Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

18 ( continua dalla pag. 15) di Sicurezza Socia:le: non c'è sistema nel disordine incontrollato delle leggi, e non c'è sicurezza per il cittadino col– pito da malattia o infortunio o bisogno– c;o di altre cure. <;viluppo non organico della legis.la - zione, mastodontica apparecchiatura burocratica per la presenza di un con– siderevole numero rii Enti, confusion<: nell'attribuzione delle competenze, ca– renze preoccupanti e fortemente perico– lose: questa è l'esperienza diretta di ciuaranta milioni di persone (tanti so– no i cittadini italiani che usufruiscono rn quakhe modo di forme di prote– zione sociale) che tutti i giorni urtano ~ontro un sistema il cui operare viene ogni giorno di più complicato dallo avanzare tumultuoso di una legislaziÒ ne che, se è forse lodevole per i fim che intende perseguire, non lo è al– trettanto per i modi attraverso 1 quali intende raggiungerli. Un esempio tipico, che serve a di– mostrare la fondatezza delle osserva- bibliotecaginobianco ztom sm qui fatte, è quello dell' ass1- curaz1one sociale di malattia. Il disor– dinatissimo travaglio delle istanze le più va.rie e difformi ha dato luogo ad · un vasto mosaico di provvedimenti, privi tutti di una base orgamca co– struttiva, ben lontani dal trairre ispira- z1one e guida da principi uniformi e coerenti che - come giustamente os– serva un illustre studioso della mate– ria, il prof. Chi_appelli - appare per– vaso da scarsa chiarezza, da complica– zioni, da fratture, da interferenze, da conflitti di competenza, da duplica– zioni e da lacune: onde insicurezze ed incertezu: dei diritti, e, di converso, pascolo di favore per gli abusi. Sovrastano; in.fine, la insufficente pro– tezione dei grandi rischi e la polveriz– zazione dei mezzi per sovvenire eventi d 1 nulla, o di ridotta consistenza so– dale, mancando una g,raduatoria delle esigenze da soddisfare a seconda della regola di mettére gli strumenti ripara– tori della società a disposizione dei bi– sogni premineritl. LO STATO Una marea di sigle, di organ1zza– zion1, di consigli di amministrazioni, di funzionari, di pra.tiche, di miliardi. In questo labirinto di sigle e in que– sto cao~ di attribuzioni l'uomo malato viene suddiviso, scomposto, _catalogato a seconda deHa categoria alla quale ap– partiene, dell'età, del sesso, della ma– lattia e di come l'ha contratta, deìla zona in cui abita e così via per dieci altre ragioni, finché esso scompare co– me entità morbosa e resta al suo po– sto una pratica da evadare. Questa disumanizzazione di un •in– tervento sociale così importante e deli– cato è forse il difetto più grave per causa del quale :erto non prog,redisce i I sÌstema democratico e non fa un passo avanti !a coscenza dei diritti e dei doveri dei citta<lini. I meriti dell,inte! vento previdenziale in Italia non sono però pochi e di poco conto. Un solo esempio può far com– prendere la funzione insostituibile che questo intervento ha avutÒ nella vita ~tessa di milioni di italiani. La pan– demia influenzale definita « asiatica » ha dimostrato che se i quattro quinti àella popolazione italiana non avessero avuto questa cintura di salvataggio si sarebbero verificate due gravissime con– seguenze: la letalità dell'influenza sa– rebbe stata più grave, i bilanci di molte famiglie italiane sarebbero stati ulterior– mente falcidiati dalla parcella del me– dico e dal conto del farmacista. Le conseguenze di tutte queste osser– vazioni portano naturalmente ad una sola conclusione: dal sistema dei pic– coli ritocchi ed aggiustamenti parziali che raramente hanno rappresentato an– che soltanto dei perfezionamenti, oc– corre determinare un chiaro e preciso indirizzo riformatore generale. Questo indirizzo ha un significato ben chia,ro: si,gnifica gettar via tutti i residui di corporativismo, di burocratismo, di grettezza che caratterizzano l'attuale sistema ed avviarsi con decisione verso soluzioni nuove. Per questo scopo occorre considera– re le spese per la sicurezza sociale co– me spese produttive ed affermare al~ cune linee fondamentali di soluzione

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