Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

il personale della P.S., di migliorare i rapporti tra i cittadini e le autorità di polizia, di accogliere nei ranghi della Pubblica Sicurezza elementi meglio pre– parati, e cose del genere. In realtà il nuovo sistema non ha por– tato ad altra conseguenza che a quella di rendere meno efficiente l'apparato della Polizia. Prima della innovazione ideata dal Prefetto Vicari, infatti, il re– clutamento degli agenti di P.S. avve– niva per « chiamata », in base alle esi– genze di ordine pubblico che man mano si presentavano. Per tutti coloro che chiedevano di essere arruolati nel corpo delle Guardie di P.S., la Direzione Ge– nerale competente del Ministero dell'In– terno formava i relativi fascicoli, corre– dati di tutti i dati morali, fisici e intel– kttuali degli àspiranti. I fas~icoli delle persone ritenute idonee venivano accan– tonati e da essi veniva chiamato il per– sonale che, di volta in volta, si rendeva necessario. Fatto stà che, al momento della creazione del nuovo sistema di reclutamento, esistevano circa trenta– mila fascicoli di aspiranti idonei allo arruolamento. E ciò, come è ovvio, co– stituiva una vera e propria valvola di sicurezza per l'efficienza della Polizia, in quanto, in caso di emergenza, con un semplice telegramma circolare a tutti i Prefetti della Repubblica, il Ministro dell'Interno poteva, nel breve volgere di pochi giorni, procedere al reclutamento di trentamila nuove unità. Si trattava, insomma, di un mezzo di mobilitazione posto a disposizione dell'autorità di P.S., e si trattava di uno strumento che non arrecava alcun inconveniente alla qua– lità ed idoneità del personale, in quan– to gli arruolati assumevano la qualifica di guardie aggiunte e potevano passare nel ruolo delle guardie di P.S. solo dopo aver superato un corso che ne. ave~se collaudato la idoneità sotto ogni aspetto. A nessuno sarebbe venuto in mente di contestare al nuovo Capo della Po– lizia il diritto di trovare un sistema di– reclutamento migliore; ma, in questo caso, la prima cosa di cui egli si sareb– be dovuto preoccupare doveva essere quella di non menomare I.e possibilità dello Stato nel campo dell'ordine pub– blico e di non dimenticare che nel no– stro Paese, dove esiste il più forte e ag– guerrito Partito Comunista dell'Europa, Lo STATO bibliotecaginobianco la possibilità che si possano determinare crisi d'emergenza è, purtroppo, tutt'al– tro che campata in aria. Il sistema escogitato dal Prefetto Vi– cari, imperniato sull'arruolamento del personale in seguito a concorsi, pre– scinde, al contrario, del tutto dall'esi– genza prima precisata. Esso, in pratica, è tale che per quasi due anni nessun nuovo elemento potrà essere immesso nella Pubblica Sicurezza. In altre pa- Lo DC dopo i fotti di luglio: role si è determinata l'impossibilità ma– teriale di rimpiazzare .il personale che, per vari motivi, man mano viene meno. Ciò è tanto vero che soltanto a Roma, in pochi mesi, le forze di polizia risul– tano diminuite di quasi settecento uni– tà e che, come conseguenza di questo fatto, si sono dovuti sopprimere alcuni posti di polizia e rendere meno effi– cienti tutti i commissariati. E' evidente che, tra due anni, quanti ne occorre– rrnno perché possa essere r'ech.itato nuo– vo personale, la piaga si sarà allargata in modo allarmante e non facilmente rimediabile. Tutto questo, peraltro, è ben poca cosa di fronte alla conseguenza più grave che il Prefetto Vicari ha determinato col « nuovo corso » che ha voluto dare alla Polizia italiana. Abbiamo già ri– cordato che esisteva la possibilità per il Ministro dell'Interno di mobilitare, in caso di emergenza, circa trentamila unità. Ebbene il Capo della Polizia ha annullato questa possibilità, ordinando agli uffici competenti di restituire agli interessati tutti i documenti acquisiti nei loro riguardi, cioè, praticamente, di eliminare i fascicoli relativi. A questo punto, pur convinti di do- « convergenze parallele » ver rimanere ancora una volta senza risposta, non possiamo es.imerci dal domandare al Ministro dell'Interno se non sia persuaso, come noi e come ogni persona di buon senso, che la pro– gressiva «anemia» della Polizia e lo stato di disagio materiale e morale dei suoi componenti alla fine torneranno a esclusivo beneficio dei partiti marxisti. Se fossimo convinti che il Prefetto Vicari fosse un uomo poco dotato dal punto di vista intellettuale e professio– nale, potremmo umanamente trovare delle attenuanti per lui; ma siamo con– vinti del contrario. Ed è appunto quello che ci fa preoccupati. Dove vuole arri– vare signor Prefetto? 11

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