Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

gans comunisti, ma proposizioni sempli– cemente democratiche: la libertà e l'au– todeterminazione dei popoli, l'aboliz,io– ne del colonialismo, l'abolizione delle « torture ». iDunque q ue1.ta fase della propaganda di sinistra, più che comu– _nista, va definita neo-i!luminista; e per tale motivo è appoggiata dai radicali, dai democratici di sinistra, dagli « intel– lettuali » a tendenza progressista, in luo– go dei soliti, grossolani agit-prop. E' la fase moderata - per ciò più pericolosa, perché meglio si insinua nel– le malferme coscienze dell'opinione pub– blica - e ad essa si addice tra l'altro la ristampa del « çaJfè », a cui prima ac– cennavamo. In un clima neo-illuminista è utile servirsi, come supporto « cultu– rale», dei testi classici; specie di quelli -che sostengono appunto come gli. scritti dei fratelli Verri, la: libertà e l'autode– terminazione dei popoli, l'abolizione del colonialismo e della « tortura ». Era pro– prio di Pietro Verri il libello « Osser– vaz1om sulla tortura », del 1777. Ma il fratello Alessandro non era da meno, .·anzi, giungeva nel suo umanitarismo a tacciare di « crudeltà » l'uccidere, il cu– cinare e il mangiare certi animali. come testimonia un passo del suo « Comenta– riolo di un galantuomo di mal umore, che ha ragione sulla definizione: l'uo– mo è un animale ragionevole, in cui si vedrà di che si tratta», apparso sui fogli -XXI-XXIII del tomo Il del «Caffè», annata 1765-1766: « ... Si è inventata l'arte di far morir molti poveri animaii a stento, perché riescano così più deli– cate, e digeribili le loro carni. I poverì, gli umanissimi porci a forza di basto– nate, le anguille arrabbiate, i gamberi vi– vi i pesci fra le ambascie mortali del– /' acqua bollente altri in altre orrende guise si massacrano e si crucciano, e vanno poi ne' ventricoli delle gentili da– me, e de' gentili signori, ed intanto che se gli divorano parlano della pioggia, e del bel tempo, della sensibilità, della fi– losofia, hanno dello spirito, sbadigliano. .sono in distrazione. Il cagnolino di ma– dama anch'egli incivilito divora i quar– ti di pollo, i rosignoli di madama man– giano il triturato cuore de' viteili, il po– .vero cagnolino è accarezzato, umanissi– mamente trattenuto; guai chi gli schiac– ci incautamente il piede, madama non _può vedere soffrire una bestiolina per menoma che sia. Ma madama è carni– vora quanto le tigri, ed i leoni, ed ha .fatti diventar carnivori perfino i suoi cagnolini, ed i suoi rosignoli... ». Insom– ma, chi mangia carne non è democrati– -co, è una sorta di « criminale di guer– :ra > ante litteram. Peccato che Alessan- Lo Stato bibitaecag1nobianco dro Verri non possa nv1vere oggi, che gli chiederemmo cosa ne pensa di Adol– fo Hitler, noto vegetariano. Ma lasciando il tema « truce >, su cui insistono spesso gli illuministi· del set– tecento e i neo-illuministi di oggi - queHi che hanno preparato la strada al « terrore» del 1793, e quelli che la stanno preparando alla niente. affatto umanita.ria rivoluzione comunista - ed avviandoci a concludere, passiamo rapi– damente a uno scritto di Piétro Verri, « Il ]'empio dell'Ignoranza »,' pubblicato sul foglio Il del tomo I del « Caffè», annata 1764-1765. Nei passi di questo scritto sembra di ritrovare i radicali, tor– nati miracolosamente indietro nel tem– po: è la solita geremiade contro l'intol– .leranza, per la libertà di cultm:a, contro l'oscurantismo, coAtro l'ignoranza (so– no termini usati dal Verri, non da noi). Allora, erano pianti e lamenti perché venivano boicottati Bacone, Galileo, Newton, Montesquieu e Condillac; og- gi, si strilla al delitto perché non si ci– scontra sufficiente accondiscendenza verso libri e films osceni, neppure sem– plicemente pornografici, ma addirittu– ra di esaltazione delle più abominevoli inversioni sessuali. Ma, in sostanza, la battaglia è la stessa. Non manca neppu– re il tono di burbanzosa sufficienza, che avvicina ulteriormente gli iHuministi di •ieri ai radicali di oggi, a tutta la « in– tellighentzia > di sinistra. Questo è un esempio, dicevamo al– l'inizio, di come la sinistra ha approfit– tato dell'interesse ai problemi di storia dovuto al centenario, non soltanto per presentare la storia passata come prepa– razione cosciente al progressismo dei giorni nostri, ma anche per servirsi di essa come sostegno « culturale » alle sue battaglie nell'attuale contingenza politi– ca. Tutto ciò, mentre negli ambienti che si definiscono anticomunisti si dor– me (ingiustamente) il sonno del giusto. Gurno G1ANNETTINI CINEMA Nascono vecchie le nuove ondate Giunge solo ora sugli schermi ita.Jiani, dopo un ritardo di òrca tre anni, il film « I cugini» di Claude Chabrol, una delle pellicole che dettero il via a quel vistoso fenomeno cinematografico d'ol– •tralpe battezzato « nouvelle vague» e or-· mai in corso d'esaurimento. Chi sono, o meglio chi erano, gli uo– mini deila « ·nuova ondata »? Un g-rup– petto abbastanza -nutrito di giovanissimi intellettuali provenienti per la maggior parte da esperienze di saggist!i e di teo– rici, ben decisi a rinnovare la -tematica e il linguaggio del cinema col sottrarre l'una e l'altro alla struttura prefabbrica– ta dei generi, a1le convenzioni di un rac– conto compiuto, di una v-icenda pedisse– quamente ricostruita: fra questi François Truffault inseguì ne « I quattrocento colpi » i moti d'evasione di un ragazzo precoce in rotta con la sua famiglia, Marce! Camus riambientò il mito d'Or– feo, tanto caro ai francesi, in una para– diso terrestre popolato da buoni e istin– tivi selvaggi (« Orfeo negro »), Alain Resnais compose una lirica « in ,imma– gini sciolte > per celebrare uno strano amore da era atomica (« Hirosthima, man amour »),-Louis Malie modellò una vaga atmosfera di sogno attorno agli illeciti amori di una borghesuccia delusa ( « Les amants »). Ma l'elemento caratteristico della «-scuola» è costituito da una program– matica audacia formale che talora si compiace di lambiccati giochetti e ta– lora si -risolve nella frenetica elisione di qualsiasi particolare puramente narrati– vo a contrasto con l'esasperante dilata– zione delle sequenz,e che descrivono sta– ti d'animo, nell'illust!razione meticolosa di dettagli irr-ilevanti, in un montaggio a sensazione apertamente contro tutte le «regole». Oggi, quando già la critica, dopo la passeggera infatuazione, sta archiviando l'intero caso (fatta eccezione per alcu– ne sporadiche sorprese, come il recente « Sino all'ultimo respiro» di Jean-Luc Goddard) questo film del patriarca Cha. brol, lodato e pluridecorato a. suo tem– po, ci ripropone con maggior evidenza i limiti di questa ed altre « rivoluzioni » culturali e anistiche francesi, molto me– no rivoluzionarie di quanto vogliono sembrare. 29

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