Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

6 l' agitatori politici; se l'Algeria cade in mani comuniste, Re Maometto V avrebbe le ore contate (il partito comu– nista marocchino è tra i più forti, in Africa) ed il Presidente Bourghiba fa– rebbe la fine del cecoslovacco Masarik. Tutto il nord Africa è infetto di co– munismo. Se Nasser ammettesse l'atti– vità comunista in Egitto, perderebbe la poltrona in sei mesi. Lo disse egli stes– ro, nel 1958, nel corso di una violenta campagna anticomunista, avviata con un memorabile discorso pronunciato a Suez, che sembrò compromettere i rap– porti egizio-sovietici da un momento all'altro. Le forze della rivolta algerina, in– fatti, sono tutte controllate da comuni– sti, come non potrebbe essere diversa– mente, giacché la prima fase della "lot– ta per la conquista proletaria del pote- 1·e " è quella nazionale. A nti-coloniali- . . . smo e comunismo marciano assieme, uniti da un equivoco: l'anti-coloniali– smo crede che dopo un tratto comune di strada, possa disfarsi del pericoloso compagno di viaggio. E' l'illusione di tutti i Kerens kY, di tutti i Tito, di tutti i Nagy, persino di tutti i Lumumba della storia. Per tacere, delle esperienze fatte dai rivoluzionari spagnoli anar– chici e "laici di sinistra", da Alcalà Zamora ad Azaiia, prima, durante e dopo la guerra civile; e per tacere anche dei cinesi, tuttora costretti al braccio di ferro con Mosca, sul cui esito è lecito avanzare seri dubbi. Mao Tze Tung per avere strologato di "cento fiori" è stato giubilato e mum– mificato nel mausoleo del suo mito. Il surcessore Liu Shio Ci, si dibatte an– cora fra le spire dello "operaismo" mo– scovita e passa al contrattacco sperando di sollevare contro il comunismo na– zionale sovietico i popoli sottosviluppa– ti, al grido eterodosso: "Proletari non– operai di tutto il mondo, unitevi!". Ma agli effetti della stretta all'Occidente, un comunismo vale l'altro, proprio per– ché le due confessioni fanno a chi si cattura di più. Non per niente i nostri comunisti, già da tre anni, hanno avuto affidato, da Mosca, il controllo del movimento xenofobo africano, mediante un comi– tato apposito, scambi di visite, missio– ni speciali, studenti arabi e bantù alle scuole di partito, ponti radio, smista- LO STATO mento di mezzi finanziari, consulenza militare di un ex generale del regio esercito italiano, espertissimo in orga– nizzazioni spionistiche e armate clan– destine. Il tutto sotto la direzione di Luigi Longo_ e di Velio Spano. Longo, anzi, si è sentito ricordare da Kruscev, alla recente conferenza di Mosca, che la Sicilia è la basa avanzata del comu– nismo verso l'Africa. Infatti, a parte le manifestazioni pro-Algeria, in occa– sione della visita di 1Debré, a Roma, è di qualche giorno fa la notizia che un gruppo di docenti universitari pisani han firmato un documento program– matico per il nord-Africa: al centro campeggia il nome di Furio Diaz, già sindaco comunista di Livorno. Gli al– tri sono eccipienti, sostanze inerti in farmacia, utili idioti in politica. Il do– cumento ha precedenti illustri e signi– ficativi: assomiglia a quelli approvati da docenti universitari sovietici e ita– liani, sulla guerra eoreana in genere e sull'aggressione batteriologica america– na, in particolare. Ma, stavolta, non saremo al 38° pa– rallelo. Saremo sotto casa. Le uova di Colombo Si riparla molto del Mezzogiorno d'Italia. E' comprensibile che se ne parli negli ambienti economici: la po litica meridionalistica sarà una valvo– la di sicurezza nella fase nuova chr s'annuncia per la nostra economia. E' comprensibile anche, e di conse guenza, che se ne parli negli ambienti politici: èf"un tema che potrà con;en– tire ,oltretutto molte divagazioni. . A Bari, qualche settimana f,1,, 1't.1 Democrazia Cristiana ha ripropo;to lo argomento all'attenzione di tutte,, . 1 ~1 Nazione. Ci si aspettava qualche ,o. stanziale novità, ma il convegno c:hr s'è tenuto per discutere non ha f ah"> altro che rispolverare problemi vecchi e vecchie proposte di soluzioni. Alcuni giorni fa, dopo campagne di stampa con interventi più o meno in– teressanti, più o meno informati e pià o meno obiettivi, è giunta una mozio– ne dei socialdemocratici, di "un grup– po" di socialdemocratici, scrive "La Giustizia"; che ha l'aria di proporrf grandi cose, ma che in realtà dice ben bibliotecaginobiaco poco sul piano de./le possibili concrete Joluzione ai troppi problemi che sol– leva, e dice anche troppo circa l'indi– ri-zzo economico e politico di fondo alla quale si ispira: un indirizzo collettivista. cui l' annacquatura non riesce a togliere il sapore prettamente marxista. Ripropone la mozione un 11 piano'': un altro "piano", dato e non concesso che quelli che ci sono in giro siano veramente tali e che tale possa essere questo di recentissima concezione. I suoi estensori non hanno mostrato mol– ta originalità: l'industria elettrica e quella elettronuclare siano date allo Stato; le aziende a partecipazione sta– tale destinino al Meridione la maggior parte dei loro investimenti; si impe– disca che i nuovi investimenti dei grandi gruppi industriali e finanziari si concentrino nel nord; si potenzi ìa edilizia scolastica; si intensifichi la lot– ta contro l'analfabetismo; si dia impul– so all'istruzione professionale; si svi– luppi l'edilizia popolare; si completino le infrastrutture; si selezioni qualitati- vamente il credito e lo si conceda più largamente ai piccoli e ai medi im pren– ditori, rivedendo anche l'attuale sistema delle garanzie richieste; si migliorino e si moltiplichino le attrezzature igenico– san.itarie; si faccia una più giusta politica fiscale; si riorganizzino in senso più produttivo e più moderno le strutture agrarie favorendo so,prattutto coopera– tive, consorzi e piccole imprese; si rea– lizzi una politica del lavoro impronta– ta alla giustizia e alla socialità. Per comodità del lettore abbiamo sintetizzato tutti i dodici punti della mozione, ma ora che egli li ha letti converrà certamente con noi che tutto il programma poteva condensarsi in . pochissime parole. I proponenti pote– vano suggerire un "piano per rifare dacca1po tutto il Mezzogiorno, con tec– niche miracolistiche e con orienta– menti collettivisti". E' inutile dire che molti, la mag– gior parte dei punti indicati possono essere. da tutti sottoscritti poiché siamo tutti convinti che nel M'eridione ci vo-

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