Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961

sore di storia ecclesiastica del seminario maggiore di Venegono si abbeveri a questa fonte, come è avvenuto pure di recente sul foglietto, edito dai Salesiani di Torino, « Con Roma». Con Roma si sta nella verità che non ha bisogno di essere nascosta quando è sgradevole, e non teme di fare il suo corso quand'anche dovesse travolgere parecchie cose e uomini non pochi. Il Soranzo ha osato scrivere che Sa– vonarola pugnalò alla schiena il Papa e formula l'idea che, se ciò non avesse fatto, il Savonarola « avrebbe dato di– mostrazione della sua semplice e aposto- Gli allea ti <, Il princi,pale alleato del diavolo è l'intellettuale libe.rale ohe non crede al diavolo», disse una volta Heine. Riprendendo rarguta os,servazio– ne ,di I-leine e pa,rafrasandola, la si– gnora Suzanne Labin ,dichiarava al– la riunione internazionale recente– mente convocata a Parigi per di– scutere sulla « guerra politka dei Sovietici », che << i principali alleati del comunismo sono i liberali e i progressisti che non cre•dono a.l co– munismo», aggiungendo: « i prin– cipali ausiliari del comunismo si trovano nei salotti ». Suzanne Labin, che ha presentato la serie di conferenze sulla « guer– ra politica al comunismo », viene dal socialismo militante, ma sem– bra essersi affrancata da quella sòggezione psicologica e da quella debolezza spirituale delle quali so– no afflitti tutti coloro ohe presu– mono d'affrontare il comunismo da posizioni socialiste. Lo dimostrò ella stessa lanciando una serie di con– siderazioni e di espressioni ohe so– no state lG!rgamente riprese con una certa fortuna in Francia. Ne tra– scriviamo ,alcune: « Dieci cellule comuniste disfano cinque reggi– genti. Il ministro delle In:formazio– zione è assai 'più utile alla difesa nazionale del ministro d·ella Di– fesa». « Mao ha ,guadagnato notevol– mente sul terreno propagandistico riuscendo a farsi di<pingere da ,certi oc-cidentali come ,un semip1ic-erifor– matore agrario ». · ·« L'America si dLce idealista e cristiana, ma non segue ,che le ;re– gole del materialismo. Essa nutre i popoli sottosviluppati, ma làS'cia il loro ,cervello vuoto. Invece l'URSS, che si proclama materiailista, lavo– ra sui c,ervelli e la.scia le pande vuote». 28 tecaginobianco lica libertà e sarebbe stato giudicato un altro Paolo ». S. Ignazio di Loiola, S. Caterina de' Ricci, S. Filippo Neri, e i quattro giu– dizi della Chiesa citati, ci dicono fin d'ora che il Savonarola non è quello che il Soranzo ha .inventato e il Dolfin ave– va deformato. Dunque l'essenza della questione sa- .vonaroliana è quella di ritrovare sem– plicemente il Savonarola nelle fattezze della dottrina e· della virtù di S. Paolo di Tarso. P. GIACINTO SCALTRITI o. P· del diavolo « La nostra ,civiltà rischli.a di pe– rire per paralisi al cervello ». Le fervide immagini con le quali la signora Labin h;a colorito la sua coraggiosa denunz.ia ~ tante man– ciate di ·sale sulle ferite aperte dal– le sue accuse - non hanno trova– to adeguato :riscontro nel contri– buto portato alle discussioni da so– cialisti quali il belga Spaak, e i fran– cesi Férat ,e Detxonne. Costoro tutti, più o meno, dopo aver convenuto nel rkonos,cere ohe il successo principale della « guerr– ra politica e ps~cologica » scatenata dal comunismo si svilup>pa su tre criteri principali: 1) carattere mon– diale dell'offensiva; 2) diffusione del trionfo del comunismo come di una certezz-a fatalmente destinata ad imporsi; 3) presentazione de,l comunismo come d'una « dottrina politica assoluta »; non hanno sa– puto proporre in op,posizione al co– munismo, chiaramente individuato nelle idee, neì fini e nei metodi, se non « slogans» fumosi vagamente ispirati a;d un moralismo da loggia massonica, quali: libertà di coscien– za, ideali democratici, mondo libero, missionari della libertà. Senza pre– cisare, naturabmente, alcunché 'in merito all'abusatissima parola << U– bertà», né att.ribuilre ad essa un pre– ciso significato politico e m·etafis'ico. Qualcuno, come certo ,signor Jac– ques Piette, ha osato dire ohe « ai dogmi marxi:sti bisogna contra'fJPor– re i dogmi·.demooratici », ma s'è ben guardato dal dissipare l'eiquivoco perr il ·quale la democrazia è rivendkata, e con foga s,pesso assai sup·eriore a quella degli << occidentali », da tutti ì santoni del comunismo e del para– comunismo internazionale: da Kru– sciov a Mao, da Tito a Fidel Castro; i quali vantano, cont,ro la « democra– zia » semplice, la loro ·« democrazia progressiva». Il signor Deixonne, s'è avventurato addirittura in una capziosa distin– zione tra un materialismo storico (il suo) in opposizione al materialismo dialettico dei comunisti, nel vano tentativo di separare Lenin da Marx e con la speranza dichiarata di aVV'i'– ci-nare, «n·el clima di una arp•erta lai– cità », le teorie evoluzionistiche di padre Teilhard de Chardin a quelle del « Capitale ». La lezione di questo convegno francese riveste un intere.sse che gli italiani sinceramente preoccupati della difesi], dello Stato dal comuni– smo dilagante, non possono trascu– rare. Ecco il primo -dato di, fatto: non si può costit,uire un vali'cùJ argine al comunismo sulla linea 'ideologica co– stituita dalla infantile convinzione, cara alle sinistre d'ogni sfumatura, che il comunismo è una deviazione, « destrorsa e totalitaria », dalla tra– dizione romantica, umanitaria e so– cialista. La tentazione di ,arginare la sov– versione operando tatticamente sulla sinisbra, sembra provvista, anche in Italia, d'una notevole carica sugge– stiva agli occhi di certa « sensibile » borghesia, ,definita con una caustica· anticipazione di Donoso Cortés: « la classe che discute ». Ohe è poi la classe dei Moro e dei Fanfani, dei Saragat e dei La Malta, dei Carandi– ni e dei Reale; una borghesia che non saprà mai opporre alle radicali ne– gazioni le affermazioni sovrane, pre– occupata éom'-è di conservare il po– tere ad ogni costo, ,costasse pure il prezzo d'i·doverlo dividere con il ne– mico prima di cederglielo definitiva– mente. Come suona giusta e come cade a proposito anche pM la situazione italiana, la rampogna del francese Nora: Marx parlò a suo ·tempo d'un proletariato degradato ... Ma og.gi noi possi.a,,mo paTlare di « intellettuali deg:r,ad.ati », costretti come siamo a ,combattere l'avvilimento inteUettua– le e spirituale dei nostri contempo– ranei, compresi coloro che si diicono « Ben-pensanti » ! In Italia come in Francia, in Eu– ropa e fuori d'Europa, questa « bor– ghesia che discute » non sa p,roporre altro antidoto al comunismo che li– beralismo e socialismo: cioè proprio le idee che costituirono l'incubatri– ce del comunismo, oggi baldanzoso ed aggressivo. A Parigi, nel corso del dibattito ricordato, fu un africano - il rap– presentante di Kasav-ubu - a gilu– stificare la sua lotta alla ideologia comunista « in qu,anto crtstiano • e cattolico » e ,con parole che dovettero certamente sferzare gli intellettuali radicaleggianti ,europei i quali si era– no baloccati a lungo con frasi prive

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