Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

Pankow e quella di Bonn: naturalmen– te, a tutto vantaggio della prima. Ora, però, l'iniziativa è stata presa in modo più ampio e ci si è valsi della collabora– zione di tutti gli specialisti del settore che militano nei partiti di sinistra. Gli articoli e i saggi apparsi sul numero no– vembre 1960-febbraio 1961, in ogni mo– do, vanno letti. Non ci permettono di apprendere qualcosa. di nuovo, ma ci offrono la possibilità di seguire nella sua applicazione la tecnica, iniziata da Lenin, con la quale i comunisti si pro– pongono di isolare gli avversari tentan– do di portare intorno a se stessi tutti i nuclei politici intermedi o « terzaforzi– sti ». L'unico movimento intransigente– mente anticomunista in Germania è rap– presentato dai cattolici: i comunisti san– no che non_ potranno trovare nel clero e nel laicato cattolico tedesco dei fian– cheggiatori; i comunisti avvertono il valore di una presenza religiosa e spi– rituale che è un permanente ammoni– mento contro ogni avventura sovverti– trice. L'unico tentativo che rimane ai comunisti è quello di adoperarsi per costringe all'isolimento i cattolici di Bonn. L'offensiva contro questi è stata sferrata in nome della libertà. Tra– lasciamo le accuse di neonazismo, di ria– bilitazione dello « spirito prussiano » e di militarismo che non fanno presa su– gli uomini normali, non succubi delle correnti mitologie umanitarie e pacifi– ste. Fermiamoci su quello che si può considerare -il motivo di fondo della nuova polemica antigermanica secondo cui i cattolici tedeschi impedirebbero si– stematicamente ogni « democratico di– battito politico». I lamenti sulla « fine della dialettica », invero, si sentono an– che in Germania e sono dovuti a que– gli intellettuali « radicali » che, sulla scia del ·libellista Erich Kuby, vedono ad ogni cantone l'ombra di Hitler. I comunisti - è chiaro - non si limita– no ai lamenti, ma svolgono un discorso a filo di logica marxista per dimostrare che i cattolici hanno creato in Germania un clima illiberale. Se così fosse noi non troveremmo . alcuna ragione per fcandalizzarc:i. Abbiamo ancora suffi– ciente raziocinio per non identificare il liberale con l'uomo amante della li– bertà. La verità impone che si dica, però, che se un torto (e grave) i cattolici tedeschi hanno, esso va identificato in quella timorosa reverenza verso quelle i~tituzioni democratico-borghesi (e cioè !iberali) che ne fa dei restauratori del '.:istema weimariano, già decrepito pri– ma ancora che fosse travolto dalla rivo– luzione nazionalsocialista. I cattolici te– deschi che hanno responsabilità politiche Lo STATO bibliotecaginobianco hanno parafrasato, facendola propria, la vecchia parola d'ordine lanciata da Leon Blum ai socialdemocratici fran– cesi. Infatti, come Bium si sentiva in do– vere, stando al governo, di fare il tu– tore dello Stato borghe-se, così Adenauer crede di aver il compito di puntellare con la sua autorità e con la forza del movimento cattolico le fondamenta de– mocratiche e liberali della repubblica federale. Anche i cattolici tedeschi, per– ciò, non hanno il senso esatto della loro missione politica, non avvertono il pro– fondo valore di quell'alternativa che essi possono e debbono rappresentare se vogliono che al « miracolo economico » possa seguire al più presto in Germania la rinascita dei costumi. Proprio auesta tendenza liberale spiega l'eco che han– no suscitato in pur ristretti ambienti cat– tolici le argomenta « distensive » di al– cuni pastori e scrittori protestanti. « Nuovi Argomenti » si compiace, sulla falsariga di quel che ha scritto il pastore Martin Niemoeller, notoriamen– te filocomunista, di presentare Adenauer come un nostalgico del Sacro Romano Impero; come l'apostolo di una nuova crociata da indire contro gli infedeli moderni, i comunisti. Se i comunisti e, nella fattispecie, i collaboratori di << Nuovi Argomenti» fossero più amanti della verità che del– le kruscioviane « ragioni di stato », am– metterebbero senza difficoltà che il ri– tratto di Adenauer fatto dal Niemoeller è falso e che l'ottuagenario statista non è un imitatore di Carlo Magno, ma solamente un tenace assertore del si– stema di « democrazia protetta » con il quale cerca di tenere in vita istituzioni contrarie ad ogni concreta ed attuale esigenza di difesa dell'ordine civile. E questo è il vero problema che si pone alla classe dirigente tedesca; non quelli prospettati dalla rivista di Mora– via e Carocci. I comunisti e i loro ami– ci parlano di una « Germania provviso– ria» che sarebbe successa al Terzo Reich e che sarebbe destinata a scom– parire con la morte di Adenauer. Se non si vuole che questo motivo propa– gantistico dei marxisti divenga una tri– ~te profezia, se non si può ammettere che la ripresa tedesca rimanga un fat– to meramente naturale e che si identi– fichi nell'incessante aumento della pro– duzione industriale e nell'elevato nume– ro dei depositi in banca, è necessario che si indichi al popolo tedesco una meta da raggiungere che non sia quel- . la banale del miglioramento del cosi– detto « tenor edi vita ». La Germania manca dì idee forza e bisogna offrir– gliele. Non ci si preoccupi di quel che potranno gridare i comunisti. Le accuse di imperialismo e di nazismo sono scon– tate e non toccano i cattolici. L'insegnamento che possiamo trarre du.nque, dalla lettura dì questo numero d1 « Nuovi Argomenti» è che se la Germania vuole contribuire efficace– mente alla lotta contro il marxismo de– ve saper respingere il mito economici– sta che ha il suo paladino in Erhard e dar vita ad una nuova cultura che sia arma potente in difesa dell'Europa e della sua civiltà. Soltanto i cattolici po– tranno assolvere questo compito se sa– pranno evitare influenze estranee alla loro tradizione. MONALDO BRESCIANI antinazionale fanfaniana Propaganda alla TV Dopo il recente "cambio della guardia,, a via del Babui– no la televisione ha assunto una veste politica di parte Da quando la Rai-TV è stata defi– nitivamente « inquadrata » con i muta– menti imposti dal Governo, cioé con l'immissione negli alti uffici di elementi frdeli al sinistrismo democristiano, i programmi del!'« ente di stato » si sono perfettamente uniformati sul piano del– la più squallida assimilazione dei temi cari alla propaganda socialcomunista. Oltre i commenti di politica interna evidentemente ispirati dagli « aperturi- sti », anche quelli dedicati alla politica estera rivelano l'intenzione di influire sull'opinione pubblica con una visione della realtà chiaramente di parte, e di parte sovversiva. La TV ad esempio ha dedicato recentemente una serie di « servizi » ( della serie I viaggi del Te– legiornale) ai neo Stati indipendenti africani del Maghreb, alla Libia e all'Al– geria. Con il pretesto di illuminare lo stanco pubblico dei telespettatori sulle 27

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