Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

4 LO STATO LA SETTIMANA Longo e gli altri Due fatti meritano particolare consi– derazione nel quadro degli avvenimenti di politica interna di questi ultimi . . giorni. Il primo riguarda quanto detto dal– l'on. Longo alla riunione del C.C. del PCI circa la situazione politica italia– na, che a suo giudi:1:io offre oggi alle sinistre marxiste concrete prospettive . per la conquista legale del potere. Il secondo la farsa che i quattro par– titi "convergenti II continuano, in tutta serietà, a recitare sul tema delle II giun– te difficili". I:.' aff e1•mazione del!' o-n. Lo"1go non sembra, a noi, n_é velleitaria né avve– niristica. E' certo, infatti, che la situa– zione interna italiana è· tale da offrire al Vice Segretario del PCI una serie di elementi concreti di fatto a soste– gno nella sua tesi. L'elemento più rilevante è dato dal cedimento progressivo dei dirigenti DC e dei partiti alleati avanti ali'offensiva delle sinistre, che si dispiega a ventaglio .in tutti i settori: dalld politica estera alla politica sindacale, dalla politica inter– na alla politica economica. In politica estera le sinistre marxi– ste sono passate all'attacco prendendo spunto dalla situazione algerina, e le tesi dei socialcomunisti in materia hanno trovato terreno fecondo e fian– cheggiatori aperti nella DC e nei par– titi alleati. Non passa giorno, che i socialcomunisti non Jancino nuove ini– ziative a pro del _FLN - che ormai ha confuso la sua linea politica con quella del blocco comunista - senza che tali iniziative trovino pronta ri– spondenza tra elementi qualificati, a li– vello nazionale, della DC e dei partiti convergenti. Rispondenza che giunge, sino alla partecipazione di tali elementi a ra– duni di massa, a· conferenze; alla firma di articoli, petizioni, mani/ esti, accanto al fior fiore dei responsabili ufficiali delle formazioni radico-socialcom uniste. Tutto questo senza che i massimi di– rigenti dei 4 partiti trovino niente da ridire. b.u ~caginobianco In politica sindacale, la CISL e la UIL sono a rimorchio della CGIL. Ed era logico e fatale che ciò avvenisse, considerato che i dirigenti delle due centrali sindacali II democratiche", che occupano posti di tutto rilievo nelle gerarchie di tre dei quattro partiti "convergenti", da tempo sono schierati decisamente fra · coloro che giudicano essenziale il contributo attivo della si– nistra marxista per avviare su nuovi binari la politica italiana. In conseguenza di tale situazione, salgono nelle fabbriche le percentuaU di voti per la CGIL e calano quelle dei 11 democ~atici". Perché gli operai, logi– camente, vedono nel!' orientamento politico dei dirùtenti della CISL e del– la UIL una esplicita conferma della va– lidità sostenziale delle tesi politiche e sindacali dei socialcomunisti. In polìtica interna il timore di ri– creare il II clima di luglio 11 , spinge i re– sponsabili dei 4 partiti e del Governo a lasciare campo libero alle iniziative di piazza delle sinistre. Nelle maggiori città d'Italia si moltiplicano i cortei e le manifestazioni provocatorie contro paesi amici, contro i cittadini, contro le associazioni e la stampa non di si– nistra, senza che gli organi tutorii in– tèrvengono né poco né punto. E quando l'iniziativa di solerti fun– zionari tenta di porre freno a tali ma– ni/ estazioni, si assiste allo sconcio del– la stampa ufficiale dei partiti "conver– genti" ~he fa controcanto al coro di proteste orchestrato_ dai fogli socialco– munisti e radicali, che chiedono peren– toriamente provvedimenti contro quel– le isolate iniziative. In palitica economica il timore d'i dover far fronte con decisione agli at– tacchi delle sinistre spinge i partiti " convergenti II ad approvare provvedi– menti - come quello sul blocco dei fitti - che il CNEL aveva definito contrario alla costituzione, contrario alla vera giustizia sociale, contrario a sani criteri economici ed alfinteresse della collettività nazionale. Di fronte a tale quadro l'on. Longo ha ben ragione di· poter affermare che in Italia vi sono le condizioni perché le sinistre vadano al potere senza do– ver ricorrere alla guerra civile. Come visto, infatti, l'iniziativa delle sihistre non solo non trova oppostzto– ne nei partiti cosidetti democratici,. ma trova anzi in essi larghe solidarietà e convergenze. Quanto al definire farsa lo spettaco– lo in cui si esibiscono da oltre un me– se i 4 partiti II convergenti" -sul tema delle "giunte difficili", non ci sembra dt peccare in eccesso. Infatti, l'interesse concreto dei citta– dini è del tutto estraneo alle loro ma– novre di piccolo e grande cabotaggio politico. Non si parla più di program– mi amministrativi, ma solamente di formule e di dosaggio politico; non si parla più di competenze specifiche dei potenziali assessori, ma della loro col– locazione nel quadro delle correnti in– terne dei vari partiti. L'on. Moro, da oltre un anno, ave– tia fondato tutta la sua strategia n aper– turista" sulla possibilità di portare la DC ed il PSI ad un primo largo incontro a livello amministrativo, come pre– messa ad un più ampio impegno a li– vello parlamentare e di governo. Basti - ricordare le sue mosse in occasione dell'ultima crisi siciliana, il suo inco– raggiamento a tutti i tentativi - da Bari ad Agrigento - in cui si crea– vano precedenti di collaborazione fra DC e PSI. Poi fu la crisi di luglio. E la neces– sità di liquidare ad ogni costo _i~Go– verno Tambroni costrinse Moro ··al pa– teracchio con i socialdemocratici, con i 1·epubblicani e con i liberali. La presenza di questi ultimi nell' am– bito della II convergenza", rese più complesso il gioco di Moro e delle si– nistre DC. Perché alla riconfermata volonta di aprire a sinistra si con– trappose l'esigenza di assicurare co– munque stabilità al Governo, la cui for– mula fittizia è l'unico schermo tra la c·onfusione nascosta e la crisi aperta del regime.

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