la Libertà - anno I - n. 22 - 25 settembre 1927

= 25 SETTEMBRE 1927 TRIB UN A LIBERA Alla ricerca di una volontà comune Sarebbe facile dimostrare io credo ,che il Partito Socialista Italiano fra il 1.910 e il 1022 - e anche prima ! - e l'Ayentino nel !924-25, furono paraliz– zati, non dalle discussioni, come ritiene l'amico Ennio, ma dai dissensi, i quali erano !n_evitabili dala la etero_qenea compos1Z1one tanto del Partito Socia– lista, quanto dell'Aventino. Le discus– sioni erano, insieme con la inazione un effetto dei dissensi ; non Ct'ano la càusa dei dissensi e della inazione. Nell'Aventino l'unica idea comune era un'idea negativa : buttar giù i fa– scisti. Ma per il giorno dopo ciascuno aveva una sua ricetta e sì teneva oronto a farla inghiottire ai suoi vicini, 1Dagari con un nuovo tipo di olio di ricino e manganello, non appena il Fascismo fosse stato abbat~uto. In attesa, ciascuno cercarn di assicurarsi buone posizioni strategiche per l'orn in cui l'alleanza contro il Fascismo cedesse il posto alla guerra di tutti contro tuUi. l\fa ciascuno capiva il gioco del suo vicino e cercava di mandarlo a monte. Ecco pcrchè le discussioni non finivano mai. Queste discussioni - sarà bene ricor– darlo - avvenivano fra i dspulali cd era.no segretissime. Noi, che stavamo fuori, non dovevamo saper nulla e non dovevamo discutere : noi dovevamo sa– pere .solamente ripetere che l'Aventino era compatto, era incrollabile, era. pros– simo alla vittoria. E guai ad avere dei dubbi ! Andammo avanti cosi per di– ciotto mesi, ripetendo a pappa§'allo le stesse frasi fatte, finchè l1Aventino stes– so ci dette ufficialmente il permesso di scoprire che l'Aventino non esisteva più. Non era la discussione che rendeva impossibile la volontà comune. Era la mancanza di una volontà. comune che faceva nascere le discussioni e che ren– deva impossibile l'azione. QutLndo la volontà comune non esiste, voi potete dissimulare questa. mancanza soppri– mendo la d1scussione, ma non per. questo renderete possibile l'azione. Esiste tra i part-iti, che formano la Concentrazion~, una volonl,à comµne p_ositiva? No. E .possibilè "formarla ? . . m;~l:~n~d cèn:~~~n~h~etcbèsb~ 1 ~u!~f; convinzione che ritengo utile la Con– centrazione. Ma se andiamo avanti ·evitando sem– pre di ricercare lungo quale line~ si può Wvare un più largo e più stabile con– senso come faremo a crearla questa nuova volontà comune ? Rifaremo l'Aventino. Uno non è stato abbastanza? Forse io riescirò a. dimostrare meglio la necessità. della discussione, . sm~t– tendo di discutere in astratto se e utile e necessario discutere, e cominciando _a discutere senz'altro. Il filosofo greco di– mostrò che il moto non era un'illusione mettendosi a cammin&;re. . . . , Petciò io domando a1 lettori d1 Li~erta il permesso di discutere j seguenti tre p~~ 1 La Concenkn'Z-ione e i-,Monarc~ic~ ; JI. La Concenti-azione e i Comum~b ; III. La Concenlraiione e i Popolari. Non posso promettere di •~ond_m:re a.vanti la discussione con la rap1d1tà che a'lcuni amici vorrebbero, perçhè non posso dedicare a questo genere J1 l_avo_r~ tutta l'attività che vorrei. Scriverò 1 m1e1 articoli via via che ne avrò il tempo. GAETA.J,;O SALVEMINI. In attesa ·che l'amico Salvemini 'si metta a camminare come .il filosofo ~~er:,u~~~:il~o~·::e~~~l!~!:ni~t/1ti~~:i~~ occasione di fare. Il contributo eh~ Salvcmini potrà portare ai tre ~r9b~emt da lui indicali, sarà certo uhltsstmo, ma, in linea generale, _io resto con– vinto che la Concentraztone, come lo Aventino, come il mo-vimento socialista 1 non hanno sofferto di manca~1.:::a 1t discussio11e,ma di mancan:::a di dea– sione. I dissensi - dice Salvemini - era– M inevitabili data la eterogenea eom– bina:::ione del Partilo Socialista, quanto dell'.4 ventino. Le discussioni, aggiun– ae, erano insieme con la inazione, un ':/!et~~sf:~s1is:e~;:lan~~a~f~:~. la ca11sa Contesto. Ogni combinazione O.i partili è ne– cessariamente eterogenea ; la compo– si:::ione di 11n parlifo è e,,;sa stessa ele– rogcnea, perchè vi contribuiscono spes~ so for;e ideali e sociali diverse. Da 1101, aopo il i92i, ci siamo messi a ccrca_re l'omogeneità e siamo passali da s_c,s– sione ad epw·a::ione e da epura::wne " scissione, col risultato che la cer– chiamo ancora oggi questa benedetta omogeneità. Non è la eterogeneità, non sono i dissensi che ci hanno portato ol disa– stro: è il distacco fra il reale e l'ideale, è codesto andare all'ideale ,~en:::atener conto del reale. Noi socialisti, cost detti materialisti e deterministi, abbiamo fat– to dell'idealismo a tutto spiano,· siamo stati degli adoratori del gesto e delle formule. . . Ora è di questo che bisogna ouart!·c! se no conlinuere,n:o a per4ere_ tutti t treni. Abbiamo bisogno !li_ diventare JL1l po' più. pragmatisti, . dt guai·dare alla realtà delle cose, e di n~1_i prclen_– ficre di piegare il reale all ideale,. 1l mondo e le cose quali sono a q11alt le vorremmo ... La volontit. comune ven·à (fo quct:to_ senso del reale; ma. wd can~p? dei ptincipi ho paw·o, caro Salvemou, che la cercherem,o e 110n la troveyemo. Ah! se ci fossimo dfvvero_ messi' ~'accordo, ai ten~pi dell t1 ven~~n~, su guesta idea negativa: bullar gm tl fa– scismo! .. Ma 1wrtroppo s:era: sot~O i cobp1, t minuti erano preziosi e si vens~va. ~l programma dell'indomani. E si lltt- oa;~i verdem mo il treno cd oggi sia– mo in esilio. .. Taluni o/limi amici ci pr~1~ongr,no di colmare gli o:;i t~i qu~st~ esilio,. mnl-. Jiplicando le dicluaro::;1om e !]l_i a//1 esteriori. Son ci vrrlo un grande incu11-. venientr, ma anelli'! qui .\·limno alf_cnli a non perdr1·e di vista la pr9por:;101;e delle Cose. il/olle volte sono gwnle al.a Concenfra.:::ione proposte seducenti ri– maste, dirJ con un termine burJcra~ fico, inevase. Da ciJ critiche e rim– brotti. Ma purtropro codeste proposte avcu?no il 91:ave (li(ello di essere spro– vor:.wnate ai mezzi ed alle forze 1,0- stre. Prendiamo la proposta Ciccotti. Cic– cotli vorrebbe che ùi Concentro;ione in un dorumenlo solenne proclamasse che l'ltali<i liberata dal fascismo non 71agheriJ. i debiti contratti dal regime. Non enti-o nei dettagli, già esami-nati dal Salvemini. Ma chiedo: una tale dichial'azione che ripei·cussioni avrebbe? Giacchè queslo mi pa,·e il problema. In linea generale c'è aià una solenne dichiarn ..:::ionedcli.e Opposi:::ioni - ma– ni[ cslo ii scllembl'e 1025 - che dichia– ra nulli gli atti del Governo e del Par– lamento. Ma al co11crelo, su un pro– blema come quello dei debiti, noi non poss~anio intervenire che in vista di un risultato immediato da rO.ggi11n9ere. Chiedo a Ciccolli : quante decine di americani leggeranno la nostra dif– fida? Che valore vi attribuiranno ? C'è invece w1a stampa, che tira a milioni di co71ie, la quale diffonde in AmCl'ica l'apologia del regime mus– soUniano falla dal sindaco <li New– York e c'è una solidarietà sociale del– la plutocrazia americana col fascismo, che com.e non è scossa dal racconto di ciò che soffre la povera gentd in Ita– lia, cosi non sarà scossa dalle nostre diffide scrif.te . No, caro Ciccolli, dichiara:::ioni ·del genere (a parte la lol'o bontà intrinseca, e la bontà. di quella che tu, proponi è discutibile) non fai-anno fare un passo innanzi all'antifascismo, specialmente in questo delicato terreno, sul quale so– vras/.a il Dio quattrino. L'America continuerà a fare i suoi affari in Italia finchè le sembri che il suo denaro sia sufficientemente ga– rantito; finchè, cioè, abbia fede nella solidità del regime. Il giorno in cui gli osservatori a– mericani rif eri1·anno che il regime tra– balla, qnel giorno la borsa dei banchieri si restringe1"à. Ma per ottenere ciJ ci vuol ben altro che le dichiara.:;ioni scritte. Tanto più, che i veri attori del dramma non sia– mo noi .• 4.lmeno per. il mome1].to. v/fu.?i;~ st : (oC:~1s;J:f:sf:sJ[ i/te!~~; un <( serpe n, vorrei insistere su questa uUima osservazione. fn coscien:::a,.tutto questo affannarsi di eccellenti amici per precisare ciJ che si farà, di Tizio o di Caio, di questo o di quell'istituto, il gion10 in ciii l'orso fascista sancì ammazzato, mi sa di fa– tica di Sisifo. E' inteso. Noi abbiamo le nostre idea– lità, lottiamo per farle trionfare ed è giusto, ma in linea di fatto come pos– siamo pretendere di dire che andrà cosi, e quale va.lore possono a.vere i programmi costruiti sulla base dei ~o~ stri schemi ideali, quando est.ramalt. sotto molti aspetti dal vaese, non possia– mo avere che una idea vaga delle forze risolutive che precipiteranno la crisi del– la società italiana ? Un processo come quello di Savona vale tutti i nostri ordi11idel giorno, pre-. senti passati e futuri. Un episodio cume quello di Ra.venna a!7ice sulla sil11a– ::ionc italiana più di mille diffide scritte. Qitindi più che mai: meno formule e più volontà, meno schemi ideali e più ade1·en:::aalla. l'caUà delle cose. Insomma facciamo in modo di non mancar{! il treno. Concludendo: una volontà comune delle opposi;ioni esiste, è la volontà di liberare l'Italia dal fascismo e di assicurare, in un 1·egime di democra– zia non solo formale, il libero sviluppo delle for:::e popolari e 1n·oletaric. Oltre questo punto, oltre la Costi– tuente, i dissensi di partili e di lenden– .:::a sono inevitabili. Coloro che doman– dano delle garanzie pregiudiziali che il prolelaf'iato non farà questo o que– st'altro domandano l'impossibile. 1ln– che la libertà ha i suoi inconvenienti, ma la vrova è falla che quelli della dittatura sono incomparabilmente mag– giori anche per le classi dirigenti. In– sofferenti degli inconvenienti della li– bertà, i partiti dcmocralici e liberali italiani fecero appello al fascismo. E' possibile che non abbiano nessuna vo– glia di ricominciare. .4d ogni modo di qui alla Costituente, :!è id~:to a~l: f;:.~o;z~i:!a di~f;~~11/i!;;t:~ iono non un lusso, ma un tradimento. ENNIO. Mussolini come violinista E' uscito un opuscolo per far conoscere Benito Mussolini come musicista. Yi si apprendono delle belle cose: che ~~1W,c1r 1 ~u!~~i~oe1f:1~~~~i~h~a~ldci~~~!g~~~ della chiesa di Dovia. :Vi si apprende che Benito, più gl'andicello, amò dilettarsi col violino, amò le canzoni delle contadinelle romagnolehi:ft~~~Icllin del bo.sco Per la campagna vola... Yi si appl'cnde, che mezzo morto di fa– me. Benito Mussolini, esule per non fare il servizio militare, si saziò a Losanna ... con le me!orlie dell'orchestra del!'HOtel Beatt Riuo9r. L'autore non dice quali canzoni cantas– se il duce allorchè prendeva quelle fnmo:e ~bornic nella n:itìa Romagna o nell'ospi– tale Gualtieri, nè n quali inni unisse la sua voce a!lol'chè guidava la folla forli– vese ad abbnltere la colonna della '.\ladon– ua del Fuoco ... )la se Mm•solini, in que~lo opuscolo, di cui i:arebbc autore un certo Paladino di )fantova, riesce a far ridere, perchè è impossibile pensare al truce che trae note e stonalllre da un violino, facendo gli oc– chi dolci e guardando, i-:pirato, il cielo e gli augelletU che volano senza tenersi il ventre dalle risa, quel Paladino fa schifo. Non nveva altro modo per attirare !"at– tenzione <leiduce, se aveva qualche benc– !lcio da domandargli ? Tu hai pagato l'abbonamento? T'immagini dunque che la Li– berta viva di sovvenzioni segrete? Oggi stesso fa il tuo dovere e manda l'abbonamento, LA L!BERTA Lettere dal Nord-Americn Il casoChiassone è untrucco fasci sta NEw-Yoni,, settembre (B. Bertibo11i). - In atte.sa dei risu!tati della vostra inchie– sta a Washington sul caso Chiossone, la– scin.te che vi esponga quel che mi consta da mformazioni, se non ufficiali, atlendi– bilissime, poichè la persona che me !e ha date trovasi in continuo contatto con gli ambienti dell'emigrazione. Secondo il mio informatore Chiossone fu l'islrumento fascisla nel (a.bb1·icarc il suo onso. Il ra~cismo è allarmato del nu– mero grnndii:;.~unodei disertori dalle navi, e dai fuggiaschi che scappano dal grande bagno penale italiano. Come impedire que– sto esodo clandesLino? Ci voleva un espe– dien!e. I! fascismo ha sempre vissuto di espedienti e di bluffs e anche questa volta non è venuto meno a se stesso. ::\lanlio Chiassone, fratello di un con– sole fascista siciliano, viveva in America illegalmente. Questa sua illegalità di fronle alle leggi di emigrazione di questo paese, lo rese pel fflscismo ·l'uomo od hoc. Una concertala denuncia della posizione di Chiassone, egli stesso consenziente, fu fatta dal consolalo italiano di Boston a mezzo delle sue spie al Commissarialo di emi– grazione, il quale ha proceduto subilo al– l'arresto del Chiassone ed allo di lui estra– dizione. Non è vero cl1e il Chiossone si sia dichiaralo antifascista, ed abbia scritto al Commissarialo di quel diparLimento ri– guardo ai P.ericoli che avrebbe corso, se fosse stato rinviato in Ilalia. Se egli avesse dello o scritto ciò sanza dubbio Mr Davis g:li avrebbe fatto scegliere il luogo della sua desLinazione. Egli l'ha già fatto con tutti gli altri fuorusciti che furono scac– ciati. Perchè non avrebbe dovuto aLtenersi ai precedenti per Chiassone ? La pretesa lettera di Chiassone diretta a Mr Davis e presentala ai giudici fascisti per sostenere il caso di antifascismo del Chiossonc, non fu mai ricevuta da Mr Davis per il semplice fallo che non gli fu mai direllu. Quella lettera fu scritta d.aChiassone negli uffici del consolato ita– liano in Boston e invece d'inviarla al sup- ~~j~~ irgli~i~~ri~•eici n~J~n~~~~I~ t~~t ludme. ò una seconda ualura. !\on si può v~·::rs~~r~·os;~nzdamèbiai~~~r:e~~ p~~je :: pelo, mai il vizio. Ci voleva un c.;empio per mettere un argine :i.Ile fughe degli ergastolani dal bel paese. Chio~sone ne fu il passivo e con– sen1.1ente istrumento. La parte t'ha por– tata a meraviglia. Egli è passato attra– verso tutte le gamme della sc<!l!eraggine umana. Ha recitato la parle di fasci.sta, di antifascista. di maddaleno. di vigliacco piangente. Così doveva fare : la condanna ~~r:?i!;'; Jeer d1~it~~~~i;e h[ 1 ~g:1~i(tu1.i~ul~ ~~~!e:q,~~~60 dicl~t s~i!~iafc~e~i~f 0 ~cf 0 }!: scismo "· Ed ora quale guiderdone avrà ricevuto Chiassone dnl fascismo ? Sarà egli stato mandalo in qualche lontana colo~ia ila– liana a fare l'aguzzino ben retribuito, con De Vecchi, l?er esempio, col quale sarebbe ~~o!~~~alac~~g:gi~ifÌitt~~~u?eT!tio si i~~~ sib\le in regime fascista. Che cosa fecero a Dumini ? Se ne servirono per le balde fascistiche imprese e poi ... lo l.evarono dal– la circolazione. Molli casi simili si potreb– bero ricordare. E' mollo comodo disfarsi di complici che potrebbero diventar ciar– lieri e compromettere un lavoro pazien– temente se non intelligentemente elaborato cd eseguito. Il tentativo di scoraggiare spaventando coloro che cercano sa·Jvezza e libertà. con la fuga, non è nuovo. Abbiamo il caso della efferata carnefic'na commessa nel porto di Napoli sulla tolda del Tltéoph.ile Gau– thier. Venti disgraziati furono macellati. Quella fuga era stata organizzata da tro spioni fascisti con l'intento di dare lo spettacolo di una carneficina fascistica– mente tragica che servisse di monito a tutti coloro che sono insofferenti del giogo fascista. L'ATTUALIT A' INTERNAZIONALE li lcucismo e la Società delle Nazioni A Ginevra si è adunata l'assemblea del– la Società delle Nazioni. Due dimissioni, quella: del senatore Henry de Jouvenèl e quella di Lord Ceci! alla vigilia della convocazione dell'assem– blea, entrambe motivate dall'accusa che i Governi non sono ,,..,......,.,.......,=,.,. abbastanza ligi al prestigio della So– cietà delle Nazioni, cercando di sottrar– le le questioni più interessanti per la pace internazionale, hanno messo a ru– more il cam~o. Pos– so no indefinitiva– mcnte gli accordi gt~[i\i!!fitui~: l'a~ 1 ~ torilà. e la compe– tenza della Società delle Nazioni ? Un ,1/. de JOUJlEJ'l'El, movimento di rea- Il d:!~:!~o:a~:cese J[o~~i s~i \:i~i~~~tf interpreti i piccoli Stai i, e segnatamen– te la Polonia, !"Olanda e la Finlandia per la riprc!>a delle idee generali del famoso Protocollo di Ginevra d-eJ i~2.f.: ((sicu– rezza. arbitl'nlo e disin·mo n. Si dovrebbe arguire che il bisogno di cautelarsi spin– ga i 'Piccoli Stati nuovi, usciti dalla guerra, a iscriversi sotto questa bandiera, che è la bandiera della Società delle Nazioni, e, quindi, in ultima analisi a daro !orza aHc Società delle Nazioni. Senonchè alla v}gilia della convocazio– ne il Governo fascista fasciava annunziare dal Giornale d'f(alia che l'lla\ia si rifiuta a lasciar portare a .------ Ginevra la quesLione c·-·•.i:;_\~•'•· dei suoi r pporti con ~ ... la Yugoslavia e del 'l'rallato di Tirana. Questa era la risposta ,~ ~ !~ni~t~PJif~\~1Fsfio 1 ~J ~ ~f ~ititti~o,dal ~r~kct ~.: 11. \ tembre 1926, doman– dante che llltLi i trattati conclusi tra membri Jella Società del!o Nazioni siano tc~~;~liO. °N~'i 1 : 1 :~ei~ le della Yugoslavia il •rraUalo di Tirana non corrispondendo a tale requisito do- vrebbe essere dalla SocieUt delle Nazioni non approvato. La Yugoslavia forse non penserebbe cosl se una speoie di Trattato dì 'rirana avesse potuto essa ottenere da!l1Albanla. Ciò non toglie per altro ehe ·essa formalmente si metta in una linea ~~ait~eiwi1iaa 1 l:sc~1~ies\à m~ti~ec.~t!~onJi questa, interp~etan_<.lo _le .~sp1raz1or!1s~:– grete dei naz10nnl1sm1 p1u potenti, ~m f~,t~~1;;1zfin~f::i ~~!ad~irfuici~~i\i·!t!u~\eu~~: potenza della Società delle Nazioni cd op– pu5nano ogni suo rinvigorimento. 11 fascismo è fa vera scure levata contro tutti i so~ni di pace internazto– nalc. Esso viene dal– la guerra e va alla guerra; si può dire che la guerra è la sua ragione di esse– re. 'l'ra fascismo e Società delle ì\'aziohi vi è incompatibilità di temperamento, di fini e di mezzi. Se .\lussolini - come minacciò parecchie volte - non si è an– cora riLirato da!la Società delle :!\'azioni è soltanto perchè preferisce restare a sviluppare le sue trame contro di essa. Egli teme che il ;::uo nbbandono non fa- .lfARKOVJTGll rebbe che togliere ministro jugoslar;o ~? f~l~;r~~~~~~~g della Società,· cui e– gli intende. Pubblicamente, può far fare dal fido Scialoia dichiarazioni in semo societario. ì\'on si è visto a Ginevra lo Scialoia combattere la mozione polacca con la quale la guerra d'aggressione è posta moralmcnlc fuori legge, ponendosi ~lenue°ncfou 11 ~foèdic~~ st ~i~ 1 i\~a-~~c;i~ 1 ; i"idii~1t nui.scono il preqigio della Societit delle :fazioni ? )lachiavellismo che non può ingannare più nessuno. Tutti sanno che >Iusso!ini. nel suo inlimo, è tenacissima– mente contrario alla Società delle :\'azioni, pur non di~laccandosene per ora troppo, anl'he per riguardo .alla politica del $abi– ;:rlto c·onservatore inglese, da cui nca\·;i appng3io. Al servizio dell'Inghilterra Mentre nnternazionale Socialista in un manifesto al proletariato e Brland, Van– dervelde, Paul Boncour a Ginevra e a Parigi (da segnalar.si la resislenza vitto– riosa di Briand ai circoli reazionari fran– cesi, nella questione dei rapporti con la Russia) lottano per affermare il principio della pace ; mentre con gesto nobilmente ~ifr/i~ea;:~~St~~i~~: ~-~-~~ desco Stresemann si impegnava di· sotto– porre ogni conflitto in cui la Germania fosse impegnata al– r· arbiLrato, l' Ua!ia ~!~\st~ ~~-Jf: 0 :~1itf~ ca anLi-europea dei conservai.ori inglesi, contro la quale sono insorti i laburisti. Cosl ancora una ~f1~~r!i f.~!!:~z~ 0 ~i una poliLica italiana, inspirata cioè da in– ressi italiani, in un momento particolar- U signor SOKAL mente delicato della , delegatopolacco vita europea. a Ginevra A Ginevra, illfaUi, si sono visti i pic- ~~~ilr~t~.\~gY1~Tre~-~~e cg !~~~aei!~e ~ 0 ~~; 0 ~~ i~~~!~ 11 ~ t 0 e°r~~~i:,h?nf!1~f:!111~~1~~(e~c:i sono poste alla tesLa di questo movimento. I conservatori inglesi, cosl, si sono posti di traverso. Si può deplorarlo. Si può so– stenere con MacDonnld, che v'è un impll– oito tradimento degli stessi interessi in- ~~:\/e&!\\aal~~ ~o;;i p~1ff~~r~~!• t~;d~n; dare soddisfazione ai dominions, allentan- do 1J/~,~r:1~;ì ~~~11 rlfn~~1~!~~f :t :s~~ofiOri d'Europa? E quali interessi ha in Europa che non coincidono con la pace ? Non ha frontiere da rivedere, non ha territori da conquistare, non ha nemici da debellare. Il suo interesse quindi le comanderebbe (oggi come ai tempi di Maz– zini} di porsi alla testa dei piccoli StaLi, per cementare la solìdarielà europea, per realizzare finalmente quegli Stati Uniti di Europa nei quali, Emilio Vanderveldc salutava a Ginevra la mela agognata dai popo!i stanchi di guerre, di stragi, di rapina. Al contrario, si è vista a Gine"ra la diplomazia ilaliana, parlare ed agire al servizio della diplo– mazia inglese, col bel rlSU'!Latodi ac– centuare l'isolamen– Emlle VANDERl'ELDE lo internazionale del nostro paese e di e- . slranial'IQ dal gran- de movimento per !a pace. Tutto concorre a provare che la formula: "Il fascismo è la guerra " non è una frase rettorica, ma una vivente realtà. Le loro truffe Come .siscoprono, se si lasciano pa,·larc tra loro. La polemica fra i pre;;:i all'i11- gi-ossoed i p1·e:;;ial minuto che si dibaltc tra la Confedera:ionc dcll'htdu.stria e la Confederazione dei commcrciauti ha fis– sato perentoriamente q,,esto: 1" La rivalori::a:.ione della lira è stata del 40 per cento. 2• I pre:zi a/l'in9l'osso sono dimin1titi. del 26 per cento. 3° I prc::.:i al detto9lio sono <iiminuiti del 12 1>er cento. Du11q1w : la 1·ivalori::a:;io,1cdella lira se 11.0!1 è una tmffa, è un fiasco, pc9gio, e Hn rl1sasl1·0. Che cosa sianifico, fofolti, rivalori:::.arc la lira per liO per cento q1ttmdo i prez:i al eonsnmatore sono dimi1111ifi<lel i2 per cento (se pur sono dimilmiti di tonto, ciò cl,e per moltissime partite è falso, es.sen– dovcne di quelle in citi Si ricouo.scc che non solo non c'è stato diminu:.ione, ma c'è stato aumento?). n fasci-,mo aveva preso sollo la sua pl'O– tezione J'appa1:ccchio Ol<f Glo,·11, scompar– so nel suo disgraziato tentativo di raid :'iew-York-Roma. Luigi Barzini - spingendo i braYi e <wcnlurati pilol i nella imprPsa senza prc– P:arazione - aveva per compa~uo il mi– llanfario e capo della stampa gialla llcarsl, c~e, durante la guerra, fu uno dei più \tu!en!1 eonlro l'Italia, 1917 -1927 f,a cerimonia deU'inaugura;ione del mo– numento a Mal.tcotti a Bru.:eelles,ed oltri eventi di politii:a {lenerale, in cui noi non vogliamo entrare, hanno scatenalo contro l nostri amici del P. O. B. feroci attacchi della stampa reazionaria; la quale, per l'occasione, ha volttto farsi forte dell'at– teggiamento dei .socialUli italiani durm1te la yuerra. A questi attacchi risponde sul Peuple il (icputato sociaJ,isla Nérard, con im articolo pieno di 1iobiltà e di for:a. Per 1tulla imbara;:alo dalta riprod11:.ione di .moi appre:::.amenti di quel tempo contro il socialismo italiano, il Piérord rileva eh.e cosa 10110stati que.sti <liecianni in– tercorsi - dieci anni che contano non al doppio, ma al t-riplo, al quadniplo ! Quanti avvellimrnti, dopo! L'avvento del fasci– smo, il bri(Jantagf!io,gli incendi, gli assas– sint, lo spwnanio, la deportazione, il do– micilio coatto instaurati come me;zi di 'governo I Le circostan:e sono radicalmente cambiate. Tanto peggio pe.r coloro eh.enon se ne accorgouo " ! quZt~~d:f°:l:Cot~~ 8 ~~ ~~~ 0 ~o::b;;:;r~t! cerimonia matteottiana, che attestavano qua11tola dolorosa esperien::.aitaliana ab– bia giovato alla democra;;ia ed al partito opel'aio belga, per aqguerrirsi contro le stesse velleità di fascismo ma11ifestatc nel loro Paese, benchè i conservatori e 1 na– zionalisti per giustificarle non vi abbiano neppure i pretesti del fascismo italiano. Ciò che stabilisce come, al di là degli « er- 1·ori " che possono avere cummc.sso gli ila– lia11i,le classi conservatrici e na:.ionaliste dappertiitto abbiano volto e tentino an– cora di volgere il <( dopo g1'erra " contro il proletariato, contro la democrazia, contro la libertà. Or qui si radica la raaio11edella possente, invincibile solidarietà democra– tica e sociali1ta intema::ionale, di cui è emblema il monumento a Matteotti, nella difesa d.clle libere istitmioni contro le mi– nacce del fascismo. Tutte le divers~ valu– tazio11idel pa.ssato non scalfiscono il do– vere della lotta comune pro aris eL focis della clas.se lavoratrice internazionale e f1:~ \~ 0 7;i~~;fr~ifg:~:t/ch:7~cof~~~~~fi7;~: .spinte dal fascismo, rappresentano. La nostra solidarietà è un siUogismo di ne– cessità, che non si spezza. il Piérard chiude il suo articolo piglia11- do a fronte gli insultatori di Matteotti - forse gli stes.si con ciii se la.prende il Mo– diglia11i i1I altra. parte de~gt~rnale - tm– ponendo loro di p~rlare di ltn "_ah~en? co,ii il rispetto con cm ne parT,ano t sicari sti– pendiati che ~'hflnno uccis~. Vo~pi, co~– plice di Dumm,, ha dcscr1tto l, attea9ia– me11todel Martire al momento dell'assae– sinio: sino alla fi11e,finchè ebbe un .sof– fio, egli grid? : « lf1 mia idea non muore. l miei figli n gl.orieranno del loro padre. I lavoratori benedirmmo il mio cadavere n. E morì, gridando: " Viva il socialismo I». "E' qualcosa - canchiude Piérard - saper vivere ; ma è assai più saper mo– rire». Parole ili una nobiltà che vince ogni commento. MARGHERITA!. NON SEI PIU' TU! L'Impero ,è vero, ha le sue brave ragioni di esscl'Cun po' seccato. Era, nientedimeno, or9ano deUa fede– ra:.ione fascista di Frosinone. Un recente dibattito con Il Tevere gli ha fatto perdere l'investitura di giornale ufficiale e i suoi direttori sano stati uno espul.80,il Settimcl– li, e uno deplorato, il Corli. Per servitori :.e– lanti come quelli de L'Impero, che avevano "l)'bblicato gli articoli di miMccia contro all:tg~;~~ ic;;/:!~i~~~ ~r:~if:,i~i a;ie:~~~~~~ il colpo è stato .sensibile. I nervi, quindi, non sono a posto. Tutta– via ci sembra che questa volta il signor Carfi Mario, con... (sen:a pronuncia frat1- cese) direttol'e de L'Impero, abbia varcato i limiti. Se contfoua di questo passo da deplorato diventerà espulso e sarà una beUa perdita per il 1·egime.Ma santo cielo, pren– dersela pro])rio con Marf)herita Sarfat– •ti I Ci vuole dell'audacia. Il signor Carli Mario,. infatti, scrive lo articolo di fondo - fa neretto, come Ar– naldo - fo.diri;;zando a Margherita Sar– fatti ima leltera aperta che contiene una viva rampogna. La si911oraSar[atli ha scritto un elogio di Pre;;;;olini. "Se voi non foste, dice il con...direttore, qiiella forlissima scrittrice che t1itli rico- 1wsco110, se 110nscriveste i vostri maschi e limpidi articoli sul giornale più glorioso e amato d'Italia, se io non vi conoscessi c Vi amassi altamente da almeno un dc– cem1io, potrei passare con indifferenza sul vostro articolo di ieri n. Ma visto tutto questo e ancora quello che il si911orCarli non dice, ma che è la cosa più importante, il con... direttore de L'Impero non può fare a meno (ii vergm·e la sua protesta. "Prezzolini, Signora! l'elogio di Prezzo– lini sul giornale che fu la culla dell'anii– prezzo!lnismo, sul giornale che creò e svi– luppò appunto quegli stati d'animo e quel– la sen.sibililà nuova che non formano la più perfeUa antitesi con la mcnlalità pt·czzo– liniana r Ma sapete voi, signora, chi è questo ~;:,z~oJ:~t ;tr~ib~Wec~~i~tt 0 !i~~~it 1 ~i\~~= fascismo ? Io cho ho vissuto a Firenze i cinquo o sei anni che precedettero la guer– ra, io dico che ho visto bene questa gente da vicino e fin dal primi contatti ha pre– sagito il nemico insanabìle della vera nuo– va Italia, vi posso dire che quel giornalet quel focolaio di cultura, quel gruppo d1 uomini, hanno costituito e coslituiscono ancor oggi, con le nuove propaggini stra– paesane, il più pericoloso nucleo di cu!tu– l'alismo antitaliano, antieroico e anlim– periale. Voi, signora, tessete con compunzione e rispetto la biogr::ifln del novello biografo di Machiavelli. Ma dimenticate di aggiun– gere che costui, per a,·ere offeso l'esercito, prese schiaffi da u!flciali e non si ballè; per,aver offeso il Nazionalismo, prese le– gnate e nocchini da Enrico Corradini, e non si batlè; per aver offeso il Futurismo, prese sganasso1~i, S\Ying.se uppercuts a \'Olonlà da Marrnelt i e dal solloscritlo e non s'è mai battuto. Una biografia se~za una punteggiatura così efflcnce, risu!la slegata e grìfria. Dimenticate d'inserire la sua propaganda r.inunci~taria e jugosla– vofìla, la pretesa l:li fai' discorsi agli Ardili per ... er.citarli all'eroismo (se non faceva presto a ritirarsi, le fiamme nere gli a– vrebbero fallo qualche allegl'O scherzo n suon di lhevenot !} ; il libro sul "Fasci– smo", scritto prima. de! ~ gennaio, tra– <.loltoe largamente diffuso 111 Francia dal– rcditore Bossard, tutta una \•asta dilTa– mazione del Fascismo, più per incompren– sione che per ostilità, o se vogliamo per l'una e !"altra cosa intleme "· La signora Morghel'ita e servita. Clii sa ora cosa capita nd 9roppo"e al signor J/ario Carli, da pal'le del duce. Forse ri– sponderà Il Tevere ricord.ando al fJl'Olldc patriofrt Car/i che 110n biSO{/llavan.llcn– dcrc l'mmo 1018 - diciamo diciotto - ver andare al f1·onte, dopo e.sse1·erima.sto nella r11wr11igione tli Roma a tener discorsi tu/1.'allro che eroici... b'd è servito anche il si!]7torPrezzolini. 3 Affissioni Il nuòvo callice penai.e fascista stabi– lisce pe11e più ai-avi pel reato di duella. Stile 1111ovo, commenta il Tevere: il duello ~io,i è più scuola di coraggio, ma è una b«ff:/u:i~~Pi-~~~r~: Co~· ;m·~Se~j,i~ ·pr~Ù~~ codice e commc"to, il condirettore dello Impero e il diretlùre cli Reg:ime"Fascista si sono sccimbiati i padrini. Hic sunt leones : Setlimelli contro Fa– rimicci. Ecco fo .scontro a condfaioni di pei::J~h;ai;:~!~ 11 %· il condirettore del- l'bnpero fece anmm;;iare un suo vrossimo duello con un fa1,cista toscano « a condi– :i01)i gravissime e cioè fascitlicamente serio». Ma nessuno dei due cOtltendenti rimase sul terreno, anche pere/tè il duello non avvenne. Era "fasci.$licame1ite .serio». Anche que.sto con Farinacci sarà « fasci– sticamente serio"· Ha ra{lio11edi indignarsi contro le "so .. }~~~/t/;~u~ 11 ;11~~d/:i~t Ric~ictte~i~ 1 ::~i tJ: lizia fascista, or9a110delle invitte e qua– drate legioni. Il Berliner Tagblatt aveva pubblicalo una notizia secondo la quale la lllili:ia fascista avrebbe domandato di essere im,– piegata, in caso di guerra, alf,adi /e.sa co– s~icra e di confille, invece della difesa an– tiaerea (fronte interno). Milizia fascista protesta contro queste « solite r,ien;;ogne straniere " : « E cl,c dire dell'esilarantis– silna i.sto,·iadella difesa antiaerea che non sarebbe più affidata alla milizia? "· , .,Esilarantissima, in verità, W. noti:ia del giornale tedesco.:. le invitle e quadrate le– gioni ridono a catinelle pen.sando e/te 1tno straniero abbia potuto pcn1are ad una domanda di impiego al fronte in caso di guerra, invece della custodia del bo.sco sacro del Lillorio a Roma, a Napoli o a Palermo. *•,. I. gion.1aJ.i fascisti continuano la specu– la:1011esur cadavere det conte Nardini "L'odio assassino antifascista" del « covo anti{atc~sta par~gino che debolezza di go- 1:'ernant1,compiacen;;a di massoneria, a– iuto di democra:ia lasciano vivere e sus– .siste1·e in margine all'odio antitaUano » lta annata la mano. "Come Bontervi:ii" d~ce il Popolo d"Italia. Giusto : nel coro Z~,~e a~ih,:a l~::.~c~ld~o:grool~ì dh:~r::a~if b"ti il.. s1~0cor7:ispondenteda Parigi ? Ct sa dire, se per caso, non 8i tratta lii 1m i!Ufivid1~0~he vo~eva passare per anti– fasc,_stl!e infiltrarsi negli ambienti anti– fasc,.sti predicando i metodi terrol'Uti; ci •a dir~ se_,per caso, q,~esto.corrispondente n~m si esibt come tcttimonto a di/eta del– l'1!nputato dell'omicidio Bonservi:i, giu– shf1c_andoquesto, dato il regime fasci.$ta1 Il gwrnaJ.e fascista riconosce giusta la tesi del suo corrispondente, o riconosce the gli agenti provocato1·i sono fa.scisti 7 _Qu~lpovero llisf)ra:iato lii Ippolito Ba- r:r_tp;pj~e !(~g~i~ a~~1~~~.:ul~p~1!~!g!~ 1~1:wtouna campagna contro certe case da gu~oc'? (e tpimla. dalla penombra, il gruppo det b1scazz1erieh.e domanda la prote:tone di Gia11nettino Bottai ...) e ha urtalo con– tro certe. resistenze. Allora il meschino contrattacca : . « Vi sono troppe c!lnaglie che &i spac– c1a11qper ;,er_le .fasciste;_ ci ~o,~o troppi obesi che si d1cluarano trmcensti, ci aono troppi fmmulloni che intonano n1ll'aria di Giovinezza il morto Inno dei Lavoratori ci so,w troppi silurali che tel!tano di tor~ nare a gatta contando sull'aniuesla dei buoni. Non li fio dimenticati. Adoro MUJ– solini. Perciò non li dimenlichero ". A.nriiamo, aneliamo Bastiani.. Adori lo ~tl~e~rt)~e:,i,f;~:1:~~l~~rl~[/Fi~c'f~fe ~~-~ obesi ne ha almeno due : il direttore che durante la guerra s'imboscò facendo il de– le~at'?di Pubblica Sicure:.za e Ippolito Ba– stwni. <( Gran Jlondo Romano n. Le cronache del Tevere, 9ior11alefascistissimo e dina– mico, si occupano Uel matrimonio della (< contessi11a" Volpi col principe Ruspoli: .« Perchè non trovare 1tna strofa me[o.. dt0S(!,e lunare che canti della leggiadria lrtmrnosa di questa regina della bclle::;za che sale la scala nu;;iale mentre l'aria. è {1·agl'a11tedell'olez:o delle acacie cariche di grappoti bia11chi7 (< Non Vi sarebbe melodia lii versi che ar– ~011i::erebbero con la belle::a freichis– S!l~adi qiies_tadivina._creatw·a, fiiura de– lmosa e delicata di fwrentc (1ioVtnez:a. « Donna Marina Volpi di Misurata figlia di S. E. il Ministro delle Finan:e conte Vo]Fai~}it~:~,r~~~~·tf:;~1~i"/t Te~~:;a·pa»~ sca.:;io7 ' Il So!e di marteift 13 se"ttembre reca ttna cronaca ancora più brillante e che potreb– be essere dedicala a S. E. il Ministro delle Fiìia11:eca11tcVolpi di Mis"'rata: · 63 (sessarttatre) f:~:me,iti in uit giorno. Uno dei giomali fa.scUti lli provincia - .sono i più divertenti - domanda «ali,. per l'Italia .. E spiega: non è per l'offesa, ma per ... evitare la (Jue1·ra.La Francia ha 5500 ap])m·ecclti, e l'Italia 3000. « La dif- ~lC:r~~~fo ~'- e}'tb":i~l:nft~·:.wi~lfst~n cfr':~du motto antico q1wnto !Jfosè: Si vis pacem para bello n. ~ell~m, be!Jum ! (Non creda l'egregio arllcol,sta del giornale provinciale ad una n?st~·asapien:a : ci serviamo, pel' le cita~ :10111, dove si serve .llussolini: il piccolo L?1·oussc.Bisoqna, tuttavia, stare attenti; Vt sono errori. lnfatli il duce parlò di Avcnti1io co,ifondendolo col Monte Sacro perchè sul 7>iccoloLarou.sse v'è quest~ errore .sto,-ico ...). * ** Due fotografie pubblica li Tevere: Pie– tro Jlascag1ii accanto a Fedele Turatatt– guttolo. e quattro o cinque Bol;;;n e Bazan. Jt maestro Pietro Masca{Jniaveva diretto un concerto all'Augusteo, inaugurato dal rnono di Giovinezza e Marcia Reaie. La. scconrla fotor,raffo mostra Enrico Fei"r1.con il b1·accio leso e il dito p,m– fato contro m1 invincibile 11emico, come q11ando il te1•1·ibileEnrico gridava : "ln- 1fr~lr~'cti:~~i~~ro, altrimenti rompo qual.. lo/~upi{i~f.'o·e: due esempi come nelle Pil- Piel1·0 :lfMcaa11i,qualche mmo fa si 1·ecò a l1vor110, a visitare le fabbriche o?cupale dagli operai « bolsccvizz.ando,, in si be?'iolle .e lodando gli operai. Fece a11- nu11:wre di pensare alla cornposi:io-ne di tm ll1t?VO inno rivoluzionario. Ennco Ferri domandò l'iscriz.ione al Pa1·tilo_~ocialista. Credendo <li ottenere 11na .n11af1ore accoglie_1ua, sollecitò la dife– sa d~Scimula ~ $011:mi a Torino. C(lmbia– to 1l vento, mtonano ora Giovinezza e i~i"J1~s:;~;~ 1 ; e~~ ~\{f:o//t°/i~:tai•~~-Tever ROCCO -RINA E' il sarto più a buon mercato di Parigi 28, FAUBOURG SAJNT,HONORÉ, 28 us• Pla,n)

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