Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

20 to le caratteristiche dei precedenti accordi interconfederali. Dal 1954 a<l oggi la parte retributiva non è stata più cli competenza esclusiva confederale ma è stata diretta– mente trattata dalle singole categorie produttive che sulle t:ibelle interconfederali del 1954 hanno stabilito degli aumen– ti percentuali graduati a seconda la volontà delle federa– zioni di categoria stipulanti. Tuttavia è da ricordare, (e questo è un aspetto di at– tualità, perché è posto in discussione nelle attuali trattative interconfederali sulle zone territoriali) che quasi sempre vennero rispettati rigorosamente s1a gli scarti percentuali tra le diverse mansioni, sia gli scarti percentuali retributivi tra zona e zona fissati nelle tabelle interconfederali del 1954. In altri termini, le federazioni di categoria non ebbero per la parte retributiva altra competenza che il livello percen– tuale di aumento sulla base delle tabelle interconfederali, ma non interferirono generalmente nella sistematica dei rap– porti stabiliti interconfederalmente per quanto concernevano i livelli tra le singole mansioni ed i livelli tra le singole zone territoriali. Per quanto invece riguardava la parte normativa le singole categorie merceologiche hanno ciascuna pattuito il proprio contratto rivedenào gli schemi preesistenti dei con– tratti corporativi, mentre gli accordi interconfederali rego– lamentavano specifici istituti non previsti dai contratti di categoria (commissioni interne, licenziamenti individuali e 'Jer riduzione del personale), oppure riguardavano determi- bibliotecaginobianco LO STATO nati problemi di carattere generale modific 4 ndo quanto era già stato previsto dai contratti di categoria (ad esempio nel 1952 si modificò il regime degli aumenti periodici degli impiegati e degli intermedi e le modalità, di computo del– l'indennità di contingenza nella liquidazione dell'indennità di anzianità). Occor,re ora precisare che si deve intendere per accordi di settore, problema oggi di grande attualità, anche se è ormai alcuni anni che è stato affacciato. Il settore-, in definitiva, non è che una sottocategoria pro– duttiva suddistinta nel complesso della categoria cui tradi– zionalmen!:e appartiene. D'altra parte il problema della suddivisione in settori delle tradizionali categorie merceologiche pone in evidenza il problema generale della sfora di applicazione della con– trattazione, nonché il problema della doppia contrattazione o della contrattazione integrativa. Esaminiamo quindi brevemente questo proble,ma che concerne anche, evidentemente, la contrattazione a livello provincia]~ ed a livdlo aziendale. La prima conside,razione che si deve fare su questo pro– blema è che più si allarga la sfera operativa delle contrat– t~zioni collettive, più le norme e le retribuzioni si adegua– no alle possibilità delle aziende e delle categorie marginali e quindi nel mentre si protegge un maggior numero di lavoratori e quindi anche coloro che in gruppi isolati meno si potrebbero far valere, si raggiunge però un livello che è il minimo consentito dalle aziende di minori possibilità. Cosicché gli accordi interconfederali ed i con:tratti che comprendono grosse categorie composite, ad esempio i me– talmeccanici, ben poco soddisfano i lavoratori delle azien– de più economicamente forti, ma nel contempo impedisco-– ne- squilibri gravi e negativi per i lavoratori delle aziende meno attrezzate economicamente. Viceversa più la contrattazione si spezza in categorie e sottocategorie; in settori od in a.ccordi provinciali ed azien– dali e più si adegua alle immediate possibilità delle aziende direttamente interessate per cui si riescono ad ottenere i livelli massimi per i lavoratori occupati nelle aziende più evolute, mentre evidentemente i lavoratori delle aziende di minori possibilità hanno una minor protezione perché non possono usufruire della spinta economica dei più forti e quindi della solidarietà gene,rale. La massima aspi.razione dei sindacati dei lavoratori. spe– cie in un paese come l'Italia in cui vi è un mercato di lavoro sovrabbondante di offerta di mano d'opera.. e squilibrat0 nei diversi settori economici con punte di alto livello per alcune zone del Nord Italia e depressioni paurose in vaste regioni del Centro meridione è certamente di potere unire con diverse contrattazioni i vantaggi della contrattazione a massima sfera operativa con i vantaggi della contrattazione localizz2tta. Ed ecco quindi, che sorge il problema della doppia contrattazione, perché evidentemente da parte in– dustriale quando si stipula un accordo con un determinato raggio operativo, si vorrebbe che per il periodo pattuito di decorrenza non si possano più avanzare altre richieste né ir.tegrative, né modificative, sia nei riguardi delle singole aziende, sia nei riguardi dei singoli settori in cui si può scomporre la categoria merceologica. Il problema che merita di essere approfondito e chiarito nei suoi termini essenziali, ha caratteristiche sociali ed economiche di evidente grande importanza e non può certo essere risolto in modo affret– tato od empirico, in quanto potrebbe mettere in crisi tutto il sistema contrattualistico vigente con gravi ripercussioni negative per gli stessi lavoratori.

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