Lo Stato - anno II - n. 4 - 10 febbraio 1961

politici DC nelle provincie e nei comu– ni interessati agli esperimenti « ammi– nistrativi» faranno di tutto per assecou– dare i socialisti nella loro tattica. Tutto questo darà modo all'on. Moro, a breve o lungo termine che sia non im– porta, di sostenere che essendosi rive– lata producente una «politica delle cose» a livello amministrativo, fra DC e PSI, nulla vieta che, magari « con responsfl– bile, · cauta e meditata decisione », ci si muova per estendere quel tipo di poli– tica a livello nazionale e di governo. E siamo certi che quando tale propo– sta verrà avanzata, troverà autorevoli « coperture » nel partito e fuori. A questo punto il gioco dei marxisti sarà fatto. In campo cattolico la confu– sione regnerà sovrana ed i marxisti sa– ranno in· grado di sviluppare, secondo i canoni più rigidi della logica leninista, il contenuto strumentale della loro « po– litica delle cose » sulla direttrice ideo– logica. E quando ciò · avverrà, difficilmente essi potran_notrovare una resistenza or– ganizzata, in quanto sarà venuta meno in larghi settori del campo cattolico la pregiudiziale opposizione di carattere dottrinale nei confronti del PSI; soffoca– ta dalla realtà di una collaborazione fra cattolici e socialisti che avrà avuto come premessa proprio l'accantonamento dei prtnctpt. Vorremmo che tali conclusioni fossero smentite dai fatti, ma anche i fatti hanno una loro logica. Un anno fa molti giudicavano le no– stre osservazioni sulla politica avviata dall'on. Moro pure fantasie ed i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Oggi non resta che augurarci e batter– ci perché elementi nuovi spezzino la logica degli sviluppi politici che si muo– vono sotto la spinta e l'impegno dei re– sponsabili centrali della DC. Un figlio del suo tempo Il messaggio sullo « stato de/l'Unio– ne » indirizzato da Kennedy al Con– gresso americano, ha definitivamente liquidato un'epoca storica: gli Stati Uniti entrano in una fase della lotta per la sopravvivenza, né più, né meno come, ad esempio, Berlino ovest. La « Nuova Frontiera » comincia e finisce sulle rive del Potomac. Gli Stati Uniti s,·oprono, per merito di un uomo, vera– mente figlio del suo tempo, che il duello con il comunismo internazionale non off1·eangoli morti, quali furono vagheg– giati con il così detto « spirito di Camp David ». Non avremo, dunque, un'altra· « Monaco 1938 ». Il fallimento della « conferenza-~~àTvertice » di Parigi, è suonato per l'America come una se– conda « P~qr_l Harbour diplomatica». Senza di che~•-ìutto l'Occidente sarebbe caduto nella pi~ diabolica trappola della sua storia. « Vi parlo - ha detto, infat– ti, Kennedy - in un'ora ricca di pe– ricoli e di opportunità per la nazione. Prima della scadenza del mio mandato, noi avremo modo di constatare nuova– mente se un popolo organizzato e go– vernato come il nostro, può sppravvi– vere ». Quel « nuovamente » è un av– verbio che ha un solo precedente: il 1941. Anche allora, come oggi, gli Stati Uniti sentirono che la svolta storica era ineluttabile. Che la loro reazione di al– lora sia stata, o non, politicamente con– g1·ua, non è ancora dato di poter aff er– mare. La prospettiva non è, storicamen– te padando, sufficienteme_nte proiettata m:l tempo. Mancano, soprattutto,. trop– pi elementi di giudizio. Certo è, che favanzata del Comunismo internazio- 6 bibliotecaginobianco nale è · cominciata il giorno in cui nei suoì spazi limitrofi si è creato il « vuo– to di potenza.». Lo dimostra, del resto, la politica praticata da Poster Dulles, che agli argini demoliti, sostituì i fragili muretti a secco della «catena di basi». Ma il variare della strategia per eff et– to delle nuove conquiste · tecnologiche i:-1 campo militare, ha reso questo sur– rogato non solo inservibile, ma perico– loso. La firma del nuovo « trattato di sicurezza» nippo-americano, n'è stata una prova. Lo, sfaldamento delle posizio– ni asiatiche sud-orientali e del « Patto di Bagdad > (ora C.E.N.T.O), sono la controprova. Che cosa opporre a tutto questo? Ltz risposta l'ha data Kennedy e nel mo– mento di maggiore pericolo, con una tempestività senza precedenti nella ela– borazione della politica americana. « Bi- . sogna ricordarci - ha detto - che se non saremo uniti la partita è persa ». Il richiamo ali'unità, è stato platonico e tanto .,neno mosso dagli affetti. E' ri– faito, sopratutto, alla Gran Bretagna, la cui politica, dopo l'avvento di Mac– Millan, .all'indomani dei fatti di Suez, è stata gravemente centrifuga. I cedimenti, sono cominciati il giorno in cui il Primo Ministro britannico pt·ese l'iniziativa di recarsi a Mosca a mendicare un colloquio con Krusciov. Memorabile la sgarbatezza di piantarlo in asso per co"ere disse il Primo Mi– nistro sovietivo - dal dentista. Mac Millan fece per recarsi ali'aeroporto per rimpatriare, ma Krusciov lo richiamò. Fu la più grande improvvisazione di tutta la storia del Comunismo interna- zionale. « Fu in quel momento - · con– fidò più tardi Krusciov allo stesso Ei– senhower che compresi quale prospet– tiva tattica ci apriva il gesto isolato di MacMillan ». Da che cosa fu spinto il Primo Mini– nistro britannico? Da un equivoco: te– mette che gli Stati Uniti covassero il di– segno di accordarsi sotto banco con la Unione Sovietica, direttamente, taglian– do juori: gli uni il circuito politico-eco– nomico europeo; l'altra il circuito cine– se. MacMillan credette di avere una prova di questa «congiura> nell'atteg– giamento sovietico-americano a Suez, una congiunzione di intenti troppo so- . spetta per essere accettata per fortuita. Giocò allora, sull'anticipo per prevenire p1esunte collusioni. Il ragionamento fu ultra-schematico, quindi tendenzioso. L'accordo sovietico-americano - pensò -- scaturisce dal!'estrema gravità della situazione (erano i tempi della teoria dullesiana del « rischio calcolato>): si fanno l'un l'altro tanta paura che fini– mnno per riconoscersi a vicenda il ri– sultato nullo. Quantificando questo ter– rcre, risulta che. quello in grado di es– sere incusso dalla Gran Bretagna (po– tt·nza nucleare anch'essa) è inferiore. "/\'on restano, dunque, che due cose: o raggiungere Russia e America nel po– tenziale di dissuasione, stabilendo una « bilancia a tre piatti>; oppure, fare in modo che la situazione, ruotando su se stessa, passi dal braccio di fe"o al brac– cio snodato. Per la prima soluzione, mancano tempo e mezzi; per la seconda, manca molto di più, ma· non disponia– mo di altro.

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