Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

bib, LO STATO deve percorrere per partecipare alla v1- ~ione di Dio. « La Montagna dalle sette balze », dunque, fu l'opera che rivelò a mi-– lioni di lettori il cistercense Thomas Merton; fu il libro che testimoniò la presa di coscienza di un intellettuale, divenuto esempio di una cultura che trova alimento nella Sapienza divina. A « La Montagna Jalle sette balze >> seguirono altri volumi che servirono a fare <lel frate dell'Abbazia di Gethse– marn un ascoltato maestro di med.i tazioni. In questi giorni, infine, è uscito << Diario secolare ». Nella produzione religiosa di Merton questo lavoro avrà un posto a parte. Esso riguarda, infatti, gli anni immediatamente precedenti la decisione di entrare in un Ordine reli– gioso e ci fa seguire la lenta e sicura azione della Grazia per trasformare un uomo in un apostolo, m un messag– gero di Cristo. Il « Diario secolare » - dicevamo - ha dei lineamenti speciali rispetto alle altre opere dello serittore cistercense. Ma possiamo aggiungere, senza timore di esagerare, che questo « Diario » è unico nello sterminato settore della let– teratura autobiografica. Ogni pagina di esso è una tappa della trasformazione dell'uomo, è una vittoria sull'orgoglic tipico dell'intellettuale moderno, è un segno della potenza di Dio che provoca lo sconvolgimento in un'anima, che permette una tormentosa guerra inte nore affinché dal turbamento e dall'in– timo conflitto la persona umana possa uscire più ricca di virtù e più temprata . nella lotta contro il male. Il « Diario >> di Merton ha inizio quando il periodo critico della vita spirituale dell'autore è già trascorso. Egli ha già superato il confine che divide il miscredente dal– l'uomo di fede. Non è, però, ancora suf– ficientemente addestrato contro gli as– salti del dubbio e delle tentazioni ed egli cerca, quindi, riparo, conforto ed aiuto nella lettura di quegli autori che con le loro opere sono stati nei secoli con- siglieri di milioni di anime. E alla let– tura di un brano fa seguire la medita zione: queste ore di raccoglimento per– mettono un rifornimento di energie, un accaparramento di santo entusiasmo per le .battaglie che attendono. Ma, in– tanto, Merton trova modo e tempo per soddisfare i suqi interessi culturali. E' naturale che ora, situato nella prospet– tiva della verit?t, v:eda tutte sotto un aspetto nuovo. I suoi giudizi sono più chiari, più netti,. più precisi. Non rimar– rà ulteriormente vittima di avvilenti pre– giudizi. Gli scrittori che prima erano accettati senza discussione adesso sono sottoposti ad una puntuale e penetrante analisi critica. Di Joyce, per esempio, saprà riprovare la miopia ideologica ed il settarismo che lo spingono a << non fare alcuna distinzione tra la cultura della borghesia irlandese e la vita sacra– mentale della Chiesa». E un discorso ancora più coraggioso farà per Thomas Mann dopo la lettura della « Monta– gna incantata ». Non gli sfuggirà del– l'autore tedesco il pesante decadentismo che lo pone a fianco di quegli autori moderni incapaci di creare e di reagire alla crisi. In poche righe è sintetizzato il mortificante clima morale («quel mi– scuglio di materialismo, malattia, di– sinfettanti; quella predilezione per un romanticismo da incubo ... ») nel quale vivono e si muovono i personaggi. Un romanzo noioso, nonostante tutto. Merton, dopo aver trovato Dio, vuo– le che ogni suo gesto e pensiero si risol– va in un segno di adorazione. In ogni angolo di terra vede Dio ed esulta in Lui. La gita a Cuba, che egli ci de– scrive diffusamente, favorisce una più intensa partecipazione alla vita di Gra– zia 7 si conclude nel tripudio dell'anima che si è inebriata nella visione di Dio . Merton ci racconta che, appena giunto dall'Avana, città incantevole (ma, oggi, con Fidel Castro e le sue bande al po– tere l'impressione sarebbe diversa) sen– te il bisogno di acquistare le opere di San Giovanni della Croce: lo aiutereb– bero a comprendere il sentimento reli– gioso dell'isola, ancora permeato di misticismo spagnolo. Ed al senso tragico del cristianesimo 29 iberico Merton dedica pagine inegua– gliabili. Nel modo di concepire la Cro– cifissione di Cristo gli spagnoli dimo– strano di aver compreso più e meglio degli altri il significato della sopranna– turale tragedia. Mentre, in genere, si cerca di ,imporre un quadro addolcito e mitigato del martirio di Gesù, gli spa– gnoli amano non nascondere e non na– scondersi alcun lato della tremenda real– tà che, nell'innocente e vivificante san– gue versato dal Redentore, testimoniò la veridicità delle Scritture. Per gli spa– gno.li « le mani, i piedi ed il costato di Cristo sanguinano: e, di solito, anche le ginocchia perché non si sono dimen– ticati che Egli cadde tre volte, sotto il peso della croce». Merton osserva che << un sentimento genuino delle sofferen– ze di Cristo » viene biasimato da altri popoli che invitano i cattolici della pe– nisola iberica « a scordare le sofferenze del Cristo». Ma questo invito non potrà essere seguito dagli spagnoli i quali deb– bono proprio a tale visione << crudele » la ricchezza della propria vita spiritua– le. << La verità - ribadisce Merton - è che, mentre possiedono un acuto sen- • so delle sofferenze di Cristo sulla croce, gli spagnoli hanno, al tempo stesso, una profonda intuizione del potere e della giustizia di Cristo Re, della realtà del Suo infinito Amore e della Sua Miseri– cordia verso di noi, della realtà dell'amo- . r~ e della Sua Misericordia verso di noi, della realtà dell'amore che per noi nu– trono b Beata Vergine, i Santi e gli , . Jll_gc, i )). 11 soggiorno a Cuba sarà indimentica– bile perché proprio in una chiesa del- 1' Avana egli si beò nella contemplazio– ne di Dio. Fu durante un canto di bim– bi che avevano intonato il credo; fu uno di quei momenti che nessun poeta ?- riuscito mai a cantare e della cui grandiosità e irrepetibilità ci hanno par– lato i santi. Merton tenta di farci parte– cipi riel suo privilegio: « Io credo» fe– rf>.roeco immediatamente tutti i bambi– ni, con voci così squillanti, forti e lim– pide, con espressione o:>sÌ unan.1me, commo~sa e fervida, che qualcosa m1 ('.splose nel petto, come una scarica elet– trica e, senza alcuna visione 'o percezio-

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