Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

·LOSTATO Noi vogliamo riprendere ambedue i filoni della polemica anti-giolittiana: sia quello Salandrino che quello Democratico. E tuttavia non c'è dubbio -cheil salandrismo, come poi il fascismo, intesero lottare contro la corruzione come sistema politico, con là degradazione dello Stato a strumento di consorteria e di transazione, con il broglio (e l'imbroglio) com-e metodo di go– verno, contro la riduzione e la strumentazione del diritto all'interesse partigiano. Il salandrismo ed il fascismo furono un tentativo di tornare alla destra: ed è importante esaminare sia i limiti originari di tale tentativo sia le ragioni del suo fallimento. Attualità di posizioni polemiche Siamo così convinti del limite del tentativo sa– landrino e mussoliniano che abbiamo subito detto che accettlamo non soltanto la critica salandrina a Giolitti, ma anche quella democratica. Tale critica, che non si ferma al giolittismo, ma investe tutta la struttura dell'edificio risorgimentale, ha avuto la funzione di porre in rilievo i compiti sociali dello Stato, la funzione di _progresso civile nella libertà e nell'eguaglianza che è il compito di · uno stato di diritto. -Un tale stato deve evitare che la legge sia sì un bene universale in principio, ma che diventi poi un fatto in vantaggio di pochi: deve cioè garantire che essa benefichi imparzialmente la bibliotecaginobianco 3 collettività disponendo provvidenze perché ogni cit– tadino raggiunga la condizione materiale e morale di quell'equilibrata autonomia e libertà che è propria di un autentico ordinamento civile. Tale critica democratica è un elemento inelimi– nabile del progresso politico del nostro paese. I li– miti dell'equilibrio risorgimentale e giolittiano vanno valutati anche da questo punto di vista: non soltanto il punto di vista formale dello Stato, ma quello, con– creto -e reale; della società. La nostra critica anti-giolittiana che dal giudizio storiografico si estende e si slarga sino alle profonde e dominanti ascendenze giolittiane del presente stato politico nazionale, sarà appunto ispirata a questi due punti di vista, a queste due concorrenti • · -tradizioni: quella, ci si consenta di chiamarle così, più propriamente statuale e quella sociale o demo– cratica. Noi partiamo dal presuppDsto, che ci viene dalla dottrina cattolica, che le istanze originarie e fonda– mentali di queste due posizioni non solo non sono incompatibili, ma sono funzionali e complementari. Uno Stato che sapesse pensare i suoi istituti e il suo costume nell'ambito di questa dualità feconda liquiderebbe la sterile ed astratta contrapposizione che si esprime nei nomi annosi e mitici di Destra { e Sinistra e avvierebbe il paese verso una politica di sintesi e cioè verso uno Stato di diritto, quale i tempi -ed il destino del nostro paese, così come il punto estremo e mortifero che ha già raggiunto la attuale crisi politica, rigorosam,ente impongono.

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