Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

bi deve riferirsi ad un impegno politico ed allora il patto di lealtà può e detie considerarsi anco~a valido a tutti • gli effetti. A meglio sottoìineare quello che è il vero significato che l'on. Moro attri– buisce all'incontro fra DC e PSI sarà opportuno a questo punto ricordare che l'l l aprile 1960, dopo che il gover– no presieduto dal/'on. Tambroni aveva ottenuto la fiducia della Camera dei Deputati, la direzione centrale della DC invitava il Presidente del Consiglio a riaprire la crisi constatando «... co– me il dibattito ed il voto di fiducia alla Camera abbia finito per attribuire al gove~no - malgrado le precise im– postazioni del· Presidente del Consiglio e del partito - un significato politico in contrasto con le intenzioni, le fina– lità e l'obiettiva funzione politica del– la DC». Quanto sopra ric;rdato sta a dimo- strare che era bastato allora ali'on. Mo– ro che certi settori del Parlamento avessero interpretato a modo loro l'atteg– giameni:o autonomo e. non condizioriato da trattative del governo, per riaprire una crisi faticosamente composta. 0/tgi l'on. Moro non ritiene di dover denun– ciare i patti sottoscritti tra DC e PSI a Milano nonostante che. il PSI dia agli stessi un significato del • tutto opposto a quello che l'on. Moro vorrebbe far credere sia l'autentico significato llccet– tato dalìa DC, un significato cioé pura– mente amministrativo. La verità è come abbiamo sottolinea– to, che l'on. Moro ha operato nei con– fronti del PSI una scelta politica; fatto questo che nessun artificio dialettico riu– scirà a mascherare. Una scelta politica non autorizzata dal Congresso di Fi– renze, non ratificata dal consiglio na– zionale, non avallata dagli eiettori il 6 novembre. Una scelta politica nei con- fronti di un partito con il quale - è sempre l'on. Moro che parla nell'articolo sopra citato - non. « ...., sussistono con– cordanze d,i vedute sulle linee ispira– trici della politica interna ed estera ~- Unll scelta di collaborazione, aggiun– giamo noi, con una forza politica che pone alla base del suo impegno principi radicalmente opposti a quelli dei catto– lici italiani, principi del più ortodosso marxismo. Se tutto questo l'on. Moro, dimentico delle dichiarazioni da lui fatte alla TV ed a Milano prima delle elezioni ammi– nistrative che garantivano l'elettorato\sui propositi della DC, non vuole chiamarlo arbitrio scelga pure il vocabolo che giudica il più adatto. Ma siamo certi che qualunque sia il vocabolo di sua scelta, esso non basterà a convincere noi ed altri di aver errato nel definire il suo com– portamento politico successivo alle ele– zioni del 6 Novembre. A ne ora.sull'Algeria Le vicende del/'insediamento di Ken– nedy alla Casa Bianca, hanno distolto l'attenzione dagli avvenimenti nel ,Me– diterraneo. Ma tutto lascia prevedere che molto presto la situazione, algerina • tornerà a riprendere il sopravvento sul resto della cronaca. Anche perché il neo Presidente degli Stati Uniti ha deciso di riportare la diplomazia mon– diale nel/'ambito dei normali canali delle Cancellerie. Le luci della ribalta inter– nazionale, quindi, si spegneranno e la teatralità di Krusciov perderà molto del- la sua sensazione. Resteranno pertanto i fatti a _tener luogo della propaganda basata soprat– tutto sulla sceneggiatura della politica: incontri spettacolari, profferte fantasiose di disarmo universale, minacce apocalit– tiche, fragorose note diplomatiche, mon– tature spionistiche. Tra i fatti più tragici è l'Algeria. I servizi psicologici francesi continuano a propalare indiscrezioni su trattative se- Lo Stato inobianco grete, incontri tra emissari delle parti in territori neutrali, concessioni recipro– che su questo o quel particolare. In realtà la situazione politica franco-alge– rina si deteriora giorno per giorno, gli attentati si intensificano, i preparativi mii/tari dei due belligeranti si fanno sempre più convulsi. Tanto che il Mi– nist!O della Difesa francese si è ulte– riormente recato in Algeria per ispe– zionare gli apprestamenti difensivi ai confini con la Tunisia ed il Marocco e il portavoce dello Stato Maggiore di Al– geri ha tenr,tto una conferenza stampa assicurando i residenti europei che le , loro vite, i loro beni e i loro interessi secolari saranno come sempre garantiti dal!'esercito. Dal suo canto il Fronte di Liberazione algerino, pur accodandosi abilmente alla offensiva psicologica pacifista, continua ad affermare che la lotta non avrà ter– mine se non il giorno in cui sarà con– quistata la più assoluta indipendenza e soprattutto ritirato ogni reparto fran– cese. Nel frattempo Farhat Abbas si trova in Estremo Oriente in visita al Vietnam comunista è all'Indonesia, il cui capo di Stato Maggiore, Nasution, si è di recente recato a Mosca per chie– dere (e ottenere) ingenti quantitativi di armi. Si tratta in realtà di rifornimenti ai nazionaìisti algerini effettuati per in– terposta persona. Ma i sintomi dell'internazionalizza– zione del conflitto nord-africano non si limitano· a questo: il Marocco ha ritira– to il suo contingente militare dal Congo, la Repubblica Araba Unita ha dato an– nuncio all'ONU di analoga misura e, infine, il Sudan ex-francese ha chiesto alla Francia di sgomberare dalle basi isti– tuite nel suo territorio. In tal modo Ghana, Guinea, Sudan • e l'hinterland algerino formerebbero una pericolosa continuità territoriale, facilmente sfrut– tabile per rifornimenti aerei, camionali o camme/lati. 5

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