Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

tico », nel quale potrebbe esser coinvol– to,. se domani Mosca dovesse accentuare la politica del sorriso nei confronti del Presidente della Repubblica francese. In questo contesto, che chiamerei fran– co-sovietico, sarebbe opportuno, per la migliore conoscenza dei rapporti tra i differenti partiti comunisti, chf' Lei puntualizzi le attuali divergenze tra PCF e PCI. R.: Esiste una divergenza completa tra il comportamento del PCF e quello del PCI nei confronti degli intellettuali si;; comunisti, che paracomunisti o della sinistra non comunista. II· PCF infatti, Th_orez in testa, afferma che è neces– sario essere « rigidi » in materia di prin- cipi. L'atteggiamento del PCF nei con– fronti, ad esempio, del manifesto dei « 121 », sulla guerra d'Algeria è carat– terizzato da una sorta di fermezza sui principi, contro, quindi, la non sotto– missione e contro la diserzione, non cor– rispondendo questi ultimi principi a quelli comunisti. (Da notare che, in realtà, suila base stessa dei principi dottrinari e politici fondamentali, il PCF è in rottura con questi stessi prin– cipi per quel che concerne l'atteggia– mento nei confronti della guerra d' Al– geria e nei confronti di un sostegno at– ti~o che dovrebbe dare ai nazionalisti ribelli algerini). Tale atteggiamentò ha quindi provocato una frattura tra il par- titc e gli intellettuali di « sinistra > e financo con alcuni intellettuali co– munisti. Il PCI, al contrario, non si è fatto scrupolo, anche se nella realtà poi è altrettanto rigido sui principi, di conti– nuare e sviluppare una politica che gli permette di avere contatti con una massa estremamente larga di « intellet: tuali ». Si arriva quindi a questa stra– ordinaria situazione; nella quale è pro– prio il PCI a _riprendere il manifesto dei « 121 », senza disapprovarlo nei ter– mini impiegati dal PCF, ma al con– trario creando in Italia una specie di movimento più vasto di « intellettuali » comunisti e della sinistra non co– munista. Politica uni versi tari a I dirigenti dell' « intesa » tradiscono gli universitari cattolici avallando l'azione comunista che punta a condizionare le giovani forze della cultura italiana L'apertura a sinistra, il cosidetto dia– logo tra cattolici e marxisti è ormai in atto nel mondo universitario italiano, dove prospera e si afferma sempre più uno stato di alleanza tra i gruppi uni– versitari cattolici e quelli di estrema si– nistra. Le organizzazioni rappresenta– tive dei goliardi italiani (tranne quelle che hanno importanza soltanto sul pia– no locale) sono cinque: il FU AN (Fronte Universitario di Azione Nazio– nale) che è una diretta emanazione del Movimento Sociale Italiano, la Stella d'Italia, formazione di scarsa importan– za nella quale confluiscono studenti mo– narchici, !'AGI (Associazione Goliardi– ca Indipendente) formata dai liberali «Intesa»~ che dovrebbe esser l'associa– zione rappresentativa di tutti gli uni– versitari cattolici, l'UGI (Unione Go– li_ardica Italiana) che raccoglie tutti gli elementi di sinistra, dai socialdemocra– tici ai comunisti. Tra queste formazioni, l'Intesa è tjuella che ha raccolto il maggior nu– merò di voti nel corso delle varie com– petizioni elettorali universitarie. All'In– tesa aderiscono quattro diverse organiz– zazioni, la Giac, la Fuci (Federazione Universitari Cattolici Italiani), le Con– gregazioni Mariane e i Cud (Centri universitari democristiani). Segretario nazionale dell'associazione è attualmen– t,~ Siro Brondoni, esponente della si- Lo STATO bib uL~ljay1nobianco nistra democristiana di Milano, mep.– tre altri dirigenti di un certo rilievo in campo nazionale sono Ettore Morezzi, vicepresidente dell'Intesa, Antonio Ber– ti, Franco Spicci, Giovanni Lazzoni nonché i rappresentanti delle associa– zioni che formano l'Intesa stessa, cioé Nuccio Fava p<;r la Fuci m:ischile, Ma– ria Pia Bozzo per la Fuci femminile, Rodolfo Brancoli e Salvatore Saetta per i Centri universitari democristiani, Pao– lo Picone per le Congregazioni Mariane (la Giac non ha un proprio rappresen– tante in sede -nazionale). I nomi ripor– tati apartengono tutti ad esponenti della sinistra democristiana; dalla « Base » al– le varie sfumature fanfaninane, dorotee e morotee. ·u processo di involuz,ione a sm1stra di questa organizzazione ebbe inizio circa una decina di anni fa, per conclu– dersi con la clamorosa risoluzione del 1959, seguita ad un Consiglio Naziona– le tenutosi in Roma, alla Camilluccia. In quella sede, l'azione di erosione che gli elementi di sinistra stavano condu– cendo da anni :raggiunse il culmine. Furono eliminati dai posti direttivi del– rassociazione tutti gli elementi accusati di sostenere posizioni politiche «modera– te »e si impedì ai rappresentanti della Fuci, dei Cud e delle Congregazioni Mariane di far parte del Consiglio Na– zionale, se non con compiti puramente_ consultivi. Questa presa di posizione era diretta sopratutto contro i rappresen– tanti della Fuci e delle Congregazioni Mariane che, essendo nominati diretta– mente dai responsabili delle due Or– ganizzazioni tra elementi particolarmen– te qualificati, avevano sempre svolte funzioni mederatrici e, comunque, si erano sempre opposti a qualsiasi allean– za degli studenti cattolici con forze marxiste e dichiaratamente anticlericali. Dal convegno della Camilluccia ad oggi, i dirigenti dell'Intesa avrebbero dovuto essere eletti dalla base, cioé da tutti gli studenti cattolici regolarmente i~critti all'associazione. Di fatto, gli stu– denti cattolici iscritti all'Intesa sono po– chi, quelli che partecipano alle elezioni interne ancor meno. In pratica, le ele– zioni interne hanno interessato sino ad ora soltanto piccoli gruppi, fortemente politicizzati, chiaramente orientati a si– nistra: ed i dirigenti non si sono mai preoccupati di allargare la partecipazio– ne degli studenit cattolici alla vita in– terna dell'organizzazione. Per tale ra– gione l'Intesa si è ormai ridotta al ran– go di un'organizzazione controllata da pochi, ed in essa i termini di democra– zia e di rapresentanza non hanno più alcun significato. Gli studenti cattolici (e, bisògna riconoscerlo, in questo han– no delle colpe) non sembrano seguire· 13

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