la Libertà - anno VI - n. 14 - 7 aprile 1932

7 APRILE Jm ::rr=.tt la. resistenza- delle mas~ tra i suoi a.seoltatòrl. france,;i o ita- na. precipiterebbe nel tango e Iiel san- Vano sro".zo. Quando d l' . llaru, 1&più infunsa emozione. gue da cui era Uùlta. nio di Matteotti egll ~mpo~ ~sassi- 1 Quale stupote che intorno al Gran E' questa, o fratelli i~llan.ì, l'idea c'era più nUlla 'm comun,. t,.. e ~ non Vegliardo sl raecogllesse il popolo del che vi la.scia il ,•ostro, n nostro gran– compllci per ra.ssegnato :u,:~/ut e ,.1 Jlroscrittl? Essi lo chiama.vano Padre de Amico scomparso. Di que6ta incrol– con i suoi amici, abbandot; 0 , f~ ~~-', e 10 fu effettivamente per tutti coloro labile conv1nzlonevoi e noi si-3moe– mera e sali' su l'Aventi.no Quill<it che si rlvolgeva.."lo a lui, poichè la. ima. gualmente compenet.ratt, noi che dM– cipitate !e cose d l •. ' pre- qualità maggiore fu la bontà, quella diamo i vostri dolori e cbe vivremo con zjoni, con rischi~ ~o~que ,per~u- bontà. 'c<:'fil' rara negli intellettuali, che le vostre gioie. Tut,ti siamo convinti aa Francia ospitaie e, VO!.Se ,,;erso sembra 1 1 prlvHegiodel popolo. che la vittoria sarà vootra. G cho si Questo esmo n~; ru un ritiro Coi ~ ~li credeva. cCM:~algr3fo tutte le leverà Il gran giorno della Ilberatlone. suot 70 anni si etto' • · I ,nstezr.f! del tempo e con..ro tutte le Quel giorno, quando 5e.rete tornati a giovanile ne1J'azi~ne.M~in 1 una energia 3:warenze ra .Ragione avrebbe finito Roma, voi elcrerete nd Foro, patria la. e 3a 5"'13 penna furo a. sua paro- s,er avere r~1one, che nulla si puo' dell'Eterho. accanto a! bustt di Mat– bill. Ogni quindici gi.o:;;; pi~ fonntda- oppone alla ma.rcia. iri Manti dello ~atti e di Amendola, Quello di Fllip– le~Uno < Italia >, non El' c~!te~'t:V: 0 !J. spirito umano, che la dittatura Italia- po Turati. > s;:igmatizzare l'avventuriero, ma con l aiuto delle informazioni che gli vé- f,·.7··-~ ~vano per ._v!e segrete, egli dava la. immagine p1u fedele di c1o' che avve- ~ ~:;!~!~~- a~tr~f:':,' !u;ut~o~~ ti centraziO!le, alla. Lega dei diritti del– l'uomo; parlava nelle piccole rhmlonl come nelle gr 'ar.di assemblee, che noi: avemmo il piacere di organ!zzare con lui. E' là che lo conoscemmo e ap– prendemmo ad amarlo, atrunirando u- , na eloquenza singolare, che non ras- ; ' somlgllava per nulla a. quella tribtml·4 zi&, .semplice, familiare, sgombra. d1 ogni ri&.>ndanza.e retorica lndL.-izzan– tesi- più alla ragione che alla senslbtu4 tà degli- ud.itor!, rlcca dl fatti, ironica spesso e tutta zampillante di e hu– mour >. Tutto piangeva in lui,. ed e– gli, soUeV21nd.asi&pia il propr1o dolo– re, sapeva mUo\-ere 1l riso degli ascol– tatori sul conto dei m.l&erabiliche a– vevano usurpato il potere in Italia. tanto grotteschi quanto crln:ùna-ll. :Ma ecco che, rinunziando ai motti di sp1 4 :rito, la sua voce sl eltlva e si in!en-o-– ra, lampi d1 J)O"'...sla e dl patetteo mu 4 minano la. trama del suo d1.scorso; o che egli invochi la pa.tr1a lontana o quelli che sono rimasti JaggtU,condan- All'ingresso del « Colttmbarium •• mentre si svolge la c1trimònla dell'in• nati al supplizio del silenzio, egli crea ceriDimento, la foila ascolta i d.lscorsi f1in1thri • IL DISCORSO DI CLAUDIO TREVES "Egli insegno' la dignità dell'esilio" Trev.es c:onrlncia col rivolgere, 1n a. Vienna, la vera !accia del ta.,,clsm~ franceae, a nome del Partito soclallsta e la minaccia incombente su tutte le de– deHa Concentrazione antita.scista, 11 :;a,- mocrazie; e per ammonire che sono !ol– luto e il ringraziamento a.lk rappresen- H le demOQ"azieche cred.ono saggio di tanx,e ed àgll orator1 precedenti. comporre, di transigere col fascismo. e Grazie, compagni e fratelll dell'In- e Oecl tuera cela >. DelPesilio ti- séi !or– ternazionale Socta:llsta.Operaia di a,Ye- giata,- un'arma !omtldabile. Del calvario re mandato la. nostra..rossa. bandiera in hal fatta. una insuperabile barricata. .stipr'fflloo.magg1o ad avvolgere 1 re.stl' Grazie, .Filippo ! Tu et hai dato questo del noet:roPlllppo Turati; grazie a voi, insegnamento supremo: la cUg1u:tà de~ cc:mpagm Pat1net, Longuet. Adlew, R.e- resato. naudel, Bascb, dl &\·ere voluto portare Veeebia storia italiana, questa, da qu.1',con l'eloquenza della vostr& paro- Dante a Mazzini. Gli Italiani più veri la la testimonianza della.parte che tut- sono i fuorusciti. ta la democrazl.a.e il socta.H.smo interna- Tu ti sei assunto dl·investire-l'opinlo– zionale prendono at lutto crude!e dei ne pubblfca tnternaaion:1,ledella realtà socialisti e degli anti!a:.sz!stl d'Italia. italiana e del fascismo. Tu hai. presie– Grazie a. tutti i partiti fratelli, innume- duto alla maggl_Qre ioiz1ativa della Con– rt, dJ.e in nome dl m111on! dt proletari, centrazione anti!asct.sta; ha! adottato hanno voluto esprimere n posto che E 4 come figli - da De Rosa a Bu;sanesl - gli teneva nei loro cuori perchè lo tene- tutti glf ardimentosi pronti a dare a.n– va nella.lotta universa~. Rispetto a noi, che la loro vita per la libertà; ha! su– voi siete, in certo se~o, la posterità. bllmato il sacrificio dl Lauro De Bosi.s. contemporanea. Voi avete .giudicato TU- Tu hai vo;uta la difesa.della Concentra– rati come no.i lo giudlchfamo; voi avete zione : con coscienza 1J:n::,ece2bile di so– amato Turati come noi lo amiamo. Il e!allsta, che ha sempre ritenuto che Ja suo ricordo si inscrive perenne nellar premes58.politica della lotta delle ola.asi storfa del socialismo. L'avvenfre di giu- è l'auto::iomia,de!le classi : insci!ldibili- 5tizia e di libertà, cbe è il nOlòtro sogno, tà della questione economica e della- po-– ricordeià con Imperitura gratitudine 11 lltiea. e Pane è U.ber..à •· « l,lber<".à è nome di F1llppoTurati,. tra l: più gran- pane •· E per clo' la .suceessiOQC del fa– di pionieri della emancipazione umana. scismo sarà repubblica e soctali.smo. Pratelll, grame.• SU!rogo d1 G:mbaktl,, Giosuè Carduc- Pol continua, in italiano: e! augu.YRva che i partiti gcttasseJOnel- FiEPJX> ! le più autorevoli voct della Ja. feccia le loro discord~. Sul tuo rogo, - _ ,JnttmazrunaJe socl'aHsta e. della demo- o .Ff»9Po, i9 augi:ro che ~ll anti!ascLstl ~~~re:~n:u; !J:!:!:u~: ~::~o ;~tt:!~=:\.~tleo~,:;~ ~ ~ol:tt:aJr~~ ~~P~hi~ :=~~~~f~zi~~i\iif:!1a~ compendia nel iuo me7.20secolo di apo• to in legato sacro. stoiato sooiali.sta. lfflippo, di tutto il bene çhe mi ha I nostri compg,gni. e la Concent:razione !atto un quzrantennlo, lnin6nn"otto di antua.scl.stahanno voluto conferlrml l'a- comuntone con te, sopratuttQ.di que&W, trace onore d1 darti per; essi l'estremo lascia che ti. ringrazi piangendo. addio. Ma è cio' possibile ? E' possibile. Sento ansare co nme i cuori dei gio– che sia lo a sugg.ellare con la parola. va.n!Ssiml che ti hanno ackl~to cou;i.e e ultimo add!o > questa realtà assurda, un Padre e un Wd!.estro di vita. Invano che non sel ptil, ehe ~ spenta queBa 11fascismo si ini!ustri.2.a corrompere e prodigiosa armonia <il!orza e d!. a':llOre a vio!enta.~ la glo,venta. Più toirte delle ohe era la tua vita ? E' pos&ib!le che io sue arti di Coel'Clzione di ade6camento possa dir'e qua!e vv.-a;gine ha scavata. sta la memoria che 31tramanda e l'in– ne! nostri cuori la tua-dipartita ? E e!o' segnamento .suggell2t.o dal sacrificio. non solo <J._Ui' fra comp3gnl del!"wllo; Tuttl i morti per la causa-sono v1V1 e ma in !talla. ? Nella terra dei merli è combattono. Vivo è Matteotti, vivo è A~ un sotterraneo plebiscito d1 amore e df mendola; nel:cappi pur son liberi R-O&Sl, do\on. I segni ne sono giunti fino a. Baue.r, Pertin1, Vineiguerra, Viezzoll, noi. Sai tu che 3,. Milano,,la tua Milano, cento e cento altri. Sono liberi e com– i vecchi e t giovani sl eereano, confon- battono oon l'al'?lla de! loro marttrio. dono le la.crlme, scrivono e diffondono messaggi di lutto e à1 g!o?ia per te ? Sai tu che la piccola urna che raedtlude 1 11 1 , i~". ~~";::t'.:'~"~~:ll~~~ sociais irivo nzionari russi anonimo che la cosparge di 1lori? Filippo ! Nulla è perduto della tua o– pera : sotto t ghi3Ccidel vemo sllenzto- 61 i genn1 viri attendono la primavera. V. Soukhomline. rappresentante alla lnternaztonale Socialista del' Partito socialista rivoluzionario rus– so, ci /J.l1. scritto .' Cari amict~ Ho appreso eon stupore la notizia di dispartzione del vostro grande Tu– ratL Vi prego dì dire a tutti i compagni italiani che U partito socialista ri– voluzionario russo partecipa. al vo– stro immenso dolore. Il nome di Turati è conosciuto tn Ru.ssla dai moltissimi lavoratori e le insolenze della stampa coil).unista lo resero piU popolare ancora. Egli è venerato dai soctalistl russi al pa– ri di Jaurès e di Bebel. In quanto riguarda me personal 4 mente voi sapete che fui .legato a Jni e alla sua compagna.. Anna Kuli– ~loff da una affezione ormai antica. E molti anni orima di av.erìo cono– sciuto, verso -l'anno 1900, lontano dall'Italia, nell'esìllo siberiano, il primo che ml parlo' di Turati fu mio padre. I rivoluzionari russi avevano sem– pre una simpatia particolare per l'I– talia e il movimepto operaio italia 4 Noi vinceremo. Nol dobbiamo vime– re. Coìi:l'Unione, C'.6ll lo s;,lrito dl imzno,– lazione. Allora. l'ezll1o ~vi::à 'rerm!ne. Le tue;._èenericome quelle dl Chiesa, di .A– mendola, di Bensi, di Gobettl, della po– vera•J~cchfa, dl Baldi, ritorneranno nel– la patria liberata. e le tue si riconghm4 geratino con quelle dell'Anna benedet– ta e con quelle de( tuoi maggiori nella aiuola del Monumentale che .si mfkn'a per la tua morte. L'apoteosi sarà. Anzi, già incomincia per te. Filippo, riposa in paee. La. tua giornata compiuta.in te contin,ua.1n noi. Te lo giuriamo: fino all'ultimo spasimo, fino all'ultima vttioria, attraverso le to,nbe, avanti ! Quando Tr~ves !inlsce di parlare, molti plangono : anche l'oratore, che Ila– dovufo compiere uno s!orzo ..estenuante per dominare 1a propria emo:rione, ~ in laor.ime,e lé sue u1tJ.nu:! parole sono rot– te dai sìnghiOZZ!. L2. folla è come oppr.e&– sa da una ar-_goscia che la rende muta. I discorsi sono finiti. Le pesanti por– te del « Co1'.lmbartnm :t si aprono, e l'tlnla. cineraria. n.ella qUBlesono i:ac– chiusi i resti di Filippo Turati è traspor– tata, a mano da Modigliani, Rosselli~ Nenni e Buoozi alla piccola nicchia ove verranno. con.seMate !ino al giorno. in c\U',assol.end~ u.na pro:nessa che è u– ~a. s~ranza di tuttt glt ltaHani, i pro– scritt'r potmnno tra~rle nella- 5ua. Milan.o,accanto al re.stidella compa.gn& sua a,dorata, che attende. Le ban,dtere f<!,nno ala R1 pie.colocorteo, e la fq_llado– po aver.e fnvllito un ultimo addio, a q.uella che fu una delle p!U grandi fi– gure del sociall'.smo: internationa!e, che– tu 11capo amato e rispettai.o degli esl,– liatl ital!ani, si dispe?'d-? lentamente. Un telegramma di Sforza. Ros.sclli rappi;esentava il .senatore Carlo Sforza, che gU aveva ,inviato sa– bato il seguente telegramma.: < !.'telb impoosibilltà a.s.sol:it2. di ve.o.tre a Pari– gi, Prego ul, cui gli ItallanJ; tutti, sen– za- distinzione di l)M'Uto~restano ri– Col;\O&Centl per aver saI-.,ata Tul "a.ti da! toimentl del,la. prigione !o.sdsta., di ra.p;m~sentarmi ai- !unera.ij d.ell'Esule. che la.scia alla no.stra. p:!Wa un esem– pio di carat~e e. di fede, ~i al quale anche gll avv~ onesti dovreb– bero inchinarsi commossi>. ~'impreuione ìn Italia Secondo le notizie che cl sono p;e.rve– nute da. varie parli,_ la mode di Turati ha,, su.seit,do in l~lla una impresslene enorme : di angosci3to stuppre, di deso– laziQJl,e., di, indignazione contro il regime, di wnlliaziooe per 5ub:ime ancora la vcrg0gna, per dover soffrire nel .silenz:lo 11 proprio cioloJ:e. La eos~roazlone è stata proiOJ;ldissi– ma a Milano : ove.gli ammiratort d1 Tu.– rati, i seguaci della sua. !e<re soclalista.e del :su.oa ~-olato a.ntifasci.!!ta.. non po.– telld.Ci esprimere in di\'ersa forma U loro sentimento, si sono recati, a frotte. al. Monumentale, per infiorare le. tomba di Anna Kuliscio!f. P&recchicpersone~che a.yc -;ano chiesto U passa.porto per la. Francia, non baimo potuto otten,erlo. Il fas..-'i.smo ha tollera_to appena che a Pa– rigi f~i;o lmiatl alcuni te\egr;ai:nm.i di condoglianze,senza aocenni da cui Ure– gf.m.e si sent,issecolp!t-0. E questo torse U prbno giorno.._poi no. Una. gUardla. veglia al e Monu– più niente. Sono segnalati molti arresti a Mila- :e~t~!; :~t ~1:fo .s~ar~\~~ di Anna Kuliscio!t, e non lascia 50P– fermare le persone. In Gern«uria Un discorso di Otto. Wels Dt questa opera tua d.i !ond~tore di civiltà nel .socialismo,nessuno ora qui' potre.bbeardire d! tesse~ rcloglo degno. Tu ha1 oognat-oc..1ie 11Risorgimento non fosse una unità materiale dl: terrltf>rJ, in cui una classe gode e l'altra langue. La. patria noi la dobbb.mo creare co:i asprissima lotta. .po!ltlca di classe, Per questo hai abbandonato la.quiete, le se– duzioni de)J.a 'rita; hai scrlLto, hai pe– rorato per cloquant'anni : pubolici.sta, tribuno, deputato del popolo, promotore di cultura popolare e civile. Pe> questi beni affrontasti tutte le reazioni, il con– fino d1Cri.spi, i 12anni dl reclusione del tribunale di gue!'ra dl Pellou:s:.Bai ri– preso appena. libe.ato dalle elezioni-pro-– testa. del pt9Qlo, H tuo e hert diOE-ba– mus >. Per cinquant'anni hai l~guito il sogno dl Faust : un popolo contento nella. g:iustlzia serena cteJ kvoro. Hai creduto nella foti.'\ ò.cnaragione respin– gendo tl e miracolo > e tutto at~nden– do dall'attiva volontà deUa.c!asse, con– vinto che il fine dell'uomo e l'uomo, la libertà, la pace. Hai detto < r.:o > alla guerra che è l'irrazionale e la violenza bruta; hai detto e no > al .tai;cismoche è l'a.ntl-unfan:ità. Contro ogni demago– gia, 5enza alcuna m!s.ura di ambizione dl potere, semplice, puro, onesto, con una. coerenza unica nella rorte bi.lonae nella na, con un solo linguaggio sem– pre, per la piazza. e per ~ Parlamento. Questo patrimonio di gloria ncclra e dell'Italia, è incancellabile. Ma solo di un punt-0io voglioora lo– darti : di aver. voluto dividere con noi resmo. Pote'ri tu _risparmla:-e alla. Lu.a ,·occhiaia q,ues~ calvario? Fory;e.Quan– do lo stato hbero era tutto dtroe<::ato e Je bande ebbre di strage SCO?'\'azzavano le strade e l'Aventino era morto r-..ell'a.g– guato in cui fu assassinato Amenò.olae le leggi di Torquemada toglle,•ano ognl respiro al pensiero, tu potevi forse rite– nere che il cupido calcolo dei dominato– ri avrebbe preferito aggiogarti a1 carro del trionfo anzJchè aLtentar~ a11'incolu– mltà !i:sica della tua ,·ita. Ma un tale calcolo aggrediva l'integrità dell'anima tua. Meglio tut.ti i rischi. Megllo la.rr.or– te... Ed una. notte, partendo su un. fra– gile palischermo, U sei .messoall'awen– tura. Erano con te Rosselli, Oxllia, Par- no. PiU tardi Turati e diventato uno Il deputato Wels, presidente del del miei maestri sp1ritua1i. In sua. partito socialista tedesco, ha messo casa a Milano trovai sempxe - al l'apertura della campagna e1etto,ra– t-empo della mia prima emigrazione le pres.idenzi.ale sot~o. il. ~egn<?di Tu- 4 una ospitalità cordialissima e fui rati. Nessun omaggio p1u stringente. soggiogato dall'incanto della sua nell'atto di entr:are nell'ultimo at– personalità del suo talento, della ;~~~a~oi~s:l!/ascismo tedesco e il sua natura ricca e generosa. Wels ha esOl'dito in un suo di.scor~ Credo di avergli cagionato qual- so a Breslavia con un toccante .sa• che momento sp1acevolc al congres- luto alla. memoria del grande com– so di Bologna, dove fu violent43men- batte.TJte italiano. L 'immen.sa as.sem– te attaccato dai bolscevizzanti ~r I blea ha ac;Iamato ardentemente le un articolo pubblicato dalla e Cr1t1- parole dell oratore. ~~c~~~~1:fae:ade1/~~~~:a ~~~ll~u~~ mJcie nere. Ma tu passasti e ci ha_irag– giunto. Per .salvare raruma. Per nprcn- ~;;; 1 ~ rm!:~~rl~aJ!tt~~~i e~~ 1 ~~- doJa; per srelare ai Popo!J,da Bruxell~ ca Sociale• "···· 1~:~ :~:::: ;;~• if~~cf!f~·m~~ 11 :C/~: « Come lascio' l'Italia )l Ubertà, per l'Ideale. umanitario, i so- Carln Ro~selLi ha scritto per noi clalisti russi commemoreranno sem- " Come lascio' l'Italia li : w1a -r-i– pre il nome di Turati con gratitu 4 coJiru:.ionc storica crno:.iona,\(e dine ed ammirazione. d lC u • d Filippo Vi prego, cari amici, di accettare /u·r:~o/.v~~~tl~~i~;t:'c,fcf~u~i fedeli, con le mie.condogli;mze l'espresslone $fuggi' al fascis-1ao P"i' le t:ic det ~~.una vivissima simpatia e affez;io 4 mare e si diede all'esilio. p l D l i u• te d 1 Ln..pubbliclwremo- nel prossimo Parhw : 001!1fs1:zr~l1~io~~r{ 0 ° ru~ n1m1.ero,non consentendocelo og9i so; Vassili SOUKOMLINE. lo spaz.io . LA LIBERTA' Il cuore d'Italia Uno di qu.ei tanti ragazzi, clie re– spirarono nascendo l'atmosfera di guerra, arrivo' fuggiasco un giorno a Parigi, dove prima. lo ~colse pater– na. la.grande anima di Claudto Tre- ves. I proscritti erano al.lora la clien– t"éla fissa e famelica d'una mensa. comune, che lt riuniva in quel trat– to di strada buio e venerabile, che son le prime ca.sedt via de la Tour ci'Auvergne. I muri grigiastri, tul!ti a bozze ed a bugne, si tendono come a congiungere su in alto t tetti, si' che ìn cuor suo l'adolescente si com– pativa e rimpiangeva i bei tempi de- I gli infiniti orizzonti dell'Alpe. Fu ùi che il giovinetto conobbe e comprese Filippo Turati e che se,ppe cast• an- cor meglio che t figli della guerra salvano la propria anima solo lot– tando per la ltòertà. Turati era già nella leggenda ed appariva, all'adolescente che ancora ricercava sestesso, il genio ed il cuo– re d'Italia. L'esilio non prostro' l'a– nima. dolce e torte dei proscritti, ma gli anni passano rapidi ed il vegliar– do fu tolto alla lotta.. Morto esule, si', ma immortale, giacchè il suo no– me non è solo inciso nel bronzo e nel marmo, ma nella cosctenza del– l' Italta &ocialista e repubblìcana. FERNANDO DE ROSA H.ICC>JaX>I 1 suoi " discepoli " II UOMlNl E a= COSE T_I,Tessit-.ore Non vi lasciate mai illudere dal- , numeri in colonne, e tirava le som– l'aspetto desertico delle grandi pia- me, e questi e quelle confrontava con nure. Spesso, voi credete che la caro- altri numeri ed altre somme, per; pa.gna, che si stende, uguale, ai vo- misurare i progressi fatti dal suo e-– strl piedi e non ha limlti se non nel- siguo drappello. le incerte brume dell'infinito, non Io ero dietro di lai, e lo vedevo offra alcun riparo alla vigtie curio- curvo sui foglL L'uomo che aveva sltà dei contadini. Errore ! L'altro suscitato attorno a se li delirio delle giorno, prima che il procaccia bus- moltitudlnl, che era stato l'eletto d.! sa:,se alla porta della fattoria di centinaia di migliaia di elettori, che Manciet, Ja campagna era si', vuota aveva capitanato i milioni, si atfati– e inerte; ma, non appena la mlnu- cava, ora, con 1.mpasslbile :fede, at– scola macchia turchina del tele- torno alle colonne delle decine, pet gramma fu scorta dagli innumere- rallegrarsi che que.ste fossero riu- voU na.scost! nelle Jnvlslbill pieghe scite a inerpicarsi fino alle mode.ste della terra, dal solchi nereggianti alture delle centinaia. I quattrocen– tra l'una e l'altra fascia di grano, to leghisti della Federazione del vennero fuori a.decine, lenti e solen- Nord !... nt, gli uomlnl del lavoro. Il primo Ma non erano forse state decine che entro' nella cucina, dov'ìo-stavo anche i primi seguaci? Non forse Vorrei parla,re per coloro che fra. to questo, si', era veramente Tura- lavorando seduto ad un immenso coloro che si erano messi dietro l'A– il 1800 e ìl 1900 fecero H loro alun- ti, e tale essendo, egli rimane.va al tavolo coperto di carte, mi interro- postolo, nei tempi lontani delle pre– nato nolla vita de.Ha poJitiea e del disopra di tutti i suoi discepoli, an- go' e.on lo sguardo e rispose da sè al- dicazionl evangeliche, erano stati socialismo <J scaldarono le toro pri- che quando nell'insegnamento, nel la sua stessa domanda: cinque, sei, sette, dieci credenti? Poi me fantasie al riparo di quella foro o nella. dottrina avevano con- - E"morto Turati. i dieci credenti eran diventati mi- « Cdti'ca. Socia1e 1), che il nostro quisLato i posti pii1 eminenti. Poi, dopo aver ri!lettuto un mo- lionL. grande morlo aveva.. inat1gur~t?, Pu cosi: che egli dh·eune il no- me,nto, esclamo': Ora, ricominciava. Quello che era. continuando, con una lieve rood1h- slro <e maestro >1, il maestro di una - Maledetta la miseria! Se aves- stato sarebbe ristato! Ritesseva la. cazìone dì tito1o una pubblicazione generaz;ione alla quale non sarà si duecento franchi, andrei a Parigi. tela lacerata. Un filo, due fi~ tre bizzarr<1, e geniale c'he Arcangelo mai possibjJe indirizzare l'accusa Poicbè uno sapeva., tutti gli altri fili. Pazientemente. Diceva : - Vorrei Ghisleri aveva condolt-0 innanzi dì codardia o di disonestà. Noi ci sapevano. almeno veder l'alba della rlsurrezto– mdlto onorevoMlenfe per varii a,n- formarn,mo Lutti insieme intorno E tutti a uno a uno, dis5ero la ste.s- ne italiana - ma non gli lmpo:rtavai ni. a certe idee, aHe quali tuUi più o sa cosa, e .scrutavano intanto - ol- di saper la data di questa risui:re- Noi non ci conosceva.mo perso- meno siamo rimasti fedeli : la pos- tre 1 vetri polverosi - l'infinito, co- 3ione. Bisognava tessere, e tesser~ nalmente. Giovani quasi tutti, gio- sibilità del progresso:, le clas.si la- me se. nel suo seno mlsterloso, fos- con tede. Il resto non importava. vinetti ad<iiritlura alcuni di noi, voratrici come oggeHo di esso, la se nascosta la miracolosa cassaforte Ed egli tesseva. nati in queHa piccdla b<;>rghesfa loro elevazione, la coltura, la. re- eapace d.1 finanziare lo sconsolato + italiana, eosi' diversia dal tl'po con- sponsahilità i nd ividua.le, l'·autono- viaggio. La folla che - domenica - si è 1- vemnonale della piccola borghesia mia e lo sviluppo della coscienza. •. Per me, il corteo che ha accampa- dealmente aceodata dietro 1 carri fabbrfcato dai comunisti, la. t1ua- Il chei trasposto sul t.~rre~o d~I n~- g1;1atoFillpJ)O ~ti _al .cJII)itero ,del rossi delle corone era quella di die– te non a.vendo i mezzi dei cet.i rie- stro paese, volev~ dire 1Italia di- Pere Lacb.aise e commclato d1 11. E ci anni or sono : nata. dalle decine chi, nofl ne arveva la boria, e viven- ,ventata un~ D~:4-lOllemo.~ema, la li' è un po' dappertutto. faticosamente seminate: dispersa do in grande sanità morale, eL"a n~.sva .patri.a. dr:;e~tata ~iu cu!~a.-~ -+- più tardi dalla brutalità del nemico anche un terreno dove le passioni P.lll agiata, Il no-ho p~e;:ie ~e;:,-O::i! Quan.ti eravamo, domenica seor- ai quattro eanti del mondo, costret- idea.Iistiche pot.evano a-limenlarsi; final_ment.e 0;lla pari degh aJt.ri sa, dietro la bara? Chi lo sa? E a ta nelle Isole o nelle prigioni, imprt– noi, nella nostra grande pover~à, P~ 51 eur~pe1. E fummo per- che .seno.no i calcoli? Se q_uesUdeb,.. gionata nelle ofJicine e nelle case. della quale non eravamo nemmeno cio essenz,~lme~te e .Profou d a- bono darci la misura approssimata Nessuno l'ha vista, ma tuttl l'hannQ consapevoli, non avevamo nem- °:lente <( nazion.ah_ », tutti, ~ompre- dell'ades·ione del pop"lo di Francia sentita: presente e fremente. meno la posstbilit-à. economica di .s! col~ro. che s1 d1sser~ <( mt~rna- >' il • incontrarci. Ma ci sentivamo ultti ,.z1ona-hsh ~ e I~ .pa:tr1a se.rv1ro°:o _ ospitale ma straniero - alla causa La fo a ebe si e 'iista P,Ortava net uniti dal vincolo di coUaborare, 0 recandole rl ~uss1d10 d~lle s1_mpati~ della libertà italiana, e.be è una cosa pr6prio grembo le moltitudinl di do– come scrittori O come lettori, 9-lla e delle e~per1enz-e degh al"tr1paes1. sola con la causa della pace mond1a- mani. Erano le sezioni del Partito, « rivista di Turati ,,_ Quella gene- O:>_n lw è mor_toUJ).:\~ae~tro delta le, ben veng-a.no anche i calcoli. C'è, .ricostituite con pena. Le sezioni det– razione fu semplice e buona. Nes- coscienza. nazionale italiana, un !orse, una lez;ione da t.rarre dal so: la r..ID.U •• Le sezioni repubblicane. suno ha. tradito. Quando fora delle gra.nde italiano che servi' l'Italia !enne spettacolo di domenica. Cl. Gli amici cli e G!uS t izia e Libe.rtà ,. prove suono', ciascuno secon·do la insuperabilmente. Cote~ta pa\O~a penseranno i governi? Si vedrà! Ma 1 fedeli della C.G. L. Gli avanzi de].. legge deil proprio temperamento, è _stata spesso adope~ata 1n serv1z.1~ il cor-teo degli ite.liani nessuno po- l'esercito che tu. l'a-v:angua rd ia del– fece i1 dover suo. Treves è rimasto d1 quelle comode e::istenze, ehe si tr.ebbe numerarlo; perchè quello l'eser;cito che sarà. La seco nd a ed t · 1· · d. nessuno lo b.a vi.sto. ,epica giovinezza di Filippo Turati. sociali-sia, una grande fedeltà alle sono s_pene ~ mezzo ag 1 a:~i, . 1 Questo corteo fantastico ha preso No, 11corteo non l'ave.van prepa-. sue prime idee, che è an-che il suo una vita deshnata a .P.rocacciaFli. le mosse d•> piedi dei Pirenei nevO- rato i devoti eompagnt délla diciot• maggior titolo di onore; Einaudi è L'Uomo ?lodo ne~l'es1l1~, d_op? .a- ..... ....., t ima • l' t diventalo liberale; Sa•lvemini (- Jo ver pr ~d1ga.lo la_nL\te:5or1 d1 civi!e s1, ed era corteo d1 rudi agEicoltori, es. 5eZUnle: .aveva prepara O 8 indimenticabile « travet )) degli educazione e dì naz.1onale senti.- da.i {>tedi delle A).pi scl,Iltillanti, ed ord}Q.ato Lui suscita nd olo dalla mi– studi sul comune di Molfetta -( ai>- mento~ mostra veramenle eh~ 11 era corteo di flen montanari; e u- sena e dal dolore, e incltan~olo ver– part.ieoe come me a.Ha zo.na det suo ess~re :personate :fu per lui 1~ scito dalle tenebrose m,inlere della 1 so la luee. E, la luce era. Lw - anQhe: sociafii::..... 0 senza do.,,,m i•, :Sonomi, cosa meno 1mpo_ _rtant~, e che a lm Lo,rena e dell'"Alsazia, ed era bruno mentre dall ~Ito comignolo del far- """""" .,,....... l 1 l t A cortee di uomtnt avidi di luce _ di no cremat.ono vaporava, net cteto riformista e sooia.Jista. di-venne 50 ta~ 0 a. missi_one 1 ;11-P0 r a,,a. tutta. la luce; è ve.nuto dalle se.rene !osco in una nuto.la Qensa, la ma~~ presid.e.n~ ®L Consiglio; FeLTero P?chi,lc~me ~ lu~ J:U.O d~n_que-de- prode pl' oven.za.li, , lungo le Qttall r!a caduca da cui s'era appena cli-– è uno dei· più grandi stori'ei del suo d 1-c.~rs 1 1 elo~to àt e_~ser~is::,u~ per bianchegg~a il 'l'irreno turchino. smvo}to 11suo spirito imn;io_rtale– t.empo; Cabialì forse il maggiore un idea, e di essersi con~uma per o;tre i conftDi della terra di esilio Giu, . ondeggiavano i fiori coltt economista. italiano contempora- e 35 a. più prossima alla nostra terra, u nelle. amole semina;e ~a. Lui ? le neo; tutti costoro, e quanti altri n piccolo nucleo dei discep~lj, corteo non ba più forme visibili: è band_1eretess~te da, ...,ui. il aemma .. l;lDnmeno meritevoli, ne dimenti- che si formo' intorno alle pagme br,usio di squadre, ans.tto di legfonl, toPe. jJ_ Tessitore. co ! - fecero le loro prime armi, e della. sua. <( Cri~ioa », sen!ie queS t a LUIGI CAMPOLONGfil taluno qua-i tutte ?e sue ca.mp ,a- morte u,n _J?OCO come la morte pro- brusio di moltii;uQiol in. ma-rei.a. Al gn.e 1 nella rivista di TtJcati~ Il fa- pria. ~essuno sostituirà P"Ì\1C\!-lel :_f~a~1!c~~~~~;::c~ ~e°':ai! scisma non ha avuto nè il corpo, maestro. E :eer quel nu-cleo co.nno- mezzo del'.pometiggio, u cuore del- Tombe in esilio nè lo spirito d;i nessw;>,o di costoro. eia il perioclo della cieca. dissolu- l'Italia - ne sono ce-rto - si è tern;i,.ato , ~~a:!!en~:i~l~o ~t~~~~~L\ ;~~i ~~t~~itr~;~r s:::~o ei!~a~r~~~ ~=;:~::.:~~ecc~:~ ~i ::nr;: Caro fieves. pJù alti della responsabilità politi- tata vecchiaia non è lungi.• .bl dr nei tuguri e, nei palazzi - p.er dolore ql.L~.:i°~ ~otr~k~==~i:, ca. q\..\alcuno, come E.C. Lotgobtr- ~~t~e.n:i,~tt s~t~;!~!t ~f: t~ è o per spavento ..E, quando il, sllen~o. singulto in gola nello scz:iv&e a t,e, :Ì~~~~i:!!)~:~:i:r ~sJ,a~o~~ for5e una s-entenza SU'J?.erioreehe si e appesantlto sulle carcerj, e sulle S).J.o~tico e costante a,mico. red,e~e, ;~~l\~Ji :~~oo ~f~~l~f~~~Wa~i:!~= l~v~~!e g;:i~~~m~!t~~e~oos::;!::1si ~ms~olerto, ca:-c.2h~e!~Lu:hl,~e:ie;si<7~~sonl".~~~1 =~~ :iiio~ifci11~l~~:~~df ?~~!; ri deHa << rivista di Turati »·\ eioè nel1a solitudine? Infine ai;tche la mente dietro il corteo7' anzi ~e han i~ ~~f!:ar\veJh,;~u~~ 1t;,~ as~t gli a(\epti di ui;i ordine mora.le del co.seienz;a di questa iniqu_iM.è un p.reso la testa, acciocchè la proces- ·tu~ !l~ua:r: t=e~ti es'm~~nta. ~:0~e5f° e/~1.a respc~ 'tsabilit.ài in- ~nico ~r~o~~~~ft:~1: anune con- sJone immensa a~esse- u,na p~ù tra- in~ a.ccWJ}.q.1,ano sul Fascismo! lVI ua e,. O . a.to SU a eJPeri~n:- an,na - ::: • ~ca, espressione di do.l_ore. Sperlam.o ç:ti,ea.ccendan,o an,,che-pi~ za della hberta. gnuno 1 noi e , ARTURO LABRIOLA Mat corteo tu più imponente di a.rde~ti en,tuslasm.i e fedi o~r-ose 1 stato piaga1o nella salute, nella fa- _______ questo,. che nC$S~O vide, J?e~hè che non sol;olo rowseino,, ma renda- mig,lia, nella situazione soci~le, passo' per le :iconfinate vie del mon- no. imposslb,i,l.eogni ulter-iore atten- ~e!~~rf&.e1~~~eil d}a.s~~!:a:O~'~ La dura rinuncia cto. -+· ta~c~oAi;,o ;~~~r~!ue parole d1 a-vulo nessumo dei collaboralor-i Turqtì a-v.evadu11que ragi.Q.nedi Quando. passa il Martu:-lo, il coxteo tro.nte- av,a ~randezlòa Immortale di della Cri,lica Socia.le /. • f!e!%: ~r!!n~i àfr~~~ lf:;'f!~ che non cammina _ la folla che s.t.a ~~~=~e~:fsclute e amate e ohe Noi va:golavamo tutti ne,}la in- in CU1 vi mise piede, libero. Oh I Noi sµi marcia.piedi (e domenica era an– cerlezza di un orientamento mora- abbiamo tatto qui' - ed egl( lo sen- cor più numeros.a. deij,'altra) - seo.te le e culturale, c,he deS5e una ha.se ttva. e ~•e,a gr~o - tutto. cto: che che qualeoaa passa in a.l.to .. e, poi-. ~;:t;ii~~;!td!i°~:et~:~1n~: :~: :t;~~a:i~~a\!;f:~ f~\(~~s: ~~èq~:~:a.che cosa sia, vu,ole che ib.l 11 tr • • E che ve2eva cosi' chiaramente, psr- ;!:;:.::;ifc \~~f'f!~l: ti:::~~~~1ttii:~~t:.: :1:e.~1~~~~t4~:·~;~:;~~ maes!-ramento, don~·fa. 5etìetà e la dell'azione~ 1;1onposso imp.edirmi, in cr(!(,e. i'ndi'J)endenza tenev<1no i·l primo questo momento, qi ritJ.eàerloa Bru- _ El;a un italiano che ~veva la.– po.sfo. Che a'ltri polessero essere xelles, per l'inaugurazione- del mo- sciato 11-suo p.aese - correggev~mo più doUi di lui, più di lui «E co,- n-umer,itoal vostro e nostra Matteot- altre curio.se . L'idea dell'autorità. e renlc di libri e di dottrine, che co- ti. con l.a. s ua testa di fauno cosi' del sacrUic-~o cQi;npp~evano così', oosce::scro pii, a fondo la teoria f~:a,i·~~':iic{; :Ue"f:f,b~! :I'a,~1::t!~ nella curiosità. plebea, una strana ed cb,e egli professava; t~~tto questo 3 civano, ritmate come la.poesta.., ser.,_ eccelsa t~ura di Ieggend,a - ingl;l,lr-– puo' facilmente a.i;mnebt.ersi; ma. e-- 11 ate come la ragior..e, le parole che landa.ta dt rosso - U colore del do- ii~ ~~a:f:~i!~~ ~?Jh{i:,c~°: 1'1!~u; i!~-~;::::,~a~. feS ti mo~tanaa della. lo~ ~~~~ ~~: ~~~f~~- snodava cat.a, qlie:lb i"nfluem;a~ ch,e incita Quante· cose, nellq sua. vita ope- per le stra.de mute : la sua 0mbra a'l perfe~.Wn&ro&nto, e COQ. l'asse o- ~~1!~~ ~p:;:;.::~~r:ri !ta i?::: passava in alto, tr-a spfaZZi di sere- :or~~à~i~iela~~fi~i:ze~:o cg~~~= nitrazione 3USCita.va tntorno a lut ! teodi~ev~~~: ~•a11~~u~:.:~: 0nd a- derc e di imitare, da cui nasce la BRACKE cono.scen,1,a. ~ poi egli si fo.rm ~...-a ~~~ n~~~:str:~~t1Fes~~~~!à!t e ne-No sforzo di riuscire, dl\'enta~ \,!, veramente un maestro; onde-, in ultimo, egli CO.ll "'C\rY<\Va sugli al– tri una sU'J)erioriW, ol\e era laot.o pili rea·J1:\quanto meno lui stesso ne era co11::apevole. Il che poi, sia detto fra d,i noi, di– pese da quel fatto 01Nnenlare e incomuuica.1bile, che è l'arte deWo– sprimersi, e che mantiene la sua ~fePd~TI;~~~is~~~~~ : ~l\t~tf f t~:: :-;oridella dollrina. l,cgS{!nd.o Tut·a.– ti 1 no.i sentivamo lo scritlorr. _il maestro di\\ ye~bC\ rk-co, sinuoso o trionfale. Le at·ide tormoleHe del– la. dotlriJrn, cosi' facili a conoscere, cosi' sem1:ùi·oia fa.bbri:care (- ~e la. gente 5apos.se che stomachernle cucina è la 11 ::cirnza >) !... -} erano, indiscutibilmente, la cosa meno interessante nel grande se.rittore. :\la quegli ampi periodi, che si ~ynJgevano a cascato voluttuoso e o:diuate; quc-1 dilu,•fo di parole, ciascuiH\ al po::lo suo, nes.suna su– pcJ'f!ua, tulle de:)lina\t:> a. indicare una sfumatura. che tu non avrc~ti saputo t1:orn1:ei quoll'.ordinamenlo d_ell'arop~a d1moslraz1ono, dovo il rigore e 1Inumero non conduceva– no m~l alla stanchezza o al fa:,li• dio: lo zam:pi'Jlo inatteso della fra· 5C mordente o della scin\illante immagim\ che rompeva a fratti la egua.g~ianza delta esposizione; lul- L'animatore L'esilio non tu certo una S06ta..ne\-. la lunga laboriosa esistenza di Fi– lippo Turatt. :ru anzi qn in.cessante mtu~~~!ll~~p~~~ ~11:S~~~:t~~- gtorIJ,qdi r:tpo_so, e di tl'effU_a,Qla giu:– dlco' c!).eco,n la lo,tta Jtiu dura e piu asp,ra i do,verl della ptonag,an,da ~ l;leU'aziol:ledixentav~no più u,rgep.t1. Chi l'ha segl.lito gion10 pei: giorno. - come noi lo seguimm.o, - du:rante. questi UJtlro,ianni d'esilio, ed h'i ço– :p.OSciu_to Q.avicino il fervore del suo la,v°'Q, la perse'leranza dei suoi sfor-..,_ ~bt~ap~~t~~~ls::~_e;foi~~~r~ vit-à. della per-dita Che l'antifasci– smo ha subita. Cinquant'anni di lotte fortunose non avev-ano fiacato \a sua tempra tenaee. Il suo spirlto fu vibrante~ in– traprendente', ansioso d'0pere fin~ agli ultimi istanti. Filippo Turati non fu soltanto, in questi anni d'e– s.Uio.,l'h;1terprete spirituale dell'Ita– lia libera contro la fosca violenza del disp,otis.mÒ: fu anche l'anin_~ato– re infaticabile della nostra az10ne, la guida e l'esempio della comune fatica. In questo vegliar-do che mez.,,_ zo secolo di batbaglie non avevano fiaccato. la !ebbre e la volontà dell'e– sllìo Q.avano fiamme c\,i entusiasmo, come se scatu_ris,sero da una per.en– ne giovil;i.ezza spirituale. Oggi il suo corpo è cenere : ma d?.ll'urna che raccoglie i resti del ro– go ~glJ è ancora pe;>i superstiti l'a– nimatore e l'e.s,emplo. MARIO PISTOCCHI Han detto che il co,rteo. è sta~to otdlnato çlal compagni della dlolot– tesima sezione. Non è vero. Il. cor- teo se lo è eoinp.osto LUi. . Di tutti i ricordi ch,e ho di Lui, UIJOd,oml,na - n.el mlo spirito - tut– ti gli altri. Modesto e grande. E_gJla,veva accettata la presiden– za della Federa~lope del No:i-:ddella Lega Italiana dei Diritti d,ell'Uom.,o: aveva cosi' data la misu,ra deUa sua $luoePità., quand0, neHe nostre riu– llioni, protes.tav"- di, avet di"vorz.iato per sempre da ogni forma d,i orgo– g.)io.E bisognava veQ~re con quanta diligenza e con quale assiduità cet– cav~ dJ Qar vi~a e torza a quel fram– mento di organizzazione affidata al– le sue cure! - Ora sono contento - m.i diceva - per-chè ho trovato HnalmenW un segtetario 1 camme 1t ~aut > : Monti. E aggiungeva seriai;uente : - Mi dolgo soltanto che la mia età. e la mia salute non mi consentano di accompagnarlo nelle sue visite alle sezione. In questo rammarico c'era tutto L<1i. Quando il Monti potè convocare un Consig:lio fed,eJ;ale " au grand complet >, il nostro grande amico non credeva ai suoi gechi. Io lo ri– co,rdo, appunto, quella mattina, Qo– menlcale, nella sede della L.I.D.U., curvo su, dl un fQglio, mentre regi-– strava a uno a uno il numero dei .soci delle varie selloni, e mett.eva i Aff, A. ~ESPI « Vivo nella leggenda » 1'\0llpjaQ,g_e\eTurati. La morte- in ~ilio con,sacra e mal-,. tiiplica la !o,rzi morale del.suo esem-. plo. L'Uor;no eh~ a settant'i,mni at– trot;1ta il mare su..un canotto per· ri– p:z::en,dei:e in tei:ra ll,bera la lotta per la Libertà non muor-e; an,zl v;ivrà. nella leggenda, anche quando 1 cuo– ri di noi tutti avranno cessato cU battere. Lo son:eggev~o neli:'ar(\u,o pa,sso uomini UQeri d,ella gio.vane ltaJJa..1, liberali e socialisti. 1'\-eU'esìlÌo, lo sox– resse la coscf~nza dell'utµtà, e della '1ni.vetsalità d,_elno.stro. sforzo; per– cio' egli fu maestro ed a,w.ico pe~ tutti, socialisti e non-socialisti., e re-. sta simbolo ed e.sempio. Non c'è in Europ.a in qu,~\o mo– xqento Stor-lcovna forza mo,ale più fi~~e ~•~i~t~:iil 0 u~:r!!~; della nostra. L'avvenire et a.:p.Pa~tie– ne. Turati ebbe dt questa verità. la più lucid2t visione, e seppe con più auto– rit.à_dl ogni altro farl,a inte~dere a– gli uo.m,ini degli alt.t:•ipaesi. Onoria– molo, continu,ando e intensificando l'opera sua in coI;1.coi;di,a. ARMaNDOZA>!ETI'I Maestro di dign\tp. Da, Turati ci di-vis.eroe spesso ci tennero lontani 1.netQdi e, coft,ccztoni di lotte ypltH,clte. ~a ma.i n~sun.o di– noi dubito' un istante del Suo fer– vore di fede e di apostolato e della Y,;f;~~~~e d:i~rfr~fa ;o~g;~ /e~~ le çla.sst pi ùumlli. Quando, su,pc– ra.ndo ostacoli d'ogni sorta.,_ dims-nti– co deg_Uqmii e delle sotferenzc., ~gli volte prendere le vie deU'e.silio, per essere a tioi tutti maes&ro di àigni .. tà e di fierez;;a..,l'a;mmir«zione 'Qer l'opera, sua si 11iuto' in (levozione. ?ei~ :fi,';;~i~~ oS::~ehàtt~~ ~ii; io Lo vidi, commosso. d!nanzi aWur– na che raccoglie le ceneri del nostrò Chiesa, va a raggiungere coZoi:o che lo precedettero e che non più ve.: àranno l'ltalta della Libertà e della Giustizta, per la quale cou~b.atterono e sognando la quqlc sono morti. O– norarne la memoria non possiamo :e;~~t;ohdi ~~t[:o~dra~~) ~u Fz?9i~: ne nella lotta comune,. che fu l!ulti– ma ma non lq, meno fervida aspira– ;;ione della Slta.vita . EGIDIO REALE

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