la Libertà - anno I - n. 21 - 18 settembre 1927

=2 Poi ancora una volta il quartetto r-i– prende con l'Interludium in modo ::mlìco Oell'oper~ _i3di Glazounow. Che cos'è que– gta mestma che riprende i nost.ri cuori ? Quale tenaglia ce li afferra e oi fa pian– gere_? Da quale magico misticismo siamo fl::i~? ?a~ie~~~e~!~ci~UJo:r~gs;:~~!~: :a passo lento, si avvicinano al monu– rnenlo e seguendo ritmicamente l'onda del– ta musica, depongono fiori rossi. - rose, garofani - alla base di esso. E' Qn vero momento di commozione intensa. Nessuno può trattene~e le lagrime. Voochi adusati alla lotta dura della "ila, alle battaglie d_ellnpolitic_asi asciugano gli occhi : quel– !; che voghono esser forti si mordono i b'.3ffi.E il rito continua, simbolico omag– gio della purezza femminile alla purezza dell'idea. le ~~ié 1~ ~!11le~!~~iom;r!~~ 0 p~!~~u~a\~t~ ~~~n~~~n~l:r~io~~:~~td~dc 0 o~i l: fol~~~~: e I? forza - eoc? avanzarsi Filippo Tu– rati. Il maestro, ti Compagno, l'Amico il Padre di Giacomo Matteotti è visibilme'nto commosso. L'ORAZIONE DI FILIPPO TURA TI 4f Sono felice nel mio do'lore - cosl e;;ordisce Turati - felice di potere effon– dere fra voi il mio dolore ; il quale non è solo il mio dolore personale, ma è quello di ~utto un proletarinto, di tutto un po- Sf1t~itf id~~~~1t l~rn~o~~n~ef:;o\~t~~\~f~ µniversale. Sono felice, nella mia l?rofonde tri– stezza - tristezza di sociahsta, tristezza di profu!fO, tristezza di soprav,.,issuto alla nostra vittima rimpianta - si, tristezza di esserla -sopravvissuto -; sono felice, in questa tristezza profonda e molteplice, j:'li avervi non soltanto ascoltatori e testi– monii, ma di avervi cons.enzienti, com– plici,_ direi quasi ansiosi e invidiosi di questa stessa angoscia, cbe è la mia, cbc ò la nostra ; angoscia, che il tempo non pla– ca ; che, al contrario, il tempo - questo tffe°~a:s~e~e~i:~~eWa 0 r1nt~uggsae fg~~~a; cattive, sublimi e miserabili, sul quadran: te della vita, sul quadrante del nostro cuo– re -; çbe anche il tempo, ques.to iddio inesorabile e onnipossenJ,e, è impotente a placare ; anzi esso la acuisce e la unive:c– ialiua ogni giorno più. Bono felice di vederviJenetrati da que- :t~ ~~~!i~t~~~;~o; !oi,a~~;~~f bii:c voi, $lì eredi di Cesare De Paepe e di Gio– van01 Vokiers, gli alunni di Vandervelde e di De Brouckère, di Bertrand e di Au– eeele, l'avo venerato ; voi, che rappresen-– ute in Europa - che Oico ? nel mondo in- ~!~, il iit~~~~~e:;~~i:nt~ 1 t~.ori:: mente integrale, di lutti i movimenti l)perai, di t_uLLi par.Liti socia.listi. bo:aè ~ebefg~~ vi~~~~r 0 J:r:~\ ~~~e cft~!: circonfali da LuU-a quant.a l'Internazio- f:f~;:: ;t h:n~;e11r;~~ ?:1~,~gra~ie;~~ ~~ rets!o si~~~ac~ep!;sj~%t\d!~~:s~~eit~r~~= cumento sacro di arte e di pensiero, que... sto monumento del passalo, questo mon~– mSDto deWavvenire, di cui essa vi ist1- Juì1ce deposltarii e custodi, considerandovi come il cuore dell'Internazionale - come il suo proprio cuoN. « Questo monumento do,,_ elevarai nel Belgio» seguitato, calunniato, torturato nella sua I.erra natale, io.seguito persino nella sua tomba solitaria, ove si contendo a-lla vec– chia madre desolata, Niobe curvata ccl af– fannosa, finnnco la pietà degli ultimi cri– santemi ; massacrato nella propria terra, dove ò un delitto pronunciarne il nome, e dove, tutta,.,ia, l'inquieta sua ombra, in vano proibita e minacciala, sorge, ogni sera, dalla bruma dei tu~ii, come lo spettro che faceva impa·!lid1re Lady Mach– beth., come la croce che mette in fuga Me– fistofele, e dove le ultime parole, ch'Eg!i pronunciava spirando, fiammeggiano sul– l'orizzonte tempestoso come il Mane-Te– chel-Fares agli occhi del tremante Bal– thazar; - è qui Ch'Egli dove"a rizzarsi, tutto intiero e vivo, sopra l'abisso; ò qui che doveva spezzare il suo vigilato se– polcro ; che doveva - la prima volta dopo la morie - rivedere la dolce luce della terra e dei cieli ; che doveva erigersi in TULU1'1 Tornerà pa~be~:1~ii 0 ~i 0 siu~r~~t~f,n:ifui~~fd~n~~ alla madre, nè al socialismo italiano. No– stro m!grndo, diventò proprietà. di L!--itto quanto il mondo del lavoro; espressione personiflcnia dell'Tnternazionalo. Ce l'han– no ru'bato. E siamo noi che dobbiamo pre– starci a questo fur!o. Come disse testè Hen– derson nel suo nobile discorso, non è la sua morto che noi qui evochiamo e pian-: giamo; è piuttosto la sua vita che no, esaltiamo lo spirito che la animò e cn– ratlorizzò'. la fede per la quale Egli l~a testimoniato offrendoci appunto Ja sua "1- LA I:.!BERTA ~~• gfft~a~iioA~r~e;e~ 0 [l~,e~eiac~~o~~~g~~1~ l'Internazionale dei lavoratori che si ri– flette ne!ln sua memoria. E' la ribellione eterna dell'umanità con– tro In_ tirannia e la violenza; è l'uomo che ò_usc1todallo classe io clli nacque, che ha tl1~degnatoe sprezzato il privilegio econo- ~~~e d;od~~~~.v~b~~inf~Ld~f1a t~~fs1~~}!: zia della propria anima - si è lanciato, proletario volontario. dnl ln!o e a lato de– gli oppressi. E, allora, ò trasfigurato. La cronaca cre– de"a di trasmeLterlo alla storia; t'ha con- ~~~~~iafi~~.a a:t~li~~~~nt{·/lgie1;~ g l~~ ropeo, è universate; cittadino di tutte le citl-à,cittadino della CiLtà.unica, di quel– la dei nostri sogni. La sua morte è ancora una nascita. La sua epoca non è !'ieri, è il domani, il do- fi~d~~;L7{0 f ?~ :t1~nJ?arI'i~a~~~1:i c:1~c~t Israel!o, piangendo sulle rive dei fiumi di Babilonia, attendevano i! loro Messia, al.– tendevano cd invocavano la nuova Sionne. Sì, piccoli figli del Martire, che, ad o~ni campanello che chiama alta porta, vi chie– dete ansiosi se per cnso non fosse i! padre che ritorna dal suo lungo viaggio ; si, dolci e fragili innocenze, cui i·! fascismo non perdona di essere uscito da quel ceppo, di essere gli orfanelli che esso, il fascismo, ha resi tali e che, come tali, porgono la testimonianza più diretta, se anche incon– sàpe,.,ole, del ,suo proprio misfatto ; si, piccoli martiri che ignorate di esserlo ; confidate I Noi ve ne facciJ .1.mo giuramento: vostro padre ritornerà 1 Ritornerà e si porrà alla nostra testa - ve lo spingeremo noi stessi -, e una folla di morti lo seguiranno ; e una folla, anche, di vivi, una folla di somimor_ti,ri– troveranno la loro anima e la loro vita. Marcerà. verso il Campidoglio, oggi insoz– zalo e disonorato, verso il Campidoglio ridivenuto fulgido, col passo deciso, gi0- vane e fiero, brandendo la bandiera rossa come al buon veechio tempo. Sarà il capi– tano pel diritto ohe deriva dall'assassinio. Quel giorno, quando la falange sacra ri– prenderà i"l cammino e i suoi diritti, sarà lutto un popolo, sarà la novella Italia - rioacciata per un islan!e nelle tenebre del più esoso Medio Evo - ohe ripiglierà. i"1 proprio posLo al sole della storia ; sarà. ~r:t 0 t1°a~cbc:;Pb~1f~ 0 ,1~ft~ r~~vi~et~~!tiz1; sociale, Cio che Matteotti rappresenta Ma perohè - mi si potrà domandare - perchè cosi grandi onori riserbati ad uno solo? Il fascismo, per impadronirsi del potere, per distruggere 1'118-ha, per saziare la sua sete di rieohezze, dovette -passare sopra un c.imitero;1la.raggiunto la vlett.ia , scaglionan~ do il proprio sentiero sopra una piramide di cada,.,eri. Esso ha.fatto strame deHa dighità di tutti gli Italiani. Esso ha confutato i suoi avversari mercè il bastone, elevato agli onori della santità - il II santo manga– nello » -, mercè il sacche~gio e la bomba. Ha elevato il crimine ad is.t1tuzione,a stru- giae~~~~lt!~0di~~uiti~o(~ft~ o\'t,1~:~i ~~= 1l ~g3oftgid~rct;o~:l ~~~ rrria:~ro~ad~~~ rant. a meuo suolo di loLte eroiche, fu raso al suolo, e sul suolo devastato fu spar– so il sale della disperazione, perchè nulla più ne ripullulasse. Ha disonorato il mo– naroato abdicatario ; ha insozzato la Chie– sa, fingendo di rimetterla in onore, per servisi di essa contro la fede del Cristo ; ha abolito la Costituzione, soppresso il di– ritto del suffragio, asservito e violalo la Giustiz,ia, inoat_enato il pensiero. J:iariabi– litato i Neroni ~ i Callgola, resLi~uito in onore la deportazione in "•ia amministrati– va, sull'esempio degli Zar di Mosca ; ha ri– suscitato i bandi, intimati con li:, 11 lettres do cachet )> dei suoi Ra.1; ha lanciato i cittadini contro i cittadini ; ha disorganiz– zato le famiglie, imposto la menzogna, la i-poorisia, la servilità a 40 milioni di abi– tanti. Ha fatto una Varsavia di ogni ciltà e di ogni borgata, di ogni oasa una cella :T~!~~~!~rdn~l! E:n~s~~~o~~i~~ 1 !°J:1 f!:: rore, nella quale è un delitto a,.11che il mor– morare, ogni ciltadino teme del suo vicino, o gli amioi hanno paura di salula1·.sinolle vie. Nessuna dominazione str;miera fu mai più straniera di cotesto brigantaggio indi– geno che si proclama nazionale ; nessun c.serci~odi occupazione del tempo di guerra fu più einicamenle feroce di cotesta orda mercenaria ohe ha soltomesso, in nomo deL la patria, !a patria disarmata a una fa– zione o.rmala. Nessun Attila, di cui la sto– ria serbi il ricordo, ha eguagliato cotesto vandalismo. Ha fotto di più e Oi peggio. Dell'Italia, che si "nnta"a patria de! diritto, dell'Ita– lia - Paese povero, immiserito ancor più da una guerra di quattro anni e dalle im– monde spec~lazioni sulla guerra, un Paese di antica civiltà, che, tuttavia, sotto la b~~i~'. 0 ~ i~a~i S~?1~t·;~:;~g;~~~nl:o~ia7:: sta, si preparava a diventare veramente, fuori e contro tutti gli imperialismi, un elemento di pace e di solidarietà per i futuri Stati Uniti d'Europa -; di questo Paese- per la ncce.ssità dellasunpolitica interna e della sua guerra civile, per la fatalità che sforza ogni tirannide a man– tenet·o lo spirito guerriero dei suoi pre- ~~g,~l~ i 0 i~~o sf~~tri.p~lodic~ii:~ta:St ;:~ ogni evento, il diversivo di una guerra esterna. che possa, n un momento dato, prolunga!·e, col sacrificio della patria, la sua dommazione esecrata - ha fatto un pericolo pe~manente per Ja pace d'Europa, una minaccia costante di sii-agi e di deva– stazioni internar.ionali, sputando il cini– smo della sua malavita sui più nobili ideali di fratellanza, sfidando e dileggiando la Società delle Nazioni - questo germe - e il principio degli arbitraLi - quesln promessa -; non esaltando che il Faus·t- ::fU~~l,d~: :~:~~nl~e~igufo~1e,a~~s1; 0 d~f tlzi violento, del meglio armato, e di chi sia mono impacciato da scrupoli umani ; e– stenuando la nazione sotto le sfiese della ~~~fon~;z~~\~il~rr~li~!~~:sti~'ln~~ 1e Pf~E~= strie di pace per farne esclusivamente dei produttori di congegni di distruzione e di morte; millantando di aver "calpestato il cadavere imputridii o della Liberlà )) ; ?nult:!~,,gir: j~s!t~;io1!fi:r:,s~:t~u1i o~:~~ nìzzazione o la cui cosciemn sono pres– soehè l'unicn garanzia efficace contro i conflitti sanguinosi che le rivalità capita– listiche co,.,ano nel proprio seno. In ques'opera di distruzione e di sac– cheggio materiale e morale, in queslo scatenament.o di terrore che è costretto ad aumentare ogni giorno per prestare le rappresaglie, perchè sa che un solo mi– nuto di ral!ent.amento sarebbe la rovina del regime e il disastro dei carnefici, le ~·!;~i;t ~~r~~~~ft°~1nfgm~~gi~iafJi~H~s:ci= Iuta e ammessi a beneficiare del sarcasmo di una amnistia unilaterale, vengono de– corati, esaltati, collocati sugli altari, men– tre sono trascinati a·lle geenne coloro che osano timidamente tentar di difendersi. Coteste vittime non furono falciate nel solo campo socialista. Se il socialismo ebbe i! grande onore - 1_1on senza oagione - di fornire il bersaglio preferito, il fasci- ~~~?o:~~t~~'{òci~cf~!~ idf1~JU~ic~i~fft1~~ b1sognaYacolp1rla e schrnntarln. safr1i~~rr~r~tC:;u~c~~i.Pftp1t~;~~~~ec!;_i lativo, vi C un nome che ria5sume tutti gli altri. Domandate ai conservatori-libe- rali, a quelli che qui chiamereste i ·"'dot- ~tn~1~e,;jo%, r~il: 0 ~?~fsaL~gocl~l~~ d'o~o~fe~ rnterrogale i credenti, le anime religiose, e vi citeranno il nome di Don Min:i:oni, il buon sacerdote veneto. Tutti i partiti son_o in grama!flia, tutte le classi presentano 11 Joro Martire. Egll è, compagne e compagni, che pro– prio allorchè la tempesta miete più nu– merose le vittime, allorchè l'uragano delle ~a~ta;;: s:li s~~~P~f è 1 atr~~;itti~iii~l~ non basta per pi~ngere tutti i sacrificati uno per uno; e ha bisogno di riassumerli, dì impersonarli in un solo, quello che la congiuntura o il va-toro personale posero più in allo, più in vista. Questa ingiustizia è fatale. E' allora che lulli gli oppressi di Galilea assumono un nome solo, quello di Gesù Nazareno, di ftu~a Dsi~rt !fio~: c~~o~e~:• ~e~efgs~~t si denominerà da una pulzella di Orl1ans; che una Crociata si impersonerà in Gof– fredo da Buglione. E' il "milite ignoto », è la folla dei massacrati, che prende un nome ed un volto. Il nome e il volto di Matteotti sono cosi ii nome ed il volto di un intero po– polo, di tutta una oiviltà rapinata ed an– nichilita. Appello ali' Internazionale E non è puro caso, ma è un senso, un signi!}cal? profon10, che l'apoteosi de! Martne 1Laltano .s1 celebri a\J'esLero. Gh è che ·i! fascismo - se in Jlalia, per ra– gioni che sarebb_efacile analizzare, assun– se una fisionomia e tm andamento pecu– liarmente criminali - non è un fenome– no italiano ; esso è, sotto forme diverse, palese o latente, il fenomeno caratteristi– co di quest'ora della storia in tutte le na– zioni capitalistiche; l'insurrezione del Ca– pitalismo il quale, credendosi pros.simo all'agonia, per ristabilire o garentire il fì~~P;'~ao~:::i~r~:~e; \1~i~~~~a!fo~:gt ciò di cui la plutocratia (non dico tutta la bor~besia, e tanto meno la borghesia in– telligente) è capace, quando l'assale i1 dub– bio1che l'ascensione del proletariato sul terreno legale possa spogliarla dei suoi privilegi. do*~ 1 a~~~ 0 ~!ciiefi~P~~inlaqu1~:1ér~~n~in gosi accorgono del pericolo che li minaccia ; non prendessero in tempo utile le misure rae:es::r~~iF:;e~~~~n~~~1~i ;c~e 0 no1::na\i essi il mio sventurato Paese I Gli è che noi siamo, o compagni, a uno svolto della storia_,nel quale non può più esistere un socialismo belga, o fran- ~e~e~~~~e~g; op::;.fl~~fir~cg;~~~::~itg; un qualsiasi Paese isolato ; non può, non deve esistere che un socialismo mondiale, che una demoorazin uni,.,ersale ; perchè la posla della battaglia - in Europa come in America, come nell'immensa Asia che si risveglia - è la libertà del mondo intiero, è la civiltà di tutto il globo 1-erracqueo, c~e l'imperia!ismo 1 il_ nazionalismo, la rea– zione mmaociano msieme. Perciò l'Internazionale dei Lavoratori non è più un semplce ideale di solidarietà umana, ohe si possa. indifferentemente af- ~!lt~r: int~;g:s~tt.~ e~~:e~t!mJt~\i~~~a; di vit.a. Se esse esiste, se essa prende "i– gore, la civiltà è salva. Se essa. affonda, se essa svanisce, se si divide, se anohe ri– mane soltanto quel ohe fu fino a ieri, oscillante, impotente, accademica, è !'uma– nilà cbe diserla il suo -posto di battaglia, che cammina a ritroso verso la schiavitù, verso la barbarie. E allora io mi chieggo: siamo noi, gli Italiani, ohe dobbiamo ringra:i:iare "oi, :~p!1n~ 08 ~~~gid 0 ~~1~•~spitalità cho por- E rispondo : no I La riconoscenza è re– ciproca. Il •Martire, ohe noi affidiamo al)n vostra custodia amica ed armata fino a! giorno della risurrezione, non è-un ospite di passaggio; è voslro san$Ue come fu no– str<?sangue. La sua vittoria, la sua risur– rez-ione,saranno la vittoria comune. Al declinare della vita s~1?i~ta~~~bn~~ci~i~Ue~ta ~e~~~~~\/f~~~ pone a noi tutt.i, e di cui Henderson e Van Roosbroeck hanno dato un esempio, che io forse ebbi il lor1o di non imitare abbtt– stanza. Consentitemi di chiudere il discorso con un ricordo personale. Son ben 35 anni anni - sì, non m'in$an– no : fu nel 1893, e un'intera generauone passò in questo mezzo- si teneva qui uno Jei primi Congressi della Internazionale ricostituita. Gio,.,anni Volders viveva an– cora, sempre ardente, sempre sulla brec– cia. Vandcrvelde era alle sue prime armi; e non ora, come oggi, a titolo puramente d'onore che De Brouokère face"n parte allora delle vostre avanguardie gio,.,anili. Anseelo, Bertrand o tanti altri erano nel flore degli anni. Carlo Marx era morto da non molto, ma era qui sua figlia Eleonora, dolce e vibrante ; e Federico Engels ci guidava ancora col suo buon gesto paterno. Era il primo Congresso sociolisla inter– nazionale, cui io mi permettessi di assi- 3(ere. Il Partii.o socialista italiano stiva. "'facendosi lo ossa u, Quando io parlai in suo nome, fui salutato come il ral_)prc– sentanto <lei (< 'bersaglieri II del sooiallsmo. Noi eravamo i nuovi venuti, gli adolescenti. Dopo 35 anni, torno fra voi, provato, curvato dalla vita e dalle sofferenze, al tramonto della. mia carriera mortaio che si chiude nell'esilio, rappresenLante di un ~~p~~ss!i~'l6id~t~isfa~l~~1Ji ~~i~~ 1 di Durante cotesto teml?o, quanto si è la– vorato I Quante bai.taglie, e vittorie, e de– lusioni anche I Senza dubbio errori, im– prontitudini, avranno solcato il nostro du– ro travaglio. Triste l'uomo che possfl van– tare dì non aver mai fallito; ducchè non solo non avrà nulla appreso e compreso, ma con oiò confesserà di non aver mai agiLo. Tuttavia, nò la disfatta, nè l'esilio, non aLLenuarono fa noslra fede, non indeboli– rono le nostre speranze. Al contrario, è questa stessa disfatla, è cot1istostesso terrore, generato da un ter– rore, contrario e maggiore, dei nostri av– versarii, che ci danno la maggiore cor– tezza della non lontana villoria. Noi siamo, e saremo, ciò che fummo. Morremo avviluppati in questa stessa ban– diera. Che questo monumento lo ridica ai no– stri calunniatori I Che esso parli ai gio– vani oporl;lidel Belgio "aliene o fiammin– go, ohe esso parli anche a quella gioventù ~rr~~:;:, s~ 8 noq~l~e fi:t1otefac~~~';.,la ~~l~~tlt vità, se non Si impiegano ad aiuture l'ope– ra di redenzione. Dica a tutti che la vita non mette conto di essere vissuta, eh'essn potrebbe "eramcnto essere --, corno Renan ne esp1·esse un giorno il sospetto - unn farsa di pessimo gusto, il prodotto di un capriccio insolente dell'ozio di un Nume, se non la si consacrasse tutta. intera al– l'ideale di una umanità più alla e meno belluina della presente; che la vita è un dramma serio, e che non vive veramente chi, per cotesto ideale, non ò pronto, in ogni momento, a rinunciare alla v\ta. cs!e rii~~~~u:~r~ 0 nSU~~~d~ 0 ~ln~i~te; ct!) suo marmo ; non sarà che una decorazione architettonica, che un sepolcro senza isto– ria e senz'anima. T granò i mori i non si onorano se non sfonandosi di emulnrli. Compagni ; Viva Matteotti! Viva l'lnterna::io11aledei f.,avoratori I La commozione che ha preso ruditorio durante il bellissimo discorso di Filippo '.ruraLinon è ancora spenta che il quartetto attacca nnternaziona!o con variazione di Andelhof, il valentissimo direttore della. orchestra dell'Opera di Bruxelles. Sono note lente cadenzate : è una melodia deli– r.iosa.E mentre tutto il pt1bblico è in piedi ecco che "engono portati dei grandi fasci di fiori ai piedi del monumento. Pri– ma viene portata da Claudio l'reves una scritta "A Giacomo Matteotti i rnoi com– pa(Jni" ; poi un'a!Lra della Concentrazi_o– ne antifascisla; e poi quella della Commis- ~~?a 8 èe~t~:/: b:s 0 ~i:I1u1::;it;t:s, ~~7d5~c~ dicat cles métallurgistes de Bruxelles; delle Jeunes Gardes de Bruxelles, di Pierre Francissi, segretario del sindacato dei li– tografi, del senatore Albert François. Quando la musica ha cessato, comincia la sfilata davanti al monumento. E allora la grande massa che era stipata nelle varie sale della Maison du Peuple e che aveva potuto sentire i discorsi e il concerto a mezzo di altoparlanti e che aveva vibrato della stessa intensa commozione cli coloro che stavano nella sala Matteotti., comin– ciò il suo pellegrinaggio di amore e di fede. E passavano questi bra"i lavoratori davanti al marmo che riproduce l'effige del nostro indimenticabile Martire ed una lagrima inumidiva loro le ciglia : e passa– sa,.,ano le valide compagne e le fiorenti gio_ vinotte e gettavano qualche flore sopra gli altri che precedentcmenLe erano stati de– posti. E ognuno si allontanava con la tri– stezza nel cuore pensando al )forte e ai dilctLi ehe lo attendono invano. Coloro che si stipavano ancora. per le sca'lc quando altri continuavano a sfilare, appena videro scendere Filippo Turati con Lutti noi cho ~li slavamo .stretti intor- dg11:0~:nt/~!~01de1f.:rtr~eng;;~ll~~ ?i 01 ;r~ grande, proruppero in un appla.!JSO lungo ed in un grido di "Viva Tura.ti" che si propagarono per la immensa :'>laisondu Peuple. Di fuori il. cielo sembrava essersi rasse– renato. Il giuramento della concentrazione !\"ella impossibilità di recai-si a Bru– xelles, il segretario generale della Concen– trazione, ha aderito alla cerimonia della inaugurazione nei termini seguenti : La infermità di mia moglie mi impe– disce di partecipare alla commovente cerimonia che Bruxelles tributa alla me– moria di Giacomo AfaUeoffi. . l nostri amici vi esprimeranno la gra– htudin.e della Concentrazione Antifasci– sta llaliana per il culto da voi dedicato alla memorta del Martire italiano sim– bole=::mntele innumcl'evoli vittime della tirannia fascista. Noi, membri della Concenlra:.ione, ?'in– noviamo 09gi a Bruxelles il giuramento di consacrarci interamente alla balla– glia antifascista per preparare la libe– raJ:ione del nostro paese ed il riscatto del proletaria.lo . Viva il Partilo Operaio Belga! Vica la solidarietà interna.::iouale ·1 p. la Concentrazione Antifascista: PIE"l'RO NENNI. Le altre mani festazloni IL COMIZIO NELLA SALA DELLE CONFERENZE Promosso dalla "Amicale Bruxelloise des J.G.S." sabato sera ebbe IUOfO la g~\~a ~;N:r:a~~fi~~-~io~i1ih~1~n~~;\!lisJ{ Giacomo Matteotti. L:t Sala delle Confe– renze rigurgitava di un pubblico misto di belgi e di itallani venuti dalle varie parli del regno. Quando Turati si presenla alla ribalta il pubblico gli tributa una calorosa o"a– zione. L'oratore annuncia che anziché tratt.aro il tema fissato: 11 il fascismo giu– di~ato da.Ila_democrazia". P.arlerà del fa– scismo gmd1oato dalla c1v1llà, giacchè il fascismo non sollanto è l'antidomocrazia, ma sopra.tutto l'anticiviltà. Quindi Turati !~obt ~:6J~p~~~m~ 0 ;~~e~il~r~is~!~a 1'Jdl metodi impiegati eia! fascismo per affer– marsi, meglio per imporsi. Un diacorao di Treves di /gt t~ion d~ 0 11!io"Giu~1f!ij 1 ! 00 :!t~~~~r!'e~i tro,.,arrni di fronte a dei socialisti, ma di fronte a persone che pensano, che, in fondo, il fascismo, sia qualche cosa cli b!-lon~,ohe. esso abbia fallo qualche cosa d1 utile. S1 tratta pertanto di vedere se ìl fascismo è unn rivoluzione. Ora, una rivoluziono è un principio, un'idea nuo"a cho si fa strada con la spada in pugno. :~r~~:ci2~~ 1 ·? N fa~~7~~i°'.st!;~;\in~~~: ta di non a"erne, di essore un .pragma– tismo violenl.o che si s"ilul_)pagiorno por fi\~~~~a ièfls~~~'ÌfadoJ~i d~~~~s~f.m~·nt~ti s1~~ ~~~~~r~iv~ 1 1u~~~i::fisi~o,de!~t~~ri~~t sindacalista, repubblicano. Ma nessuno dei ~~\n~~:c\s~oe 1 d~;~8'\t~~a p;~~~ed~f~~Ì~~~~ A g_iuricar)o dai fatti esso appare una i~!~ 10 d~elib~~\intgérs 0 ci~:r:r:t~in~a~~{!e c~~ si sono realizzate in conseguenza clel!a rivoluzione francese, che si manifesta con ~ar:e:a cg;i s1°~~~11iu:~z;I~ ?i: ~gI~~1àadi tenerlo contro la volontà della nazione sopprimendo tutti gli istituti atlraversO i quali la ,,olontà della nazione possa manifestarsi. Il fascismo vanta l'ordine che esiste in If:alia. Ma ? !.'ordine della prigione, l'or– drne del c1m1tero. Il fascismo si vanta di aver evilato le crisi ministeriali oho indcboli,.,ano lo Stai.o, Ma se il fascismo può dire, con la soppressione del Parla– mento, di avere evitato la successione fre– quente dei ministeri, di fatto, però, ha seguito un politica piena di contraddi– zioni che ha mutato più volte completa– mento. l'indirizzo governatiyo. E qui \'ora– tore s1 fa ad enumerare lah contraddizioni nella poiltioa economica e in quella finan– ziaria e in quella estera. Dopo di che Tre,.,cs, dopo aver sott.o– lineata l'importanza della manifestazione di Bruxelles, cosl concludo: (< La reazione internazionale dolln bor– $:hesia può nella sun incoscienza m"idiare il fascismo. Noi serriamo i nostri batla- f~iodn~m~~~~:rti en~!~f1a"\~i~~t!u~~eirualt~eti mondo. La lotta non tollera soste. L'idonle a cui sl sacrificò Matteotti oi detta il no– stro nobilo dovere : vi,.,ere e lottare come se ogni giorno do,.,osseessere l'ultimo del– la nostra vita o ricominciare .'.>gnigiorno come se la vita e la. lotta non dovessero finire mai. n . Appena l'orator_e con forza ha pronun– cmto q_ucsta ultime parolo il pubblico ;;~1~10l~~l~noh?S~~~s~utf:i: 0 ~r; ~lo.im- « Qui in Italia nulla di mutato e la visione continua della ... malora, Si va in malora e si tace,.>> 18 SETTEMBRE 1927 = LAmANIFESTAZIONE SERAL Puntualmenlo alle 7.30 alla sera ebbe inizio la manifestazione artistica nella Sallc de fl!tes. Oltre tremila -pe~s~nevi si assiepavano, mentre altre m.1glla1aaffol– lavano le altre sale della Ma,son du Peu-– plo dove potevano, a ~e~zo di. altoparlanti scnth·e la musica e I d1scors1. I rappre-: sentanti dell'Internazionale erano tutti prlsaen~}·Harmoniede la Maison du Peu– ple n validamente diretta dal maestro Andclhof comincio con l'esecuzione_ del~a Internazionale ascoltata dal pubblico m piedi tra un religioso silenzio. ~oi. lo if~,~~i~orcf.~tra~1!caJ:1e~!~~e 1 1~~1i~:s~m{Ì maestro Ardenois dell'Opera esegui la Rapsodia Spa(J1wla del Lisz~ con _u~ vi~– tuosimo che fece scattare 11 pubohco m ini~d'f~~~b¼~0 !tf~!~: 0 diede lettura di pa- recchi telegrammi e lettere giunto nella circostanza o diede la parola a .i\iuller. sct·~~p~a~~~~i:f~g:a~ 1 l:t/If'i,~~~~~-p~rd1; splendida organizzaz10ne della cerimonia parlò di Matteotti che egli conobbe .ad Amburgo alla prima conferenz~ fra s_oc1a– listi di vari paesi ex belhgeranh, ed espresso l'augurio cbe il popolo it~liano non si lascierà ancora a lungo dommare dalla tirannia. De7' 0 Jir 0 ~~~n~~toc°hae iJ, ~elb~f~~was:Ft~ in religioso raccoglimento. Poi sale alla tribuna Modigliani. Egli non crede che si possa parlare sen– za odio del fascismo. Anche quando_ le cerimonie, come quella di oggi, egli dice, disponessero l'animo alla dolcezza del ri- ~~~o, f;di6~ret~~t ~~sc~;~o !s~fJm~".a~~ t'orza l'oratore, mentre noi eravamo rae– colti in un manifestazione di omaggio ad un nostro caro martire, qui a Bruxelles, dei bandiLi hanno fatto circolare un fo– glietto nel quale accusano Matteotti di aver fallo assassinare dei fascisti. inJ\gR~,,~~~~o en~~atY~ 10 i~a~~e u~toPJfp~:~ sprezzo contro i divulgatori di tanta in– famia. Questo è il colmo, dice Modigliani. I fascisti non contenti di assassinarci, di esiliarci, di incarcerarci, tentano di of– fuscare la memoria di un marLire. E l'ora;-– tore vincendo la ripugnania cbe gli desta il contatto del fogliaccio smentisce una ad una le affermazione in esso sontenute. :i°e~nie1~r~ 1 ~1ff 1 aJ~;~:~ra P[i~a s6~~!W~~ italiani avrebbero "oluto durante la guer– ra e che fa ridere di .compassione verso gli autori della canagliata le migliaia di compagni nella sala. deRip~it~~zi 1 ~~eM~ft~~~! 11 il1~ta~ ~8:~~1 creda - conclude l'oratore - che l'Italia ~~ ci\~~p~~~1tff~ ~-e~oTai;';~s;te~ 0 °lt~~~ lontf collettiva delle masse sta per rior– ganizzarsi. Essa trova i suoi condottieri anche se a seLtanranni sono obbligati, corno Turati, ad abbandonare il loro paeso por ritro\'aro altrove la libertà. Il pubblico che ha spesso interroto l'on. Modigliani con applausi gli fa infine una calorosa o"azione. Poi il Sig. Roosen, ba– ritono dell'Opera, si fa a sua volta•applau– dire eia! pubblico contando con vigore e sentimento un'arìn del Roi d~ Thulé del Diaz e .4.u borct dc l'Etang del Menil. Ed ecco Blum salire alla tribuna accol– to da un caloroso applauso. Il leader del partito socialista francese rende. subito omaggio alla memoria del martire che è ~;at~n~o~~e!~w~atgar~1}efoomti~i8f!~·r:gl! MalteOLff. Min~~' cii~inìli4;~o~~s1c~ 1 ~8:icg!ls~ìsacg~•I~~ i Gove-rni stanno- ancora cercando un ter– reno favorevole a'ila pace, questa pace i proletari di tul~i j paesi l'hanno già fatta, e non se la lascieranno sll'appare da alcu– na forza a costo di qualunque sacrificio. Cessati i;li applausi che hanno coro– nato il discorso <lei dele~Lo francese l'orchestra esegui la Panta.ua 80 di Bee– f ho,.,en,o in essa si distinsero i cori guidati e istruiti dalla stesso M. Andelhof. Infine col canto dell'Internazionale suonato a blfc~al~ 1 \ 11 e~f!r~n:nffe°s~~~~~~a~b~alfig:b- FRATELLI, GRAZIE .A i co.mpa{fnf 1 qi fral~lli del Belgio, i dupersi socialtsli e a111rfascisti di Italia esprimono a.rr.che mm volta da qu.esle co– lonne la loro gratitudine commossa Che 110n si cancellerà mai viù dal lo1·0 c~pre. De1.nostro ma.qgiore dolore essi hanno {alfo un'ara. Essi hanno sublimalo il martirio del Nostro e 11e hanno fatto tttJ. propugna.colo di -fede operosa invind– bil~. ~·ssj han:10 d<1,lo agli_erranti 1 ai pro-: scn/lt di /lal1a un tempto, dove incon– trarsi a. sollevare il cullo della pah'ia e della_ li~ertà e ~ prepararsi a rendersi degni di tanta rivendtca;;ione. E il bene– fizio fraterno .essi hanno ·composto in tt:1:le dolc~;:ad.tfo~m.eda sernbrare qua– si che _qlt obbligali fossero essi, non •11oi. Ci ha_nno. eon~ttnic?-la la. loro ben ag- 911ernta llberlli e si sono rnessi con noi a 1}0l'tare la noslra croce pcrchè il far– dello ci sia più leggero. TuUo ciò si sente e 110n si commenta • mette lacrime negli occhi e balsamo nel cuore, ,çcnza che sia ttna possibilit(t 'di esp_r~ssione letler_ar~a.Benedetta q11estç, rc~tgwn~ del soctaltsmo che ispira tali n~,r~colt. Ben_edetto cole.~lopiccolo gran.-– d~ss1mo Belgio socialista che li incarna! 1~ ara 11!-atle0Uia11a gitta la sua luce di apoteosi. sul Martire, e più ancora forse su? 1_10bt.lc paese che l'ha ere/la in abbo– m_inio di lu.ll ~ le f,irannidi, in esalla:.inne dt tutte le ltbcrta - pc,· la giustizia e per l'amore. Fratelli, grazie. Avvertiamo i nostri let~;ri•::i nostri amici che stiamo racco-– gliendo in opuscolo tutti i discorsi e la cronaca delle cerimonie di Bruxelles svoltesi in occaaione dell'inaugurazione del monumen– to a Giacomo Matteotti. L'opu– scolo. oltre riportare i vari di– scorSI stenografati sarà corredato da parecchie fotografie. Coloro che deaiderano posse– dere questo intereHante docu– fl?,ento ne facciano richiesta anti– cipatamente alla amministrazione della Libertà. , L' opusculo verrà redatto in ita– liano, francese, inglese e tedesco. La sottoscrizione è la spina dor.s~le del giornale. I nostri am1p devono promuovere siste– maticamente sottoscrizioni favore della Libertà. E' un lor: stretto dove~e. E' il solo modo pe_r cons~nhre alla Libertà di sv1luppars1.

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