Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

maggiori questioni che si agitano nel– l'opposta sponda mediterranea, i solerti « inviati » della TV hanno tessuto gli elogi degli «illuminati» reggitori dei popoli arabi: da Nasser a Bourghiba, a ldris el Senussi. Non solo, ma l'adu– lazione per i neo democratici dell'Afri– ca settentrionale si è spinta fino al punto di ignorare - forse per non of– fendere la suscettibilità degli arabi - il contributo incalcolabile dato dall'Ita– lia e dai suoi coloni per la redenzione dei deserti cirenaico, tripolino e tuni- sino. • Dimenticando che le nostre comunità di coloni sono state brutalmente estro– messe sia dalla Libia che dalla Tunisia, e che Tunisi, con le frequenti incur– sioni della sua « marina da guerra » (sic) contro le flottiglie di pescherecci italiani sembra voglia rinverdire i fasti dei pirati barbareschi, i nostri brillanti « inviati » hanno incensato a dovere sia il Senusso che Bourghiba. Non parliamo poi del «servizio» de– dicato ali' Algeria. Il tono « equidistan– te » dei commentatori rilevava l'inten– zione di non toccare il punctum dolens della tragedia che centinaia di migliaia di europei e di arabi amici della Fran– cia stanno vivendo nel territorio nord– africano. Il quadro della situazione in Algeria, cioé, è stato falsato e il telespettatore sprovveduto ha avuto l'impressione che, dopotutto, hanno ragione i provetti scannatori dell'FLN a pretendere di buttare a mare l'intera comunità dei bianchi. Di più. La televisione italiana ha svolto con ammirevole solerzia una autentica campagna propagandistica in favore dell'FLN. Tutte le manifesta– zioni di solidarietà per Ferhat Abbas SYoltesi nelle capitali arabe sono state scrupolosamente riportate e commentate. Scherzi a parte, si ha l'impressione,che i nostri uomini di governo abbiano impugnato la mussoliniana « Spada del– l'Islam» non dalla parte dell'elsa, ma da quella della affilatissima lama. Ciò malgrado, in Italia non si traggono an– cora le conseguenze politiche di simili direttive, imposte dall'alto, ai mezzi di ir., formazione. Mentre si esaltano i proseliti di Nasser e di Ferhat Abbas e, di Nkrumah e di Sekou Turé, si ignorano volutamente la grave crisi agricola nell'URSS e le vicende drammatiche del Laos, di Cuba e del Congo. A voler essere precisi, un « servizio » sul Laos è stato programmato dalla TV; ma ci si è guardati bene dal rilevare 28 bibliotecaginobianco adeguatamente il pericolo che rappre– senterebbe per il sud-est asiatico una eventuale occupazione del territorio lao– tiano da parte delle forze comuniste del Pathet Lao e di Ho-Chi-Minh. La verità è che di anticomunismo alla Rai– TV è proibito parlarne se, come sem– bra, i dirigenti di via del Babuino e di via Teulada sono intenti soltanto a condurre una attiva propaganda ..... an– tifascista! Non c'è film che non si ri– chiami alle vicende politiche dell'ulti– mo conflitto e che non spezzi un~ lan– cia contro l'ideologia del ventennio. E' UNA CONVERSAZIONE CON IL PROF. PALLOTTINO stata ripresa all'uopo la programmazio– ne dei documentari « storici » americani della serie Aria del XX: 0 Secolo centrati sui maggiori eventi politici e militari del conflitto 1939-45 :visti, naturalmente, dalla parte degli alleati di Yalta e di Potsdam. Con accanimento veramente degno di miglior causa, continua la « caccia alle streghe », m:entre i comunisti sono den– tro casa e l'Italia rotola lungo la china del compromesso, della rinuncia e del- 1 'ipocrisia. CARLO DE R1s10 Disorganizzata in Italia la ricerca archeologica In una nota pubblicata su queste pa– gine abbiamo precedentemente illustrato il disastroso stato di abbandono in cui è lasciato in Italia il settore delle ricer– che archeologiche. Osservammo, tra l'altro, che l'amarissimo quadro offerto da questa speciale e preziosa attività scientifica è una diretta conseguenza della demagogia imperante, la quale -- accecata dall'ignoranza e da secondi fini politici - considera come « cultu– ra» soltanto le equivoche espressioni artistiche degli intellettuali di sinistra. « L' Arialda », insomma, ha diritto a lauti finanziamenti statali, mentre man– cano - per esempio - i mezzi indi– spensabili per impedire che l'inestimabi– le patrimonio rinvenuto nelle necropoli etrusche vada disperso per incuria o per i continui trafugamenti. Per avv·alorare con la sua alta compe– tenza la nostra tesi - che era solo frutto di informazioni di carattere statistico - l'ordinario <li etruscologia dell'Univer– sità di Roma prof. Massimo Pallottino c1 ha concesso un'intervista. Abbiamo chiesto innanzi tutto al prof. Pallottino se e su quali basi sono coor– dinate in Italia le ricerche archeologi– che. Egli ci ha risposto: « E' incredibile - e fa meraviglia agli stranieri - che in Italia non esi– sta un· istituto archeologico nazionale mentre si sa che quasi tutte le nazioni civili possiedono un istituto del genere: r.on soltanto le maggiori (a cominciare dal glorioso Istituto Archeologico Ger– manico) ma anche le minori, in occi– dente e in oriente. Ora è curioso, ma significativo, che proprio l'Italia abbia visto nascere il prototipo di tutti questi er:ti scientifici con L'Istituto di Corri– spondenza· Archeologica fondato a Ro– ma nel 1829 su basi internazionali e vissuto fino al 1871 (quando più o me– no venne a trasfarmarsi in sezione ro– mana del!'Istituto Germanico) ». Abbiamo allora chiesto al prof. Pal– lottino se almeno i diversi enti prepo– sti in Italia alla ricerca archeologica ccme le Università, l'Accademia dei Lincei, la Direzione Generale delle An– tichità e Belle Arti, corrispondono ai loro compiti. « La risposta è senz'altro negativa. è" vero che ciascuna istituzione interes– Juta all'archeologia fa bene il suo lavo– ro nei limiti del proprio settore: la So– printendenza alle Antichità nelle esplo– razioni; nella tutela, nel restauro, nella raccolta e presentazione del materiale; le: Università e le Scuole nel tirocinio dei futuri archeologi; l'Accademia dei Lincei nella pubblicazione delle scoper– te, molti benemeriti enti scientifici e societ,ì, nonché singoli studiosi eminen– ti con tutto il peso del loro prestigio personale, nell'indirizzm·e le indagini e gli studi. Ma è vero anche che l'azione separata - talvolta perfino· contraddir-

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