temera– rio ed avventato il chiedere, come fa esplicitamente "Il Popolo", che un governo sia legittimato a governare senza la maggioranza assoluta dei voti, e che partiti considerati ideolo– gicamente e politicamente avversari, insultatt e considerati alla stregua dt cani rognosi, deblJa:io, al solo fine di garantire La continuità di potere di certa classe dirigente DC, grazio– samente concedere ad essa i loro fa-– vari, senza neppure che questi ven– gano richiesti. Nel caso della Sicilia, ciò vale in assoluto sia per "l'Intesa parlamentare democratica" che per le sinistre. Qwanto poi alla pretesa "omoge– neità" del blocco "convergente-assi– milante", ricorderemo solamente che gar,anti di tale "omogeneità" sareb– bero quei Cristiano-sociali che non più di un anno fa erano sul punto di consegnare la Sicilia al PCI, co– me avevano abbondantemente dimo– strato le pubblicazioni di propagan– da della DC, "consule Moro". Quei Cristiano-sociali che nel corso del– la riunione tenutasi alla Camilluc– cia lunedì 24 aprile, avevano uffi-– cialmente dichiarato di non vole-re entrare a ·faTeparte del g,overno re– gionale, al fine di potersi mantene– r-e in una posizione "vigilante e cel– tica" nei -confronti dello stesso, al quale avrebbero concesso il solo ap– poggio ,esterno. Ma il punto dell'ar– ticolo che meglio di ogni altro ill'J,– mina gli intendimenti dell'on. Moro è quello nel quale si sostiene che le vie per superare la crisi sono sola– mente due: governo "convergente– assimi:lante" reso possibile dal!a astensi'one gratuita del PSI o della "Intesa democratica" - considerato che i "convergenti-assimilanti" man. cano di una maggioranza propria - oppure governo non omogeneo delle destre e delle sinistre. L'on. Moro nel sostenere, o frzre sostenere, ciò sovverte apertamente il gioco. Perché le vie per risolvere l'l crist sono tre, e la terza via è quella che viene srngg,erita proprio dal ri– spetto dl queUa volontà popola.re della quale spesso in .pass ato l'on. Moro si è autoproclamato portavoce ed interprete in esclusiva. Il dimen– ticarsi di questa terza via è stata una amnesia molto grave per il se– gretario di un partito che ha ripe– tuto sino alla noia essere la DC un partito "Popolare", oltre che "demo– cratico ed antifascista". Piangere come fa "Il Popolo" su quello che potrà essere l'avvenire del– la Sicilia se verrà orbata dal gover– no "convergente-assimilante" è pura accademia. Se l'on. Moro ritiene che gli interessi reali del popolo siciliano non siano più tutelati dalla maggio– ranza numerica dei suoi legittimi r-appresentanti, aliro non gli resta da fare che chiedere una verifica di tale convincimento allo stesso po– polo siciliano. Ma l'on. Moro ha pau– ra di fare ciò. In Sicilia, iwfatti, come nel resto del paese, la sua irreale politica ha scatenato forze che egli non riesce più a control"lare. Potrà anche esse– re che la DC in Siciliia - come detto mentre scriviamo l' ARS è in procinto di riunirsi ancora una volta - riu– scirà a mantenere 'il potere. Un tale fatto non significherebbe davvero la fine della crisi, ma sola– mente una battuta di arresto della stessa. Poiché abbiamo la certezza che pri– ma o poi si giungerà al momento di saldare i conti con il corpo elettorale, e riteniamo che in quel momento il conteggio sarà totale, con abbondan– te computo di interessi.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=