Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

Governo non ha bisogno di intenne– diari, che la polittca di distensione non deve essere dettata dalla paura e che è necessario, prima di proce– dere ad ogni eventuale trattativa, assicurarsi che· Mas-ca abbia vera– mente l'intenzione di concedere qualche cosa. Nel frattempo, bisogna rafforzare gli strumenti' di difesa, re– cuperare la fiducia degli alleati e avviare a soluzione il problema dei paesi sottosviluppati. Questo « far da sé » ha lasciato la Gran Breta-gna a mezza strada nell'attwazione di un progetto politico troppo sottile per non essere esposto agli imprevistt, quello, cioè, di restringere gli affari mondiali in un triangolo anglo-rus– so-americano, in cui Londra avrebbe fatto, di volta in volta, da contrap– peso. Questa politica, per riuscire, a,vrebbe (come ognuno può consta– tare) dovuto presupporre l'eguaglian– za delle forze militari in campo, spe– cie tra Russia e America. Di qui tutto il para-pacifismo del Forieign Offi.ce basato sul disarmo e sulla so– spensione degli esperimenti nuclea– ri, che hanno - come ha comuni– cato la Commissione atomica di di– fesa a Kennedy - paralizzato lo sforzo scientifico degli Stati Uniti per mancanza di sperimentazione, mentre non è certo che l'Unione So– vietica o la Cina si siano attenute alla moratoria. Insomma, Washington sente che i rapporti di forza si vanno mq-dtfi– cando sempre più a suo svantag•gio. In questo Kennedy è stato di una sincerità spietata. Alla sua seconda conferenza stampa ha polemizzato aspramente -con il Pen-tagono che continua ad afferma-re che il poten– ziale bellico americano è superiore a quello sovietico. Pertanto, ha la-' sciato concludere ai giornalisti, bi– sogna recuperare il perduto. Se Mo– sca vorrà trattare, bene; altrimenti proce,deremo al restauro della poten– za che avevamo nel 1945 rispetto ai sovietici, senza più perdere tempo in lungaggini diplomatiche. Ciò signifi– ca che la Gran Bretagna, in piena crisi economica (nel 1960 ha perso duemila miliardi di lire nel settore esportazioni), dovrà riprendere i suoi programmi di aggiornamento dif en– sivo. Infatti, Mac Millan si è reca– to a Parigi per proporre a De Gaulle la sperimentazione congiunta di al– cune armi teleguidate. Il risultato è che probabilmente Gran Bretagna e Piccola Europa produrranno un satellite spaziale e che i due paesi si scambieranno informazioni scien– tifiche. Insomma, la Gran Bretagna pur tentando in extremis di scom– binare l'integrazione politica euro– pea (nella speranza che una Fran– cia separata dalla Germania possa tornare alla politica dell'« entente cordiale » di cinquant'anni fa), fa ti– midi approcci per inserire i suoi in– teressi militari nel progettato rilan– cio della Comunità di dii esa conti– nentale. Ma a frenare certe tenden– ze centrifughe di De Gaulle, è in– tervenuto Adenauer, il quale ha riaffermato che la NATO_ deve rima- IN CECO, NENNI SI DICE " FIERLINGER,, nere in ogni caso per molti anni ancora il fulcro della difesa occi– dentale, in questo trovandosi in pie– no accordo con Kennedy che prima della << conferenza europea » aveva inviato una lunga lettera per assicu– rargli che mai gli Stati Uniti faran_– no alcunché per isolare i loro allea– ti. La lettera ha avuto un effetto tonico su De Gaulle, il quale, per il momento, si è accontentato di attua– re il primo punto· del suo progetto di revisione europea: il Segretariato politico, il quale benché sotto forma di ,commissione di studio è di fatto costituito. A perfezion·arne il carat– tere funzionale, ad « istituzionaliz– zarlo» (come si dice in gergo diplo– matico), ci. penseranno gli stessi Pri– mi Ministri o Capi di Stato, riunen– dosi di volta, in volta, con una pe– riodicità alquanto oscillante, ma non per questo meno costante. Resta il problema dei ra-pporti con l'EFT A. La questione è inàissolubil– mente legata all'atteggiamento po– litico dell'Inghilterra, la quale quan– do parla di impegni con il Common– wealth non allude tanto a quelli .economici, quanto a quelli che ri– guardano i massimi problemi del momento. Possibilità di integrazione ve ne sono molte e tutte augurabili. Ma potrebbe l'Inghilterra conciliare, ad esempio, la politica dell'« Oltre– mare » europeo con la tendenza co– sidetta « a.nticolonialista » di un Nehru, o il carattere nettamente anti-comunista dell'Europa a « Sei > con i neutralismi di molti paesi del Commonwealth? La tragedia cecoslovacca Si -compiono in questo mese tredici anni dal fam1gerato •colpo di Stato, che ridusse la Oe-coslovacchia a co– lonia sovietica. E ,potrà indurre a qualche utile meditazione precisare che il putsch comunista fu ,preparato nei particolari in una riunione se– greta del Cmninfo-rm, tenuta a Mi– lano, alla fine del 1947. Il Cremlino teme,va le elezioni generali politi-che, •che si sarebbero dovute svolgere la prtmavera seguente: i pronosti-ci ipiù acicr,editati davano al ,partito comu– nista non più del 15% dei voti. Ur– g,eva quindi -provvedere. Capo dello Stato -era Edoardo Bene:s, leader del ipartit-o socialista nazionale, -cui com– pete gran parte della responsabilità p,er tutto .quello che succederà a Praga. Democratico sincero, di men– talità laka, radicale, fu un inge– nuo e un debole: si lasciò -giocare dai Lo STATO bibliotecaginobianco l. di SVOBODA MAREK comunisti nella maniera più vergo– gnosa. Convinto che, in fondo, 'Ci si poteva fidare dell'U:RSS e •che, mal– grado le ;s,empre p-iù insistenti .pres– sioni di Mosca, la coscienza nazio– nale, liberal-democraUca, •di Cechi e Slovac-chi avrebbe avuto •partita vin– ta nello scontro, .che già si prean– nunciava, tra partiti democratici e par:tito -comunista, egli fu l'affossa– tore della libertà e d,ell'indi<pendenza della Cecoslovacchia. Nutri-va la ipe– ri:colosa illusione -che il comunismo si dovesse e si potesse battere solo sul fronte della sinistra; e così non si a•ccor.s,ein tempo -che ,quel fronte gli agenti del Cremlino avevano già frantumato ,con un'opera di ;pene– trazione lenta e tenace. Infatti, tutti i ·partiti democrati-ci, ma particolar– mente i socialisti nazionali di Benes e i socialdemocratici di Mayer– Lauschman, avevano registrato, dal 1946 al 1948, dissidenze di una certa entità, che ri<t)evettero ogni incorag– giamento dai comunisti. Questi ulti– mi mostrarono sempre ipiù la prefe– renza a trattare, in-v,é'Ce che -coi di– rettivi legittimi degli altri partiti, con le sole « ali sinistre », vale a dire con gli elementi disposti a la:Sciarsi fa,gocitare dal •partito unico, in •pre– parazione. Caso titpico fu quello del lea-ct,ersocialdemocratico Fierlinger, che, al -congresso di Brno, del 1947, votò, 1 contro i ,pareri della maggio– ranza, iper la fusione del suo partito oon il partito comuntsta. Ne fu com– pensato, dopo, con v'a.rie nomine mi- 7

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