Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

12 D.: Sempre in rapporto alla strategia globale di lotta al comunismo, quali possono essere i pericoli d'una soluzione del problema algerino quale viene prospettata dal generale De Gaulle? R.: Ho già risposto in gran parte con la prima risposta. Se ho ben capito il punto di vista del Capo dello Stato francese, egli pensa di trasformare l'Algeria, attualmente provincia francese, in uno Stato o in una Repubblica, do– tata della Sovranità internazionale, in altri termini egli pensa di trasformarla in uno Stato indipendente. Credere che una Repubblica, o uno Stato, del genere possa essere realizzato con mezzi pacifici è evidentemente andar contro la realtà dei fatti. Ci son due elementi che bisogna considerare: o sarà la Francia che continuerà a detenere una influenza pre– dominante, oppure sarà l'FLN. Nel primo caso non si vede bene quanto si guadagni ad indebolire i legami che unisco– no l'Algeria alla Metropoli, mentre, al contrario, si vede bene di quali e quante facilità beneficerà l'FLN con una situazione del genere. Nel secondo caso, è più evidente che un movimento terrorista e rivoluzionario che si imposses– sasse del potere grazie al massiccio aiuto dei paesi comunisti, soggetto - già da anni - ad una infiltrazione sistematica di elementi comunisti fin nel seno del suo preteso governo o comitato direttivo, non potrebbe rifiutaire al comunismo quelle installazioni di cui parlammo poc'anzi. D.: Quali pericoli può comportare per l'avvenire politico della Francia, da un lato, la ripresa di quota del « partiti– smo» tradizionale, e dall'altro la tendenza del gen. De Gaulle ad affronta1'e i problemi di fondo della politica in– terna ed estera in una prospettiva « personalizzata » al mas– simo, tale da far dubitare che tenga conto della realtà obbiettiva dei fatti? R.: Dopo gli avvenimenti del magg10 1958, quando la nuova Costituzione della Quinta Repubblica venne sottopo– sta al voto popolare, non v'è dubbio che l'immensa mag– gioranza dei francesi si era staccata dal sistema dei partiti. Da circa un anno appare invece sempre più chiaramente che la Costituzione del 1958, che era padamenta,re e democratica pur prevedendo un esecutivo forte, non è stata applicata correttamente ed è possibile quindi che, se la situazione si prolungasse e s'aggravasse, i vecchi partiti potrebbero tro– vare nuovamente udienza in un'opinione pubblica, oggi profondamente delusa. Tuttavia, personalmente non credo che questo pericolo sia ancora importante e immediato. Le due tendenze menzionate nella domanda: da un lato il ri– torno al sistema dei partiti, dall'altro l'irrigidimento dell' at- LO STATO tuale regime nel senso da voi indicato con « la prospettiva personalizzata », possono condurre all'identico risultato, e cioè possono accrescere il disordine politico del popolo fran– cese e forse rendere un certo peso davanti l'opinione pubbli– ca ai vecchi partiti. Per conto mio, dopo essere stato uno 'PIIIL Ll8ERTA'– t>t~ ~Àl~~~IA degli autori della Costituzione del 1958 che è stata appro– vata dall'enorme maggioranza dell'opinione pubblica fran– cese, penso che tale costituzione meriti una sorte migliore di quella che ha avuto fino ad ora; vale la pena che si cerchi di applicarla perché credo che sia capace di assicurare un giusto ed efficace equilibrio tra il potere legislaitivo ed ese– cutivo, garantendo nel contempo però sia uno Stato forte, sia le libertà democratiche dei cittadini. ~\\\r/Jlll\\\\~lllla\\\\il/Jla\ \\\~/1/ bibliotecaginobianco

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