Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

bib con magari in aggiunta un più accen– tuato impegno organizzatico. Una tale impostazione del problema circa la natura del fenomeno comunista in Italia e dei mezzi attraverso i quali lo si dovrebbe combattere, ci porta a: fare le seguenti considerazioni: 1) i dirigenti O.C. giudicano del fe– nomeno comunista in chiave rigorosa– mente marxista. 2) in conseguen~a di tale fatto so– no portati" a ricorrere a mezzi e stru– menti di derivazione marxista per com– batterfo. Ma da tali considerazioni deriva anche-: a) che accettando l'interpretazione marxista circa Ia natura del fenomeno comunista non si può prescindere dal riconoscere la validità storica dello stes– so e la conseguente validità della impo– stazione di lotta propria delle forma– zioni politiche marxiste che operano in lta,lia. b) che i mezzi e strumenti che venissero disposti per combattere il fe– nomeno .comunista in base al convinci– mento che lo stesso trovi radice in mo– tivi di natura economico-sociale, non po– trebbero in nessun caso portare a risul– tati concreti, considerato che finirebbero per identificarsi con la tematica di lot– ta propria delle forze marxiste. Che di fatto i dirigenti 0.C. accet– tino la validità storica dell'impegno di lotta politica delle formazioni marxiste in lta.Jia, lo dimostra la tendenza in at– to degli stessi a valorizzare positiva– mente l'apporto di una delle due forma– zioni marxiste italiane, il PSI, nel qua– dro dei loro programmi futuri. Che i mezzi e strumenti di lotta al comunismo che gli stessi dirigenti avreb– bero in animo di adottare non potran– no portare a nessun risultato concreto è provato ormai dai risultati politici con– seguiti in 15 anni dai governi che si so– no succeduti dal 1945 al 1960, 15 anni di « politica delle cose », infatti, non solo non hanno intaccato le posizioni marxiste ma le hanno rafforzate. Ne poteva essere diversamente, quando si consideri che la « politica delle cose», la politica delle « riforme di struttura », come si è soliti chi"marla oggi, è una derivante della concezione marxista del– l'uomo, della società e della storia. Nel questionario in parola manca ogni accenno alla possibilità che il fe– nomeno comunista in Italia trovi radice e linfa nell'attenuarsi del senso dello Lo Stato nobianco .., Stato fra i cittadini, a seguito del,la paralisi progressiva degli istituti svuo– tati nel loro contenuto dalla invadenza • dei partiti e dellé fazioni, che sostitui– scono al senso aggettivo dello Stato la volontà di imporre la loro particolare • e contingente interpretazione sul me– rito dei problemi che toccano la comu– nità nazionale. Manca ogni accenno alla possibilità • che il fenomeno comunista in Italia si alimenti dell'acquiescenza che i pubblici poteri mostrano nei confronti delle ini– ziative delle forze politiche marxiste che mirano ad ·un tota.Je rovesciamento dei valori di libertà e democrazia. Non viene ad essi il sospetto che il comunismo si avvantaggi della tolleran– za, dell'acquiescenza sino all'ossequio, che le autorità mostrano per tutta quel– la gamma di manifestazioni le più va– rie, attraverso le quali il comunismo condiziona psicologicamente strati sem– pre più vasti di opinione pubblica ita– liana. I dirigenti O.C. pensano al comu– nismo italiano come ad un fenomeno protestatario che si esaurirà con l'at– tenuarsi di certi squilibri economici fra categoria e categoria, fra regione e re– gione. Il comunismo è ben altra cosa. Il comunismo italiano, come detto, è la derivante di una organica, concreta concezione di vita, che si è radicata pro- I Lettori fondamente tra le schiere dei militanti e dei cittadini che votano marxista. L'intellettuale comunista non si batte per eliminare la censura preventiva, ma per imporr'e una cultura. Tutto questo ci dice che le << riforme di struttura » non serviranno a nulla, se non si opporrà alla concezione mar– xista dell'uomo, della società e della storia una concezione radicalmente op– posta, che dovrà concretarsi in istituti, in formule politiche capaci di ergersi · a muraglia avanti all'impegno marxista. La cosa più importante è credere al– la possibilità di contrastare il passo al marxismo senza niente concedere alle sue tesi. E' questa una premessa essenziale per ogni impegno che intenda contrastare il passo al fenomeno comunista. • Tutto il resto è demagogia e falso populismo. La direzione 0.C. ha detto di voler riconsiderare il fenomeno comunista. Se ha sentito tale esigenza significa che in passato non tutto è andato per il verso giusto. Tale constatazione presuppone la vo– lontà di operare una approfondita auto– critica. Ma di auto-critica nel questiona– rio non v'è neppure l'ombra. Sembra anzi vi sia solamente la vo– lontà di perseverare negli errori passati, magari riproponendoli in un nuovo linguaggio ed in una nuova vermce. che intendono . . • sottoscrivere l' àbbonamento alla· rivista potranno inte- stare Assegni o Vaglia a. « LO STATO» Via Rasella, 6 - ROMA 15

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