la Libertà - anno V - n. 50 - 10 dicembre 1931

10DICE)[ BRE 193t Dittatori e dittature LE .ALTRE Il fascismo itallano C intimo di Quello ungherese. D solo parlamento in cui Mussolini viene regolarmente acclamato è quello di Budapest. Elten ! Elien. Pare che nella e~.– µitale magiara le cose siano a cosi.' mal partito che l'appoggio dell'lta– lla fasCi3ta sembri ancora un dono di dio. Ma questo dono non porta mezzi economlcl, ed ha. per risulta– to di irritare i vincitori dell'Unghe– ria e di compromettere tutte le spe– ranze di quest'ultima. Non importa : E' da un po' - dalla guerra in poi - che s1 è perduta. l'abitudine di ra– gtona1·e secondo un savio e illumi– nato interesse.La dUtormltà. di tem- 1,ra sociale del fascismo ungherese e di quello italiano, è scritta nella storia e nella naturn. Carlo Sterza. nel suo libro : Dictatures et dicta– teurs d'aprés guerre lo mette in evi– denza lucente con un'analisi che stordirà. un po' coloro che pensando per via dì crichés convenzlonaU, cre– dono alla identità. dell'Italia e della Ungheria, .dopo... i.I1848. Il fascismo ~i~i~!r;;;om~n 1 ~ 0 ~fg~~f u::~~~ prlv1legiata., disposta a proteggere con tutti i mezzi, senza strutture ar– titiclali e morbose, i propri inters?s– sl. E' la tirannide secolare dei ma– gnatt proprietarl del suolo che con– tinua, con l 'egotsmo !croce che è nella tradizione turantca della raz- 7.a. Kossuth, la rlvoluz1one del 1848, non furono che la rivendicazione contro l'Impero del diritto di schiac– ciare gli slavi, come vide fin da quei giorni il Cavour; come non l'intese invece il bolscevico Bela-Kun che commise la stupidità di farsi odiare dai contadini. La guerra, la fine dell'Austria, 11 fracasso di Bela-Kun, le armi della Rumenla, ecc., tutto cio' non servi' che alla restaurazio– ne dei feudali per mezzo della gen– try, piccola nobiltà di funziona:ri .e di ufficiali a spasso, protettor1-n– cattatori degli ebrei ricchi ed assas– sini di quelli poveri. E' la e gentry > che organizzo• i massacri in .l;Ilassa, su cui si eresse 11 suo capo pm rap– presentativo, l'Horthy, il reggente. I risultati politici sono stati gli stes– si che in Italia, con questa differen: za tuttavia, che I& dittatura non e personale come da noi nC militar~ come in Polonia. E' una dittatura d1 oligarchia costituita dall'aristocra– zia legittimista, dal clero cattolico, dai grossi burocrati, e dagll elemen– ti più abili della. e gentry >; essa tiene in mano tutti i mezzi di pres– sione e di domlnazlone, ed è in– comparabilmente più forte e solida della dittatura italiana, non avendo da fare i conti nè con una borghe– ,sia liberale nè con una classe lavo– ra.trlce e 1·lchiama.ndosi, anzlchè a dottrine straniere come il sindaca– lismo soreliano, alla propria tradi– zione nazionale. La dittatura jugoslava si basa sul contrasto storico tra la Croazia e la Serbia. I croati dicono dei serbl : - Sono degli orientali; i serbi dico– no dei croati : - Sono degli austria– ci. Tutti gll accordi - da Corfù a Roma - tentati durante la guerra per unire i fratelli-nemici contro l'Austria portavano il segno di que– sta irredutt1blle antitesi. Avvenuta raJ u ns la« Unione del Serbo-Croa– ti-Slo ~c.ni >, questa fu dai Serbi consJ d,e,; ata collie l'annessione del Croati.f'ascich Impose al nuovo Sta– to una centi:alizzazione ccceSslva. Urti e dissensi senza tregua; un ele– mento che avrebbe potuto, univer– salizzando lo slavismo del sud, crea– re il vero e compiuto Stato federale jugoslavo, la.. Bulgaria, era assente. La Macedonia invece dl unire, divi– deva.mortalmente 1 due Statl.Stam– buliskY, il grande capo bulgaro, che giudicava chiaramente la questione, tfu assassinato da ufficiali bulgari, gran patrioti -e rivoluzionarli >, co– me traditore. Ma. Stambullsky era nudrito di idee mazziniane. In que– sta crisi ,e nazionale > dello Stato Jugoslav0, sta l'origine della ditta– tura jugoslava, unica nel suo gene– re, polchè è 11 re che si fece perso– nalmente dittatore.Carlo Sforza non dubita dei e motivi di perfetta one– stà. > che suggerirono al re Aless~– dro 11 colpo di Stato del 5 gennaio 1929. Il parlamento era diventato una arena dove i cfeputati si assas– sinavano tra loro (Radi ch). Inoltre tutta la Jugoslavia era circonda.ta . d& dittature : in Italia, in Albama, in Ungheria e... in Bulgaria, mentre 1 capi croati esigevano la spartizio– ne del regno, secondo la storia. Ecco e.dunque una dittatura per salvare l'c unità > dello Stato. Finora pero' la dittatura per salvare l'unità. del– lo Sato non ha trovato che cam– bla.rgllnome; .Regno ✓1,00:lavo in– vece che Regno del serbi croati slo– veil.l. Le delusioni spuntano da tut– te le partL E la nuova divisione am– ministrativa in nove e banati > ne è un'altra. E la restituzione della Co– stituzione· e le elezioni conseguenti si aggiungono al novero. E' più fa– cile alla dittatura distruggere che ricreare la libertà. La dittatura polacca è Pllc:;udski- l'anacronismo più tipico dl tutta l'Europa. - L'ex socialista rivoluzio– narlo personifica. la tradizione della noblltà polacca, classe turbolenta d1 proprietari impoveriti, indebita– ti senza riguardi per nessuno, che nél secolo XVIII mandava t suoi rappresentanti alla Dieta solo per rendere impossibili t suol lavori col e Llberum Veto >, un solo voto con– trarlo bastando ad Impedire l'ado– zione di qualunque legge : anarchia. e impot~nza. governat.iva. Pilsudskl sembra la rappresentazione della vecchia. massima, ultra-polacca, del– l'antica Res Publ1cc. : « La non esi– stenza del Governo è la base della Polonia >. Pilsudsk1 è essenzialmen– te naztonallsta e militarista. Un giorno diede nn calcio al debole e– difizio polltlco polacco; gli Insul– tati e 1 percossi Io nominarono Pre– sidente della Repubblica; Ed egli governo' col mezit contro I quall a– veva lottato tutta la sua vita - 1 mezzi dell'~olutlsmo. Se tiene a– ncrto un Parlamento C torse per Poter riversare su di esso la colpa di tutti i disinganni di cui si puo' do– lere la Polonia. Dietro di lui sta il gruppo del colonnelli che dividono il bottino del potere e che si accani– scono a torturare l'Ukraina per e polonizzarnc > 1 quattro mlllonl di uomini che la compongono. Pll– sudskl è in un fierissimo corpo a corpo con le annessioni russe. La vittima di Ieri è diventata l'oppres– sore di oggl. Storia non rara, anzi assai comune, di ogni nazionalismo. Chl non pensa all'Alto Adige ? Ma la Polonia vive per eia' sotto l'om– bra glgantesca. che si disegna da– vanti ad essa - la. Russia sovietica. E Pllsudskl assassina la Polonia per tar fronte a quel terrore. Quale è la parte che la follta - la follla al sen– so naturale della parola - gluoca nella Storia ? Condensiamo : Quanto il perico– lo tedesca, 11 naztonal-fasctsmo non concreta questa stessa follia nella incapaci¼ fondamentale della mag– gioranza del tedeschi a « compren– dere > la politica? Come diceva quel tale a Bismarck : - Slamo 1 primi in tutto, in filosofia, in tecnica, in musica, ecc.; dobbiamo essere a.rint in una cosa, la l)olltica -. La gio– ventù tedesca paga il tributo a que– sta conda.'nna di razza ! E il bolsce– vismo sovietico sa esso quanto C ma– novrato dal passato - dalla. antite– si tra operaio e contadino e dalla febbre che porta il contadino a vo– lere la terra? Checché sia tra il di– vampare delle polemiche, tutte ten– denziose, si1l piano quinquennale, c'è un'oscura continuazione della razza, che fa proseguire la politica di Pietro 11Grande nel suoi epigoni rivoluzionari, come chiaramente si vede nella politica sovietica ln Asia. SI crea il socialismo fuori della U– bertà, fuori del valore dell'uomo? Sono le nuove mistiche che ripro– pongono le antiche, con nomi nuovi e diversi intenti, ma con le stesse conseguenze. Fellcltlamocl della ca– duta della dittatura e della monar– chia dl Spagna. La giustizia è una funzione della Ubertà e non dell'au– torità. - percto' è un e: divenire > di– namico e non un prolungamento statico. C'è una funzione dittatoria - quella che conobbero i romani - breve, transitoria, limitata al mo– mento ne qutd res publica detrimen– ti capfat. La riconosciamo in Ke– mal, che prese la Turchia boccheg– giante e la riporto' vittoriosa a Lo– sanna, forse peru;ando che la Tur– chia imperlale era un paese arre– trato, Incerto della sua sorte tra l'E..'uropae l'Asta e che la Turchia repubblicana poteva, diventando u– na potenza essenzialmente anato– lica, trasformarsi a suà volta in un fattore di progresso ed in un ele– mento di primo ordine sullo scac– chiere dell'Asia... Oltre di cio', lo. dittatura non segna che la resa vile nell'oscuramento del senso di Uber– tà. e di responsabllità dell'uomo. Tutte Je dittature hanno di comune l'odio e la paura; nascono dalla guerra, e concludono alla schiavitù e ad altre guerre; perchè nella guer– ra si spegne 11 sentimento della tol– leranza civile e si esasperano le pas– sioni che nessuna pace di vittoria puo' placare e sl aspetta U e salva– tore > e si ingigantiscono 1 difetti inerenti ad ogni regime rappresen– tativo. E tutte le dittature a breve andare mostrano più impotenza e le. vanità. della loro sedicente e ri– voluzione >. Lo spirito, solo lo sp1- rito dà vita. alle rivoluzioni e fissa 1 rivolgimenti della storia. Sotto tal J?Unto di vista la rtvolujljlonc russa e una rivoluzione, che 11 bolscevismo, col suoi errori, non riesce ad oscu– rare. Le altre - che importa se du– rano? - non sono che incideriti nel– la vita del popoll. Come diceva Bis– marck di Napoleone m : ~ A di– stanza sembra qualche cosa, vi3to da vicino non è nulla. > Quanto più durerà n fascismo in Italia tanto più la mutevole mascherata delle sue formule servirà come a Sparta l'esempio dello schiavo ubbrlaco. La esperienza delle dittature ha pro– vato che il llberalL1mo e la demo~ crazia non sono al termine della lo– ro missione nel mondo. Se clo' non è, vorrebbe dire che il mondo occi– dentale cascherebbe un'altra volta l'Europa alla caduta dell'Impero ro– - dopo quindici secoli - nella cata– strofe di barbarie che si abbattè su mano. Ma clo' non sarà, se appena noi e i nostri figli nelle prove sof– ferte, ci compenetreremo ancora dt più delle parole dl Mazzini al nostri predecessori, che sono sempre più vere : e Voi non creerete delle si– tuazioni migliori se non diventando voi stessi migliori 'b. RABANO MAURO Appendicedella LlberUJ gulto, si senti' sicuro, e la sua impa- zienza Irruppe attraverso I penosi IL fASCISMO IN ITALIA tentatlvl di normalizzazione. e Ogni governo - egli dl:!se - In 15tato di transizione, deve governare tllegal– mente per aver ragione del suol op– positori. Io voglio governare con 11 pieno consenso del popolo, ma, fino a che questo consenso non appaia, = di 801 TON KIN6 = ~1s~o~fz~o~e~~ 1 °igr:~ 1;6:à at~: produrre U consenso; ad ogni modo resta la forza se manca U consenso~. La sua prima cura fu d1 avere In mano una sufficiente forza armata per dominare Il paese ed anche al- - CAPITOLO IV l'occasione gli elementi dis5ldent1 L'assalta alla classe operaia - Le del partito. La resa del re gli aveva eleztont del 1924 - L'assassinfo dt posto in mano l'esercito che da Matteotti - Ripresa dt terrore 175.000uom1nl aumento' a 275.000. Per 11 momento Mussolini o per convinzione o per necessità, esitava tra legalità. e violenza, e sembrava incline a governar costituzionalmen– te. Offri' posti al capi dei partiti de– znocra.tlcl nel gabinetto, e chiese un voto di fiducia alla Camera. J?ichia– ro' un po' tardi che era ansioso dl smobilitare le squadre fasciste. I po– polari sempre più asstllatl dal Vati– cano strinsero con lui un'alleanza che fu di corta durata; solo t socia– llstl votarono contro una risoluzio– ne della Camera, divisa e intlmJd!ta, dl dar pieni poteri la govento. Mus– soJinl allora, con 11 re e la Camera per quanto a malincuore al ..su.o :se-- Ma non si poteva contare sull'e– sercito per una campagna d1 vio– lenza, ed egli organizzo' una milizia di 190.000fascisti. Durante quasi due anni rifluto' di permetter loro di prestar giuramento al re, ed essi gturarono e fedeltà a Benito Musso– lini che guida I destlnt d'Italia >. Erano armati di fuctli mentre a tut– ti ,1 non fascisti era proibito portare armi. Le bande irregolari, che ave– van fatto i peggiori misfatti, cran nominalmente disciolte, ma alcune sopravvissero per cinque anni an– com. La Guardia Regia, uno spe– ciale corpo dJ pol.iz1a. che contribui– va a mantenere l'ordine, fu disclol– ta, non .senza spargimento di san- MONITO Ricorrendo il primo Centenario dr.lla, costituzione della Gi ovine l– laliu 1 riteniamo opporlll.no ripub– l>lirrue tm bran,, dr/111, lcU IJrfLche Giusep1lc Jla:::;ini indiri:;.:ava u Danirlc Mani1, in ocrasione dellCi i't~td~o_ 4 !p!ft:~z i~~no contro IA, lettera. è rivrodoffr, n,;tl'edi– :;iC111r, nozionale df'[Jfi SrriUi di Giuscp1>eJla.::.i11i 1 fatt<, o, currL del– lo Staio ( Volume o•, 1wr,. 136-137). (( Io a•borro anche da una sola goccia di ::,angue quando 110n ri– chieMa imperiosamente pel lrion– fo e fJer la Cùnservazione di un santo principio. Credo rolfa la. pe- L\a :~em;:~ ~ff ~~~~~i~a~ ~-A~i~;= LA LJBERTA' Arturo Lahriola commemorerà a Parigi il centenario della Giovine Italia Come gla. annunciammo, la sera di sabato 19 dicembre, alle ore 21 precise, ad 1n1zlatlva della Sezione parigina del Partito ~pubbJlca.no Italiano, sara. commemorato il Prt– mo Centenario dello costituzione della. e Giovine Italla >. Oratore sarà Arturo Labrtola, che gll antlfascistl di Parigi e delle lo– calitil vicine correranno ad ascolta– re con vivo placere. Nessuno meglio di lui, Infatti, poteva essere scelto per ricordare degnamente la ricor– renza. gloriosa. Ricordiamo che la commemora– zione (non essendo libera la con– sueta sala della rut";de Trétalgnc) avrà. luogo nella sala del e Bund ,, (Partito Soclallsta rivoluzionarlo de– gli Ebrei polacchi) : 5, avenuc de la République. Raccomandiamo sin d'ora a tutti i nostri amici di partecipare nume– rosi alla manifestazione, e di accom– pagnare - oltre che le proprie fami– glle - 1 propri amici ed l propri com– pagni dl lavoro. Non sl tratta dl una ristretta ma– nifestazione di partito, ma d1 una riunione solenne, alla quale gU a– mici della e Giovine Italia > convo– cano tutti gli Italiani liberi di Parigi. gio 1 primo decreto della r6J)ubbli– ca lrionfanle, l'abolizioM del pa– tibolo. Gemo sulle vondetle indi– viduali, anc.hese contro gli iniqui, ar.cho se manchi, ove ~i compiono, ogni rappresentanza. cli giustizia legale. Ricusai, affrontando la tac– cia di d<1bole 1 di apporre in Roma la mia firma. a una condanna. nel capo, pronunciala da. un tribunale di guerra, contro uu soldato colpe– vole. :'-ion temo dunque da.gli one– sti, interpretazione sinislra alle ~o\iaP!ff~\ 5 ~eii!g;ygr1~ ~ 1 !f1e 50 ;~~ Una lezione a Innocenzo Coppa zioni, momenti ccceziona.li ai qua- NIZZA, rlicembre - Alcuni giorni fa, li il giuCizio normale umano non :Ìa 1~\~h~1~~~ =rvft!n~e n!~g:~ 1: ~~o•i::i~~~r;~,j ot'~ho~cl~t~::;:et~: ~.1~~fl~natt !~~,l~ i~a~e cb~ 8 fa 0 f~~ stiem:ct. e da Diù. nOM- Idea di far tenere una conferenze. Santa è 1i,elle mani di Giudit.ia :~~lù.c~ 1 ~:i/~~i1; 10 d~l dàt~if~~ la spada eh.etronco' la vita di Olo- 11 famigerato InnocenzoCappa, l'ex re- /eme; santo a p119nalc che Ar- ~u~~~l\i~ ~~ ~~ ~~:i~tt<~ut~ 1 v~~ ;1::/!i~d~~ 0 Sfciti:i~r~hj ::~~. i~ r:Ji.ri~ J:fu1::1~~0J:ed!i~~ l~al ab- Vespri; santo il dardo di Tell. Sembra pero' che da un po' dt tempo Quando, dove ogni giustizia è mar- ~~ ~~~1f~!~z~~6 1 :isira:c~~. ~;:teè la, e un tiranno nega G cancella. avvenuto per troppo tempo, grazie alla col terrore la coscicnz. :i.di una na- longanitnttà.del nostri amici. zione, o Dio che la vol le li bera, un Avvenne lnfattl, anche questa volta, uomù, puro d'odio e di ogoi bassa :a:'~~~~:ch~o~ ~:rre ralle– po.ssione e per la sola religione di Intatti, appena u rinnegato Innocen– Patria e dell'eterno diritto si leva 7,0 ·sl dispose a conclonare, una donna di faccia al liranno e gli grida: ~~loc~r:O:~r~didl'1fut~~~~~~~: Tu fol'menti i milioni dei miei •gli un mazzo di garofani rossi (che n fratelli; tu, conlendi Loro cio' che porcacclone credette destinati a lul !), Dio decretava per essi; tu spegni i grido': < Quutf, quando tornertl in I– corpi e corrompi le anime; per le ~~~-le~tlr!~erà mlla tombadt Gtacomo la Pah-ia a,yom.z.:aonni giorno; in n povero Innocenzo non sepp e che te fa capo 'ttlilo un edifizio di ser- dire; cerco' di balbettare qualche pa.ro – vitù, di di.sonore e di colpe; io ro- la. inutilmente. Senza dubbio a vrebbe vescio quell'edifi:;io, spegnendoti, ~:f:t1!gifu 0 :!~i~.momento,esserecento io riconosco in quella manife- oa aggiungere che diversi nostri a- stazione di tremenda. uguaglianza. ~~~te~u~; 0 0 cJ~fv:n~~:~i:;~~ tra il padrone dei milioni e un so- e con abbondanti epit.eti d1 rinnegato lo individuo, il dilo di Dio. all'lnd!rtzzodell'Inviatodel d~. se~tg\\os~~t~fcoo, i~ core come io te~:rC:~/~~~a°n~o~c~ P~~IJ~~h: all'estero Il mestiere del e rinnegato > GIUSEPPE MAZZINI è un po' più dlfrlclleche In Italia. Documenti del viaggio di negli Stati Uniti Orand1 Impiccato in effige Grandi Il viaf/f/io ... trionfale ili Grandi li Ci{friarrw adesso due documenti negli Stati Uniti ha p1·01.:ocato - se- - che riprod1fciamo da due dei più. condo i qiornaU fascisti - grandi diffusi rtiornali_ americani - i qua– mani{esla..:ioni di entusiasmo po- li consentono di formarsi un'idea polare. Del coi·atlere vero di quel- :;;intetica dell'entusiasm,;, popolare le manifesta:;ioni non mancammo degli americani pc,: il ministro di informare i nostri lettori ai qua- fascista. a Nel « loro » campo EZIO GARIBALDI giudicato daRlcciottl Ci è giunto in questi giorni rw.. timo numero '15 ott.obre) dell'Amt– co del Popolo, U veccblo giornale repubblicano di Buenos Aires. n giornale reca un articolo dedi.. ca.te agU ultlmi ,. baldi campioni> della . fam1glla Garibaldi, finiti tutti nel fango del fascismo e della pro~ vocazione poliziesca. Non sarebbe certo il caso dl oc– cuparci molto d1 questi figuri, che hanno disonorato un nome glorioso (ah! quale differenza con gli eredi dl Cesare BattlstJ ! J se l'arUcolo de l'Amtco del Pqpola non contellease due interessanti documenti, che d1pingono w.olto bene uno del de– generi dLscendenti di Caribaldl. Si tratte. di una lettera. diretta da Rlcctottl Garibaldi al nostro amico repubblicano Silvio Stringar!, a quell'epoca redattore del Gazzetti.-. no antifascista di Venezia, oggf esule 1n Argentina. e cli una dichia– razione dello stesso R1cclott1 alla stampa, dichiarazione che è quasi inedita, perchè 1 giomall del tempo poterono pubblicarne solo una. parte. Rico1·di2.moche Ezlo Garibaldi è deputato fascista. console della. Milizia, direttore del libelJo Camt– cta Rossa d1 Roma, e gerarca > au– torevole del fascismo, che Io ado– i:;era tutte !e volte che qualche grossa porcheria del regime deve essere coperta. con un grande nome, che ha ancora profonde risonanze nel cuore degli Italiani non fa.sc16- tlzzatl. Ecco la lettera inviata da Ric– clotti (era. già al serviz1odella poU– zia, a quell'epoca? Chi lo sa ?) a Silvio Stringar! : Pari{fl, 6 settembre 1925. Carissima amico, Ho rtcevuto il 8UOoPU3COlo Irre– dentismo eroico dt cui la ringrazto. Le mando qui un.a protesta di not fratelli, contro la deformazione tendenziosa data alla spirito della nostra tradizione dal noetro troppo giovane fratello Ezio e le saret gra.. to volesse farl a pubb Ucare sul Gazzettino e su quan.tt al.trt glor– naU na possibtle . Ricordo sempre con affetto t pa.– cht giornt passatt nel periodo glo– rioso della guerra con gli amici di. Venezia e mi auguro di poter ea.rere di nuovo in mezzo a voi tutti, amtct repubblicani, per la buona ed uut– ma battaglia: per l'indipendenza vera del nostro paese da un regime che lo duoncra. Un aaluto affettuoso a lei ed a tutti i nostri compagut di fede del Veneto. Cordialmente suo Ricclotti GARIBALDI. Ed ecco la dlchlarazlone comu- ~ coc:=::=01:1oi=::::=::10J:1•r:::IO~OC10c:=::l:Oz::::IO nicata, da Parigi, alla stampa, &,sa OE N T O ANNI D O p o ~ La dimostrazione popolare all'arrivo del mlnl8t.ro squadrista reca, dopo la firma. l'ind1r1-.zzo pa- ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••· r!gino di Rlcciottl: 41, rue Taltbout. T . L , d, L • Partgi, 8 settembre 1925. O Il giuramento o Una dimostrazione scanlm a vita l uceth Interprete del penslecw dei miei N York P I O frateU! Peppino e Sante, tengo a Do della " G1'ovine Italia" Q a ew a orto onéone informare , compagni d'arme e cii ..,. fede, che noi non abbiamo nulla di ~ ~ Leggiamo nel •giornali di New li reclusorio di Portologone, ove comune con l'attuaLe sedicente rf.s- York un sintomatico episodio avve- Bresci sl diede la marte e Acclarito e veglia gartbaldtno in JtaUa, creato PeJ•chèserva di csem.pio agli no Jia di contl'ibuirc al suo a- nuto durante la permanenza colà D'Alba divennero pazzi,raccoglle at- - ad uso e consunto del parttto ll_<diani_e di i,~c-ilament_oall,'a- dempin1~1,1to; . dela~~i!trsote!~~a~·~t:i i~~~~ 1 i era ~~~1ff1~t! ~ing~;.~~W~~p:llrt~hi!acJ :~~n~~~ ~g:;~gitfaa,~~: 0 ::tO"~e, Tfproduclamo ~ ncor;en- lu~~~~n{j~~~ :~~io~!~~~~{~= 0 al Commodorc Hotel, Arturo Tosca- segregazione. a cui §) unisce augt, con -una, frie- D dsto,.,·~~-P,.ornn~1od~l~teGforVJt~ 1TA.: no le forzo necessarie a. crear- D nallnct adrlnn•·ggelveaHtallls.uo primo concerto Fra t detenuti plù noti, raccolti t08a letura. diretta al Duce, ancne- ....... <, ., w. nel secondo braccio e ergastolo >, un Canzio. O~LIA - il te.sto del Giuran:e nto la; che il Popolo è deposita.rio O~ ~a folla dentro la grai:ide sala era sono: Betti, zamboni, L1causl, RI- Questo sedicente risveglio, pur re- cite vincolava i combalten.tt per di quelle forze; che nel diriger- stipata. Il saluto che gU Ameri~l gamonti, Parodi e l'anarchico Gino cando qualche vantaggio nuzterlale la ca.usa della Libertà e d ella le pcl Popolo e r.ol PopolQ sta il d!~dero allo lnslgne maestro ebbe li Lucetti, che attento' alla vita. di ai veccht, e ahimè diseredat.i salda.. Repubblica, sotto la, [Juida. di segreto della v illor ia; Plll alto sign~lcato di devozione al Mussolini, nel generoso tentativo di ti di nostro Nonno, raccoglie uomi- Giuseppe Ma::zini. Convinto oho la virtù ~la nel- ~~to~~ ~J!!~~~f 1~ 1 1~ 0 ~i 1 uc~~= ~:~ig::re 11 popolo italiano dalla ti- / !z.sc~ tct;,~7:~t~n=':!t~u~ o ({NcLnome di Dio e dell'Ha- l'azione e nel sagrificio; c1le la o certo la. manlfestezione ad Arturo Da u~ anno e mezzo Lucetti occu- t7adiztanc tramandata da ~tusepFE: e ]~a; - d' I 11·. '! 1· . d Il ~~~~~!a. sj!n~e~~ìlg~f:t e nella g ~~~f~~fr:ia s~~te~i~al=t~o dia uri~ Ps,.zllo•nec.ellLaa N11n· s.,Pt,o.stad,•ll-mceetàl'lad, oni~ l~:;~~t1:' :: it~l:t:':e'!:l: ; tquu~k~ ~ Nel nome 1. u .1 l 1., ar 1 r 1 . e a ~ rannide che opprime l'Italia. Mentre .... ttaUa santa causa 1tahana, caduti sol- Do il mio nome.alla GIOVINI:: 11 pubblico acclamava frenetica- tre ad essere a bocca di lupo con la no. - • to i colpi della tirannide, stra- 11'ALIA, associa::ione di uomini mente a Tosca.nini, da! posti supe- regolare inferriata, è munita di u- Tal.e manovra, bench.é,diretta da niera o domestica; credenti nella slAs!Jafede, e rlori partivano migliaia e migliaia ~~;!;fa::t:h~~~~~ita C:ea~f~v: Ji ~:~~~:d~ran::mt~! 0 èhe~i'= O le ;'.••i ddoO\v•••rDi ,· •h•m?'l,ai lpegoaslnoo, ••li••, GIURO : o di e m~~~stà~~e esser libera! - di- luce. La cella è priva di branda e nostra traversa, essere considerata ,• cto' coatringe il detenuto a dormire tn alcun modo .come autcnttca. e Q fratelli fhe Dio J!l'ha da~i; _ Di consacrarmi tutto e per O ~~?;~ cglifs:~~l~f·; 1 !i!~?g~k:; per terra sopra un pagUertccto. Per- ttncera a/ferm~wne: garibaldina. o Per l ~more, ~nnato in ogm sempre a cosittuire con essi l'I- o nere non rappresentano l'anima d'I- clshoi:lallto Ls1"e~ept,t10· vvfoessdeutocoamteplneeta,,mveunote- r ~~ac;:nao_trwftz_'&:::t:ie.• r 1~~~~.• ~:a-, mia madre, e dove vivranno 1 dente, libera, republicana; Toscanini 1 >. te le celle laterali. Egualmente si è il comptto dt giudicare e loper_a miei ·figli; Di promuovere con tutti i All'uscita del maestro Toscanini ff~~~t~crc;~ ~ l~~~i;ra ~~a~n~~~ ~~;trtet ~ifi~~f/;,if ~~g~ p~t ~ uomo. a1 luogln dov~ nacqu~ t.alia. in Nazione una, indipen- ~ talla >. < VJva 11 grande maestro Per l'odio innato in ogni uo- maz•, 0 znic,'d 1 ! 0 p 1a,craozla, 0 ,ndeisdc•r.,ittom, ,·dei, dal teatro una folla di oltre duerni- Lucettl, impedendo cosl'-che nel nastr!Z famfglta, noi tentamo a de- mo, a.I male: all'ingiusUzia, alla. d O la persona che l<?attendevano sulla b t ·tto h li d . f 11 nunczare al Popolo Italtana per il usu!'pazione, an;:1rbitrioi. g~cJ~~v¼a~i:1~7.l:in!fi~~~!=i;f!~ D ;!!ta~~n~f ;f.at~ ~~: una mant- sr:v~~tle, ~o~ e!tcia~! d~rePa~- nostro nome simbolo di Lfberta. ci:e~i r~irt~<liil 1 ~~11! 0 ! .,;~ ~~= z1one che S?la puo' conquistar- 6 soIl s1M:ii::~~h: ~~~f~v~1f~~:r:: ~\1~: dl vedere la faccia di ant- t:;:t:n n ~~;~~ i~=ea ~::: o :doni, daI non avere nome nè la, alla v1rtu ebe sola puo' ren- o mrlzlonl del dimostranti. In qu;ste condizlo~ vtve da oltre :~ef?:~r:,.~ 'foeft/!"Jz1° a';(uz~f";/:;;t. e tr~~zf~n~:t~:ii~1ri:; ba o diera de~~ ~0~ 0 :~~~~n~~;~~:l~;uesto 9 ;61/~~l p i~roLs~;~tia~~nc~n~~:= ~f!es~ 0 d?!:t~e ~ t'We~rr:J' u"l~a:i~ ~ Pel fremito dell'anima mia giorno in poi, ad altre associa- ~ Nuovi giornali antifascisti ~iha~'ii6°cfu ~fra r~;\1e~i !:J~~~e dl /o degli faeali ~ella democrazia. c1·cata alla. Libt::rt.à, impotent-0 zioni; Siamo lietl ctt annunciare che La g g R1cclott1 GARIBALDI. ad esercitarla; creata alla. al- Di uniforn1armi alle istruzio- Giustizia -organo della Federazto- E come Lucetti sono centinala che Dopo questa dlchlarazlone, Rie• HvHà. nel 'bene, impolenle a 1ar- ni cho mi verranno trasmesse, ne Argentina del Parata Soctaltsta soffrono ma non pleg~no e che vivo- ciottt ha trad-1to anche lul. A meno 0 Io nell'isolamento .della s~rvi!ìt; nello spirito della GIOVINE I- 0 Italiano (S.1. O. S.) ha rtpreso le no nella incrollabile fiducia della li- che non avesse g1à tradito prima D Per la memoria dell antica TAL/A, da. chi rappresenta con D pubblicazioni a Buenos Aires (Calle berazlone nel \torno non !ontano in Tradi', 1n Francia; 1 fuorusciti tta: 0 potenza; . me l'unione dei miei fraielli, e O ALslna 2 83 2). cui l'Italia sar redenta. liani ed i congiurati catalani prese ~ Per ~a~osc1enza.della presen- di conservare, anche a prezzo ~ A San Paulo del BrasUe, invece, il .............................................. il danaro di Lapolla - invlatO dalle. le a.lfu1ez1one.i . . della. vita, inviolati i segre~i; ~lf~['frte us1f3t 1l prtm.r_.,nu=o Noi uomini aiamo in gene- Direzione della pollma fascista - e ~el' le J~cr:nll:edell_emadn 1- Di soccorrere con l'o>perae col organi :~l_qi~~mu:~'g ~dle(U delra raie Fatti cosi 1 : ci rivoltiamo ~d:~ i~t 0 c&!r if1 °i~ng~~~u~erit~ tahane, ,P~l !~g~1mo:f.1su] palco, consiglio ai miei fratelli nell'as- Concentrazione, che prende u. posta sdegnati e furiosi contro i ma• fiutato. come era naturale, ritorno' nelle prtg1om, 1n es1ho; sociaziono· r:z~asfa~~s~h:::~ron::ri: it1~1;fae:t li mezzani, e ci curviamo in inJ!ai~f•~v;i~f6i~~ iom~f~es;~ ii Per la miseria dei milioni, Ora e s:m.vrc. a presidente della Sezione pauli.std. silenzio sotto gli estremi; sop- disprezzabile del fratello. Perché, O /O Cosi 1 GIURO, invo'cando sulla. o della Lidu; redattore-capa e Nicola portiamo non rassegnati ma mentre questo divento' subito fa- ~ ••••••••,•• ,...1 •• ,••••• •'• -1,·,r.~. ··•i•:-r,r., mia, testa l'ira cli Dio, l'abominio ~ 'Jl;;~o1tf.egretarlo di redazione Btxto stupiti, il ~olmo di cio', eh~ da I s;~~a,1:1 ~nR~~~fo.:__ q~~lv~C:1: m~rscadd~tti~e!1i1h~!\~!: 0 0 11 ! 0 f~: ~;~~~~~:~~i~ etr~11!!i~~~ 1~U6 Ai due ttttovt giornali - che com- principio avevamo giudicate, la a'.nt11ascista,da repubbllcano, e vere phe ogni uomo nato italia- o in part.e, il mio giuramento "· !ft~:'fd~:ìe ~eL'::~ts;;:ge~~~io~~c!:_ insopportabile. 'le~~~~ ist~~àe~~mJli~ basso d1 oc:ro-===:r:oc:10====:ro:crrc:10i====oe10====roz::::1 riualgiama il nostra saluto I'tL<\J.'iZONI cosi'? ' gue. n terrorismo, fino allora spo– radico, divento' sistematico. Fra il novembre 1922e l'ottobre 1923ci fu– rono oltre 2.000cast di assassinii, fe– rimenti, bastonature o attacchi di minore importanza contro non-fa– :icistl, Invasioni di case private, in– cendi di redazioni dl giornali. Nel solo maggio 1923, undici persone vennero assassinate, più di settanta ferite, e ventidue tra Camere del Lavoro, clrcoll operai e cooperative furono assaliti o bruciati. Le vitti– me, naturalmente, reagivano quan– do era poss1bUee avvennero alcune orriblll atrocità per le quali, a quan– to pare, eran più responsabili 1 co– munisti che i socialisti, ma. le pro– vocazioni erano enormi, e in tutte le occa.sioni1loro misfatti erano ben poco comparatl a, quelli del mani– goldi fascisti. E' probabUe che in questo periodo 150fa.scisti e un dop– pio numero di antlfascisti perdesse– ro la vita. Per vendicare l'assassinio di un fascista a Torino, 22 operai furono trascinati !uorl dalle lora case e massacrati; 11 caporione di queste stragi fu promosso a un alto grado. Era uso comune fare ingoiare alle vittime di minore importanza olio di ricino, fino a. che il dlsgusto dell'Europa. intera obbllgo' 11 gover– no a far cessa re que sta abitudine. Il terrore sl val.se adesso contro 1 migliori rappr csentan t.1 del pensie– ro italiano. Nitti, ex primo ministro ed economlsta. di tamai che era in~ corso nell'ira personale del duce, eb– be la casa distrutta. Am.endola, ex ministro, fu cosi' crudelmente ba– stonato che ne mori'. Il conte Sal– vador!, docente all'univer.sità dl Ro– ma, fu battuto per aver pubblicato degli articoli antifascisti in giorna– li inglesi e costretto a prendere la via dell'esUlo. Poco dopo la casa di un gran pensatore, Benedetto Cro– ce, veniva saccheggiata, e Salvcmi– nl, uno del più notevoli storici eu– ropei, fu imprigionato sotto l'accu– sa dl aver dato il st10 contributo a un giornale antifascista, e quando fuggi' in Francia. fu privato della sua nazionalità.. Il fascismo ha po– co posto per la coltura. Eccezion fatta. di questi attacchi contro uomini di studio e politici, le violenze non erano che incidenti della lotta di c1asse. Mussolini rin– nego' bruscamente le aspirazioni so– ciali del fascismo della prima ora, e Jl movimento venne diretto sempre più a opprimere 1 lavoratori. Da una parte le classi benestanti reclama– vano e ottenevano i compensi pat– tuiti. L'Inchiesta sui profitti di guer– ra fu interrotta repentinamente. La tassa di successione tra parenti prossimi venne abolita, e fu pure ridotta a metà la tassa che colpi– va gli amm1n1stratorl di società a– nonime; si rese fa.elle ai capltallstl di sottrarsi al pagamento della tas– sa sul reddito; i telefoni, e alcuoJ altri monopolll furono ceduti a. com• pa.gnie private senza interessenza del governo agli utili. Concessioni di favore venivano fatte a ditte pri– vate, e la loro direzione era ceduta a personalità del fascismo. L'An– saldo e il Banco di Roma eran te– nuti su con sussidi! dello Stato. Non c'è da meravigllarsl se le relazioni tra. Mussolini e la. Confederazione dell'Industria venivano descritte cc.– me più che cordia.I.,Dall'altra parte 1 salari cran diminuiti In media del 10 al 13per cento dal 1921.Imposte progressive cran ristabilite per tutti eccetto che per i più poveri lavora– tori sottoposti allo Stato e agli enti pubblici, e nuove tasse venivan im– poste al piccoll agricoltori. Mentre i biglietti ferroviari d prima classe restavano tal quali, quelli di terza classe aumentavano del 15per cen– to. Sl promise una giornata di otto ore, ma per Il momento sl impose un'aggiunta normale Il due ore di lavoro, e il supplemento per il lavo– ro straordinario venne diminuito di più della metà. Un decreto governa– tivo, non votato dal parlamento, mi– se tutti i sindacati sotto 11 controllo dei prefetti, e, con le buone o con le cattive, gll scioperi sparirono quasi del tutto. GU operai venivano bastonati o feriti o Ucenzlati se fe– steggiavano il primo maggio. Quel– le coopera.Uvepopolari che sl erano salvate vennero sistematicamente distrutte, e sl dice che In una sola provincia 37 preti furono bastonaU per aver cercato di difenderle. Un altro prete venne assassinato. A Mo– llnella, un grosso centro agdcolo vi– cino a Bologna, 1 socialisti avevano creato una ben riuscita organizza– zione cooperativa, che coltivava una grande estensione di terra e fabbri– cava ca,-se. I fascisti si impadroriiro– no delle loro proprietà e venderono raccolti e bestiame, a basso prezzo, al negozianti e proprietari locali. Le istituzioni di carità del villaggio vennero chiuse, si bastonarono uo– mini e donne, e almeno uno tu as– sassinato, si lmprlglonaron 140per– sone, e finalmente tutti i lavoratori non fascisti furono congedati. Man mano che diminuiva la. spe– ranza che I fascisti potessero rista– bilire l'ordine, la nazione diveniva sempre più inquieta. I popolari ab– bandonarono 11 Gabinetto in segno di protesta per le distruzioni del circoli e delle cooperative cattoliche. La stampa di opposizione, che in– cludeva tutti i migllorJ giornali, ac– crebbe la circolazione in modo tino allora sconosciuto. Gli intellettuali, U Fòro, l'Associazione degli ex com– battenti, la Confederazione del La– voro Innalzarono le loro proteste. La Camera era in parte disposta a far credito a. Mussolini, e in parte spaventata, ma egli non poteva con– tare su di essa. Era ancora deside– roso di costituzionalismo, ma voleva una Camera compiacentemente as– servita, Forzo' la vecchia Camera ad accettare una nuova legge elettora– le e poi la sciolse. La rappresentan– za proporzionale, di cui egll era sta– to un tempo entusiasta, spari', e U suo posto !u preso da un sistema a– datto a dare una. sicura maggioran– za ai fascisti. Il pa.rtito che avesse la mag gior part e di voti in tutto il paese (basta.va che ottenesse il 25 per cen to delle schede} poteva eleg– gere 1 due terzi del deputati, e l'al– tro terzo andava distribuito tra. 1 rimanenti partiti. Avvicinandosi le elezioni (marzo 1923), le intimida– zioni e le 11-od! elettorali di tre anni prima riapparvero intensificate. Ai partiti di opposizione non era per– messo alcun avviso elettorale o riu– nione i)Ubbllca; anche le riunioni private erano spesso interrotte con la forza. La stampa fascista gridava che se anche le elezioni fossero sta– te contrarle al partito, esso sarebbe rimasto al potere, e Mussolini di– chle.ro ' che in quel caso e avrebbe tatto v otare tutti insieme i 200.000 fucUl della mili.zia ~-Ma, nonostante le vio!enze e le frodi, i partiti di opposizione ottennero 3 mi11oni di voti contro i 4mlllon1 e mezzo atte. nutl dai fascisti; nel settentrione - pii1 evoluto - ottennero la maggio~ ranza. Fra i 375deputati fascisti,cir– ca un centinaio erano liberali che speravano invano di mantenere una c2rta indipendenza. "(continua)

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