Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

LO STATO Tale valutazione di fatti ed il ttmo– t·e della crisi, condiviso in pieno da Sa– ragat, Reale e Malagodi, è all'origine della farsa "giunte difficili". Essa ha toccato, sino ad ora, il punto di più alta comicità nelle sottili disqui- Una A Casablanca, nel Marocco, sono sotto scarico, in questi giorni, altre 700 tonnellate di armi, munizioni ed equi– paggiamenti. Li ha trasportati la nave sovktica "Tscherkassy", giunta in por– to venerdì, 16 dicembre. Le armi sono destinate ai ribelli algerini. Il mese -~·corso la nave bulgara "Broukaria", scaricò 1.800 tonnellate di armi a Tan– geri. Queste notizie vanno collegate al je1·mo da parte francese, in poche set-– timane, di tre navi tedesche: "Caly- ,, ,,W . '' ''A h " pso , etssesee e re sum , ,o- spette di traffico clandestino di armi. In precedenza ne erano state fermate altre dodici. Per completare il quadro aggiungiamo le dichiarazioni fatte da Bourghiba .... al giornalista Lamberti Sor– rentino chè gli ha posto una domanda precisa circa l'internazionalizzazione del conflitto ("TEMPO" del 24 dicem– bre, n. 52): "Se stessi per affogare - ha risposto il Presidente - non ba– ·derei a c.hi mi desse il salvagente". •F anche per questo che i! Governo di Tu– nisi, ospita,. mantiene e addestra non meno di 150 mila algerini, a ridosso della Linea Morice, pronti a riversar,i oltre, per un attacco frontale ai fran'"– cesi. Questo è lo stato di preparazione militare e politica della guerriglia, do– po il riconoscimento "de facto" da par– te sovietica e dopo le decisioni prese a Mosca nel corso della conferenza de– gli 87 partiti comunisti del mondo: "... il movimento anticolonialista - si afferma nella risoluzione finale - è se– condo, per importanza storica, solo al– l'avvento del socialismo". Ergo, tanto fenomeno non può essere trascurato e tanto meno lasciato in balia di se stes– so o peggio della reazione capitalista. In campo franco-occidentale la situa– zione che più interessa non è, ovvia– mente, quella militare, ma quella poli– tica. Cioè, come viene "auunta" l'in– tera questione algerina, Fanno testo le ultime decisioni pr.ese all'ONU. La vo- bibllotecag1no ■ 1anco sizioni che si sono svolte attorno al concetto di "soluzione globale" del problema; nella ridicola elezione del Sindaco di Roma con 31 voti su 80; nella seria affermazione di Malagodi secondo il quale Milano vale per i li- 5 berali quello che ~<>mavale per i DC. Da oltre un mese la classe dirigente politica italiana vive di tali cose, men– tre le sinistre marxiste sono ormai im– pegnate nello sforzo per la conquista le– gale del potere in Italia. seconda Corea? tazione, ha visto fa_vorevoli alla Fran– cia anche i massimi esponenti della NATO. Nella precedente, invece, gli Stati Uniti si astennero. Il merito di questo agglutinamento occidentale in– torno alla Francia, è tutto della poli– tica di De Gaulle, il quale ha chiara– mente tracciato, con la formula del ple– biscito sulla "Algeria algerina", i limiti estremi delle concessioni alla rivolta, limiti che coincidono con i principi ftatutari delle Nazioni Unite basati sul– la libera autodeterminazione dei popo– li. Gli algerini, di ogni stirpe di ogni r.ulto, possono scegliere fra tre soluzio- . . . . . m: integrazione, associazione, secessio- ne, gamma completa di tutte le aspi• razioni. Contro questa politica, il Governo di Ferhat Abbas ha sollevato una ben me– rchina eccezione: il timore di un bro– glio e chiede, pertanto, che il plebi– scito - per garan.zia - avvenga sottò l'egida dell'OlVU. Precedenti tipo Un- gheria non ve ne sono in Occidente, quando i sovietici trattarono lo sgom– bero con il generale Maleter, poi lo catturarono, lo fucilarono e ripiombaro– nc>con le loro divisioni corazzate nel bel mezzo di Budapest, già in tripudio per la riconquistata libertà. Né vi sono precedenti come quello di cui fu vitti– ma Imre Nagy, che rifugiatosi nella Ambasciata jugoslava, fu persuaso ad uscirne con l'assicurazione del!'immu– nità e, poi, fu impiccato senza pro– cesso. Del resto nel nord-Africa brogli o intimidazioni avrebbero effetti contrari. Se con tutte le armi spianate, i mussul– mani hanno inneggiato a Ferhat Abbas ed hanno innalzato il vessillo della rivol– ta, figuriamoci quali timori potremmo avere nel chiuso delle urne. Se è gente che ha dimostrato di sapere morire, dovrebbe anche saper votare. Errore grave, quello di Ferhat Abbas, di aver giocato la carta della contro-mani/ esta– zione nazionalista. Sino a ieri tutto il mondo credeva che le masse mussul– mane fossero sepolte sotto il fatalismo politico, preda del terrore, vittime delle minacce, corrotte dall'elemosina fran– cese. Per anni si è lavorato a far cre– dere che il referendum era infirmato in partenza da tanta passività. In poche ore tutto questo è crollato. Il referendum, dunque, si può accet– tare. Invece, Ferhat Abbas lo respinge e si fa mandare armi. E siccome tutto ciò fa il gioco del comunismo internazionale, il sospetto che egli voglia una Corea medite"anea è irresistibile. Un focolaio di guerra nel nord Afri– ca è nella strategia soprattuttq di Peki– no, che lungi dall'accettare la tesi so– vietica della possibilità di liquidare il capitalismo senza la guerra ( tesi ope– raistica, come ha confermato Ulbricht, riferendo al suo Comitato Centrale sui lavori moscoviti), lavora a crearsi in Algeria una base di penetrazione non solo nel Continente nero, ma anche in Ispagna, dove il comunismo ha il pre– cedente della guerra civile del 1936 e può ancora molte cose. Il pericolo è grave e qualsiasi asten– sione opportunistica di tipo fanfaniano, è un tradimento. Le misure da prendere in Algeria, sono le stesse che i tre Ministri degli Esteri della massime Potenze occiden– tali, hanno deciso Ja sera del 18 dicem– bre, a Parigi, al termine della confe– renza atlantica, per fronteggiare la si– tuazione nel Laos. Intervenire, cioè a favore dell'esercito nazionale del gene– rale Nosavan. L'analogia delle carattc:– ristiche politico-strate(Jiche delle du'"' situazioni è evidente: se crolla il Lao J, tutta l'Asia sud-orientale è perduta, perché crollerebbero presto anche ii' Viet-nam meridional.e, la Cambo({ia, i,; Siam. Attraverso le frontiere conquiste.– te progressivamente passerebbero arnzt

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