Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

tocrazià; .anche •se si compiace .di auto– ddìnirsi democratica;:finisce per non es– serlo affatto né più né meno di quanto· non lo è h partitocrazia marxista aper– tamente totalitaria ed autoritaria. Episodi come quelli dello scorso lu– glio, 'quando i partiti cosiddetti demo– .cratici, d'intesa con quelli marxisti, calpestarono la Costituzione sovrappo– nendosi alle istituzioni e coartando il • Capo dello Stato, equivalgono a veri colpi di ariete contro l'autorità dello Stato. Questi si ripercuotono nella co– s<iienza pubblica ingenerando smarri– mento e la legittima sensazione che allo stato unitario, conquista dei tempi mo– derni, si .è ormai surrogato un vero e proprio neofeudalismo la cui caratteri– stica fondamentale è di avere sostituito al criterio delle territorialità quello del– l'interesse ideologico, a mascheratura di ben più materiali interessi. Esempi eloquenti Abbiamo assistito ad episodi di vil– tà o di malizia inauditi come, sempre nello scorso luglio, l'appello a rinchiu– dere le forze di polizia nelle caserme e a disarmarle per poter « trattare > con gli agitatori comunisti; assistiamo ades– sa agli effetti di circolari discriminato– rie- alle forze dell'ordine che rivelano •soltanto la paura di imporre il rispetto della legge ad una parte politica: quella di estrema sinistra. L'amministrazione dello Stato diviene sempre più terra di ccnquista da distribuire ai vassalli della neofeudalità partitocratica, in attesa che una congiura dei nuovi baroni ci faccia ritornare ai tempi del C.L.N., quando l'assenza dello Stato poté consentire ai partiti di autonominarsi detentori del potere. Apprendiamo che i partiti pretendono .dai rispettivi candidati alle elezioni, lo impegno di dimettersi dall'esercizio del mandato ove abbandonino il partito, quasi che l'elezione instaurasse un rap– porto fra elettori e partiti anziché fra elettori ed eletti. · Tutto ciò, e gli esempi addotti sono pochi rispetto agli innumerevoli altri che si potrebbero elencare, smantella la autorità dello Stato e, con questa, quello Stato di diritto di cui essa è presidio. Non può esservi democrazia la dove rion esiste la libertà e rion può esservi • libertà la dove non esiste l'autorità per . garantire l'una e l'altra. E' vano farneticare sul progresso materiale, sulla moralizzazione, slllle li- bertà individµ~lì e s~lla ,déci~rnzi~ r.ap– presentatfva •se non si .ha ben s~lda la · convinzione che a nulla· ser~e l'azione politica quando sia priva del suo con– ttnuto primordiale di mezzo, di stru– mento cioè, per garentire a tutti i cit– tadini le condizioni necessarie all'eser– cizio delle libe•rtà, dei diritti e dei do– veri previsti dalla Costituzione. Fu di moda, un tempo, fra i liberali, affermare che un vero liberale dovrebbe difendere anche a costo della sua vita il diritto di ogni avversario politico ad enunciare e sostenere le proprie idee. Oggi, e non soltanto ai liberali, si pone il problema del limite. Fino a qual punto, cioè, può consentirsi l'eser– cizio della libertà? E si può, in nome di un principio che è valido unicamente se è inteso in egual modo da tutti, con– sentire un così ampio diritto a chi si propone di non fare altrettanto, a chi tende cioè ad alterare le condizioni del sistema a proprio esclusivo benefizio? Molti Stati, alcuni dei quali, forse, più profondamente democratici del no– stro, escludono l'ideologia comunista dal libero gioco dei partiti in quanto ne hanno riconosciuto la insincerità e la vo– lontà ever/jiva. Si può non giungere a tanto, ma non si può transigere sul prin– cipio che la legge è uguale per tutti e da tutti deve essere ottemperata. Autorità e libertà Pochi sanno, forse, che l'alto grado di costume civile di nazioni come l'In– ghilterra e la Svizzera è conseguenza non già di naturali predisposizioni alla tolleranza ed alla legalità, bensì •di una secolare tradizione di obbedienza e di rispetto nei confronti di leggi o di co– stumanze giuste e severe. Se oggi in quei paesi le forze dell'or– dine possono compiere H proprio dovere senza portare indosso le armi, lo si deve al radicato senso dell'autorità statale or– mai istintivo nei cittadini presso i quali suona come ignominioso il pensiero del ricorso alla violenza per far valere le proprie ragioni. Non altrettanto, purtroppo, accade in Italia, ove la sopraffazione compiuta dalla partitocrazia a danno delle istitu– zioni ha coinciso con la definitiva capi– tolazione dello Stato le cui forze non sono più rivolte ad imporre l'ordine e la legge in modo imparziale, ma ten– dono a divenire gli strumenti di .un po– tere che usa ed abusa dello Stato per fini equivalenti a quelli di un vero e proprio regime.· .in 9uest~ clima. h~C?PD focidéntl e~ . • ,me quelli di Milano òve •si è data via .libera alla organizzazione ed esecuzione. •• <li grandi rrianovre comun1ste.ed alla prova. generale del e servizio d'ordìne > effettuato dalle nuove guardie ròsse, . • tollerando l'occupazione illegittima de- gli stabilimenti di lavoro e chiudendo gli occhi di fronte ai gravissimi reati in essi compiuti contro il patrimonio.:.e contro le persone. Ombre del passato:, In questo clima i cittadini che non in~ •.. tendono subire passivamente l'altrui . • violenza, prima o poi si organizzano J>ef difendere la propria incolumità ·ed . i propri interessi; dopo di che è breve il passo per lo scontro aperto ddle • fa– zioni che lo Stato, una volta ceduto sul princ1p10 dell'imparzialità, non sarà più in grado di dominare, come già .. ·avvenne nel 1920-22. • . • Fermezza, imparzialità, giustizia e moralità amministrativa sono i .prcs~p-. posti e le componenti insieme dell'auto- . rità dello Stato, non.soltanto nel settore dell'ordine pubblico,. ma .in ogni altro. aspetto della sua multiforme attività che - giova ripeterlo - deve essère ri– volta ad assicurare ai cittadini il libero, esercizio dei propri diritti. • Se veramente si vuole che la demo– crazia sopravviva in Italia, si affermi ~ ·• divenga parte integrante .del costuÌne e del vivere sociale, occorre avere il ~o:.· raggio di incidere col bisturi il bubtìo'..• ne del trasformismo, dell'intrigo 'e:·del~. • l'murpazione di potere, riconducçndo i partiti alle loro originarie fun2:ioni di organi formatori della pubblica .opinio. ne ed assicurando alle istituzioni l'eser– cizio ·sostanziale del potere. La vera democrazia, il governo del • •• popolo, cioè, deve essere costruita su .un · rapporto di fiducia diretta ed immanente fra organi dello Stato e cittadini, fra elettorato ed istituzioni rappresentative, su un rapporto che si fondi senza scher~' mi di ipocrisia o, peggio, di menzogna, sulla libertà e sulla sincerità non sol~ tanto formale, ma sostanziale. L'autorità dello Stato rappresenta la· garanzia di base della libertà e ·della sincerità di svolgimento di ogni rappors • .• .to civile, ed è per questo che senza di essa, e meno che mai al di fuori· di essa, la democrazia non può sopravvi– vere a lungo. •." l'. ,·

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