Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

LA SETTIMANA L'auto di f e sa di L'on. Moro si è degnato di rivolgersi a:l'opinione pubblica, ali'elettorato C(lt– tolico ed al partito DC per tentare di giustificare i termini della linea poli– tica da lui inaugurata dopo le elezioni del 6 novembre, con particolare riferi– mento al problema dei rapporti fra la DC ed il PSI. Ha ritenuto che dedicare a tali ar– gomenti due colenne di stampa - « II Popolo » del 24 gennaio u.s. - fosse 1ufficiente a tacitare il partito, l'eletto– rato cattolico e l'opinione pubblica della mancata convocazione del Consi– glio nazionale, l'organo che solo aveva l'autorità di elaborare o ratificare una linea politica; ed in ciò ha peccato di p,·esunzione, oltre che avere confermato di nutrire ostentato disprezzo per la democrazia interna di partito. Ha peccato di presunzione, in quan– ti:!' siamo dell'avviso che le afferma– zioni contenute nell'articolo di cui so– pra, lungi dal/'offrire una passabile giustific~one fal,i.ticg"~e_J~uo operato, valgono u· co;f/ermare m • pieno la con– danna . dello stesso espressa da settori sempre più larghi del mondo cattolico, del partito e del/'opinione pubblica. L'articolo si apre in un tono di vit– timismo riferito alla durezza di giu– dizi espressi da certi settori d~U'opi– nione pubblica sul suo operato post– elettorale. Il vittimismo è una costante della tattica dell'on. Moro, che si compiace di assumere spesso le vesti di « cire-, neo » della democrazia italiana. Dopo tale introduzione ì:on. Moro passa a trattare della procedura seguita all'indomàni del 6 novembre per la for– mazione delle giunte. Il succo del suo dire a questo pro– posito manifesta clamorose contraddi~ zioni. Egli sostiene infatti, che dopo le elezioni la DC s'è impegnata a forma– re il maggior numero possibile di giunte in accordo con i partiti della « convergenza », e che solamente quan– do « ... la collaborazione tra questi 4 bibliotecaginobianco partiti è risultata numericamente in– sufficiente a risolvere il problema della formazione delle giunte» la DC «... si è trovata di fronte alla eventualità di accettare, sulla base di un rigoroso e serio impegno ammin:istrativo, l'inte... grazione di altre forze che non ave– vano assunto un atteggiamento di osti– lità nei confronti del governo sostenuto da quei partiti». Tutto questo vorrebbe significare, nelle intenzioni del/'on. Moro: 1) che la collaborazione in certi comuni ed in certe provincie, politica– mente fra le più importanti del Paese, tra DC e PSI, deve considerarsi un fat– to puramente amministrativo, che non tocca la politica; 2) che tale collaborazione st tm,po– neva per una pura e semplice castri- . . ztone numerica. L'on Moro nel sostenere tutto questo . manca di dire la verità. E' assurdo, infatti, sostenere che il tipo di collaborazione tra DC e PSI messo in atto a Milano, ed estensibile· a Firenze, Genova, alla Sicilia e ad altri centri, non tocchi la sfera poli– tica. E' assurdo sostener;o, quando lo stesso on. Moro afferma che tale tipo di collaborazione si è reso possibile per via dell'atteggiamento assunto dal PSI, avanti al governo di luglio, e quindi in conseguenza di un atto autenticamente politico. Atto politico, si badi bene; che nep– pure per l'on. Moro dovrebbe essere più valido, considerato che il PSI ha radica:mente mutato r atteggiamento assunto a luglio, astenendosi nella vo– tazione di fiducia al governo, passan– ·do decisamente all'opposizione in se-– de di votazione dei bilanci. Da tutto questo, si deve, logicamen– te, dedurre che la scelta operata dallo on. Moro nei confronti del PSI è stata un'aut~tica sc&ta politica,; che ;egrtt• ti.ma in pieno l'accusa di tradimento che in questi giorni è risuonata in Zar- Moro ghi settori dello schieramento cattolica– e del partito. Ma che la scelta dell'on. Moro sta una scelta politica, lo conferma egli stesso nelì:articolo quando afferma più avanti del passo citato che la DC non · ha rifiutato « ... Nella complessa visio- ne della realtà politica italiana la pro– spettiva di taluni incontri circoscritti con il partito socialista, i quali, su di ~na base di lealtà reciproca, offri'Sserq l'occasione di sperimentare cautamente in alcune situazioni le effettive possi– bilità di collaborazione del PSI con partiti democratici ». L'on. Moro in questo passo è stato– oltremodo chiaro. Quelle fatte nei con– fronti del PSI non sono scelte deter– minate da una pura e semplice costri– zione numerica, ma sono scelte desti– nate a sondare la volontà politica del PSI di rispondere all'invito politico della DC. Nello stesso passo l'on. Moro parla anche di « lealtà reciproca » che sareb– be' alla base degli accordi ratificati o da ratificare, fra la DC e il PSI. T aie accenno merita attenta consi– derazione. Se, infatti, per rispetto alla lealtà !'on. Moro intende che il PSI deve accettare il carattere amministra– tivo dell'incontro, allora dobbiamo di– re che il PSI è già venuto meno al ri– spetto dei patti. Nenni, infatti, su I'« Avanti! » di domenica 22 gennaio e l' on. Pieraccini su l' « Avanti! » del 24 gennaio hanno affermato a chiare note che quanto si è venuto a deter– minare a Milano deve considerarsi non già un fatto circoscritto di carattere amministrativo, ma un punto di par-· tenza per un im,per;no politico che do– vrà investire tutta l'!talia. Alla luce di tali eloquen# afferma– zioni i casi sono due. Il PSI è già ve– nuto meno alla base di lealtà posta dal– !' on. Moro ali'origine del patio ed allora l'on. Moro, per essere coerente con se ;tesso, dovrebbe denunciare il patto in parola; oppure l'on. Moro· ha parlato di lealtà sottointendendo ché la stessa

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