la Libertà - anno III - n. 44 - 3 novembre 1929

ANNO 3 - N° 44 cc Ci sia permesso di ricor• d~re_ c_he~e un tempo tanti pa• tnoti. italiani non avessero be– neficiato del diritto d'asilo in Francia, l'unità italiana, for– re, non a-arebbe stata fatta. » IL« TEMPS ». la Li ertà GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA Un Numero : 0.40 cc /o rico1do ai miei nemici che gli accusati di oggi saran– no forae i giudici di domani.» SA:\CliEZ Gt:ERRA al prorP,-~O intrnlaioill <la Primo Do RiÌ;rStft~r d 7[1;f~;l~le. contro OIDUlUJO SOSTlllITOll (L~ IJBERTE) =============================, ) Pe1 un &Dl:IQ • , , • , , , ••• , • , • • • • 20 fr. 50 lr. ABBONAMENTI Pc: 1ei cmi . . . . . . . . . . . . . . . .. 10 fr. 25 !r. ESTERO : IL DOPPIO Il D I R E Z I O N E E A M M I N I S T R A Z I O N E PARIGI 3 NOVEMBRE 1929 103.Faubou,gSaint-Deni.-PARIS(I0')·Tc/e/ono,'Pro>enco96-98 IL GIORNALE SI PUBBLICA LA DOMENICA Il Il delitto e il de·linquente · • I fri q11.;tira!i. il pQJJolo armalo d~i Belzi, L , a n n u n z l a t o re ci_no•ndo;i cingolo di "'"·aliere. ,·o!ò ,ti, Liberia la propria. IPrr;J. E colà. un ;:1r,\ incllrJ dr>-1 nr,.s:t w .::i~u~ italiano, un caro ;doYinello, che !-1JlYollrJ --------------- Perchè l 1 a.llo compiuto il 24 ottobre a Bruxelles da Fernando De Rosa non è della nostra dottrina, non è che piit grande il nostro dovere di capirlo. Que– sto giot:ane che è stato della nostra fa– mi9lia, che abbiamo amato come la più vivace incanta.:ione dell'idealismo dei vent'anni, tm giorno ci lascia di– cendoci che parte per il sud ad asse– stare certe 9ravi incomben.:e familiari. Egli è orfane, appena uscilo di mino– rità; egli ha da regolare dei conti della sua tutela. Invece si di1ige al nord. A Bruxelles si celebra il fidan::amen– 'to di due giovani principi. Quella è la :sua mèta. Che· cosa lo conduce colà ? Quale at– lra.:ione misteriosa del destino ? Lo sposo è il principe ereditario d'Italia - anche lui giovane e, forse felice. Egli sta per reali.:::are un sogno d'amore e di ambi::ione. Egli non pare turbate dal pensiero. della patria, a cui i suoi padri ed avi avevano giurato di conservare e difendere la libcrtd e l'indipenden.:;a, e che si trova ora arroncigliata nelle ri– torte del piit incivile- dispotismo. Egli che si impalma e vede già fiammeg– giare da lungi la Corona che cingerà il suo fronte e quello dell'amala, è tuUo Ueto del presente e sicuro dell'avvenire che gli si dischiude : Che gli importa se laggiù nella patria serva 1e plebi so– no {alte greggi, spogli di ogni diritto, e la miseria avareggia il pane ; se un vigile, diffuso avvilente spionaggio sof– foca ogni voce non si dice di protesta ma di semplice contraddi:;ione? se nes– s1m diritte della coscienza è sacro ; nes– sun lavo.ro sicuro ; se-l~ isole della de– port azione formicolano,. .$e le reclusio- 11-isono assiepale di !Jioian"i della vostra eliL - o Principe -:- passali dal banco della scuola o dal tavolo dell'officina alla panca del,-T-ri6unale Speciale ? se tL fine di tanta opprusio.ne non è che la corruUela; l a dilapida::io ne sfaccia– ta dei cortigiani e dei partigiani avidi, che si arri!:chiscono rapidamente sulla miseria di tutti. Valtro, invece, l'aUro, De Rosa, ha tutta qu.csto dolore, tutta questa umilia.– ~ione della patria che gli preme sul CUOJ'C. Egli è 9ià passalo per tulle le offese dei JHJ,rtigia'Xied. ha sen.til-0 q,ueUe fatte aali altri co71:: 111t0 spasimo mordente. E[/li ~a-avuto un'adora:ionc per un 9io– vane poco più an.:iano di lui, che gli aveva aperto ali occhi come un Mae– :slro. Ed egli ha vi.sto come a Pietro Go– belli un ordi11;e dd Duce usurpatere ren– desse la.« vita impos:sibile "· E se slesso ha tristo, i cari :sludt spe:;.:ati, travolto nell'esiglio a cercare al Pèrc-Lachaise la tomba di Gobetti, inseguito per le vie erte dei mo;ili al-posto della frontiera dagli scherani aNnati. che. tutti i 9iorni scaricano le anni contro qu_eivinti, con– tro quei poveri, di ciò solo rei di cer– care all'estero il Jo::::o di pane. onesto. che il lavoro 1U)nprocura più in patria. E, raggiunto al di là !f.eimonti il cam– JJO degl.i. esuli, De Rosa hfl!.pur visto il fascismo prolungarsi alla codarda. per– secuzione delle sue vittime nei ripari dell'csiglio, egli ha visto alla, proi:a le in"sidie coll,Solari tese al loro pane e al loro o.nore, le opere della infame provo– ca::ione poli:;icsca contro la loro pace e la sua sensibilità- moraJ,e è staia ancora più ferita, torturala a morte ... Ma De Rosa Ila pure una dolrina sal– da. Egli è ~n socialista. Il suo sociali– smo 9li insegpa a vedere i risultali sto– rici come il portalo del duello organico ddle classi, non di un,opera di t--i.olen– :;a individuale. « La, vita umana è -sa– cra-». ltfa p~l'..quale nequi::ia. del desti– no, la vita è sacra. solta:pl,o 1,er l.a inter– ili~ione della ribellione, ~i chiede quel cuore di fanciullo ,- mentre per il fa– .scismo trionfante, ogni violen.:a è sacra più che lecita? Il fascismo si è formalo ed è ingrandite 11el delilto impunita– rio ; esso si è aperto la strada con gli incendi e gli assassini diurni e 110ttur– ni, a dicci contro vno ne9li agguat~. e il potere mantiene per la pressio11;ede_lle camicie nere che sono ad un tempo 9tu– dici ed esccut-0ri delle senten:;r, di mor– t" di cui l'ultima, di ieri, ha nome d viadimiro Gortan. Cotesta disperala di– su9uo9lian;;a, cotesta storica ir~nia ~sa– spera la, mente del ventenne 1dealtsta. La protesl!l- vrhana spasima in lvi. Per lui le r1>spon.sobilità sono tutte ma~ife: sle nella traccia delle foro conness10m. .,l chi rispondono i prin~ip_i che viola1:o i gi11ramrnti da lor'! falli ~i loro popoli? (}"nle sm1.:::i•:mc? ,\ on h11, 1l capi) del fa– ;ci.'5mo dello che l"ollentolo è infortunio df'i re? B poi, chissit, se un gesto 1i violen.:a, in cui egli metterà prevenft– vomenfe la propria t"ila in immol~zio~ 1 H· nqn ot:rti virlh di fare vensost, dt S('~IJ[cre la dllà dei responsabili, ed in 0911i casQ 11011, servi:à. a 7?-chiama;e la atten:;ione d1Jipopoli hb,..n sopra 1l fa– seismlJ, insistente, imn_1i~1enleminacci?' alla Wro pace ed instd1a alla foro lt- be~~! 1 ;j~nde attiri tu l"aul-Orilil. di quel gesto '! Chi ti ha consacrate 9iud_ice ed esecutore a tua volta? Come puot spe~– ~are i vincoli della disciplina che li ~n~ :sce ai fratelli nello ste_ssoi~ea~e di l1- berazione, uscendo cost, sol1lar10,, dt:~l: file, per assumere una r~spons~b1l~ta enorme, personale ed arz_s~ocrat,ca :... Storie f La scuola, la tradi:aone n~w- nale, aulica ed accademica, ha. essa stes– sa messo in luce di apoteosi tutti i rii:o– lu;;ionari liberatori. E il f.ascismo, so.:.:a– mente profanando la leggenda fulgente degli insorti per il Risorfiimento - da Andrea Vachieri, a Monti e Tognetli, a Guglielmo Oberdan - ha preteso persino di tagliarsi in quella leggendtZ l'apologia per i suoi banditi di strada maestra, cui, lavçilo il casellario giud{– ziale, come Macbeth le mani, altribl.l-iva titoli e pension,i e medaglie ... Ormai l'idea campeggia unica 11el campo spiriiuale di Fernando De Rosa. La vita ha un bel dir9li: u Tu non hai che venti anni ; ho tanti fioi'i ancora per le. " Vanima sua è sola come quan– do egli saliva le cime delle alle monta- 9ne del silo Piemonte. Essa e temprata come al tempo non lontano che appena adolescente cimentava i suoi teneri gior– ni per salvare quelli dei compagni tra– volti in tm. infortunio di montagna. Ecco: Egli si fa lai-go nella calca; e(Jli ha un;arme in pugno; il Principe si avan.:a in mc.:::o alla sua corte... Dc Rosa altcnde. Eali vuole essere sicuro di non fare vittime innocenti. Una, e non più. Quell'una che sensibilmente rappresenta il potere violento e dispo– tico. E poi un'altra: se stesso... Ha e9li un'estrema visione di odio giuStiziero o di amore vendicatore"! Grida egli: "abbasso Mussolini ,1 o "viva Malleolli » ? Certo egli grida la parola suprema della protesta umana, la sintesi della causa di giusl~ia e di libeTazione, a cui offre in olocausto, pri– ma e più certamente di ogni altra, la propria vita, la bionda e fiorente giovi- ne.:.:a ventenne .... Ma l'arma i: ribelle-; l'arma tradisce ... Ecco, il principe e illeso e DeRosa e sbattuto a terra. percosso, calpestato. maciullato dalla brutalità. feroce degli a9enti del Potere. Tale il udditto,,, tale il "'delinqvenle». Su di lui pendono tulle le san;;-ioni della reca,·a ancora i frP:<c-hicofori dPIJa su:i Ell-ce qu'tm peut almer la Jus- altri e perciò-capace. di .reagire alle circo- 1 prima elà, ,·ennl!..non :id urcidere. E~li mm legge. Xci suoi -inte_rrogatori O.ichjarb tièe s!11t.s der;enir Ju.stù:ler? I st.anze-secondo una:legge-che-era a lui solo appartiene alfa razza c.iine::l"adi>i.n1>ro- che non si, attendeva di ··uscire vivo. Ed Ocnn ")flRBEAl.i. cono.::ciufa. '""~lii i -; Eidi vPnnl} ad annunziar"' una ha,assunto, sen::a debolezze e senza spa- L~ poesia_ di Oberdan, sopr~vvissuta + + + . ~;~~":be ~rr~~~:,~!a~~ll~a~:i}~Jt~1! 0 d:?~;I;i valderie, tulle le responsabilità. Egli ora 0 ~ 1. 1 animo d , ~ loro che comm_ciaro11 ':l. a La colonna del Congre.::.::o - nella capi- oUo O noYe giorni dopo rh!? il padre sitr, apparlicne alla 9iusli::ia nel Paese che -..,vere qua nd o.il su_ool~ca~Slo si compna, tale dei Belgi - !=ottola quale hanno sep- aYe,·a lascialo mis::erafl}('ntP-fucilarP Gor– egli ha offeso ... Il mondo civile china· il f 0 ~ o:tante S- 1 ! a n~i e I odioso-~_fruttamen- pe!Jila la salma de.Ila_vili:ima i_5!'nola del- tan; doveva a.scoHare que!-la sentenza eh<? o_ el nome d1 Lu, da parte_d, coloro che l'immane Olocausto. ricorda la h~erlà con- lo riguardarn per.::onalmenlc. Capo pensoso, chiedendosi':, «· Perchè »? avev?no fatto ~er ta~l! _an~1 del SU<? no-: quistala da un popolo con-le armi alia ma- 111 verità Fernando Dc Ro,:.avolle sem- J/ I •• l •• ll t • tanto rne 11 segno d un crJmn~e, la poe<=ia_. di no, il: giuramen_to imposto ad ~n _Rere~- plicemente annunziare che la Rcpubblira. a aggw, aggiu ne a ptJ ria • • qb!z:dan.:-c~e ~ncor:3-_ oggi accende 1 fa,_ille chè non· lo tradisse. r du~ leo01,c11ev1g1- dei lavoratori italiani è oramai una indr>-– amala la canea dei manigoldi infuna, .ne~Jt an)mt g1_0 V8;ll) il, __ e J?rovocò l ult!m~ laao jl dGJubro della patria, rappr~se_ntan(? precabile necessità storica. E-d ai piedi di delirante di so.::;e calunnie c.,di atroci 'PC-:ecl17.1one_ giu~ 1 1.ia~ 1 a d\ Andrea ç_o:ta, il pop olo i nsorto in un· gr3:orJe .gwrno d1 questa verità. %li ba gittato il suo pre– rappresaglie; essa agogna la vendetta duf::.ta l,~e~iafi .~ oflu d di r~na I tri:.Lz~a gloria. e.pr: ont,o da capo-.a~ insorgere se !a sente, il suo florido avvenire, il suo povP.ro sopra tutli i nemici del fascismo, e, sin- - ( ce ~ 1 1.1 e mila, a :ina izz_ar~. c~n~i- sua li bert a gli fo.~se ms1d1ata. A poca di- corpo di fragile gio\·inetto calpesto e ma- g olarmente, stt quelli stretti nella Con- s -j n~ a riverenza ~he il sacnfic!o g10'..f:- stanza di l1 sorge ·Ja piazn delle Barricate, ciullato dalle zampe e dai• pugni dei gro<:-– ~1-~ :.c~ftred s 1 ug~risfe, t\ ne ad_mn~cuia d°'·e fu detta la_grande sfida del popolo ol_: si e ottusi arnesi della gendarmeria infc- c;:;;;:::~~7l: :c:~t~1~1e~;ac{:c:n:~;:1:at ;?~;l::·m~_:up~~~:~d :!ivTncibfeu~~~ ~~~,gt~~':n!nfit~ 1 :e i; 11~01à~ 0 ~:~t~· :i~:r~d~ rocita. le colonne dei giornali, insigni solo per la ~o:im"ffirc~~o una significazione astratta dietro, nello spazio ·ct·un·centinaio di me- ARTURO LABRIOL<L impuden;;a del loro servilismo. Una dia- Tutti sanno che Guglielmo Oberdan era -----~~------- bolica specula:;ione, infornando e men- appena venlennl'.!, ed neva l'aspetto fan– lendo, vuole rir:avare dr1ll'alle11lalo di cmllesco e sorridente delle giovinezze bion- Bruxelles gli utili di un'eslradi.:ione, ol- ~eT~~~sf:c;;: ~ir~~~d:\~~~ail~/~~!-id~~~~ Jroggio del diritto delle genti, delle vit- ma per morire _ morire pP.r l'Ilali:J, mf}-– time fuoruscite del fascismo. Alla Fran- rire per la Repubblica Italiana. - Egli ciu, al Belgio si chiede minacciosamen- aveva bisogno di far credere che ...-ole.;;se te di conseanare i capi designati, facen- ~f 1~d:~:- t~~e~::;1a d!~ ~g ;>;i~~~i~J~~~!~ do persino balenare lo spettro della non avrebbero potuto mai reggere al lan– guerra. Ah, dove è la sincci·ilà. di tanto furo– re? Forse nella convi11::ione che la co– scienza vmantZ t7ittdicherà che l'allen– talo di Bruxelles ~l'Z al fascismo r,ome sta l'effetto alla causa? Che nan si 9il– lano a piene mai nei solchi i germi del– la violen.:a senza che porti110 i loro frut– ti, che non si asservisce, non si con– culca un pop1Jln in cib che il mondo. riconosce come la ragione stessa del vi– vere, la libertà, sen:;a determinare lo scoppio delle piit terribili rea::ioni ? Questa convinzione accende il • 1oro furore e non il loro rimorso ..Ma al mori.– do non ci saranno uomini 9iusli e probi Che ardiranno condannare l'allentato di Bruxelles senza condannare prima e con giudi;;io mille e mille volle piit severo l'esecrabile fascismo che lo ha generalo. Questo noi solo attendiamo. cio meditalo della bomba. che egli por- 1~\"acon !=è per creare contro sè il fatto lrrimedio.bile e che attestasse innanzi al mondo l'incrollabile ferrriezza di una po– ter:.te convinzione. ·u Vado a c.:,mpiere un atto·solenne ed imP.ortanlP - suona\"a con ri~~o~ ~iol~~~~e~c:è 0 mf~fls~~~~~o ar~ 1 = crifizio, importanle perchè darà i suoi ·frulli.,, :\la not.ite che l'importanza del fatto consisteva per l'Eroe nella disposi– zione al proprio sacrificio e non già nella -preparazione della strage di un altro uo– mo, carico questo di delitti e di coipe, già. indicato dal Dest mo _ alla maledizione dell'umanità, spentosi poi senza gloria in mezzo alle ecatombi suscitate dalla sua sinistra d~menza. La di breve vita idealistica Ferdinando De Rosa La stampa fa"s::ci~la si è ;;ettata. con ac– ranimento fia 5,icario, sn Fernando De Ro– ~a ed ha frug--c1toan.sio:,aniente in tutta la sua \·ila per scopi'irvi una di:?bolezza, un errore, un fuggel'ole tradimento e ar– chitettare su! più tenue elemento, defor– mato cd esagerato, una mostruosa specu– lazione diffamatrice. i\la i venti anni di De Rosa non hanno offerto ai maligni in– vestigatori che episodi di boot~ i?e~erosa! !~?o~ttià,d~!~iWc~ioàrd~:~edi 1!~~'?~ 1 [~;t~ i giovani che s1 fregiano del hllor10 s1 abbandonano ai facili piaceri e alle impu– nite violenze, cui il fascismo p educa_con gli ammaestramenti e con 911 esemp!, la vita di Fernando De Rosa e un conlrnuo esercizio di seriefà e di rinuncia, un irre- ginnasio. interrogato dalla Stampa, ha ri◄ cordato il caraUere penso.sode! gioYiDPtto~ La sua predilezione letteraria era per Jack London. A.ozi Jack London ha costituito un precedente giornalistico, l'unico che si conosca, del De Ro,s;a. Jl quale pubblicò, infatti, un articolo sul romanziere ame-1 ricano, articolo naturalmente apologetico, che ...-enneospilalo dalla rivista letteraria. ll richiamo che usciva a Torino. li De Ro-1 sa era pure innamorato di D'Annunzio. Nel periodo dei suoi .studi liceali. ~ Rosa subl un grande dolore, determinato dalle tragiche conseguenze di un caso ma– laugurato : la morte per imprudenza di ua. compagno. L'amore dei monti Con.seguila la licenza liceale, De Ro:;:à si iscrisse, nel '25, all'CniYersilà di Torino, nella facoltà di g:u.risprudeoza. Ora il Giustiziere non esegue sentenze materiali, che facciano coincidere uo giu– diiio storico con una puniT.ione. La puni– zione è una cosa secondaria e dipendente ; ma rl fatto deve assumere le forme di un g!udizjo paca.Loed onesto che il _Giustizie– re abbia serenamente ponderato innanzi al Tribunale della sua insindacabile co– scienza. e di cui Egli attribuisca a se slesso la maLeriale esecuzione soltanto al fine di ,provare che la !"Cntenzaera giusta -e ri- ifc~n~~1'f.u~~~rrri~ri~i\oer~f~ 1 \ crasc!:~1:n:; " Sonovent'anni· ch 0 1·1 duce nons1· sbagt1·a " che in que,li casi impol"la e non la sua ~ esecuzione, perchè quello che impt>rta al Giustizie_rP,è soltanto la dichiarazione del– « Egli era noto fra gli studenti - è sempre la Stampa che scrh-e - ecwneun apparassionalo ed abile alpinista. Face,·a parte della « Sari », la Sociefa alp!nistlca che comprende\·a un forte gruppo di ~o– liardi, e che venne poi incorporata nell;l « Sucai », che è la Sezione univer.;;;it.aria. del Club Alpino. L'attività alpinktica del De Rosa era delle più intense, e Si esplica– Ya più specialmente con escu~ioni scii– stiche. " Dei monti sopra Bardoncçchia ezli era conoscit.ore dei più profondi, poichè li aye...-a frequentali fin .da. giornnetto. e Non mettiamoci, giudicando q:nesti no– mini e gli atti da lo~d compiuti", sullo irlesso•½,iano della mentalità. borghese e p·oli:desp.i. E non gettiamo noi socialisti le pietre della nostra Iapidaziona. Riconosciamo in– vece che anche gli atti individuali hanno il loro valore e qualche volta· segnano lo inizio di profonde trasformazioni sociali.» (e Lotta di Classe», iO luglio i9i0). e Convengo senza discussione che le bom– be non possono costituire, in tempi nor– mali, un mezzo d'azione socialista. Ma quando un governo, sia repubblicano o monaréhico, vi perseguita o vi getta fuo– ri della legge e dell'umanità, oh ! allora non biscgna maledire la violenza che ri– sponde alla violenza, anche se fa delle vittime innocenti. Noi dobbiamo Comprendere, dobbiamo spiegare il fatto. Bisogna dire che la colpa C del governo : quando si semina del vento, si racc·oglie tempest.a.• {e Lotta di Classe»}, dobbiamo piangere, dobbiamo piangere per i muratorì. • (Discorso di Mussoli.ni al Congresso Socialfsta di Reggio Emilfa. .J3 luglio ts/2). la propria coscienza. Tulta\ia il giusti– ziere è talvolta· condannato ad eseguire la %:~a!a a~~~~efndileer~~~! ! 0 ~:~~i:ife~ 5 ~bi~ bia: nolizia che uu grande cr:im1ne è stato comm esso, e che· Un onesto oiuòice esiste anc.ol' J:lin mezzo ai reprobi. e sui delilli umani . e L'impalcatura sociale scricchiola pau- Senonchè rurflanHà non si pro~tra alle rcsamente. Dal 21 gennaio 1.793 - giorno sen!enze dél Giustiziere ~e non quando ' in cui Luigi XVI lascio' la testa snlla ghi- può riverire la stessa persoua dj Lui. Puro r!~;~i~: ~nia!ctei!i. latini non tollerano a egli deYe essere, innocente d_icolpc_e_mon- L'ahate Gregoire in una seduta della Con- ~gr~~s~'!ZJà1~:nm8.:Ìtz~~o j::u !~~~~ 1 i;j ~~~ venrione dichiarava che i re, ne1la polidca, _\Ho de,·e essere un'ele,·a_iiono verso la erano come i mostri nella zoologia.• Luce uD'altestazione malinconica cd afflit- (c Utopia•, i.5 luglio i914). ta d.l una-suprema necessita. P_oichègue- BENITO MUSSOLINI sto giudice - comerognuno capisce--:- non • SONO VENT'ANNI CHE IL DUCE NON r~~c~è~d~;/:~~r:~z~\gt~~~a /~~¼eil1~ SI SBAGLIA.~ mente equilibrata nel suo, edificio logico, (e Popolo di Roma», 24 ottobre i929). 1:~~e~:;~~iil;~ ~~jf ;i~Pg:,1resfo~inl:. -~~~ nocente e conggi~so, !'un:i_aftilà cap,s~c che Ja sentenza è. 1rreprent,mile, e c~e m Al di sopra dei partiti ~r 1 ~tv~',;!;~:;~~i~i;~fo" poteva eaprimcr, -Onde, allorchè la Ji,·id_apaur_a e la Cor,·a e La Russia dei Proletari è in festa e Qualche foglio fa.rcista .scriv~ che "il f~~;~e~~a a:~nfe~1~zi~a~~i;~~~~ ~~~ttt! 0 ~ ;;rn:rc~~~ 1 ;a:;:~~\~e tr;,_~~~m~olseseosli pri,icipe ereditario della casa .sai:oiarda è dietro la persona del GiustlZlera u_nsu~– sangue. «at di sopra dei partit~11. iYon parteggia. gerilore. un consigliere o UJ'! eompl 1 1ce_;m La fine tragica del ministro di Nicola Questa af{crma:;Umc è contraddetta, COili r~::~~ dt~~uc;>~~~tg~ ,~k:-~~\-~ ~~ ~~m~ due è forse l'inizio di un nuo•10 periodo lodevole sincerità e rispetto della verità, canle, che l'ostia e l'uomo. del m<:stlerc d'~z;~~r~~~ 0 \~~i::t~ri~.ia gloria all'uomo da Regime Fascisla, il quale i1Jsislc 3Ulla siano !alti deil"btessa pasta e parlmo la che ha Gompiuto il gesto &acro del vendi• p,erfelta identitiL tr:.-.monarchia e fascismo. -~~~Jf :~e~a~ d~flaloti~;~~ii~~-i 1elr:~t c.atore.» A.d ogni 'modo vi è un fatto che i: deci- cie prosUlute della bassa gazzetteria pa- (c Lotta di Classe», 23 settembre i9H}. sit:o: il principe savo iardo, con grande e gala col denaro estorto alla miseri a, ch e lo e Il 14 marzo un muratore romano spara un colpo di revolver contro Vittorio Savoia. C'erano precedenti chiari : quelli di Bresci e di Elisabetta d'Austria. Si sperava che ora non vi fossero piil. Camere del Lavoro ,a metter fuori le handiere. Uomini fini d'intelletto, non dovevano lasciarsi prendere dal sentimento. Gli at– tentati sono gli infortuni del re, come le cadute dei ppnt_iguç:Uidei lIJ.Uratori.Se noi ostc11tatocerimonin.le , si i: recato, il 21 pensino i famuli del fasci?:mo, è co.sa per- avrilc, a i:otarc. pPl fa$Ci,mw, nel famoso ~:~ì~m:~!~ n;~~J!A~aff ;c~~~cco;!ct~li/ 0 sii! r,lcbisciti.ssin'.o.. __ . _ . _ mondo come loro. )~a colui al <Juale_gliDf:i .Yessun r,rmt:tpc ereditario in ltalw, a- non accordarono d1 esser pari· aglt elelt,, t:i:t:a partecipato Gl i·ota;ioni. n principe e pure ebbe anima capace di co_mprendcre ~-mòcrlo ha rot{o que.sta !rodi;ione e ~i {~E~~c:t\~S:cre~~zio; i~~~Va~~n~~lep6~ e recato alle 11rncper_mamfcstor_epubblt-1 teff e J~varsi sino :il c~lmine d~lla pr<;>pria camente che partenza pcl faicumo. ~is:~~g• ~t f~'rf,e~~;C ~~~PJ[~-~r~~ 'l:;,i quieto bisogno -jH migliorarsi Jtelllr sl\Jdio della vita, nellamore della hbert.a, nella offerta di se, stesso all'ideale. E' dìfficile trovar.e uOa esislenw, sia pure n~I:bri::ve_giro :di venti_anµ.i, che ap- r:~n~~!~ &~?~a1e:~e~;a1~hbfogr~ii~~-~~~c~ ~} f_l\~~~ ~~~~o e~~f~:ou~!i J~~~~~!i~~~i~ un 'accu.sa : e si risolvono invece in una es altazione incosapevole. :'\oi qui riprodu– ciamo, ne-ilasostanza. 1 ciò ch".essistessi han dovuto stampare. fernando De Rosa nacque a :\rilano il 9 ottobre 1908. Sulla sua nascila c·e un mi– stero. Egli non conobbe nè il padre nè la madre. Una donna. da lui per lungo tempo creduta sua madre., Jo crebbe e l'an:aòco– me figlio e come madre fu· riamata. Quand:eglie\·ota,·a il nome e il rieotdo di questa cara. i suoi occJ1i celesti i suoi occhi sempre ridenti sul bel viso di fan– ciullo . .:i-velavano di commozione e sem– bravano fis.::arsi in· una visione lontana. Studente : il suo primo articolo Compiuto le .:cuole _clementarj 1 De Rosa si iscrisse, a Torino, al ginnasio·liceo Ca- ;ftiasr~re:ò1!:jeffia~r 1 i~~~Sie C~rcn~~-O~O[;~~ ~rofessore d1 Torino, eh ebbe all1e,·o ,I De Rosa nel quarto e nel quinto anno di II c. Peuple » di Bruxelles e giornali inglesi banno riprodotto questa folO![t~fia, f~cendo _ rilevare il e valore s- de i pol!ziotti. dalle percosse ricevute, è portato di peso, e un poliziotto s1 accamsce ancora, colpen~ apa ie-ll, ;iliés:!1:~, ;:~o{t~~~tt! 0 "<ii ~n:radi~~~!~~ alpinJstica, che. ,:-u~ilO larga eco di com– pianto e·cbc certamente è. aneor~ da. molli ricordala. u Sf tra1la della di5gl"3zia in eul trorn la mOrCe la giovane do!torc.:;,:a :'ilarjan– nina Levi. l,;na coruilirn ,Ji sciatori in località ·vicina al tònfìne di :\lodane YCUirn colla da una Yalanga, che ne lravolgPYa i~~i y~~~~-ia iri::~r.rane:1~-of~at~~~ri~~ pe.:anle slrato. di ne,·e, ~olto il quale tro– vava misera fine : gli altri se la cavavano dal terribile fr~gente con lie\"i contusioni. r.a ponra .:;i211orinaveniva rinlrncciata ~ollo la ne,·c -solamente la rnaltina. dopo. dagli ste~i compagni, e fra i più aUiYi ;\~~i~~~r~~fcb~a i: 1 ·f~l1t~ft~1: 1 ~~ 1 ~etb~~j~ del 1926. _A proposilo di quel fatto si puit ricordare che il De Rosa corse rischio di tro,·arvi la morte. poichè fu compleh1.– menle sepolto· dalla \":llanga e potè di– stricarsi unicamente in grazia della sua forza ihica. u .\Itri parlieolari si ricordano del De Rosa alpinista e sciatore. Le sue doti fi– siche ili permettevano di dedicarsi a questo sport. per il quale occorre UO-i. grande resistenza. J>iècolo di statura, ma tarcli.iato e muscoloso, rrequentava i ri– trovi oYe con"enh·ano gli appassionali della montagna. Si era anche iscritto allu Sci Club, ma quando la sua condotta po– ltlica ha cominciato a lasciar desiderare à stato immediatamente .tolto dai re– gistri (sic!). "De Rosa ha parlet>pato a numerose gare sciistiche, nelle quaii, data la sua abilità fae;r:~~:Le. 5 {ru\Jfd~e a~f~~r!~~~. ~~: ce,·a il campionali) univer.sitario piemon- ~~~p1~ns~li~):,w~1e~a t::t\~~n d;x~~~~z~~ affermandosi quasi in ogni gara. ,, Verso la battaglia politica Ciò per quanto riguarda la educazione del corpo ai mdi esercizi ginnastici e al– le a"cen~ioni alpine. :'ila, intanto, -Fernan– do De Rosa educava pure e intensamente, ~~e~0 s~o~tr~ll~i~iùin1~ffcaiN~~ c°~~!!i ;: perto ai sentimenti primi ecl eterni della. umanità che si chiamano liberlà e giu.:li– zia, ansioso d'indagare e di sapere. egli rapprescntaxa ranl iiesi ,·i\"ente dell'i11~c– S"llamento e del costume fasii.:la. n fasci– smo chiama alle parale. alle sagre rumo– rose di un falso _palriotlismo speculatore. alle _2'ridapartigiane, alla violenza de,zli :1rmati contro gli inermi : Fernando De Rosa era per la scrieta austera e medita– liva. contro il tragico carne\"alc <ii ogni giorno. per la patria contro la fazione. per– la 3iu.st1zia contro rarbitrio, per la bmua gcnr>-ro::-a coniro la ...-ileferocia. Dei ;:;u-,i S"lllimPnfi a,·eya dato già chiarissima JJro– va negli episodi sopra ricordati : ilopo !;~ tra.zica murlc dei suo amico, celi ;:;i era precipitato in <JIIC5luraper assumrr,.. 111- licra la rc;;pon::abilila che pot,..va spr>tl:t;·– gli : dopo la sciagura alpin:1. si era prodi– .gato. senza riposo, nclropera di soccor~n. !=prezzantedella propria l'ila che per- po~o non av;,yn,offerta fln d'ailo1·a. in .sacrilìcio. Qurs-ti suoi scnlimcnli o ·1a cora_z::.!io.~;~ JìcrcZ7.adei .::uocarall,;r<' dovevano ::;o='pin– gr>;!u. Ira i snot compat-'lli <li <.imho e rii cioYinezza. -w.!lleprime file df.>ll"anlifa::•.-•– ::1110 ali h·o. Il m.'.l-=5a('ro di :'!laltr,-ilti, ror– rPnd:t ;c!r:1.;e d1 Torino, il sauguinO.:'o :i:..::– _zi,at,, e-oniro .\mr>-ndol;i:::li a,,,..,-:1110 adr.i– lata la ,·i:i ,fo !ò'"'g"Uirr, P il tiro,,.rr-da r-nro– pir>rf': la lolla cOntro la lir;illllidf'. 1:, -.1::i pura ,. forte é,it>,r>-ntU :-i rib1.-IIJ,a all"ii'J,..;, rhr>-un popolo prite,s;::.-. r~~~rr>-ronl.t.minal11 r,,rJ llppn,.~~nd:J ima lland.i di an·,.nturir>-1·i viol('n/i. li , dr>lillo di 81:i to », fa :-oppr•·:c– -~ion"'di luflP, I,::lib,:,rli 'I.il lradim""nto d••l– la Co:-fih;zionp ripu ,rna nmo . prima eh" :\I s;.ur,_::r>-nlimr: -r.tn pl"/ litiro. <.1Ua ;.ua u1m,m1;1. Eri r,,:.-Ji se-i !'ra la _nci;:il_".I n,..lla .P"'ricol•.•~a. ballac:!Ja pr>-rla l1b,:,rl:i_ ron J"mr:lomab1l•• ,·izorP, rJel .:'-llO impuJcn P rJ,..Jlas;.ua.foJr : pronto ad accellarn tullP. I<? CCJJI~("Z111•nzc della sua decisione. ~

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